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venerdì 13 giugno 2014

Il mestiere del fumettista, l'amicizia e il Bar Sport

Mario Taccolini è la persona che ha avuto il merito di produrre (leggi: pagare i disegnatori) gli ultimi tre numeri de L'Insonne, ma Mario è soprattutto un mio amico da vent'anni. Uno di quelli che mi dispiace non siano geograficamente più vicini per poterli frequentare di più. Uno di quelli che fanno notevoli cazzate certo, come tutti, ma che alla fine gliele perdoni senza pensarci troppo perché li conosci troppo bene. Mario è uno colto, ma non lo fa pesare, uno che non se la tira e non ti guarda con la puzza sotto il naso di chi crede di saperla lunga perché ha letto qualche libro, ascoltato qualche CD o letto qualche fumetto. Poi, Mario, è uno che scrive e scrive pure in modo davvero divertente. Ha scritto anche un libro che vi consiglio se avete voglia di sbirciare nel suo armadio. Lo trovate QUI  Mario scrive della sua vita, dei suoi amori turbolenti e delle sue passioni. Qualche giorno fa ha scritto pure di me, anche se non credo di rientrare nelle tre categorie citate prima.
Di me dice: "Giuseppe è uno che ci crede. Ed è questa la vera differenza: non il talento, che comunque c'è e abbonda: l'entusiasmo. Perché solo uno che ci crede prende tutte le fregature che si è portato a casa lui" e poi "Giuseppe è uno degli editor più rompicazzo che io abbia mai conosciuto: ho sentito almeno due disegnatori disperati dopo essere stati bacchettati via mail. Uno aveva proprio deciso di lasciar perdere perché non si sentiva in grado, e solo un intervento esterno l'ha poi convinto a finire il lavoro. Che, ma è quasi inutile specificarlo, risultò splendido." Insomma, grazie Mario. Mi hai fatto gasare e commuovere, e se avete voglia di leggere il resto, dove si parla del mestiere di fare fumetti, lo trovate QUI.

Grazie Mario! Peccato che tifi Juve...

lunedì 7 ottobre 2013

Sulle indagini di mercato e sugli editori.

Qualche giorno fa, ho ricevuto questo commento a propostito di Davvero. Il post e il commento lo trovate QUI.
Visto che tocca argomenti interessanti e che meritano una risposta articolata (nei limiti del tempo di chi scrive e chi legge) ho voluto dedicargli un post.

Erich, scrive:
"Un editore, un editore serio per intenderci, prima di lanciarsi in una certa iniziativa, deve fare serie ricerche di mercato. Ovviamente, queste ricerche costano tanto, ma corrispondono anche ad un modo di agire professionale, con cui si tutelano innanzitutto i propri investimenti. (...)  L'editoria, per cortesia, lasciamola fare ai grandi editori, quelli che hanno i soldi e possono permettersi serie ricerche di mercato. Tutte queste centinaia di ridicoli microeditori e microdistributori dovrebbero togliere il disturbo. Formiche calpestate dai giganti."

Certamente, con una bella indagine di mercato, sarebbe tutto più semplice, ma il tuo ragionamento mi spaventa un po'.
In soldoni mi par di capire che suggerisci l'estinzione di quegli editori che non hanno valanghe di quattrini da investire in indagini e magari promozione, pubblicità etc etc etc.
Non trovi che questo progetto porterebbe al monopolio di pochissimi editori?
Non pensi che i piccoli editori che tanto disprezzi, abbiano dato, negli anni, la possibilità a tanti autori di fare gavetta e portare poi, alle major delle idee nuove?
In narrativa, da anni, funziona così: Pincopallino ha pubblicato un romanzo per un piccolo editore, uno che lo ha stampato semplicemente perché gli è piaciuto e l'ha colpito. Ad istinto. Poi quel libro ha funzionato e ne sono state vendute un bel numero di copie. Ecco che il grosso editore va a prendersi l'autore (o l'autore stesso si propone) e ne ripropone l'opera o un nuovo libro.
Aggiungo che oggi i grossi editori pubblicano autori nati sui blog, senza fare indagini di mercato. Certo, una indagine di mercato fatta da una realtà seria, penso alla Nielsen ad esempio (che faceva le indagini per i produttori di giocattoli per i quali lavoravo), sarebbe utilissima, ma poco praticabile anche dai grandi editori di fumetto. Non mi risulta che in Italia siano state fatte, ma non conosco tutti i casi e non mi esprimo.
Quando è nato Diabolik, l'unica indagine di mercato fatta dalle lungimiranti sorelle Giussani è stata quella di voler realizzare un prodotto che potesse essere letto dai pendolari, un fumetto di piccole dimensioni da leggere in piedi, nella calca di un metrò, nel tempo medio di una corsa.

Per quanto riguarda Davvero, serie realizzata ottimamente (almeno secondo il mio parere)  e che tornerei anche adesso a segnalare in Star Comics, forse, con dei miei suggerimenti diversi, avrebbe potuto avere una esistenza diversa.

