Che poi, uno vorrebbe pure uscire, godersi il sole, farsi una passeggiata, andare a cena dagli amici che gli propongono polenta e salciccie, ma purtroppo sono ancora inchiodato qui, a smaltire i batteri donati da un untore sulla linea Lecce-Bologna. Quindi, per evadere un po' dalle tavole diabolike che sforno giornalmente, non mi resta che ammorbarvi con i miei pensieri e i miei ricordi. Come un nonno catarroso davanti al caminetto.
Vi ho mai raccontato della prima volta che ho mostrato i miei disegni ad un professionista?
Nel lontano 1989, mi pare alla fiera dell'illustrazione per bambini di Bologna, presentai un improbabile book pieno di disegnacci orridi a Claudio Nizzi.
Io non avevo bene l'idea di quello che stessi facendo. Mi sentivo molto figo, tutti gli amichetti del liceo mi dicevano che ero bravissimo a fare fumetti ed immaginavo che di lì a poco avrei sfondato.
Ricordo che Nizzi aprì il raccoglitore ad una pagina a caso, guardò l'immagine per pochi secondi e lo richiuse immediatamente dicendomi: "Siamo lontani."
Aveva visto un disegno su 30, ma gli era bastato.
Fu una cinghiata nei denti, ma contemporaneamente un grande stimolo.
Una specie di selezione all'ingresso nel mondo del fumetto: se vuoi partecipare al balletto preparati a molto peggio.
Non ho mai avuto occasione di farlo di persona, ma vorrei davvero ringraziarlo.
Quello sganassone simbolico, quell'umiliazione davanti all'amico che mi accompagnava, mi svegliò e mi ha dato il carburante per arrivare fino a qui.
Io non credo di avere molto talento.
Vedo continuamente disegnatori in erba, anche ragazzi che vengono alla scuola del fumetto, che hanno doti che io non avrò mai. Faccio fumetti grazie alla forza di volontà. Sono come uno di quei calciatori che giocano davanti alla difesa. Un rude mediano. "Nato senza i piedi buoni, lavorare sui polmoni", cantava Ligabue. Non lo dico con falsa modestia e senza invidia per chi il talento ce l'ha. Anzi, quando trovo qualche disegnatore talentuoso, quasi mi commuovo e faccio di tutto per aiutarlo.
E quindi? Si chiederanno i miei giovani lettori? Qual'è la morale di questo post?
La morale è duplice. Primo, se vuoi fare davvero questo mestiere, impegnati, perché ce la puoi fare anche tu. Per provartelo ti fare vedere i miei disegni dell'epoca ma preferisco non postarli. Ho ancora un briciolo di dignità. Secondo, se hai talento, impegnati lo stesso, anzi, impegnati di più, per rispetto verso chi il talento non ce l'ha e s'è sbattuto una vita lottando con i pennelli e diventando cieco come Ugo la talpa.
E ora, visto che non lo faccio mai, beccatevi un po' di matite del mio prossimo Diabolik.
N.B.
Le tavole non le ho messe per farmi fare i complimenti, quindi facciamo come se fosse e bando ai convenevoli.
Stima assoluta sia uamana che artistica :D
RispondiEliminaStavo per scrivere quanto fossi bravo, ma allora mi astengo! :D <3
RispondiEliminaCompliment... Scherzavo eh :P Tanto ormai la mia opinione sul tuo talento la conosci bene :D
RispondiEliminaA me capitò la stessa cosa con un certo Di Bernardo...
Quanto lo odiai quel giorno (ricordo anche che fu un giovedì pomeriggio :D)...
A parte che disegnare non mi interessava molto, a me piaceva raccontare (ed al Casali piacevano le mie sceneggiature gnegnegne), ma da buona permalosa quale sono me la presi un sacco e lo guardai malissimo per tutto il resto della lezione...
Non è che mi disse che facevo pena (forse lo pensò XD), ma che sbagliavo stile...
Solo che quelle parole le capii dopo molto tempo quando lo stesso Di Bernardo mi fece un esempio concreto su quale stile dovessi seguire...
E caspita quanto c'aveva ragione...
Ho cambiato strada per "colpa" del mio neurologo che mi ha fatto "vomitare" la voglia di aiutare il prossimo, quindi studio semplicemente medicina e mi piace un sacco il fine altruistico a cui vado incontro... Mi piace da impazzire.
Tuttavia ho ancora qualcosa dentro, che non saprei ben definire cosa sia, che spesso mi fa prendere la matita in mano per "svignettare"...
Ora, se tornassi indietro, direi "grazie" a Di Bernardo che mi aiutò a capire gli sbagli.
Per crescere sono più utili le critiche che i complimenti...
Quindi ho rischiato la vita?!!!
RispondiElimina:D
Sì, mi sa che alla Comics l'ho rischiata spesso!
Comunque, malgrado i tuoi studi, ti consiglio di continuare a raccontare. Sia col disegno, che magari con la scrittura. Non è detto che raccontare debba necessariamente essere un lavoro. Può essere un bellissimo hobby. Molti scrittori (direi quasi tutti), ad esempio, anche noti, lo fanno come puro divertimento. Anzi, la medicina potrebbe essere un bell'argomento, visto che si dovrebbe scrivere solo di quello che si conosce. Insomma, non perdere il vizio di raccontare!
Puoi contarci, accetto volentieri il consiglio. :)
RispondiEliminap.s. non hai rischiato la vita in quel caso...
Ma solo perchè non avevo alcuna arma nella borsa :P :D
Non nascondo ch vedere almeno uno di quegli "orribili" disegni mi piacerebbe assai!
RispondiEliminaMi scusi, sono tornato sul suo sito perchè volevo riascoltare un brano che aveva nella sua playlist di mixpod che credo fosse la colonna sonora di un film...può aiutarmi a ricordare almeno il titolo? Grazie.
RispondiEliminagatto_franz@yahoo.it
Eh, caro Francesco... e chi se lo ricorda?
RispondiEliminaLa playlist l'ho tolta mesi fa. Possibile che fosse un tango?
Malgrado "L'Insonne" non sono di certo un esperto di musica.
:P
ho mio malgrado dovuto fare i conti con una generazione di persone che non provano nemmeno a fare "cose" perchè non hanno un ideale al quale aggrapparsi e sono sfiduciati nel futuro. io saprei dire "coraggio!" ad uno che vuole qualcosa e non riesce ad ottenerla, ma che posso dire ad uno che non sa cosa vuole ottenere? e oggi sono molti, te lo assicuro. zazza
RispondiEliminaCiao Zazza, opterei per un laconico: "Sarà per un'altra volta".
RispondiEliminaBel post! Vieni a trovarci almeno una volta. Mulder :)
RispondiEliminaP.S. Chinare le tavole è terribilmente bello. Faticoso ma bello.
RispondiEliminaDisegnare Diabolik è facile saprei farlo con tutte e due le mani legate dietro la schiena.... ora me lo puoi rompere il naso per favore?
RispondiEliminaIl tuo post è molto illuminante, ed è meno patetico e scontato di quanto possa sembrare. Il talento è una gran cosa, ma da solo serve a poco, mentre il lavoro sporco lo fa la volontà. Io lo sto capendo in questi ultimi tempi, ultimi ma forse i più importanti.
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