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venerdì 23 dicembre 2011

Come si censisce una vita a vignette?


Stamattina, dopo insistenti telefonate da parte dell'ufficio anagrafe del mio simpatico comune, mi sono deciso a riempire il temibile modulo del "Censimento generale della popolazione e delle abitazioni". Un momento che stavo rimandando il più possibile, conscio che mi sarei trovato a dover fare i conti con me stesso, davanti ad un impietoso specchio con le fattezze da burocrate. Occhi pieni di biasimo al di là di un vetro.
Il primo problema l'ho avuto per calcolare i metri quadri della casa.
Pochi, strani, anomali.
Mi era passato per la mente di mettermi a fare il calcolo utilizzando il mio fidato righello, ma poi ho scovato una piantina dell'appartamento della cui correttezza, però, non sono affatto sicuro.
Il brutto è arrivato affrontando la sezione lavoro.
Cari amici colleghi, voi cosa accidenti avete scritto come "Attività lavorativa"? "Prestazione d'opera occasionale", immagino, visto che nessuno di noi ha uno straccio di contratto, anche se spesso abbiamo delle contratture. Naturalmente, tra le attività lavorative, è elencato di tutto, dal bracciante agricolo, all'addetto alle stalle, fino all'attore, ma di disegnatore o scrittore, nessuna traccia.
"Ma lei non si vergogna, signor Di Bernardo? Lei ci esce dai binari, non è classificabile!" immagino sentenziare lo zelante burocrate locale.
E' in questi momenti che mi sento davvero un emarginato.
E mi piace.