Attenzione, attenzione, state per leggere un nuovo lagnosissimo post dove mi lamento per la sfortuna de L'Insonne. Quindi siete avvisati: se non avete lo spirito da crocerossina vi conviene chiudere la pagina. Non mi offendo.
Io sono molto sensibile ai fenomeni sincronici. Me ne capitano continuamente e credo che abbiano un significato.
Cosa sono i fenomeni sincronici?
Per dirla semplice "le coincidenze", ma si sa che il caso è Dio che passeggia in incognito.
Ad un mercatino rionale dell'antiquariato mi sono avvicinato ad un banco che vendeva qualche fumetto. Lì, tra le varie costine dei fumetti ne spiccava un blocco con la costolina arancione e nera. Si trattava di alcuni numeri de "L'Insonne" del 2005 (4-6-7-extra-10) e in mezzo a quelli c'era anche il numero 3 della serie del 1995.
Li ho comprati, naturalmente.
Negli anni ne ho regalati tanti, li ho mandati ad editori più o meno attendibili per proporgli di rilevare il personaggio, quindi ho sempre bisogno di qualche copia in più. Proprio poche ore prima stavo parlando con la mia splendida compagna sul da farsi con Desdemona, quale piano editoriale perseguire e se perseguirlo.
Magari mollare tutto, visto che ogni giorno sembra sempre più complicato.
Per tanti autori pubblicare un fumetto è un lavoro. Per me cercare di pubblicare Desdemona è una specie di autoflagellazione. Altro che Giuseppe Di Bernardo dell'Ordine di Desdemona Metus. Non passa giorno che una possibilità svanisca o che qualcuno mortifichi una flebile speranza.
Ma perché continuo a farlo?
In "Matrix" Mr. Smith dice a Neo: "Perché signor Anderson? Perché? Perché? Perché lo fa? Perché si rialza? Perché continua a battersi?" e Neo risponde: "Perché così ho scelto".
Ecco, non so perché mi ostino a farlo... forse lo faccio solo perché ho deciso di farlo.
Tornando alle copie trovate al mercatino, dopo l'acquisto mi ha assalito un profondo disagio. La persona che aveva venduto quelle copie, amava certamente Desdemona. Le aveva collezionate fino al n°10 e aveva anche l'extra e un numero della prima serie. Non si trattava di un lettore occasionale che, finita la lettura, vende al rigattiere i vecchi fumetti.
Questo è uno che l'ha seguita fin dall'inizio. Ed uno che mi sento di aver tradito.
Sì, perché questa persona non ha avuto la possibilità di leggere l'epilogo della serie, gli ultimi numeri. Per questo me lo immagino a far spazio in libreria per accogliere qualche nuova serie, oppure semplicemente per recuperare lo spazio per la camera del bambino. Lo immagino che avrà pensato: "La vendo. L'ho amata tanto ma la vendo, perché hanno tradito la mia fiducia, promettendomi un finale che non è mai arrivato". Se potessi gli telefonerei per raccontargli come è andata a finire la storia.
Per questo io ho un rapporto così stretto con i lettori: ho l'impressione di dovergli qualcosa, di onorare un accordo fatto. Un accordo che non dipende da me o dagli autori. Perché per me, L'Insonne non è un lavoro, è una specie di missione.
Ma c'è un altro motivo che mi ha messo di umore nero, ovvero l'aver visto Desdemona in mezzo a tutti quei vecchi fumetti come un personaggio del passato, fuori tempo massimo. Come se il mondo volesse dirmi: "Vedi? Qui deve stare: tra le vecchie cose".
E io, come un vecchio patetico soldato giapponese non mi do per vinto.
Firma per riportare L'Insonne in edicola! Bastano pochi click!
Visualizzazione post con etichetta Scazzi;. Mostra tutti i post
Visualizzazione post con etichetta Scazzi;. Mostra tutti i post
lunedì 15 ottobre 2012
Al mercatino dell'antiquariato
Etichette:
l'insonne,
L'Insonne;,
La mia esistenza,
Scazzi;
giovedì 4 ottobre 2012
Core business 'sta cippa
Una nota radio nazionale ci ha appena detto che i comics non sono per loro "core business", che tradotto vuol dire: "me ne fotto se il fumetto è cultura, ma se volete uno spazio in radio iniziate a mettere mano al portafoglio".
Se preferite il "Pulcino Pio" alla letteratura disegnata, il vostro cervello è buono solo per concimare i campi dell'ignoranza.
Il nostro non sarà "Core business", ma i fumetti noi "li famo cor CORE", mentre voi la musica la fate solo pensando al portafoglio.
Se preferite il "Pulcino Pio" alla letteratura disegnata, il vostro cervello è buono solo per concimare i campi dell'ignoranza.
Il nostro non sarà "Core business", ma i fumetti noi "li famo cor CORE", mentre voi la musica la fate solo pensando al portafoglio.
giovedì 5 luglio 2012
Di Davvero e Suore Ninja
I lavori per "Davvero" di Paola Barbato, nella sua versione cartacea per la Star Comics, procedono speditamente.
Nel curare i fumetti pensavo di essere uno meticoloso, preciso fino all'ossessione, fino a quando non ho visto lavorare Paola. Le sue sceneggiature sono dense, non solo di dettagli per il disegnatore, ma soprattutto di emozioni e stati d'animo. Paola non scrive solo una sceneggiatura, ma cerca in ogni modo di passare all'illustratore tutti i travagli interiori dei protagonisti. Ed è intransigente. Non accetta tavole fatte per fare, ma le pagine che raccontano la vita di Martina hanno dei punti fermi che vanno necessariamente rispettati e finché l'obbiettivo non è centrato la tavola si rifà. I disegnatori percepiscono questa passione e con la sceneggiatrice si crea un legame talmente forte e positivo che credo si avverta leggendo quelle pagine.
In questi giorni ho letto un paio di recensioni alla versione on-line di "Davvero", ma quello che mi ha stupito di più sono stati certi commenti. Fatta salva la libertà di pensiero, critica ed espressione, permettetemi una puntualizzazione sul tema.
Non mi pare che da nessuna parte l'autrice abbia annunciato di voler innovare il fumetto con "Davvero", ma resta il fatto che la versione cartacea sarà il primo esperimento popolare italiano di un fumetto che tratti la vita comune di una ragazzina come tante. Non dico sia una novità assoluta, ma non mi pare (correggetemi) che nella produzione di taglio bonelliano ci siano stati esperimenti simili.
Le tematiche di "Davvero" potranno non piacere. Questo è naturale ed è giusto sia così, ma non è un buon motivo per gridare allo scandalo. A me non piace il western, ma non è che inveisco ad ogni nuova pubblicazione del genere. Ho letto i primi tre episodi della versione cartacea e vi assicuro che non hanno nulla a che fare con le soap opera, come qualcuno va dicendo in rete. Oltretutto, l'antipatica Martina, subisce durante la storia una trasformazione che la rende molto vera. Si tratta di una specie di "romanzo di formazione", ma questo apparirà chiaro tra molti episodi.
Ho letto on-line che si sarebbe detto come le sei tavole pubblicate on-line sarebbero una specie di prova per la versione cartacea. Tale curiosa affermazione trae spunto da un mio commento su questo blog. Un commento che pensavo di aver chiarito, ma evidentemente non è bastato. A chi criticava il metodo d'ingaggio dei disegnatori, ho detto che, visto che è normale fare delle tavole di prova per una serie (io e Jacopo Brandi, a suo tempo, ne abbiamo fatte più di 40), non è scandaloso che un disegnatore accetti di fare 6 tavole gratuitamente per un progetto di libera diffusione. I migliori disegnatori della serie on line, sono stati infatti scelti per la versione cartacea. Se ne aggiungeranno altri che vengono proprio da quella palestra che è www.davvero.org e che quindi hanno visto fruttare il loro investimento. La loro scommessa.
Ripeto e chiarisco ancora: le sei tavole non erano una prova per la versione cartacea. Anche perché all'epoca non c'erano contatti tra l'autrice e la Star Comics.
E' stata tutta colpa mia, che si sappia. Offendete me. Sono stato io a suggerire alla Star di valutare "Davvero". Sono stato io che ho messo in contatto Paola con la casa editrice. Mi dichiaro colpevole agli occhi del pubblico.