Forse avrei potuto proporre di continuare la serie là dove si era interrotta in rete, magari inserendo un paio di episodi di riassunto, intorno al numero 4 o 5.
Mi è capitato, recentemente, che alcune persone mi abbiano detto “Ho preso solo il primo numero! La storia era la stessa e l'avevo già letta”.
Poi c'è la questione colore che valeva la pena di essere tentata. Ma qui c'erano delle limitazioni tecniche. La casa editrice può stampare a colori solo in un formato diverso dal bonelliano. Il punto è che il non bonelliano, in edicola, viene da sempre relegato in anfratti spesso irraggiungibile dai lettori. Oltretutto, realizzando la serie a colori avremmo avuto un punto di pareggio altissimo. Irraggiungibile anche per i più ottimisti.
Anche il titolo, innovativo, certamente particolare, ma potrebbe aver creato confusione negli edicolanti. Forse non bucava abbastanza.
E poi ci sono i disegni. I disegnatori della serie erano tutti molto bravi e ottimi professionisti, persone che amano la loro passione-lavoro in modo viscerale e che avranno in eterno la mia stima e riconoscenza, ma forse avremmo dovuto scegliere disegnatori diversi, meno cupi, meno realistici, proprio perché cercavamo di rivolgerci soprattutto al pubblico femminile, probabilmente abituato a immagini meno da fumetto tradizionale italiano. 
Forse.
Forse, ma dei sé e dei ma, son piene le fosse. 

Oltretutto ritengo che un editore non debba forzare un autore in scelte che non gli appartengono. Un editore deve accompagnare l'autore nella realizzazione del suo progetto, consigliarlo, certo, ma non stravolgergli l'idea. L'autore va rispettato e l'autore si prende le sue responsabilità. Pretendere la pubblica gogna o l'autoflagellazione, mi pare davvero troppo.

Erich, aggiunge:
"Avete progetti, idee? Proponeteli ai grandi editori." 
 
Dici che chi ha una idea deve proporla ad un grosso editore perché quelli piccoli non hanno i mezzi, ma questa mi appare una utopia e una contraddizione. Un grosso editore che progetta le proprie pubblicazioni attraverso precisi studi di mercato (sempre che esista), non accetterà una idea dall'esterno, ma vorrà costruirla, magari con i suoi autori di fiducia.
Da giovane incosciente, nel 1994, incontrai Sergio Bonelli e gli chiesi se avrebbe potuto leggere una mia proposta per una serie (si trattava de L'Insonne, naturalmente). Lui, nella sua saggezza mi disse che non poteva affidare una serie al primo che passava. Un autore doveva prima lavorare con lui per anni, dimostrare la propria bravura e poi avrebbe avuto l'opportunità di farsi valutare una proposta. Gli editori più piccoli, meno strutturati, invece danno (o meglio dire davano) questa opportunità che secondo il tuo ragionamento è una iattura.

Chissà cosa ne pensano i giovani autori che ci leggono.

sabato 17 novembre 2012

Parlando de L'Insonne

Davide Paolino, sul suo blog ci racconta la sua storia d'amore con Desdemona.
Leggere queste testimonianze mi fa capire che non dobbiamo arrenderci.
Desdemona ha ancora tanti amici e tante storie da raccontare.  
"Con qualche riserva eh, perchè sono pur sempre un essere umano e devo trovare difetti in tutto, ma mi è piaciuta principalmente la storia. Quell'intersecarsi di situazioni passate col presente, quell'indagare da esterna ogni cosa succeda in una città italiana quale sia Firenze. Quell'essere sempre vicina dalla parte di chi soffre perchè "mai nessuno ci è veramente sconosciuto".
 
Leggi tutto il pezzo QUI.
E ricordati di firmare la petizione QUI.

giovedì 5 luglio 2012

Di Davvero e Suore Ninja

I lavori per "Davvero" di Paola Barbato, nella sua versione cartacea per la Star Comics, procedono speditamente.
Nel curare i fumetti pensavo di essere uno meticoloso, preciso fino all'ossessione, fino a quando non ho visto lavorare Paola. Le sue sceneggiature sono dense, non solo di dettagli per il disegnatore, ma soprattutto di emozioni e stati d'animo. Paola non scrive solo una sceneggiatura, ma cerca in ogni modo di passare all'illustratore tutti i travagli interiori dei protagonisti. Ed è intransigente. Non accetta tavole fatte per fare, ma le pagine che raccontano la vita di Martina hanno dei punti fermi che vanno necessariamente rispettati e finché l'obbiettivo non è centrato la tavola si rifà. I disegnatori percepiscono questa passione e con la sceneggiatrice si crea un legame talmente forte e positivo che credo si avverta leggendo quelle pagine.

