Seconda lezione del Diegozillalab, il laboratorio di scrittura creativa virtuale di Cajelli. Come al solito, leggere Diego è un piacere. In questi giorni non credo che la cosa sia reciproca perché si sta sorbendo le mie sceneggiature di "The Secret". Coraggio, Diego, il cestone natalizio sta per arrivare e ci metterò del Malox.
Della lezione mi sono appuntato un paio di perle. Ecco la prima:
"Forse dovevo dirtelo prima, ma può essere che se ci capiamo al volo, ti rovinerò per sempre il rapporto che avrai con le storie che ti racconteranno in futuro. Film, telefilm, romanzi e quel che ti pare, non riuscirai più a guardarli con gli stessi occhi di prima. Non si tratta di “indovinare” come sarà il finale, a indovinare sono capaci tutti. (Parentesi: Anzi. Più uno è un grezzone, più non sarà in grado di stabilire il giusto patto di complicità con la storia che ha di fronte. Quindi, al mondo, ci sono una serie di tamarri che si vantano di indovinare il finale di un film o di un telefilm non perché hanno capito come funzionano i meccanismi narrativi, ma perché hanno inconsciamente rifiutato la narrazione.)"
Quanti ne conosco di grezzoni...
La seconda è da farci una maglietta:
"Uno scrittore in realtà è un costruttore di casini."
Ci sono anche i compiti a casa. Malgrado la fretta che mi assilla in questo periodo giuro che li farò. Sono sempre stato un bravo studente, io. All'incontro con i genitori le prof. dicevano a mia madre: "S'impegna, studia, si applica... ma non esce il sangue dalle rape neppure strizzandole."
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giovedì 25 novembre 2010
"Uno scrittore in realtà è un costruttore di casini."
giovedì 11 novembre 2010
Si torna a scuola...
“Non si finisce mai di imparare.”
Non è solo un luogo comune. Se ci si mette nell'ottica che chiunque, anzi, qualsiasi cosa ti possa essere maestro, ti garantisci una buona probabilità di sviluppo.
Per questo ho deciso di frequentare il Diegozillalab, il corso di scrittura on-line di Diego Cajelli, collega che stimo profondamente.
Dopo aver scritto una ventina di albi “bonelliani”, a qualcuno è sembrato strano, anzi, addirittura dequalificante che partecipassi a una “scuola” di scrittura, quando io stesso insegno alla Scuola Internazionale di Comics. Premettendo che io insegno “disegno” proprio perché non sarei capace di insegnare tecniche di scrittura. Quando scrivo sono come un uomo di neanderthal con un sax in mano. Non ho tecnica ma solo istinto. Vado ad orecchio, faccio le cose senza sapere come e perché. Sono un giocatore indisciplinato che ogni tanto azzecca una giocata, ma che rischia anche delle figure tragiche. Per questo, alla soglia dei quarantanni, Giuseppe Di Bernardo torna a scuola da chi, lo strumento scrittura, lo ha smontato e osservato da vicino. Perché non bisogna mai vergognarsi di imparare, se uno come Leonardo diceva di essere “Uomo senza lettera”.
Riempio la cartella cercando di non scordare la merenda, e al suono della campanella dell'intervallo, tutti in cortile a correre dietro ad una palla fatta di parole da addomesticare.
Dalla prima lezione porto con me alcune chicche che vi ripropongo:
"Per prima cosa, mettiamo le cose in chiaro. Qui facciamo storie di genere. Raccontiamo storie che possono essere collocate su uno scaffale e divise per generi narrativi. Poi, è chiaro che i generi non stanno mai fermi e si mescolano."
"Se qualcuno ti dice che può insegnarti la creatività picchialo. Ti autorizzo a farlo. In altre parole: Questa è una scuola di guida acrobatica, ma devi venirci con la tua macchina. Ti insegno a guidare, ma se non hai almeno una Panda non possiamo fare niente."
"Il primo passo per scrivere è capire una differenza. Una differenza sottile, forse ovvia, ma spesso sottovalutata.
Non confondere mai l’azione di battere i tuoi ditoni sulla tastiera, o di pasticciare su un foglio con una penna, con l’atto di scrivere. Azione e atto. Vanno separati."
Non è solo un luogo comune. Se ci si mette nell'ottica che chiunque, anzi, qualsiasi cosa ti possa essere maestro, ti garantisci una buona probabilità di sviluppo.
Per questo ho deciso di frequentare il Diegozillalab, il corso di scrittura on-line di Diego Cajelli, collega che stimo profondamente.
Dopo aver scritto una ventina di albi “bonelliani”, a qualcuno è sembrato strano, anzi, addirittura dequalificante che partecipassi a una “scuola” di scrittura, quando io stesso insegno alla Scuola Internazionale di Comics. Premettendo che io insegno “disegno” proprio perché non sarei capace di insegnare tecniche di scrittura. Quando scrivo sono come un uomo di neanderthal con un sax in mano. Non ho tecnica ma solo istinto. Vado ad orecchio, faccio le cose senza sapere come e perché. Sono un giocatore indisciplinato che ogni tanto azzecca una giocata, ma che rischia anche delle figure tragiche. Per questo, alla soglia dei quarantanni, Giuseppe Di Bernardo torna a scuola da chi, lo strumento scrittura, lo ha smontato e osservato da vicino. Perché non bisogna mai vergognarsi di imparare, se uno come Leonardo diceva di essere “Uomo senza lettera”.
Riempio la cartella cercando di non scordare la merenda, e al suono della campanella dell'intervallo, tutti in cortile a correre dietro ad una palla fatta di parole da addomesticare.
Dalla prima lezione porto con me alcune chicche che vi ripropongo:
"Per prima cosa, mettiamo le cose in chiaro. Qui facciamo storie di genere. Raccontiamo storie che possono essere collocate su uno scaffale e divise per generi narrativi. Poi, è chiaro che i generi non stanno mai fermi e si mescolano."
"Se qualcuno ti dice che può insegnarti la creatività picchialo. Ti autorizzo a farlo. In altre parole: Questa è una scuola di guida acrobatica, ma devi venirci con la tua macchina. Ti insegno a guidare, ma se non hai almeno una Panda non possiamo fare niente."
"Il primo passo per scrivere è capire una differenza. Una differenza sottile, forse ovvia, ma spesso sottovalutata.
Non confondere mai l’azione di battere i tuoi ditoni sulla tastiera, o di pasticciare su un foglio con una penna, con l’atto di scrivere. Azione e atto. Vanno separati."
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