Così come sono "colpevole" di aver proposto Davide La Rosa e Vanessa Cardinali alla casa editrice di Perugia.
Il primo numero di "Suore Ninja" è quasi pronto. Vedrà la luce nel marzo 2013 e tutti gli episodi dovrebbero essere disegnati dalla bravissima Vanessa Cardinali.
Credo che "Davvero" e "Suore Ninja" abbiano almeno il pregio di tentare una strada diversa, una "speciazione" si direbbe parlando della teoria dell'evoluzione. La speciazione avviene quando una specie subisce una trasformazione che dà origine a qualcosa di diverso ma che fonda le sue radici nel passato.
Beh, speriamo di non aver imboccato la strada dell'estinzione.
Nel curare i fumetti pensavo di essere uno meticoloso, preciso fino all'ossessione, fino a quando non ho visto lavorare Paola. Le sue sceneggiature sono dense, non solo di dettagli per il disegnatore, ma soprattutto di emozioni e stati d'animo. Paola non scrive solo una sceneggiatura, ma cerca in ogni modo di passare all'illustratore tutti i travagli interiori dei protagonisti. Ed è intransigente. Non accetta tavole fatte per fare, ma le pagine che raccontano la vita di Martina hanno dei punti fermi che vanno necessariamente rispettati e finché l'obbiettivo non è centrato la tavola si rifà. I disegnatori percepiscono questa passione e con la sceneggiatrice si crea un legame talmente forte e positivo che credo si avverta leggendo quelle pagine.
Dettaglio - Walter Trono
In questi giorni ho letto un paio di recensioni alla versione on-line di "Davvero", ma quello che mi ha stupito di più sono stati certi commenti. Fatta salva la libertà di pensiero, critica ed espressione, permettetemi una puntualizzazione sul tema.
Non mi pare che da nessuna parte l'autrice abbia annunciato di voler innovare il fumetto con "Davvero", ma resta il fatto che la versione cartacea sarà il primo esperimento popolare italiano di un fumetto che tratti la vita comune di una ragazzina come tante. Non dico sia una novità assoluta, ma non mi pare (correggetemi) che nella produzione di taglio bonelliano ci siano stati esperimenti simili.
Le tematiche di "Davvero" potranno non piacere. Questo è naturale ed è giusto sia così, ma non è un buon motivo per gridare allo scandalo. A me non piace il western, ma non è che inveisco ad ogni nuova pubblicazione del genere. Ho letto i primi tre episodi della versione cartacea e vi assicuro che non hanno nulla a che fare con le soap opera, come qualcuno va dicendo in rete. Oltretutto, l'antipatica Martina, subisce durante la storia una trasformazione che la rende molto vera. Si tratta di una specie di "romanzo di formazione", ma questo apparirà chiaro tra molti episodi.
Ho letto on-line che si sarebbe detto come le sei tavole pubblicate on-line sarebbero una specie di prova per la versione cartacea. Tale curiosa affermazione trae spunto da un mio commento su questo blog. Un commento che pensavo di aver chiarito, ma evidentemente non è bastato. A chi criticava il metodo d'ingaggio dei disegnatori, ho detto che, visto che è normale fare delle tavole di prova per una serie (io e Jacopo Brandi, a suo tempo, ne abbiamo fatte più di 40), non è scandaloso che un disegnatore accetti di fare 6 tavole gratuitamente per un progetto di libera diffusione. I migliori disegnatori della serie on line, sono stati infatti scelti per la versione cartacea. Se ne aggiungeranno altri che vengono proprio da quella palestra che è www.davvero.org e che quindi hanno visto fruttare il loro investimento. La loro scommessa.
Ripeto e chiarisco ancora: le sei tavole non erano una prova per la versione cartacea. Anche perché all'epoca non c'erano contatti tra l'autrice e la Star Comics.
E' stata tutta colpa mia, che si sappia. Offendete me. Sono stato io a suggerire alla Star di valutare "Davvero". Sono stato io che ho messo in contatto Paola con la casa editrice. Mi dichiaro colpevole agli occhi del pubblico.
Così come sono "colpevole" di aver proposto Davide La Rosa e Vanessa Cardinali alla casa editrice di Perugia.

Dettaglio - Vanessa Cardinali
Beh, speriamo di non aver imboccato la strada dell'estinzione.
Etichette:
Davvero,
Dicono di me;,
Scazzi;,
Star Comics,
Suore Ninja
giovedì 21 giugno 2012
Di Adam farlocchi e di Davvero
Leggo casualmente su Facebook, questo enigmatico meltin pot tra fumettoville e la trasmissione "Mistero".
Salve sono Adam Gnagnon
Oggi 28 maggio sono stati svelati i nomi dei sei
disegnatori prescelti di DAVVERO, non è un caso che
alcuni di essi lavorano già per la Star , non è un
caso che alcuni hanno disegnato Desdy Metus, non è
un caso che il creatore di Desdy è editor della Star, e
che ha proposto DAVVERO alla Star.
Alla faccia di far lavorare gli esordienti.
Ma questa è solo una fantasia della mia mente.
Un saluto dal vostro Adam Gnagnon.
Avrei potuto ignorare questa boutade, ma permettetemi di approfittarne per chiarire il mio pensiero.
La notizia la trovate QUI e riguardava i disegnatori dei primi sei numeri di "Davvero".
Si deduce dal divertentissimo post di Gnamon, che da queste parti si predichi bene e si razzoli male, ovvero, a parole si favoriscono gli esordienti e nei fatti i professionisti.
E allora facciamo chiarezza.
Walter Trono era un esordiente assoluto quando l'ho contattato per disegnare una storia breve dell'Insonne. Ha poi disegnato un episodio di "The Secret" e frammenti di "Legion75". Lucchi e Stanich mi risulta fossero esordienti sulle pagine on line di "Davvero" e non avevano mai disegnato per la Star. Cesana e Ingrata avevano illustrato un fumetto di Barbara Baraldi. Loro, come Dominici, sono esordienti per le edicole. La disegnatrice del gruppo con più carriera alle spalle è Michela da Sacco.
Per te, caro Gnamon questa scelta contraddice il proposito di far lavorare esordienti?
Cioè, appena uno pubblica un albo, è da considerarsi veterano? Va mollato per abbracciare il nuovo che avanza?
Avrei dovuto setacciare le scuole del fumetto della penisola per scovare nuovi talenti intonsi? Ah, no... c'è chi dice (non io) che quelle andrebbero chiuse tutte.
Per l'occasione riporto una frase di Paola Barbato estratta dall'intervista che trovate QUI.
Dom: Ciao Paola. Davvero da scommessa è diventata una splendida realtà ti va di tracciare un bilancio di questa che si può ritenere una scommessa vinta.
Risp: Mah, non sono brava con i bilanci. Il bilancio di pancia è satollo. Siamo partiti in aria di lapidazione e ora abbiamo un pubblico affezionato ed entusiasta che ci segue e resta sveglio di notte in attesa della pubblicazione. Ci avevano prospettato un numero di visitatori esiguo e sembra che abbiamo battuto qualche record. Abbiamo sbugiardato tutti i dotti medici e sapienti che sostenevano che storie di questo tipo non avevano posto nel mercato italiano. E infine, l'orgoglio più grande, tanti di quei "dilettanti allo sbaraglio" (definizione non mia) hanno trovato lavoro grazie a "Davvero". Ne sono felice, anche perchè è un team eccezionale, compatto, una vera squadra che ha imparato a contaminarsi, aiutarsi e sostenersi, cosa abbastanza rara, mi pare, nel panorama fumettistico italiano. Il resto fa piacere ma le soddisfazioni grandi sono queste.
E per la cronaca, i ragazzi di "Davvero", stanno realizzando delle tavole meravigliose. Ringrazio davvero tutti per l'incredibile lavoro che stanno facendo. Davvero, che può piacere o no, sarà fatto col cuore e con tutte le attenzioni possibili.
E io credo che quando si lavora col cuore, i lettori se ne accorgono.
Salve sono Adam Gnagnon
Oggi 28 maggio sono stati svelati i nomi dei sei
disegnatori prescelti di DAVVERO, non è un caso che
alcuni di essi lavorano già per la Star , non è un
caso che alcuni hanno disegnato Desdy Metus, non è
un caso che il creatore di Desdy è editor della Star, e
che ha proposto DAVVERO alla Star.