Dettaglio - Walter Trono

In questi giorni ho letto un paio di recensioni alla versione on-line di "Davvero", ma quello che mi ha stupito di più sono stati certi commenti. Fatta salva la libertà di pensiero, critica ed espressione, permettetemi una puntualizzazione sul tema.
Non mi pare che da nessuna parte l'autrice abbia annunciato di voler innovare il fumetto con "Davvero", ma resta il fatto che la versione cartacea sarà il primo esperimento popolare italiano di un fumetto che tratti la vita comune di una ragazzina come tante. Non dico sia una novità assoluta, ma non mi pare (correggetemi) che nella produzione di taglio bonelliano ci siano stati esperimenti simili.
Le tematiche di "Davvero" potranno non piacere. Questo è naturale ed è giusto sia così, ma non è un buon motivo per gridare allo scandalo. A me non piace il western, ma non è che inveisco ad ogni nuova pubblicazione del genere. Ho letto i primi tre episodi della versione cartacea e vi assicuro che non hanno nulla a che fare con le soap opera, come qualcuno va dicendo in rete. Oltretutto, l'antipatica Martina, subisce durante la storia una trasformazione che la rende molto vera. Si tratta di una specie di "romanzo di formazione", ma questo apparirà chiaro tra molti episodi.
Ho letto on-line che si sarebbe detto come le sei tavole pubblicate on-line sarebbero una specie di prova per la versione cartacea. Tale curiosa affermazione trae spunto da un mio commento su questo blog. Un commento che pensavo di aver chiarito, ma evidentemente non è bastato. A chi criticava il metodo d'ingaggio dei disegnatori, ho detto che, visto che è normale fare delle tavole di prova per una serie (io e Jacopo Brandi, a suo tempo, ne abbiamo fatte più di 40), non è scandaloso che un disegnatore accetti di fare 6 tavole gratuitamente per un progetto di libera diffusione. I migliori disegnatori della serie on line, sono stati infatti scelti per la versione cartacea. Se ne aggiungeranno altri che vengono proprio da quella palestra che è www.davvero.org e che quindi hanno visto fruttare il loro investimento. La loro scommessa.
Ripeto e chiarisco ancora: le sei tavole non erano una prova per la versione cartacea. Anche perché all'epoca non c'erano contatti tra l'autrice e la Star Comics.
 E' stata tutta colpa mia, che si sappia. Offendete me. Sono stato io a suggerire alla Star di valutare "Davvero". Sono stato io che ho messo in contatto Paola con la casa editrice. Mi dichiaro colpevole agli occhi del pubblico.

Così come sono "colpevole" di aver proposto Davide La Rosa e Vanessa Cardinali alla casa editrice di Perugia.
 
 Dettaglio - Vanessa Cardinali

Il primo numero di "Suore Ninja" è quasi pronto. Vedrà la luce nel marzo 2013 e tutti gli episodi dovrebbero essere disegnati dalla bravissima Vanessa Cardinali. Credo che "Davvero" e "Suore Ninja" abbiano almeno il pregio di tentare una strada diversa, una "speciazione" si direbbe parlando della teoria dell'evoluzione. La speciazione avviene quando una specie subisce una trasformazione che dà origine a qualcosa di diverso ma che fonda le sue radici nel passato.
Beh, speriamo di non aver imboccato la strada dell'estinzione.

giovedì 3 maggio 2012

Intervista su RunRadio!

Verso il quarto minuto dell'intervista stavo per citare di "Suore Ninja"... ma mi sono bloccato, rendendomi contop che stavo parlano all'emittente dell'Università SUOR ORSOLA Benincasa di Napoli. Davide La Rosa, mi farai scomunicare...

lunedì 23 aprile 2012

Mi hanno taroccato...

Tutto inizia con la visita di una coppia di miei amici in un negozio di arredamento alle porte di Roma. Il negozio vende cucine e complementi d'arredo di vario tipo e, come si fa spesso in coppia quando si deve arredare un appartamento, i miei compari si sono messi a dare un'occhiata anche al resto del negozio. Vedi mai che ci sia qualcosa di carino!
Ad un certo punto, vista la professione della coppia, la loro attenzione è stata attratta da un pannello di grandi dimensioni a tema “fumettistico”. Sul pannello, il volto del noto indagatore dell'incubo faceva bella mostra di sé, e visto che non stava ammazzando zombie o vampiri, l'old boy era intento nell'altra attività che lo ha reso celebre. Lumacare. Dylan Dog è abbracciato teneramente ad una ragazza, e fin qui nulla di strano, ma quando i miei amici hanno realizzato chi fosse la ragazza avvinghiata, sono sobbalzati. “Cappero, ma quella è Desdemona!”


Finita la visita al negozio, gli amici mi hanno telefonato chiedendomi lumi. “Sì, quella illustrazione è mia, ma non so nulla di questi pannelli. Cacchio, l'immagine è stata riprodotta senza il mio consenso!”

Il disegno era stato commissionato nel 1995 dalla rivista “Dime Press” e rappresentava un ipotetico incontro tra Dylan Dog e Desdemona Metus, “L'Insonne”. Un incontro improbabile ma che, nella mente dei lettori (e nella mia) è capitato più di una volta. L'illustrazione a matita è del sottoscritto, la china invece è di Jacopo Brandi, che detiene l'originale. Prezzo del pannello di 408,00€ poi scontato a 285,60€.  Quindi, cos'è successo? E' successo che l'autore del pannello, in una fregola da pop art “de noartri”, ha rimediato in rete questa illustrazione, l'ha rielaborata un po' come farebbe uno studente della Comics strafatto di crack, e ne ha realizzato una linea di pannelli.


