Siamo talmente tanto abituati ad essere maltrattati dagli editori che a volte perdiamo la calma senza che ce ne sia realmente un motivo.
Una casa editrice è una azienda, e come in tutte (o quasi) le aziende, si fanno in prima istanza gli interessi dell'azienda stessa. Questo non vuol dire che non si possa instaurare un dialogo.
In questi giorni c'è stato un po' di maretta tra una nota casa editrice e i suoi disegnatori. Non farò il nome dell'editore e prego chi interverrà sul blog di non farlo. I panni sporchi si lavano in famiglia.
Ai disegnatori di questo editore è arrivata è arrivata una mail che chiedeva delle condizioni francamente inaccettabili. I disegnatori si sono scambiati mail infuocate (e comprensibili) per tutta la notte, ma già dal pomeriggio era bastato uno scambio di battute con l'editore per far tornare la faccenda su binari ragionevoli.
Dialoghiamo, prima di farsi diventare il sangue amaro.
Dialoghiamo, prima di indignarci.
Vi assicuro che ho lavorato con editori tali che questo mi sembra il paradiso.
A volte, noi autori, partiamo davvero troppo prevenuti, era già successo per una questione di diritti d'autore. Molti di noi dicevano che non ci avrebbero dato un centesimo, perché non chiaramente espresso nel contratto. Invece la proposta è arrivata e anche dignitosa.
D'altra parte anche una casa editrice deve tutelarsi.
Che succede se improvvisamente un autore non consegna le tavole o le consegna in forte ritardo? Succede che la testata arriva in edicola in ritardo e per l'editore è un danno enorme.
Gestire un esercito di disegnatori che spediscono le tavole quando pare a loro non deve essere facile. Poi, e lo dico da disegnatore, spesso chiediamo professionalità ad un editore ma non garantiamo la nostra. Il nostro è un lavoro emotivo, non c'è nulla da fare.
Lo dico spesso ai disegnatori che lavorano con me: "Non avete bisogno di un editor, ma di uno psicologo."
Scusate ma avevo voglia di fare un po' l'avvocato del diavolo, perché per mandare in porto un accordo tra le parti, bisogna anche conoscere e mettersi nei panni dell'altro interlocutore.
Comunque sono lieto di vedere come per una volta i fumettisti si siano ritrovati uniti.
Mi auguro che questo avvenga sempre più spesso anche quando non si tenti di toccargli il portafoglio, perché comunque, gli editori son pur sempre editori...
i panni sporchi si lavano in famiglia... e tu ne parli nel blog...
RispondiEliminaKetty... ti sarai accorta che non ho fatto nomi e chiesto di non farne.
RispondiEliminaNon mi pare di aver violato nessuna privacy o diritto.
Ho espresso solo il mio parere e l'ho fatto sul mio blog.
C'è chi dal proprio blog sferra mazzate pazzesche e gode di fama nazionale.
Non vedo il problema, ma sono pronto, su segnalazione precisa, a modificare il contenuto di questo post, o cancellarlo se potesse provocare dei problemi.
Non conoscendo la questione non posso giudicare, mi fa piacere che però le cose si siano sistemate col dialogo e con la calma (cosa che manca spesso, almeno a me auhauahahah)
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