Alla faccia di far lavorare gli esordienti.
Ma questa è solo una fantasia della mia mente.
Un saluto dal vostro Adam Gnagnon.
Avrei potuto ignorare questa boutade, ma permettetemi di approfittarne per chiarire il mio pensiero.
La notizia la trovate QUI e riguardava i disegnatori dei primi sei numeri di "Davvero".
Si deduce dal divertentissimo post di Gnamon, che da queste parti si predichi bene e si razzoli male, ovvero, a parole si favoriscono gli esordienti e nei fatti i professionisti.
E allora facciamo chiarezza.
Walter Trono era un esordiente assoluto quando l'ho contattato per disegnare una storia breve dell'Insonne. Ha poi disegnato un episodio di "The Secret" e frammenti di "Legion75". Lucchi e Stanich mi risulta fossero esordienti sulle pagine on line di "Davvero" e non avevano mai disegnato per la Star. Cesana e Ingrata avevano illustrato un fumetto di Barbara Baraldi. Loro, come Dominici, sono esordienti per le edicole. La disegnatrice del gruppo con più carriera alle spalle è Michela da Sacco.
Per te, caro Gnamon questa scelta contraddice il proposito di far lavorare esordienti?
Cioè, appena uno pubblica un albo, è da considerarsi veterano? Va mollato per abbracciare il nuovo che avanza?
Avrei dovuto setacciare le scuole del fumetto della penisola per scovare nuovi talenti intonsi? Ah, no... c'è chi dice (non io) che quelle andrebbero chiuse tutte.
Per l'occasione riporto una frase di Paola Barbato estratta dall'intervista che trovate QUI.
Dom: Ciao Paola. Davvero da scommessa è diventata una splendida realtà ti va di tracciare un bilancio di questa che si può ritenere una scommessa vinta.
Risp: Mah, non sono brava con i bilanci. Il bilancio di pancia è satollo. Siamo partiti in aria di lapidazione e ora abbiamo un pubblico affezionato ed entusiasta che ci segue e resta sveglio di notte in attesa della pubblicazione. Ci avevano prospettato un numero di visitatori esiguo e sembra che abbiamo battuto qualche record. Abbiamo sbugiardato tutti i dotti medici e sapienti che sostenevano che storie di questo tipo non avevano posto nel mercato italiano. E infine, l'orgoglio più grande, tanti di quei "dilettanti allo sbaraglio" (definizione non mia) hanno trovato lavoro grazie a "Davvero". Ne sono felice, anche perchè è un team eccezionale, compatto, una vera squadra che ha imparato a contaminarsi, aiutarsi e sostenersi, cosa abbastanza rara, mi pare, nel panorama fumettistico italiano. Il resto fa piacere ma le soddisfazioni grandi sono queste.
E per la cronaca, i ragazzi di "Davvero", stanno realizzando delle tavole meravigliose. Ringrazio davvero tutti per l'incredibile lavoro che stanno facendo. Davvero, che può piacere o no, sarà fatto col cuore e con tutte le attenzioni possibili.
E io credo che quando si lavora col cuore, i lettori se ne accorgono.
Non è...
Non è che se non hai l'orologio il tempo non passa.
Non è che con la laurea non farai un lavoro schifoso.
Non è che se non ci credi tu allora è una stronzata.
Non è che se non vedi le sbarre allora sei libero.
Non è che se lo leggi sul web allora è vero.
Non è che se hai diecimila "mi piace" venderai diecimila fumetti.
Non è che se ti scagli contro il sistema allora sei un outsider.
Non è che se non lavori sono gli altri ad essere scorretti.
Non è che se dice che non lo fa per denaro allora è un bugiardo.
Non è che se non ci sei riuscito tu, allora gli altri hanno barato.
Non è che se scrivi roba incomprensibile allora sei un genio.
Non è che se disegni male allora sei alternativo.
Non è che se fai un fumetto che vende cento copie allora sei un artista.
Non è che se ti sei riconosciuto in queste parole allora sto parlando di te.
Non è che con la laurea non farai un lavoro schifoso.
Non è che se non ci credi tu allora è una stronzata.
Non è che se non vedi le sbarre allora sei libero.
Non è che se lo leggi sul web allora è vero.
Non è che se hai diecimila "mi piace" venderai diecimila fumetti.
Non è che se ti scagli contro il sistema allora sei un outsider.
Non è che se non lavori sono gli altri ad essere scorretti.
Non è che se dice che non lo fa per denaro allora è un bugiardo.
Non è che se non ci sei riuscito tu, allora gli altri hanno barato.
Non è che se scrivi roba incomprensibile allora sei un genio.
Non è che se disegni male allora sei alternativo.
Non è che se fai un fumetto che vende cento copie allora sei un artista.
Non è che se ti sei riconosciuto in queste parole allora sto parlando di te.
venerdì 25 maggio 2012
Desdemona è morta? Lunga vita a Desdemona!
Etichette:
L'Insonne;,
Scazzi;,
tevole e disegni
venerdì 27 aprile 2012
Dedicato a...
Dedicato a quelli che se chiami il tuo amico immaginario "Zeus" telefonano al tuo psicanalista per dirgli che "Zeus" se lo sono inventati loro. Dedicato a quelli che si credono Dio in terra, e se avete l'ardire di nominarli vi denunciano per lesa maestà. A quelli che se ti nominano capo classe, vanno dalla maestra a protestare per l'ingiustizia, ma che neppure capiscono che eri l'unico a voler salvare il loro culo e quello del loro amico immaginario. Infine, a quelli che parlano sempre attraverso il loro avvocato, anche solo per chiedere la carta igenica. Grandi uomini con grandi paranoie, tanto minacciosi ma un po' tristi.
Nota bene "Questa è un'opera di fantasia. Ogni riferimento a fatti realmente accaduti e/o a persone realmente esistenti è da ritenersi puramente casuale."
Nota bene "Questa è un'opera di fantasia. Ogni riferimento a fatti realmente accaduti e/o a persone realmente esistenti è da ritenersi puramente casuale."
martedì 24 aprile 2012
"Mi hanno taroccato" parte seconda: le spiegazioni
Ho un piccolo aggiornamento da fare sulla questione del "taroccamento" raccontato nel precedente post.
Sono stato contattato dall'azienda rivenditrice del pannello. Sono stati molto gentili e ritengo giusto segnalare questa loro replica.
Salve,
In merito alla questione da lei sollevata, abbiamo deciso in maniera precauzionale, così come scrive nel suo forum, di togliere dal nostro sito il quadro in questione.
Naturalmente non siamo noi i produttori del quadro, ma dei semplici rivenditori. Per quanto riguarda il nostro fornitore, produttore o distributore che sia, è stato avvisato pomeriggio dell'accaduto, e si è mostrato molto dispiaciuto, tanto che ci ha assicurato che l'avrebbe contattata nei prossimi giorni per scusarsi e per chiarire il tutto.
Detto ciò la preghiamo di volere togliere il link XXXXXXX in quanto trattasi di un link a pagamento per ogni click ricevuto tramite il suddetto suffisso e, nella giornata odierna ci ha arrecato un danno economico, producendo circa una cinquantina di click.
Inoltre volevamo chiederle se può modificare alcuni termini del suo blog che possono risultare equivoci e diffamanti nei nostri confronti, in quanto sembra che sia la nostra ditta a produrre il quadro, quando in realtà ci siamo subito messi a disposizione nell'avvisare chi di dovere e a rimuovere il quadro in questione.
In attesa di un suo riscontro porgiamo distinti saluti.
Lo staff
Leggete:Lo staff
Ringrazio l'azienda rivenditrice del prodotto di avermi contattato subito. Naturalmente ho immediatamente cancellato i riferimenti e resto a disposizione per eventuali modifiche. Li ringrazio per aver avvertito il produttore dei pannelli e sono certo che tutto si risolverò con una chiacchierata, ma li ringrazio specialmente per la frase con la quale hanno chiuso la mail. Una frase che su di me funziona sempre.
Ps: purtroppo non siamo grandi conoscitori del mondo dei fumetti, ma dopo la sua segnalazione siamo restati tutti affascinati dal personaggio di Desdemona, e sicuramente avrà qualche seguace in più all'interno del nostro staff...
Eh, sì... è proprio vero. Se volete ottenere qualcosa da me, basta che mi diciate quanto vi piace L'Insonne e il gioco è fatto.