 Ho esaminato il disegno accuratamente e sono arrivato alla conclusione che l'opera originale è stata probabilmente ricalcata, oppure ripassato con mano insicura. Da notare il fatto che sono stati tolti gli orecchini di Desdemona. Questo apre una questione: si tratta comunque di plagio oppure no? Ve lo chiedo, cari lettori, proprio nei giorni in cui Fumettoville si arrovella, si scontra e si divide su questioni di ricalco e copiatura tra autori. E chissà cosa avrà da dire la Sergio Bonelli Editore quando scoprirà che il nome di Dylan Dog viene usato a scopi commerciali. Se fosse capitato alla casa editrice di Diabolik, L'Astorina, sarebbe partita subito la lettera dell'avvocato, perché sono giustamente attentissimi a proteggere il valore del loro marchio. Per non parlare di quello che gli avrebbe fatto la Disney.

Ai miei occhi questo è un mezzo furto, o forse un furto tutto intero. E' come se, in un negozio di arredamento, avessi rubato un comodino, lo avessi pittato di rosso vermiglio a pallini gialli e lo avessi rivenduto per mio.
Converrete che non si fa così.

lunedì 29 agosto 2011

Articolo su Il Reporter



Il Reporter è una bella pubblicazione free press dell'interland fiorentino. A tal proposito vi segnalo un articolo dell'ottima Ludovica Zarrilli dedicato a The Secret.
Lo trovate QUI. Scorrete il documento fino a pagina 23.
Un grazie speciale a Ludovica che ha sempre una penna di riguardo nei miei confronti.

lunedì 18 luglio 2011

Il senso della vita dei fumettisti. Parte 2

In queste calde notti di luglio è successa una cosa strana, una cosa che ha fatto pensare il sottoscritto e chi gli sta intorno.
Per caso su Facebook, ho incontrato (anzi, dovrei dire incontrato nuovamente) un ragazzo che aveva frequentato la Scuola Internazionale di Comics negli anni in cui Jacopo Brandi e io eravamo studenti.
Ho cercato senza successo di ricordarmi chi fosse e lui mi ha scritto una toccante mail, una mail che vi giro perché credo possa essere davvero d'aiuto a tutti, magari in specialmodo a quei ragazzi della comics che hanno appena dato l'esame. Anche a quelli che in privato, per un voto non "consono alla loro bravura" mi hanno minacciato di "rompermi le gambe".
Leggete questa mail e riflettete.

Ciao Giuseppe.
Faccio finta di conoscerti da sempre e mi sfogo un attimo, poi decidi tu se leggere tutto o lasciar perdere... sarò prolisso, già lo so.
Ho fatto la Comics di Firenze nel 94 mi pare, al primo anno in cui ha aperto, quando era in via di Mezzo... con Jacopo.
Mi ricordo che una volta gli portasti una tavola su cui doveva fare la scenografia di sfondo... il duomo di Firenze. Era piuttosto ferrato nel disegno di architetture e infatti ne uscì un bellissimo duomo.
Ti vedevo andare avanti e indietro spesso.
Sinceramente ti invidiavo e invidiavo Jacopo che aveva la possibilità di provarci e crescere grazie a te.
Poi nel giugno di quell'anno sono partito per il militare ed ho dovuto interrompere.
Ho fatto l'esame a distanza praticamente lasciandogli le tavole fatte, solo che me le persero... insomma robe da matti :D:D
Puoi immaginare la crisi di un ragazzetto che è in naia a (OMISSIS) e non aspetta altro che un giudizio e gli dicono che hanno perso tutto e gli danno un voto politico.
Ero nel pallone :D
Insomma... mentre ero a fare il militare mio padre ha un problemone di salute e cambiano un po tutte le cose e i progetti.
Vado a vivere da solo al ritorno del militare e entro in fabbrica cosi da pagarmi l'iscrizione al serale alla scuola che nel frattempo si era trasferita in via Gucciardini.
Faccio il secondo e il terzo anno.
Mi ero gasato.
Venturi, Casini...nomi grossi mi sfilano davanti.
All'esame del terzo 30 e lode per il buon cuore di Serpieri e c. e su experiment per una storiella di 8 pagine 'alla Castellini' che tanto andava di moda in quel periodo.
Conosco Chiaverotti che visti dei lavori mi propone una prova per Brendon appena uscito al numero 2 e che aveva bisogno di disegnatori... e poi io ho un po' di casini ancora.
L'affitto, mi prendono fisso in fabbrica, la mia ragazza non sopportava tutto il casino dei disegni in casa e non potevo tenere niente per la bambina e perche la casa era piccola, i soldi nn bastavano e io a fare i disegnini per casa tutte le sere non aiutavo... insomma decido e dico basta.
Niente prova definitiva delle 10 pagine di sceneggiatura e chiudo.
Paura di perdere il posto fisso, paura di fallire, paura di discussioni con la mia ragazza ecc.
Chiudo davvero e non compro e non apro piu un fumetto dal 97.

