Ecco uno stralcio del post:
Ora, io non interagisco nemmeno con chi si impegna diligentemente nell’attività di recensore. Scrivo fumetti da un quarto di secolo e non ho mai risposto a una recensione. A maggior ragione non vedo perché dovrei rispondere a uno zero che spara raffiche di stronzate. Mettetevi una mano sulla coscienza, amici, e spiegatemi: voi perché lo fate? Perché il cazzaro di turno una volta, tempo fa, ha detto bene di voi? Perché sperate che, se non lo ha fatto, prima o poi lo farà? O perché non siete (ancora) entrati nel suo mirino, e finché il bersaglio del suo veleno sono gli altri (magari colleghi che vi stanno sulle palle)va tutto bene? Chiunque oggi può intervenire su un forum, aprirsi una pagina Facebook o un blog. Internet è una fogna intasata dove qualsiasi stronzo può salire a galla. Il motivo per cui voi – che al vostro lavoro date importanza e giustamente la esigete – volete tuffarvi nella stessa pozza di merda di certa gente è per me un mistero. Vedete, non dovrei essere io a spiegarvelo, ma stronzi di questo tipo vivono e prosperano solo nella Rete. Nel mondo reale non hanno consistenza. Sono ectoplasmi. Se non avessero una connessione internet scomparirebbero, e nemmeno li sentireste fare puff.Sarebbero il proverbiale albero che cade nella foresta. Ma c’è un modo per neutralizzare gli ectoplasmi anche nella loro esistenza virtuale. Ed è ignorarli. Isolarli. Togliere loro l’attenzione degli autori equivale a togliere loro la voce. Senza il riscontro, senza il certificato di esistenza in vita che alcuni autori ingenuamente regalano, il loro è un grido afono.
Giusto? Sbagliato? Prepotente? Lucido? Ci sto riflettendo. Io amo parlare con i lettori e mi piace anche confrontarmi. Cominciando ad essere anziano mi piacerebbe di più farlo di persona, ma questo, a parte le poche occasione delle fiere, non è possibile. Mi sto comportando bene o male? Do solo energia ad una strana specie di vampiro psichico? Non lo so, ci sto ancora pensando.
Intanto potete leggere tutto il post di Michele Medda QUI.
Questa immagine non c'entra molto, ma ci ricorda la caducità dell'esistenza, una esistenza da spendere in modo migliore rispetto allo stare davanti al monitor di un pc. E' per una mostra su Rodolfo Valentino organizzata da maestro Alessio Fortunato. Ne riparleremo.