*******
Piccolo addendum del 24 aprile.
Vi mostro le foto della pubblicazione Dime Press n° 18 del 1998. Ringrazio l'amico Moreno Burattini per le immagini!*******
lunedì 23 aprile 2012
Mi hanno taroccato...
Tutto inizia con la visita di una coppia di miei amici in un negozio di arredamento alle porte di Roma.
Il negozio vende cucine e complementi d'arredo di vario tipo e, come si fa spesso in coppia quando si deve arredare un appartamento, i miei compari si sono messi a dare un'occhiata anche al resto del negozio. Vedi mai che ci sia qualcosa di carino!
Ad un certo punto, vista la professione della coppia, la loro attenzione è stata attratta da un pannello di grandi dimensioni a tema “fumettistico”. Sul pannello, il volto del noto indagatore dell'incubo faceva bella mostra di sé, e visto che non stava ammazzando zombie o vampiri, l'old boy era intento nell'altra attività che lo ha reso celebre. Lumacare. Dylan Dog è abbracciato teneramente ad una ragazza, e fin qui nulla di strano, ma quando i miei amici hanno realizzato chi fosse la ragazza avvinghiata, sono sobbalzati. “Cappero, ma quella è Desdemona!”
Finita la visita al negozio, gli amici mi hanno telefonato chiedendomi lumi. “Sì, quella illustrazione è mia, ma non so nulla di questi pannelli. Cacchio, l'immagine è stata riprodotta senza il mio consenso!”
Il disegno era stato commissionato nel 1995 dalla rivista “Dime Press” e rappresentava un ipotetico incontro tra Dylan Dog e Desdemona Metus, “L'Insonne”. Un incontro improbabile ma che, nella mente dei lettori (e nella mia) è capitato più di una volta. L'illustrazione a matita è del sottoscritto, la china invece è di Jacopo Brandi, che detiene l'originale. Prezzo del pannello di 408,00€ poi scontato a 285,60€. Quindi, cos'è successo? E' successo che l'autore del pannello, in una fregola da pop art “de noartri”, ha rimediato in rete questa illustrazione, l'ha rielaborata un po' come farebbe uno studente della Comics strafatto di crack, e ne ha realizzato una linea di pannelli.
Ho esaminato il disegno accuratamente e sono arrivato alla conclusione che l'opera originale è stata probabilmente ricalcata, oppure ripassato con mano insicura. Da notare il fatto che sono stati tolti gli orecchini di Desdemona. Questo apre una questione: si tratta comunque di plagio oppure no? Ve lo chiedo, cari lettori, proprio nei giorni in cui Fumettoville si arrovella, si scontra e si divide su questioni di ricalco e copiatura tra autori. E chissà cosa avrà da dire la Sergio Bonelli Editore quando scoprirà che il nome di Dylan Dog viene usato a scopi commerciali. Se fosse capitato alla casa editrice di Diabolik, L'Astorina, sarebbe partita subito la lettera dell'avvocato, perché sono giustamente attentissimi a proteggere il valore del loro marchio. Per non parlare di quello che gli avrebbe fatto la Disney.
Ai miei occhi questo è un mezzo furto, o forse un furto tutto intero. E' come se, in un negozio di arredamento, avessi rubato un comodino, lo avessi pittato di rosso vermiglio a pallini gialli e lo avessi rivenduto per mio.
Converrete che non si fa così.
Ad un certo punto, vista la professione della coppia, la loro attenzione è stata attratta da un pannello di grandi dimensioni a tema “fumettistico”. Sul pannello, il volto del noto indagatore dell'incubo faceva bella mostra di sé, e visto che non stava ammazzando zombie o vampiri, l'old boy era intento nell'altra attività che lo ha reso celebre. Lumacare. Dylan Dog è abbracciato teneramente ad una ragazza, e fin qui nulla di strano, ma quando i miei amici hanno realizzato chi fosse la ragazza avvinghiata, sono sobbalzati. “Cappero, ma quella è Desdemona!”
Finita la visita al negozio, gli amici mi hanno telefonato chiedendomi lumi. “Sì, quella illustrazione è mia, ma non so nulla di questi pannelli. Cacchio, l'immagine è stata riprodotta senza il mio consenso!”
Il disegno era stato commissionato nel 1995 dalla rivista “Dime Press” e rappresentava un ipotetico incontro tra Dylan Dog e Desdemona Metus, “L'Insonne”. Un incontro improbabile ma che, nella mente dei lettori (e nella mia) è capitato più di una volta. L'illustrazione a matita è del sottoscritto, la china invece è di Jacopo Brandi, che detiene l'originale. Prezzo del pannello di 408,00€ poi scontato a 285,60€. Quindi, cos'è successo? E' successo che l'autore del pannello, in una fregola da pop art “de noartri”, ha rimediato in rete questa illustrazione, l'ha rielaborata un po' come farebbe uno studente della Comics strafatto di crack, e ne ha realizzato una linea di pannelli.
Ho esaminato il disegno accuratamente e sono arrivato alla conclusione che l'opera originale è stata probabilmente ricalcata, oppure ripassato con mano insicura. Da notare il fatto che sono stati tolti gli orecchini di Desdemona. Questo apre una questione: si tratta comunque di plagio oppure no? Ve lo chiedo, cari lettori, proprio nei giorni in cui Fumettoville si arrovella, si scontra e si divide su questioni di ricalco e copiatura tra autori. E chissà cosa avrà da dire la Sergio Bonelli Editore quando scoprirà che il nome di Dylan Dog viene usato a scopi commerciali. Se fosse capitato alla casa editrice di Diabolik, L'Astorina, sarebbe partita subito la lettera dell'avvocato, perché sono giustamente attentissimi a proteggere il valore del loro marchio. Per non parlare di quello che gli avrebbe fatto la Disney.
Ai miei occhi questo è un mezzo furto, o forse un furto tutto intero. E' come se, in un negozio di arredamento, avessi rubato un comodino, lo avessi pittato di rosso vermiglio a pallini gialli e lo avessi rivenduto per mio.
Converrete che non si fa così.
Etichette:
Desdemona,
Dicono di me;,
Il lavoro del fumettista,
Scazzi;
giovedì 16 febbraio 2012
Storia di autori, piccoli personaggi, editori e meschinità umane.
Dopo oltre un anno, la situazione editoriale de L'Insonne non è cambiata e siamo fermi a questo travaso di bile QUI.
Porca pupazza, mi sembra di averlo scritto ieri.
I lettori, ancora mi scrivono per protestare che gli ultimi tre episodi della serie vengono ordinati in fumetteria e non arrivano.
Capite?
I lettori ci sono ma i distributori se ne fottono. Evviva.
Non entro in questioni di distribuzione. Non so cosa sia meglio fare e quale sia la panacea di tutti i mali editoriali del paese. Non conosco e quindi non parlo. Almeno evitiamo che qualcuno mi bacchetti. Se volete approfondire la questione fumetterie, vi segnalo lo spumeggiante blog di Francesco Settembre di Antani.
Come un anno fa, però, so soltanto che un'opera è stata terminata, che gli autori hanno realizzato un ottimo lavoro ma che i lettori non possono leggerla.
Nel frattempo "L'Insonne" è passata su Verticalismi e ora è sulla piattaforma iPad e iPhone, in attesa della versione per Android. Ma la carta è un'altra cosa.
Riusciranno i nostri amici lettori a leggersi tutta la serie dei Desdemona in santa pace?
Preghierina, preghierina... Fata buona dei dentinini, in cambio di un mio molare incapsulato, fammi trovare sotto il cuscino una bella raccolta de L'Insonne". Stampata bene e ad un prezzo accessibile. E poi falla trovare sotto il cuscino di tutti gli italiani, come quel libro inviato dall'ex premier.
Sarebbe solo un piccolo risarcimento per tutto quello che è toccato a Desdemona dal '94 ad oggi.
PS
Caro "amico distributore" che boicotti L'Insonne... spero che una di queste notti la piccola Cronide venga a trovarti.
Porca pupazza, mi sembra di averlo scritto ieri.
I lettori, ancora mi scrivono per protestare che gli ultimi tre episodi della serie vengono ordinati in fumetteria e non arrivano.
Capite?
I lettori ci sono ma i distributori se ne fottono. Evviva.