Poi nel 2009 apro internet e trovo un sito dedicato a (OMISSIS) a cui naturalmente, come te immagino, sono legato per motivi affettivi legati al nostro tempo, e inizio a parlare e parlando vedo che cercano uno per fare dei disegni. Mi propongo senza impegno e ne esce una storiella di 14 pagine e poi altre e illustrazioni, copertine ecc...
Praticamente tutto nell'arco dell'ultimo anno.
Non hai idea della fatica a riprendere in mano un pennello. Non è vero che è come andare in bicicletta. E' dura. Si perde tutto.
Pian piano sto rientrando sui binari, ma tutti quelli che prima erano bravini adesso sono diventati eccezionali e io sono tornato indietro...

Morale: Nel 2001 mi sono lasciato, ho comprato una casa grande e mi sono trasferito con la nuova ragazza che mi sostiene e non ha fastidio dal fatto che abbia un po di originali in giro... e il posto fisso se n'è andato in una mobilità in cui adesso mi trovo da qualche mese...
Insomma ho lasciato tutto per niente.
Sono ufficialmente un coglione.
Adesso ci provo (...)


Erano le 23.
Dopo la lettura di questa mail mi trovo a parlarne al telefono con la mia ragazza e poi, cosa davvero strana per l'ora, con Jacopo, tutti molto colpiti da questa piccola storia di vita.
Una vita che aveva preso una strada opposta alla nostra. La strada di un ragazzo che era partito insieme a noi e che si era smarrito. Fato? Paura? Scelte sbagliate?
E' proprio la possibilità di realizzare un sogno che rende la vita accettabile, ma soltanto una cosa rende impossibile un sogno: la paura di fallire. Esiste qualcosa, in ciascuno di noi, che ci spinge verso una direzione, anche se può sembrare assurda e che ci urla nella testa se non lo ascoltiamo. E' il "daimon", il "demone" come lo chiamava Hillman che ciascuno di noi riceve come compagno prima della nascita. E' ciò che si nasconde dietro parole come "vocazione", "chiamata", "talento". Se esiste, è la chiave per leggere il "codice dell'anima", quella sorta di linguaggio cifrato che ci costringe ad agire ma che non sempre capiamo. L'anima, come il vento, spinge le vele della nostra vita, ma se quelle vele non le issiamo resteremo per sempre in porto, e la nostra barca finirà per marcire.

Ora, caro "amico ritrovato", non posso fare altro che citare un "collega illustre", uno che di sogni e fumetti se ne intendeva. Disney diceva: "Se puoi sognarlo, puoi farlo."
Quindi, ora non resta che darci dentro, se è quello che davvero vuoi.

E guardate il video... insegna veramente tanto.

mercoledì 1 giugno 2011

Intervista su Fumo di China

Su Fumo di China n°192 in edicola questo mese, c'è un lungo articolo dedicato a "The Secret" e al sottoscritto. C'è anche una bella copertina di Andrea Fattori.
Un grosso grazie a Laura, Francesco a tutto lo staff di F.d.C.

mercoledì 27 aprile 2011

Intervista a Cose dell'altro mondo

Intervista del 27 aprile 2011 nella trasmissione "Cose dell'altro mondo" su Radio Universal.
Un grazie speciale a Salvatore Giusa e a Radio Universal tutta!



martedì 19 aprile 2011

Se indichi la luna, l'idiota guarda il dito



Tavola a matita di Massimiliano Bergamo tratta da "L'avvento del quinto mondo" Episodio n° 4 di The Secret

Da quando è uscito "The Secret" ne ho sentite di tutti i colori. Mi aspettavo che "il gota del fumetto" mi prendesse a pomodori in faccia, ma così, almeno per adesso non è capitato, anzi ho avuto insperati giudizi positivi e incoraggiamenti vari.
Anche gli appassionati del genere ci hanno accolto a braccia aperte, addirittura in modo entusiastico. Questo era sinceramente più prevedibile.
Ma ci sono state comunque delle situazioni che mi hanno lasciato a bocca aperta.
Ufologi di fama nazionale che mi hanno contattato in privato per chiedermi "spiegazioni" sull'aver inserito nella storia riferimenti "ad una fazione avversa". Si sono lamentati adducendo motivazioni sociologiche per poi chiedermi di fargli fare una comparsatina nella serie o ispirarsi alle proprie teorie. A tutti questi dico che "The Secret" è indipendente.
Io scrivo quello che penso e come mi pare. Non prendo ordini da nessuno e non sposo supinamente nessuna teoria se non quello che condivido. Altri minchioni mi hanno chiesto se fossi massone o satanista, altri hanno sospettato che tutta l'operazione "The Secret" servisse solo a "sputtanare" certe ricerche. Altri si chiedono tutt'ora "chi c'è dietro" e se sono un debunker.
Ecco... così imparo a mettere il naso in certa roba. Di dietrologia è pieno “The Secret”, ma quando ti colpisce personalmente fa uno strano effetto.
Fortunatamente sono casi isolati.
Un'altra cosa che mi ha dato ai nervi è leggere accuse del tipo: "vogliono fare i soldi su queste cose!". Come se Saviano venisse accusato di aver fatto i soldi sulla Camorra, o Mario Tozzi di sfruttare l'ecologia.
Amici miei, fatevi ricoverare.
Dei 2,70 del prezzo di copertina, metà vanno al distributore/edicole e praticamente il resto va alla stampa. Evidentemente si crede ancora che chi scrive o lavora nell'editoria viva nel lusso. Tra gli scrittori italiani, il 99% lo fa come secondo lavoro, come hobby, mentre chi fa fumetti per editori piccoli guadagna meno della badante di vostra nonna. Comunque mi risulta che l'albo sia già "sul mulo". Quindi potete anche sbaffarvelo a gratis. La cosa come vedete non mi preoccupa. Continuate pure con questo atteggiamento e fruirete solo fumetti, libri, telefilm degli americani che odiate tanto.

