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venerdì 2 settembre 2011

La sindrome di Big Jim



Dite quello che vi pare. A me è piaciuto...
Beh, certo che quella pettinatura è imbarazzante.
Mi è parso comunque un dignitoso compromesso.

Se si leggono i commenti sulla rete ci viene il dubbio di essere circondati da dei geni della regia, sceneggiatori prodigiosi (ma certamente incompresi) e integerrimi difensori degli ideali fumettistici, che mai e poi mai avrebbero permesso al "demone hollywoodiano" di deturpare il mitico indagatore dell'incubo.

I cambiamenti, anche se minimi, non piacciono ai lettori.

I lettori sono spesso sclerotizzati, in cerca di rassicurazioni. Sì, posso dirlo perché anch'io sono un lettore.

Nel 2005, quando è uscita per la seconda volta "L'Insonne", il mio editore dell'epoca ha ricevuto una lettera imbestialita di un lettore. Il genio diceva più o meno così: "Caro Editore, sono veramente sconvolto per l'incredibile incoerenza della serie L'Insonne. Nell'albo "Crimini dimenticati" Desdy dice di avere 23 anni, ma come è possibile, visto che nell'albo del 1994 diceva di averne 24? Oggi dovrebbe averne 35!!!"

I personaggi dei fumetti sono idee che si materializzano attraverso un silenzioso impasto di carta e china. Ma restano idee.
Le idee immutabili sono idee già vecchie appena concepite.
A me piacciono i personaggi che rinascono dalle loro ceneri, che crescono e cambiano con l'autore.
Mi piace far misurare i miei personaggi con tante situazioni diverse.
Mi piacerebbe poter esagerare e vedere Desdemona come un'astronauta, oppure in un western, oppure in una storia degna di una retrospettiva sovietica.

Io la chiamo "sindrome di Big Jim".

Una malattia strana che colpisce chi ha giocato troppo con il pupazzo dal pulsante sulla schiena.
C'era il Big Jim calciatore, pirata, avventuriero, campeggiatore e tanti altri. Ah, che buon odore avevano quei giocattoli...


Oggi mi chiedo cosa fare con Desdemona.
Farla rinascere e sperimentare un nuovo mondo col rischio di far sentire i lettori traditi, oppure continuare una strada già battuta che potrebbe anche portare da nessuna parte?

Un omaggio a DyD - Matita G.Di Bernardo, China J. Brandi





3 commenti:

  1. "I cambiamenti, anche se minimi, non piacciono ai lettori."
    Su cambiamenti minimi ci passo sopra, ma su cambiamenti grossi come una casa proprio no.
    Ora sto parlando semplicemente di trasposizione da fumetto a film, comunque.

    Voglio dire: se bisogna guardare il film senza prendere in considerazione le origini di questo allora è buono, si lascia seguire. C'è di molto peggio in giro, sono d'accordo.
    Ma un Dylan senza Groucho, senza maggiolone, in America (ma non era povero in canna e pieno di debiti???) che se ne va in giro con la valigetta degli attrezzi come l'ispettore Gadget, che per giunta combatte come un supereroe perchè c'ha il fisico tutto muscoloso proprio no.
    E' come vedere Diabolik che se la intende con Altea, Tex che fa l'impiegato alle poste o la nostra Desdemona che fa la civetta con gli uomini...
    Non è il volersi limitare nella fantasia, ma è un rispetto dovuto a quel personaggio che tale deve rimanere perchè è nato così nella testa dell'autore.
    Sai Giuseppe, un conto è se sei tu che decidi cosa far fare alla tua Desdemona, un conto è se un altro prende la tua Desdy, la strapazza come vuole solo per uno scopo di lucro e non rispetta per niente la tua idea. Non avrà mai successo un prodotto simile, perchè sarà solo una brutta copia dell'originale.
    Non ha la sua VERA anima.
    Se invece il cambiamento viene deciso dall'autore stesso allora avrà sempre la sua anima il personaggio di carta, solo con comportamenti diversi.

    Per quanto riguarda L'insonne, sono sicura che ogni scelta andrà bene, proprio per quanto detto sopra. Se la scelta sarà presa da te che sei il suo "papà" noi fan riusciremo sempre a riconoscere la nostra Desdy e non potremo mai sentirci traditi dalle tue scelte.
    Il personaggio di carta ha lo stesso cuore del suo creatore. Può cambiare l'involucro o il modo di fare, ma l'anima resterà sempre quella.

    Baci

    Danny

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  2. trovare una nuova via che però in qualche modo riesca a mettere in comunicazione le precedenti due serie.

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  3. @ Danny: "Il personaggio di carta ha lo stesso cuore del suo creatore. Può cambiare l'involucro o il modo di fare, ma l'anima resterà sempre quella". Bellissime parole, grazie.

    @ Phab: Certo. Il filo rosso che lega tutto ci sarà sempre.

    Poi, è tutto un pour parler. Magari prima di rivederla passeranno altri 10 anni.

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