Non entro in questioni di distribuzione. Non so cosa sia meglio fare e quale sia la panacea di tutti i mali editoriali del paese. Non conosco e quindi non parlo. Almeno evitiamo che qualcuno mi bacchetti. Se volete approfondire la questione fumetterie, vi segnalo lo spumeggiante blog di Francesco Settembre di Antani.
Come un anno fa, però, so soltanto che un'opera è stata terminata, che gli autori hanno realizzato un ottimo lavoro ma che i lettori non possono leggerla.
Nel frattempo "L'Insonne" è passata su Verticalismi e ora è sulla piattaforma iPad e iPhone, in attesa della versione per Android. Ma la carta è un'altra cosa.
Riusciranno i nostri amici lettori a leggersi tutta la serie dei Desdemona in santa pace?
Preghierina, preghierina... Fata buona dei dentinini, in cambio di un mio molare incapsulato, fammi trovare sotto il cuscino una bella raccolta de L'Insonne". Stampata bene e ad un prezzo accessibile. E poi falla trovare sotto il cuscino di tutti gli italiani, come quel libro inviato dall'ex premier.
Sarebbe solo un piccolo risarcimento per tutto quello che è toccato a Desdemona dal '94 ad oggi.
PS
Caro "amico distributore" che boicotti L'Insonne... spero che una di queste notti la piccola Cronide venga a trovarti.
Etichette:
Il lavoro del fumettista,
l'insonne,
Scazzi;
sabato 4 febbraio 2012
"Il mittente ha richiesto una risposta per cofermare la lettura di questo messaggio. Inviare la conferma?" - "NO"
La gente si stupisce che io risponda alle mail.
Pur non essendo dotato del telefonino di ultima generazione, perennemente collegato alla rete, rispondo quasi immediatamente.
All'inizio mi sorprendevo del loro stupore, poi ho cominciato a capire: in giro c'è un sacco di gente che non risponde alle mail. Gli scrivi, chiedi lumi su qualche questione per te importante, aspetti qualche giorno, ma l'unica cosa che vedi passare nella tua casella di posta elettronica sono ballette di fieno rotolanti e virtuali. Solleciti, ma la situazione non cambia. Forse avranno il computer in panne? La neve? Gli alieni? No, perché intanto, il destinatario delle tue attenzioni, magari aggiorna beatamente la bacheca Facebook. E' questione di priorità. E a te girano i cordoni, perché senza quella informazione non puoi portare avanti un lavoro o magari altri collaboratori ti scrivono insistentemente per avere notizie. Telefonare? Sempre che ti rispondano (e la cosa non è affatto certa) son tutti dispiaciutissimi, "ma sai, è un casino, gli impegni, il terremoto, la profezia Maya e c'è da sbrigarsi etc etc etc".
Dovrei adeguarmi? No, non sono il tipo. Sono uno che se si ricorda di dover evadere una mail importante si alza nel cuore della notte, per mandarla. Oddio, va detto che spesso la notte sono in piedi, ma quella è un'altra storia. Capita che mi scrivano perfetti sconosciuti per chiedere una revisione dei disegni o di qualche testo, ed io rispondo, magari declino con gentilezza l'invito, ma rispondo. Cos'è? Son meno impegnato?
Da oggi si cambia registro.
Vorrà dire che farò da solo, oppure che i lavori non si faranno proprio. Tanto di fesserie ne pubblicano già abbastanza. Vedremo se saranno gli interessati a sommergermi di mail, quando avranno bisogno. E capiterà.
In quel caso risponderò, magari mordendomi la lingua, ma risponderò.
Perché, per prima, cosa c'è il rispetto.
Pur non essendo dotato del telefonino di ultima generazione, perennemente collegato alla rete, rispondo quasi immediatamente.
All'inizio mi sorprendevo del loro stupore, poi ho cominciato a capire: in giro c'è un sacco di gente che non risponde alle mail. Gli scrivi, chiedi lumi su qualche questione per te importante, aspetti qualche giorno, ma l'unica cosa che vedi passare nella tua casella di posta elettronica sono ballette di fieno rotolanti e virtuali. Solleciti, ma la situazione non cambia. Forse avranno il computer in panne? La neve? Gli alieni? No, perché intanto, il destinatario delle tue attenzioni, magari aggiorna beatamente la bacheca Facebook. E' questione di priorità. E a te girano i cordoni, perché senza quella informazione non puoi portare avanti un lavoro o magari altri collaboratori ti scrivono insistentemente per avere notizie. Telefonare? Sempre che ti rispondano (e la cosa non è affatto certa) son tutti dispiaciutissimi, "ma sai, è un casino, gli impegni, il terremoto, la profezia Maya e c'è da sbrigarsi etc etc etc".
Dovrei adeguarmi? No, non sono il tipo. Sono uno che se si ricorda di dover evadere una mail importante si alza nel cuore della notte, per mandarla. Oddio, va detto che spesso la notte sono in piedi, ma quella è un'altra storia. Capita che mi scrivano perfetti sconosciuti per chiedere una revisione dei disegni o di qualche testo, ed io rispondo, magari declino con gentilezza l'invito, ma rispondo. Cos'è? Son meno impegnato?
Da oggi si cambia registro.
Vorrà dire che farò da solo, oppure che i lavori non si faranno proprio. Tanto di fesserie ne pubblicano già abbastanza. Vedremo se saranno gli interessati a sommergermi di mail, quando avranno bisogno. E capiterà.
In quel caso risponderò, magari mordendomi la lingua, ma risponderò.
Perché, per prima, cosa c'è il rispetto.
martedì 17 gennaio 2012
Pare che anche i topi abbiano abbandonato la nave dopo di lui...
Non è che uno si apetta per forza James Tiberius Kirk...
...ma anche Capitan Findus si sarebbe comportato meglio.
venerdì 2 dicembre 2011
Digitale extraterrestre
C'è un'invasione in corso.
Mi guardo intorno e vedo decine di televisori dal tubo catodico ammassati ai cassonetti.
Mi sembrano teste decapitate. Non so perché mi facciano questo effetto.
Forse perché la televisione si sostituisce al cervello narcotizzato di chi la guarda.
La maggior parte delle televisioni potevano essere adattate alla nuova (a mio parere inutile) tecnologia con neppure venti euro di spesa. Ma quando tutto il mondo Occidentale sarà passato al digitale terrestre, a quanto ammonterà la quantità di immondizia tecnologica stipata nelle nostre discariche?
Le famiglie italiane non arrivano alla fine del mese, almeno così si dice, ma a quanto pare non possono rinunciare al loro confortevole focolaio domestico dallo schermo piatto. La droga è così, se la togli improvvisamente provoca crisi d'astinenza con comportamenti violenti e imprevedivili.
giovedì 17 novembre 2011
Una stampa costa più dell'originale?
Cioè... fatemi capire... una azienda che non citerò, vende stampe di Diabolik, 80x130 in bianco e nero a 350 €... più del doppio di un mio disegno originale.
Non c'è nulla da fare... io e i soldi siamo proprio antitetici.
Non c'è nulla da fare... io e i soldi siamo proprio antitetici.
martedì 30 agosto 2011
Appello ai fumettisti fiorentini
Firenze è una città strana.
Bellissima, ma sotto sotto, cinica, divisa, cattiva.
Lo stesso sono i fiorentini, che hanno la divisione nel DNA.
Guelfi e ghibellini, divisi nel calcio storico e sempre "contro".
A prescindere.
Questo genera un preoccupante immobilismo che da anni congela la città in tutti i suoi settori.
E il fumetto non è da meno.
I disegnatori fiorentini, che sono anche pochissimi, non hanno mai fatto gruppo.
Non ci conosciamo, non ci incontriamo, non scambiamo idee.
Ci isoliamo e non capisco bene perché.
Faccio un appello, quindi.
Mi rivolgo a tutti i fumettisti fiorentini, disegnatori e sceneggiatori.
Provassimo a frequentarci?
Un caffè ogni tanto non può impedirci di rispettare le consegne e magari il confronto potrebbe migliorarci.
Incontriamoci in campo neutro o dove accidenti volete, ma proviamoci.
Anche se ci stiamo sul culo terribilmente proviamoci.
Mal che vada ci prenderemo a sberle. Un po' di moto ridurrà almeno le nostre maniglie dell'amore.
