Di gran parte del materiale prodotto prima del 1998 non ho una testimonianza digitale. Mi sono rimaste solo delle tavole e neppure tutte, visto che all'epoca il disegnatore mandava all'editore l'originale. Ho gli albi, quasi tutti, ma non ho delle scansioni. Questo vuol dire che avevo qualche difficoltà a mostrarvi i miei primi lavori. Però avevo voglia e le ho fotografate, perché a metterli nello scanner gli albi si sarebbero schiantati a metà. Sarà l'età... avevo voglia di fare il punto della situazione e guardarmi indietro. Solo per un attimo, però, che l'unica malinconia che voglio sentire è quella per il giorno che verrà.
Ho esordito nel mondo dei comics con Demon Story, una rivista in formato bonelliano, che raccoglieva storie horror. Era il 1994.
E' curioso accorgersi, dopo tanti anni, che la prima macchina che ho disegnato è stata proprio una Jaguar simile a quella di Diabolik. Destino.
La vita del fumettista è scritta in inchiostro simpatico nello spazio bianco tra vignetta e vignetta.
Per la stessa casa editrice, la Fenix (poi BBD press) pubblicai Desdy Metus L'Insonne. Desdemona è ancora qui con me. E' cambiata molto e spero migliorata, ma fa impressione rivederla con il chiodo, quel suo giubbottino rosso.
Arrivò il 1995 e Marco Bianchini, mio insegnante, mentore e amico, mi chiese di realizzare le matite per un episodio di Mister No. Quelle pagine di Un giorno da cani, sono state una palestra eccezionale. Credo che lì sia cambiato il mio modo di disegnare.
Sì. Ho lavorato per Bonelli, anche se è durato poco. Perché alla fine di quell'albo decisi che avrei voluto provare a far tutto da solo e accettai le lusinghe di Ade Capone che mi voleva sulle pagine di Samuel Sand, una nuova serie che stava preparando per la Star Comics. Alle fiere, i colleghi increduli mi dicevano: "Ma tu sei quello che se ne è andato dalla Bonelli?". Ho fatto quella scelta anche perché speravo, o mi avevano fatto sperare, che la Star potesse riprendere L'Insonne. Ma era solo una illusione. Resta il fatto che nel 1996 disegnai La follia di Monsieu Giraud. Poi, al settimo numero, la serie chiuse.
Nel 1998 passai a Lazarus Ledd con l'episodio n° 60, L'armatura nera. Lo inchiostra Jacopo Brandi e il nostro stile comincia ad essere maggiormente definito.
L'anno dopo avviene una epurazione dei vecchi autori. Qualcuno passò alla Bonelli, qualcuno, forse meno maturo, si ritovò a spasso. Seguirono quattro anni brutti, molto brutti, dove non riescì a trovare un lavoro regolare e se non avessi avuto le agenzie di pubblicità non so cosa sarebbe successo. Nel 2002 avevo fatto 40 tavole di prova per Bonelli, insieme a Jacopo Brandi, e non andavano mai bene. Stavo per lasciar perdere i fumetti, un lavoro troppo discontinuo e senza possibilità, quando è arrivato Diabolik.
Ma quella è un'altra storia.