venerdì 8 aprile 2011

La loggia dei fumettari



"The Secret" è in edicola da diversi giorni e stiamo lavorando come pazzi per concludere i numeri successivi. Grazie a tutti i ragazzi per lo splendido lavoro che stanno facendo.
Il primo numero ha riscosso un insperato successo. Le uniche critiche che mi vengono mosse riguardano "la troppa carne al fuoco" presente sul primo numero. Qualcuno ha parlato di minestrone, ma da come è speziato potrebbe ricordare di più una paella o un cous cous. Meglio un piatto nutriente che una minestrina allungata.
Un'altra divertente critica è arrivata dall'establishment ufologico. "Perché alcuni personaggi del fumetto sono ispirati a personaggi reali?" E giù, critica per un noto ricercatore pisano.
Ho l'impressione che il risentimento per aver scelto una "fazione" venga dal fatto che non sono stati "loro" ad essere stati scelti. Nel mondo dell'ufologia i taliana c'è un individualismo mortale per la ricerca. Se gli italiani sono sei milioni di commissari tecnici, sono anche sei milioni di depositari della verità sugli extraterrestri.
Poi ci sono stati quelli che si sono chiesti se il fumetto non fosse uscito per "sputtanare" i movimenti sul complottismo, uno mi ha chiesto se ero massone e un altro se fossi satanista. In tanti si sono chiesti "chi c'è dietro l'operazione". Quale organizzazione occulta tira i fili del nostro "The Secret". Avete ragione, una organizzazione c'è.
Una congrega di incappucciati armati di pennarello, pennino e un paio di notebook. il loro rito principale è alzarsi la mattina e scrivere disegnare come matti fino a notte fonda.
Un vero sacrificio umano.

Attenzione Spoiler.

Tornando seri, un noto ricercatore mi ha contattato a proposito della trama del primo episodio, e mi ha scritto: "Una domanda: l'idea di persone che vengono uccise avendo come unica colpa il proprio nome, è inventata da te o l'hai presa da qualcuno? Se l'idea è tua è proprio la realtà."

PAURA, EH?

sabato 12 marzo 2011

The Secret su UBCfumetti



Vi segnalo un bellissimo pezzo di Roberto Giammatteo dedicato a "The Secret" che potrete leggere su UBC fumetti.
Un grazie speciale a Roberto.

mercoledì 9 febbraio 2011

L'Insonne e la sua turbolenta vita editoriale

Trovate qui un post che Andrea Mazzotta, alias Il Faro del Glifo dedica a L'Insonne e alle sue storiche croniche disavventure editoriali.
Mi scrive Andrea: "Se ci pensi bene l'insonne ha attraversato un po' tutte le fasi del fumetto italiano recente resistendo."
Già... D'altra parte non mi piace la frase "mi spezzo ma non mi piego"... piegarsi è utile a resistere a lungo, poi, quando passa il vento, si rialza sempre la testa.
Grazie ad Andrea per lo spazio e l'attenta analisi.

venerdì 26 novembre 2010

Articolo


Un grazie all'amico Enrico Zoi per questo articolo apparso su "Metropoli Chianti" del 26/11/10.

lunedì 11 ottobre 2010

Quando i fumetti hanno un cuore


Fabio Postini è un amico da almeno 5 anni.
Dobbiamo a lui se gli albi de L'Insonne non si sono ritrovati pieni di strafalcioni e refusi. Fabio ha dato una mano al progetto per passione, lontano dalle luci della ribalta e con grande affetto nei conftonti della nostra eroina.
Fabio, autore di Vincent De Ville oggi, dopo aver letto l'ultimo episodio de L'Insonne, mi ha scritto una mail. Volevo incollarvi solo qualche brano, ma ho preferito regalarvela tutta perché spero vi emozioni almeno un decimo di quanto ha emozionato me.