Bellissima, ma sotto sotto, cinica, divisa, cattiva.
Lo stesso sono i fiorentini, che hanno la divisione nel DNA.
Guelfi e ghibellini, divisi nel calcio storico e sempre "contro".
A prescindere.
Questo genera un preoccupante immobilismo che da anni congela la città in tutti i suoi settori.
E il fumetto non è da meno.
I disegnatori fiorentini, che sono anche pochissimi, non hanno mai fatto gruppo.
Non ci conosciamo, non ci incontriamo, non scambiamo idee.
Ci isoliamo e non capisco bene perché.
Faccio un appello, quindi.
Mi rivolgo a tutti i fumettisti fiorentini, disegnatori e sceneggiatori.
Provassimo a frequentarci?
Un caffè ogni tanto non può impedirci di rispettare le consegne e magari il confronto potrebbe migliorarci.
Incontriamoci in campo neutro o dove accidenti volete, ma proviamoci.
Anche se ci stiamo sul culo terribilmente proviamoci.
Mal che vada ci prenderemo a sberle. Un po' di moto ridurrà almeno le nostre maniglie dell'amore.

domenica 28 agosto 2011
I fumetti e le serie TV: Davide contro Golia
Prendo a pretesto un post scritto dall'amica Linda su la mailing list di Yattaaa.
La riflessione derivava da un mio precedente post.
Linda dice:
(...) Non vorrei essere troppo cattiva, ma ho tanto il timore che il lettore italiano sia annoiato perchè gli autori... diciamo i produttori italiani, non sono all'altezza di competere con la mole di prodotti stranieri di ottima qualità e alla portata di tutti (...) Un'ultima cosa: io sto passando dal fumetto alle serie tv, per vari motivi. I nostri fumetti (mi scuso con gli autori in lista) non possono competere con la mole e la qualità del materiale tv scaricabile! Dopo aver guardato certi telefilm, pensare al fumetto popolare italiano è abbastanza deprimente...
Ok, ma è come mangiare al ristorante e poi considerare la minestrina della mamma come deprimente...
Permettetemi una considerazione e un suggerimento.
La considerazione è che francamente le cose non sono paragonabili.
Una serie come “The Secret”, che va in edicola con 35 mila copie è fatta di solito da due persone, il disegnatore e il sottoscritto. In una serie TV quante persone ci lavorano?
Poi... pretendiamo che la mia qualità di scrittura sia pari a Adam Horowitz e Edward Kitsis? Se lo fosse stata non sarei qui.
Costo della produzione artistica del nostro fumetto? Non arriva a seimila euro. Una puntata di Lost, invece?
Il suggerimento nasce proprio dalla riflessione.
Non c'è gara e quando non c'è gara io non gioco.
Il fumetto sbaglia a voler imitare la TV, l'ho capito troppo tardi.
Che poi quanto erano belli i tempi quando tutti davamo addosso alla TV... mi scuso con i fanatici delle serie TV, ma mi guardo in torno e vedo un popolo che lavora tutto il santo giorno e la sera la passa a seguire compulsivamente questa o quella serie. Ormai ci si incontra tra amici e si parla solo di serie TV!
Comunque, dicevo che il fumetto non deve imitare le serie americane. E' un suicidio. Il fumetto deve valorizzare le differenze, di linguaggio e di contenuti.
Fare quello che in Fringe non possono fare.
Almeno proviamoci.
La riflessione derivava da un mio precedente post.
Linda dice:
(...) Non vorrei essere troppo cattiva, ma ho tanto il timore che il lettore italiano sia annoiato perchè gli autori... diciamo i produttori italiani, non sono all'altezza di competere con la mole di prodotti stranieri di ottima qualità e alla portata di tutti (...) Un'ultima cosa: io sto passando dal fumetto alle serie tv, per vari motivi. I nostri fumetti (mi scuso con gli autori in lista) non possono competere con la mole e la qualità del materiale tv scaricabile! Dopo aver guardato certi telefilm, pensare al fumetto popolare italiano è abbastanza deprimente...
Ok, ma è come mangiare al ristorante e poi considerare la minestrina della mamma come deprimente...
Permettetemi una considerazione e un suggerimento.
La considerazione è che francamente le cose non sono paragonabili.
Una serie come “The Secret”, che va in edicola con 35 mila copie è fatta di solito da due persone, il disegnatore e il sottoscritto. In una serie TV quante persone ci lavorano?
Poi... pretendiamo che la mia qualità di scrittura sia pari a Adam Horowitz e Edward Kitsis? Se lo fosse stata non sarei qui.
Costo della produzione artistica del nostro fumetto? Non arriva a seimila euro. Una puntata di Lost, invece?
Il suggerimento nasce proprio dalla riflessione.
Non c'è gara e quando non c'è gara io non gioco.
Il fumetto sbaglia a voler imitare la TV, l'ho capito troppo tardi.
Che poi quanto erano belli i tempi quando tutti davamo addosso alla TV... mi scuso con i fanatici delle serie TV, ma mi guardo in torno e vedo un popolo che lavora tutto il santo giorno e la sera la passa a seguire compulsivamente questa o quella serie. Ormai ci si incontra tra amici e si parla solo di serie TV!
Comunque, dicevo che il fumetto non deve imitare le serie americane. E' un suicidio. Il fumetto deve valorizzare le differenze, di linguaggio e di contenuti.
Fare quello che in Fringe non possono fare.
Almeno proviamoci.
Etichette:
Il lavoro del fumettista,
Scazzi;
giovedì 25 agosto 2011
Le miniserie a fumetti sono morte
Come sapete, da qualche anno, la prassi dei grandi editori italiani di fumetto è puntare su miniserie auto conclusive. Una pratica che io stesso ho sposato ma che oggi mi sento di mettere in discussione, perché per me le miniserie a fumetti sono morte.
Almeno questo è il mio modestissimo parere e vorrei, in tre parole, spiegarvi il mio punto di vista.
Questo pensiero ferale si agitava dentro di me da diverso tempo e ha preso corpo come un ectoplasma in una notte di San Marino parlando con l'amico Mario Taccolini.
Come dicevo, da anni ormai si punta su miniserie di pochi episodi sperando di interessare il lettore italiano, sempre più stanco, annoiato e distratto, proponendo sempre nuovi personaggi, nella speranza che prima o poi uno di questi eroi sia la svolta di un mercato in evidenti difficoltà. Ma questo non succede. Perché? Che accidenti stiamo sbagliando?
Il lettore non frequenta più l'edicola. Quei gabbiotti pieni di cartaccia sono stracolmi di offerte di ogni tipo.
Il costo degli albi è troppo BASSO per ricevere la spinta dell'edicolante che ha un ricavo irrisorio. Questo provoca che le testate che non appartengono ai grandi editori e che hanno quindi tirature limitate, non riescono ad emergere.
Gli albi a fumetti non possono permettersi la pubblicità, non possono farla perché i costi di un passaggio televisivo, ad esempio, sono spropositati per i magri guadagni di un fumetto.
La qualità non influenza le vendite. Ci credereste? Io non credevo alle mie orecchie quando un importante editore italiano mi diceva che il suo pluripremiato fighissimo eroe vendeva la stessa cifra della fetecchia fatta con la "tecnica René". I lettori erano praticamente gli stessi. Pochi.
Quindi, l'unico modo che ha una serie a fumetti di sfondare è quello del passaparola, ma il passaparola necessita di moltissimo tempo. Anni. Con miniserie di 6 episodi bimestrali non si va da nessuna parte.
La mia ricetta...
Non so se qualche editore di buon cuore mi darà questa possibilità, ma ho messo a punto una ricetta che voglio rendere pubblica. Sappiatelo, la data di questo blog farà fede, e se mi ruberete l'idea verrò a tormentarvi in eterno, da vivo e da morto.
Per prima cosa, basta con le interpretazioni dei disegnatori.
Capisco, ognuno ha il proprio stile, siete tutti artisti, ma all'inizio di una serie, i personaggi devono essere uguali in tutti gli episodi. Il lettore popolare e occasionale, che è quello che cerchiamo, ODIA che il volto del suo amato eroe cambi di volta in volta. Non lo sopporta. Quindi, ci vogliono tanti disegnatori ma un unico stile con tanti saluti alle vostre velleità artistiche.
Secondo. Un team di autori ai testi.
Basta con le prime donne che scrivono tutto loro. Capisco ci sia da pagare il mutuo, ma spesso si scrive troppo velocemente per avere realmente delle buone idee. E all'inizio è davvero fondamentale. Con una "bibbia" del personaggio molto dettagliata e una supervisione come si deve (non come quelle che vedo fare) si può uniformare lo stile di diversi autori e trovare un compromesso. Vorrei un team di soggettisti e almeno un paio di sceneggiatori dalla stilografica tagliente.
Contenuti contemporanei.
Basta guardarsi l'ombelico. Il fumetto deve raccontare il fottuto mondo là fuori, non citare ossessivamente tutti i fumetti, i telefilm e i cartoni che hanno accompagnato la vostra crescita sociopatica. Bisogna avere il coraggio di dire cose forti, scomode, anche sbagliate, ma scioccanti. I brodini manieristi hanno fatto il loro tempo.
Ritorno alla serie regolare, magari divisa in stagioni, ma potenzialmente infinita.
Bisogna ridare ai lettori la speranza di una certezza. Bisogna dare il tempo alle idee di farsi largo, di crescere, ai personaggi di entrare nelle abitudini dei lettori. Si compra per abitudine e questo vale anche per i fumetti. Dobbiamo aspettare che il prodotto inizi a circolare sotto banco tra i ragazzini, meglio se osteggiato dai genitori e dagli insegnanti.
Un aspetto deflagrante che abbiamo scordato del fumetto è che era VIETATO. Questo gli conferiva un fascino irresistibile che pare irrimediabilmente perso.
L'ironia. Il fumetto deve divertire.
Divertire esprimendo anche la crudeltà e il cinismo della nostra società. Resto sempre dell'idea che manchi un nuovo personaggio cattivo nel fumetto italiano. Mi paiono tutti così stucchevolmente corretti.
Velocità di lettura.
Poche vignette, bei disegni, dialoghi forti e secchi. Ogni frase una stilettata, un aforisma da appuntare col sangue sul diario.
Una operazione editoriale multi piattaforma.
Non serve più rovesciare migliaia di copie in edicola, serve una organizzazione che agisca su più fronti: pubblicità virale sulla rete e non, pubblicazione del prodotto anche sulle nuove piattaforme, attirare l'attenzione dei media, creare una fitta rete di relazioni e contatti per instillare il prima possibile il nome del nostro nuovo eroe nelle testoline distratte dei compaesani. Gadget, tanti gadget capaci di essere usati e collezionati anche da chi non ha mai letto il fumetto.
E naturalmente c'è anche un ingrediente segreto che non vi rivelerò...
Ma questo, purtroppo resterà solo un sogno che non si realizzerà mai, perché nel nostro paese, ma non solo, manca la voglia di investire, sperimentare e soprattutto rischiare. Tutto questo appare lampante se un editore minore, la prima cosa che ti chiede quando gli presenti una serie è: "La voglio più bonelliana dei bonelli".
Aggiunta del 28 agosto.
Qualche GENIO! ha pensato che con "vietato" intendessi il porno.
Resto basito e allibito.
"Vietato" nello stesso modo in cui oggi, un genitore dice al figlio che non è bello giocare a "Call of duty" (giochino tacciato di indurre alla violenza).
"Vietato" come "mal visto dalla società degli adulti", non come porno. Ma come accidenti potete pensare che io voglia tornare a "Corna vissute"?
Almeno questo è il mio modestissimo parere e vorrei, in tre parole, spiegarvi il mio punto di vista.
Questo pensiero ferale si agitava dentro di me da diverso tempo e ha preso corpo come un ectoplasma in una notte di San Marino parlando con l'amico Mario Taccolini.
Come dicevo, da anni ormai si punta su miniserie di pochi episodi sperando di interessare il lettore italiano, sempre più stanco, annoiato e distratto, proponendo sempre nuovi personaggi, nella speranza che prima o poi uno di questi eroi sia la svolta di un mercato in evidenti difficoltà. Ma questo non succede. Perché? Che accidenti stiamo sbagliando?
Il lettore non frequenta più l'edicola. Quei gabbiotti pieni di cartaccia sono stracolmi di offerte di ogni tipo.
Il costo degli albi è troppo BASSO per ricevere la spinta dell'edicolante che ha un ricavo irrisorio. Questo provoca che le testate che non appartengono ai grandi editori e che hanno quindi tirature limitate, non riescono ad emergere.
Gli albi a fumetti non possono permettersi la pubblicità, non possono farla perché i costi di un passaggio televisivo, ad esempio, sono spropositati per i magri guadagni di un fumetto.
La qualità non influenza le vendite. Ci credereste? Io non credevo alle mie orecchie quando un importante editore italiano mi diceva che il suo pluripremiato fighissimo eroe vendeva la stessa cifra della fetecchia fatta con la "tecnica René". I lettori erano praticamente gli stessi. Pochi.
Quindi, l'unico modo che ha una serie a fumetti di sfondare è quello del passaparola, ma il passaparola necessita di moltissimo tempo. Anni. Con miniserie di 6 episodi bimestrali non si va da nessuna parte.
La mia ricetta...
Non so se qualche editore di buon cuore mi darà questa possibilità, ma ho messo a punto una ricetta che voglio rendere pubblica. Sappiatelo, la data di questo blog farà fede, e se mi ruberete l'idea verrò a tormentarvi in eterno, da vivo e da morto.
Per prima cosa, basta con le interpretazioni dei disegnatori.
Capisco, ognuno ha il proprio stile, siete tutti artisti, ma all'inizio di una serie, i personaggi devono essere uguali in tutti gli episodi. Il lettore popolare e occasionale, che è quello che cerchiamo, ODIA che il volto del suo amato eroe cambi di volta in volta. Non lo sopporta. Quindi, ci vogliono tanti disegnatori ma un unico stile con tanti saluti alle vostre velleità artistiche.
Secondo. Un team di autori ai testi.
Basta con le prime donne che scrivono tutto loro. Capisco ci sia da pagare il mutuo, ma spesso si scrive troppo velocemente per avere realmente delle buone idee. E all'inizio è davvero fondamentale. Con una "bibbia" del personaggio molto dettagliata e una supervisione come si deve (non come quelle che vedo fare) si può uniformare lo stile di diversi autori e trovare un compromesso. Vorrei un team di soggettisti e almeno un paio di sceneggiatori dalla stilografica tagliente.
Contenuti contemporanei.
Basta guardarsi l'ombelico. Il fumetto deve raccontare il fottuto mondo là fuori, non citare ossessivamente tutti i fumetti, i telefilm e i cartoni che hanno accompagnato la vostra crescita sociopatica. Bisogna avere il coraggio di dire cose forti, scomode, anche sbagliate, ma scioccanti. I brodini manieristi hanno fatto il loro tempo.
Ritorno alla serie regolare, magari divisa in stagioni, ma potenzialmente infinita.
Bisogna ridare ai lettori la speranza di una certezza. Bisogna dare il tempo alle idee di farsi largo, di crescere, ai personaggi di entrare nelle abitudini dei lettori. Si compra per abitudine e questo vale anche per i fumetti. Dobbiamo aspettare che il prodotto inizi a circolare sotto banco tra i ragazzini, meglio se osteggiato dai genitori e dagli insegnanti.
Un aspetto deflagrante che abbiamo scordato del fumetto è che era VIETATO. Questo gli conferiva un fascino irresistibile che pare irrimediabilmente perso.
L'ironia. Il fumetto deve divertire.
Divertire esprimendo anche la crudeltà e il cinismo della nostra società. Resto sempre dell'idea che manchi un nuovo personaggio cattivo nel fumetto italiano. Mi paiono tutti così stucchevolmente corretti.
Velocità di lettura.
Poche vignette, bei disegni, dialoghi forti e secchi. Ogni frase una stilettata, un aforisma da appuntare col sangue sul diario.
Una operazione editoriale multi piattaforma.
Non serve più rovesciare migliaia di copie in edicola, serve una organizzazione che agisca su più fronti: pubblicità virale sulla rete e non, pubblicazione del prodotto anche sulle nuove piattaforme, attirare l'attenzione dei media, creare una fitta rete di relazioni e contatti per instillare il prima possibile il nome del nostro nuovo eroe nelle testoline distratte dei compaesani. Gadget, tanti gadget capaci di essere usati e collezionati anche da chi non ha mai letto il fumetto.