***

"Si, si, è veramente una storia molto bella. Immaginavo accadesse qualcosa del genere, alla fine forse in termini più vasti, ma lo immaginavo.
Però il finale... è qualcosa di sensazionale, e...mi ha toccato molto.
Mi ha toccato molto soprattutto perché sono ormai... quanto? 16 anni? ...che aspettavo questa risoluzione, io e te non ci conoscevamo ancora, ma conoscevo Desdy, l'ho amata sian da subito (non essere geloso..), in qualche modo abbiamo condiviso qualcosa del suo passaggio su questa terra, anche professionalmente, (e, credimi, Giuseppe, ne sono veramente ONORATO) e le sono sempre rimasto fedele.
Voglio bene a Desdemona. Probabilmente non quanto te, ma... le voglio molto bene.
Il finale, l'ultima trasmissione mi ha fatto ripensare a quell'inizio, a quella prima apparizione. Mi ha fatto ripercorrere molti anni. E quindi, immagino lo farà con molti altri, dato che di fedeli Desdy ne ha proprio tanti.
Non so se la rivedremo. Mi chiedo se non lo sappia nemmeno tu. Ma a me mancherà tantissimo. Mi mancherà, ma al contempo sono felice che abbia avuto il suo finale. E' giusto, se lo meritava. Un buon finale, di questo livello, è molto di più di quanto ogni buon fumetto italiano possa aspettarsi, spremuti a produrre euro fino all'ultimo istante per poi buttarli via quando non varranno più nulla.
Anche per questo ti stimo molto, Giuseppe. Nonostante il tempo, nonostante le avversità, i problemi legali, gli editori, nonostante tutto l'insonne è andata avanti. E questo, vecchio mio... bhe ...non so se fa di te un autore, di quello che si intende oggi per autore. Ma di sicuro ai miei occhi fa di te un Autore. Di quelli veri, di quelli che scrivono perché devono farlo, e non (solo) per pagare la rata del mutuo. Di quelli che sanno che l'autore deve molto al personaggio, a volte tutto. E che sanno che il personaggio gli sopravviverà, nonostante tutti i problemi di cui sopra. Nonostante sia un bonellide, nonostante le scarse vendite, se vuoi, nonostante il mercato.
Che poi...scarse vendite...non mi pare proprio. E' che qui tutto è diventato un'industria, se i numeri non sono altissimi nulla basta più per supportare l'esistenza di un prodotto. Ma chi l'ha detto? Perché bisogna per forza assoggettarsi a certe regole di mercato, appunto, che invece di elevare un prodotto lo standardizzano?
Bonellide, dicevo, che pare diventato sinonimo di popolare, e chissà perché pare che il popolare faccia schifo a tutti. Deve essere proprio questo che si intende per "popolare". Mi chiedo a questo punto se il contrario di popolare non sia "snob", invece di "d'autore". Perché chi più Autore di chi porta le sua creatura al compimento del suo destino, che sia in una uscita o mille, ma comunque, quando che sia il momento giusto? Chi più Autore di chi lotta per un periodo così lungo (16 anni, nel tuo caso), solo perché un figlio, fatto di carta e china, possa incontrare il suo destino ed essere finalmente libero? Oggi i fumetti si fanno sui nomi dei famosi, sulle stragi (che, per carità, hanno il loro diritto legittimo di essere narrate e ricordate), sui cantanti. Quelli si che fanno vendere (ma vorrei vedere, poi..). Guai a ricercare l'originalità! Molto meglio produrre una bella strenna da regalare a Natale, che ci fai anche bella figura. Dicevo, Giuseppe, che hai tutto il mio rispetto. Non ai suddetti fumetti costruiti sui nomi, né ai bonellidi ( che da questo mese smetterò di acquistare QUASI in massa -il quasi è d'obbligo, anche in casa Bonelli mi è rimasto un po' di rispetto verso qualcuno. Non sto a dirti di chi parlo tanto sono sicuro lo immaginerai. Smetterò di acquistare, dicevo, a sottolineare lo sdegno per i tristi destini cui sono incorsi i MIEI personaggi , quelli che ho amato e che sono finiti dentro uno standard di produzione industriale, MIEI perché erano i MIEI eroi, fino a che qualcuno, al posto mio, li ha amati, e fino a che qualcun altro, al posto di chi li amava al posto mio, ne ha fatto un lavoro. Scrivere fumetti o vender gelati, che differenza fa? E' solo un lavoro, no?...), e neppure al fumetto d'importazione (che in molti casi amo, esattamente quanto NON amo chi fa dell'editore un mestiere di importazione invece che di produzione. Eh, ma lo sappiamo, c'è il mercato...) va il mio plauso, ma va a te: a te che ancora una volta mi dimostri che questo è un mestiere che si fa prima di tutto con il cuore. Magari buttando anche un occhio al portafogli, si, perché chiunque a questo mondo deve mangiare, ma soprattutto con il cuore.
E con il cuore ti ringrazio. Ti ringrazio per quello che mi hai donato in questi 16 anni, ad intermittenza, si, ma dimostrandomi che vale ancora la pena legger fumetti. Ora lasciali parlare, Giuseppe: la critica di adorerà o ti stroncherà. Lasciali perdere. E' solo la critica. Ricordati sempre che chi sa, fa. Chi non sa fare, insegna. E chi non sa neanche insegnare, fa il critico. Capito, vecchio mio? TU fai. LORO fanno i critici. Ti prego di non dimenticarlo mai, e questo te lo chiedo da amico. Questa che ho tra le mani è una gran BELLA storia. Lascia perdere chi ti dirà che è sempre la solita manfrina, che prodotti come l'insonne gli fanno venire il latte alle ginocchia, o cose del genere. Lascia perdere tutto. Ora ci godiamo la ristampa di Cornelio, e poi vedrai quando Desdy verrà ristampata come un cult. Allora si che ci divertiremo. Quando seguirà il destino che è toccato a Ken Parker, e pochi altri come lui. Oh, certo, anche quello all'epoca di rimarcamenti ne aveva, eccome, se ne aveva. A noi che leggiamo davvero i fumetti che NON CI PIACCIONO sono altri. Poi i lettori della domenica dicano quello che gli pare. E ringrazio il cielo che ci siano autori come te.
Phab"

***

Fabio, che dire? Mi hai lasciato senza parole.
Sono onorato di avere amici come te.
Grazie.
G.

mercoledì 8 settembre 2010

Di nuovo in sella




Continuo a trovare su Ebay albi introvabili de L'Insonne a prezzi astronomici. In questo caso si tratta dui un albetto realizzato per l'AVIS di Padova e che probabilmente non ha avuto la diffusione che meritava. Sceneggiato da Francesca Da Sacco e disegnata dalla sorella Michela, questa storia potrebbe finire in una raccolta de L'Insonne a cui pensiamo da tempo. Intanto, qui, lo potete scaricare e leggere gratis.

Intanto il mio computer è ripartito e io sono tornato al lavoro sulle sceneggiature di "The Secret" (per la gioia di Rosario Raho che aspetta la sua storia). Purtroppo io non sono uno di quei bravi autori organizzati che mandano venti tavole per volta ai disegnatori. Io ho bisogno di avere tutta la sceneggiatura sotto mano, perché cambio il soggetto anche all'ultimo secondo. Cerco sempre il colpo di scena che sorprenda per primo me. Il primo episodio ha avuto feedback inaspettatamente positivi che mi hanno dato una boccata di ossigeno e nuovo entusiasmo. Ve li incollo senza indicare i nomi degli autori:

"Eccoci! Facendo lo slalom tra lavori vari sono riuscito a leggere tutta la sceneggiatura del primo numero. Se sono stato così veloce è anche merito tuo, comunque, perché incuriosisce, si legge bene ed è una bella storia, con un sacco di passaggi azzeccati."

e ancora...

"Ciao Giuseppe, scusa il ritardo, ma ormai sei abituato ai miei lunghi silenzi. Abbiamo letto con vero piacere la tua sceneggiatura e la troviamo valida, ben orchestrata e efficace."

e infine...

"Ciao! Ho finalmente letto la sceneggiatura del primo numero... Ti devo fare i miei complimenti... Lo sentivo che sarebbe stato un progetto ambizioso ma ora che so che pure Figo!"

Speriamo piaccia anche a Harry.
Intanto devo terminare di disegnare il nuovo episodio di Diabolik. E' ambientato su una nave da crociera.
Il prossimo minchione che mi dice che disegnare Diabolik è facile, lo stendo con una craniata.

martedì 31 agosto 2010

"il cinismo che protegge i cuori sensibili dai troppi dolori del mondo"



Vi riporto con orgoglio la piccola recensione di un amico che ha letto "La lunga notte de L'Insonne"...

"E’ un viaggio nella notte, è un viaggio nelle storie della notte, è un viaggio fantastico raccontato dalla voce di una speaker radiofonica, Desdemona. Interessante figura che si sviluppa con slanci descrittivi molto affascinanti a allo stesso tempo molto sintetici. Manca forse nel personaggio un po’ d’argomentazione, che potrebbe caratterizzarla di più, ma in fondo chi parla in radio è nascosto, ha tempi stretti e ben definiti per parlare e il fiume in piena dei ragionamenti è “stroncato” in maniera sapiente da piccoli flash con aggettivazione mai pesante e casuale, utili alla narrazione. Ne esce fuori una scrittura “asciutta” in “quattro quarti”, essenziale e ben costruita con ritmi che a volte accelerano sul punk per concedersi riflessioni e ampi respiri da ballads.

Una trama a capitoli legati sapientemente, un viaggio a tappe dove ognuna di questa nasconde un messaggio. Suspense e massime esistenziali si rincorrono. Emozionante Ultimo tramonto, geniale Amore di demone, un po’ grottesco, ma di ottimo effetto, il Custode.

Desdemona è un personaggio destinato a diventare – ma per molti probabilmente lo è già (io lo scopro solo adesso ) – un’icona noir femminile. Ha tutto quello che nell’immaginario segue questo trend: insonne creatura della notte, osservatrice con sigaretta dei profondi sogni delle persone, anima nera, che fortunatamente non segue molti stereotipi e la rendono comune (non banale), non un’eroina noir dai superpoteri, ma un’ appassionante ragazza il cui fascino è si misterioso, ma al tempo stesso profondamente umano, avvolta in quel “il cinismo che protegge i cuori sensibili dai troppi dolori del mondo”.

Riccardo Ciolli

Un grazie di cuore a Riccardo e un invito ad aprire "quel cassetto" che sarà certamente stracolmo di pensieri, parole e emozioni.