E naturalmente c'è anche un ingrediente segreto che non vi rivelerò...
Ma questo, purtroppo resterà solo un sogno che non si realizzerà mai, perché nel nostro paese, ma non solo, manca la voglia di investire, sperimentare e soprattutto rischiare. Tutto questo appare lampante se un editore minore, la prima cosa che ti chiede quando gli presenti una serie è: "La voglio più bonelliana dei bonelli".
Aggiunta del 28 agosto.
Qualche GENIO! ha pensato che con "vietato" intendessi il porno.
Resto basito e allibito.
"Vietato" nello stesso modo in cui oggi, un genitore dice al figlio che non è bello giocare a "Call of duty" (giochino tacciato di indurre alla violenza).
"Vietato" come "mal visto dalla società degli adulti", non come porno. Ma come accidenti potete pensare che io voglia tornare a "Corna vissute"?
Etichette:
Il lavoro del fumettista,
Scazzi;
martedì 23 agosto 2011
La marchetta di Popolino
Quello che in un primo momento era sembrata "satira", si è rivelato solo un'abile (?) mossa promozionale.
Insieme all'amico Max Guadagni ci chiedevamo proprio che dietro all'operazione ci fosse "altro". Contravvenendo alla norma mi piace molto dire: "ve l'avevo detto".
Per chi si fosse perso le puntate precedenti può trovare un perfetto riassunto sul blog di Michele Ginevra.
Prima l'incitamento di qualcuno a farsi "due risate", ora l'elogio dell'esperimento, della provocazione. Arte, addirittura? In questa strana storia accaldata, mi pare che qualcuno ci abbia guadagnato, ma qualcuno, i più deboli, ci abbiano rimesso. Qualcuno ha attratto furbescamente l'attenzione mediatica su di sè, ma al prezzo di regalare notti insonni ad un autore ingiustamente additato di aver realizzato un libro di dubbio gusto. Una nuova chimera fumettistica: il disegnatore avvoltoio. Ma perché non vi siete inventati pure il nome del disegnatore oltre che del libro? E perché proprio lui?
Ripeto il concetto espresso in uno degli ultimi post: se fosse capitato a me sarei stato molto più che "nervosetto" (e a nulla sarebbe servito l'onanismo tranquillizzante propostomi da un collega esperto del settore pippe).
Perdonatemi, ma a me è sembrata proprio una porcheria.
Primo, non c'è un accidenti da ridere nel "perculare" dei colleghi (soprattutto se emergenti), secondo, ho sempre sospettato degli "artisti" che fanno della "provocazione" (di 'sta cippa) il grimaldello per accaparrarsi una mollica di fama. Troppo facile, non vi trovo molto diversi da Lady Gaga.
Insieme all'amico Max Guadagni ci chiedevamo proprio che dietro all'operazione ci fosse "altro". Contravvenendo alla norma mi piace molto dire: "ve l'avevo detto".
Per chi si fosse perso le puntate precedenti può trovare un perfetto riassunto sul blog di Michele Ginevra.
Prima l'incitamento di qualcuno a farsi "due risate", ora l'elogio dell'esperimento, della provocazione. Arte, addirittura? In questa strana storia accaldata, mi pare che qualcuno ci abbia guadagnato, ma qualcuno, i più deboli, ci abbiano rimesso. Qualcuno ha attratto furbescamente l'attenzione mediatica su di sè, ma al prezzo di regalare notti insonni ad un autore ingiustamente additato di aver realizzato un libro di dubbio gusto. Una nuova chimera fumettistica: il disegnatore avvoltoio. Ma perché non vi siete inventati pure il nome del disegnatore oltre che del libro? E perché proprio lui?
Ripeto il concetto espresso in uno degli ultimi post: se fosse capitato a me sarei stato molto più che "nervosetto" (e a nulla sarebbe servito l'onanismo tranquillizzante propostomi da un collega esperto del settore pippe).
Perdonatemi, ma a me è sembrata proprio una porcheria.
Primo, non c'è un accidenti da ridere nel "perculare" dei colleghi (soprattutto se emergenti), secondo, ho sempre sospettato degli "artisti" che fanno della "provocazione" (di 'sta cippa) il grimaldello per accaparrarsi una mollica di fama. Troppo facile, non vi trovo molto diversi da Lady Gaga.
martedì 12 luglio 2011
Il senso della vita dei fumettisti. Parte 1
Il caldo mi fa uno strano effetto.
Mi piace, mi eccita, mi riempie di buoni propositi. Ma soprattutto mi fa diventare incazzoso.
Mentre passo la notte infernale fiorentina a dare la caccia ai ragni del mio appartamento, mi pongo un sacco di domande sul senso della vita di un fumettista.
La prima domanda è: "perché gli editori non rispondono?"
Non tutti, ovviamente. In Astorina, ad esempio, rispondono ad ogni domanda immediatamente. Sono la cortesia e la professionalità fatta persona. Non passa giorno che non ringrazi il cielo di averli conosciuti.
Per editori così, vale la pena di fare le nottate sulle tavole per rispettare al meglio le scadenze.
Ma alcuni altri sono davvero imbarazzanti.
Settimane per avere una risposta (di solito non soddisfacente) che poi arriva telegrafica.
Poi ci sono quelli che vorresti contattare e che non ti cagano proprio. Li insegui alle fiere, gli scrivi, gli telefoni, ma niente.
Ora... io non sono Gipi, ma, dopo diciassette anni di onorata carriera, mi sarei augurato di avere un minimo di rispetto e di attenzione. Probabilmente è colpa mia e del mio essere paguro che si rifugia nella sua conchiglia. Un paguro che non frequenta troppe fiere, certe cene, certi giri buoni.
Ogni tanto degli "esordienti" mi scrivono dicendo che non hanno risposte dagli editori che contattano. Vorrei dirgli che non ne hanno e per un bel po' non ne avranno.
Gli editori nostrani son fatti così.
Sono lo specchio del nostro paese.
Mi piace, mi eccita, mi riempie di buoni propositi. Ma soprattutto mi fa diventare incazzoso.
Mentre passo la notte infernale fiorentina a dare la caccia ai ragni del mio appartamento, mi pongo un sacco di domande sul senso della vita di un fumettista.
La prima domanda è: "perché gli editori non rispondono?"
Non tutti, ovviamente. In Astorina, ad esempio, rispondono ad ogni domanda immediatamente. Sono la cortesia e la professionalità fatta persona. Non passa giorno che non ringrazi il cielo di averli conosciuti.
Per editori così, vale la pena di fare le nottate sulle tavole per rispettare al meglio le scadenze.
Ma alcuni altri sono davvero imbarazzanti.
Settimane per avere una risposta (di solito non soddisfacente) che poi arriva telegrafica.
Poi ci sono quelli che vorresti contattare e che non ti cagano proprio. Li insegui alle fiere, gli scrivi, gli telefoni, ma niente.
Ora... io non sono Gipi, ma, dopo diciassette anni di onorata carriera, mi sarei augurato di avere un minimo di rispetto e di attenzione. Probabilmente è colpa mia e del mio essere paguro che si rifugia nella sua conchiglia. Un paguro che non frequenta troppe fiere, certe cene, certi giri buoni.
Ogni tanto degli "esordienti" mi scrivono dicendo che non hanno risposte dagli editori che contattano. Vorrei dirgli che non ne hanno e per un bel po' non ne avranno.
Gli editori nostrani son fatti così.
Sono lo specchio del nostro paese.
lunedì 9 maggio 2011
Moderazione ON
Qualche settimana fa, un utente anonimo ha lasciato su questo blog pesanti accuse verso una persona con cui collaboro. Nei miei commenti di risposta mi sono dissociato da quelle accuse totalmente infondate. Per difendere questo blog e la mia persona da azioni legali da parte di terzi offesi dalle parole di utenti in cerca di risse virtuali o di facili diffamazioni, sono costretto a inserire la moderazione dei commenti.
Mi dispiace per il disagio, me se fossi stato più furbo lo avrei fatto prima.
Colgo l'occasione per ribadire che il proprietario di questo blog, ovvero il sottoscritto, non si ritiene responsabile dei commenti lasciati dagli utenti e si impegna a rimuoverli immediatamente in caso di richiesta.
Iscriviti a:
Post (Atom)