Firma per riportare L'Insonne in edicola! Bastano pochi click!
martedì 3 gennaio 2012
Dagli all'untore!
I treni somigliano incredibilmente a vagoni per il trasporto bestiame e lo spazio vitale destinato all'umano viandante diminuisce fino al lumicino. Capita quindi, di trovarsi troppo, troppo, troppo vicino alla famigliola che consuma panini farciti con frittata, ai bambini che cantano a squarciagola i jingle della pubblicità in voga, o più semplicemente alle gambe del tizio che vi siede di fronte e che crede di trovarsi su una sdraio di Riccione.
Ma cosa accade se una di queste transumanse migratorie avviene nei giorni di picco dell'influenza stagionale?
Dopo quello che ho visto nel mio ultimo viaggio, ho capito perché un ceppo di tale malattia virale viene chiamato suina: perché è capace di mutare gli esseri umani in maiali, ecco perché. Un po' come la Circe, ma con molta meno classe. Ma vediamo come sono andati i fatti, miei giovani lettori.
La cronaca
Me ne tornavo da un accogliente paesino della Puglia, salii sul treno intorno all'ora di pranzo e come se una silenziosa campanella avesse suonato ad annunciare l'inizio delle libagioni, la gran parte dei passeggeri aveva estratto dalla capienti sacche, ogni tipo di alimento. Non sembrava più un vagone, ma una trattoria. "Una margherita al 18!" Mancavano solo i camerieri.
Comunque mi feci strada fino al posto prenotato scoprendo con sorpresa che il sedile accanto al mio era incredibilmente libero. L'anno nuovo iniziava davvero alla grande, così accesi il mio micro pc, convinto che le numerose ore di viaggio mi avrebbero ispirato memorabili pagine di sceneggiatura.
Fu allora che lo vidi.
Veniva verso di me. Procedeva nel corridoio ondeggiando.
L'occhio vitreo, saggiamente nascosto dai Ray-Ban, lo immaginai vuoto, spento. In un primo momento non capii che ormai era solo un contenitore. Il giovane ospite della "creatura".
Mi chiese se il posto accanto al mio fosse libero. Bestemmiai tra me e me, poi, con il sorriso più falso del pianeta, gli feci spazio per accomodarsi.
Era alto. Una specie di zombie cestista inquieto. Si muoveva senza tregua, ansimava, sgomitava, stendeva gli arti inferiori compulsivamente. Grugniva. Un cafone rompicoglioni che mi piantava continuamente il gomito nel fegato.
Solo un vicino fastidioso?
No, c'era di peggio e lo avrei scoperto ben presto.
Fu dopo un'oretta di viaggio che ebbi i primi sospetti di quello che era veramente. Successe quando l'occhiale da sole si abbassò a scoprire un occhio bovino rosso e umido. Sofferente.
Lo zombie gigante ricevette una telefonata alla quale rispose con un filo di voce flebile.
Ne registrai solo poche frasi, tra le quali c'era quella che mi scoperchiò il vaso di Pandora:
"Sì, ho ancora la febbre".
Un untore.
Un maledettissimo untore mi stava respirando vicino. E visto che non si trovava in un'altra provincia era dannatamente troppo vicino.
Restava il dubbio: di che tipo di germe era vettore? Raffreddore? Vaiolo? Sars? Ebola? Peste tibetana?
Non lo potevo sapere e mentre la creatura mi ansimava accanto, non riuscivo a smettere di pensare al flaconcino di gel disinfettante che tenevo nella valigia. Avessi potuto glielo avrei fatto ingerire. Tutto. Senza aprirlo.
No, non è che sono ipocondriaco... E' che ci tengo solo alla salute. Chi mi conosce sa anche che mi prodigo in consigli degni di un erborista. Ok, ok, d'accordo... sono anche ipocondriaco. Non si può essere perfetti.
Ma torniamo ai fatti.
Il non(per ora)morto ricevette una nuova telefonata.
Allungai l'orecchio, avido di conoscere maggiori dettagli sullo stato di salute dell'appestato. E la risposta arrivò, in tutta la sua drammatica semplicità, racchiusa in un nome di sette lettere che mi prospettava un futuro estremanente doloroso.
Il padre della creatura, dall'altro capo del telefono chiedeva apprensivo:
" L'hai preso l'IMODIUM?"
Una immagine proveniente dal prossimo futuro si fece largo nella mia mente. Mi vidi seduto su un trono fatto di ceramica e firmato Richard Ginori, dolorante e impegnato a bestemmiare contro lo sconosciuto che mi aveva appestato.
"Imodium, Lopemid, Dissenten. La loperamide, commercialmente disponibile come cloridrato, è un farmaco con spiccata attività antidiarroica, in particolar modo si tratta di un antipropulsivo."
Aveva la SCAGAZZA.
Era un portatore malato di strizzoni intestinali.
Una loffa perpetua al color di cioccolato.
Dopo quattro interminabili ore, il focolaio batterico umano, scese dal treno, rilassato, lasciandomi con il volto terreo e la nausea, mentre tutti intorno a me tossivano e starnutivano.
Se questo sarà il mio ultimo post, sappiate che vi ho voluto bene, ma solo a quelli non infetti, però.
martedì 29 novembre 2011
Croste
Siamo tutti Tonino Mutandari. L'importante è sapersi vendere bene.
giovedì 10 novembre 2011
Guardandomi intorno mi sorge un dubbio...
giovedì 1 settembre 2011
Criptico
Alle fiere è più semplice.
Svicoli, richiamato dal suono del cellulare che solo tu senti.
Inventi una conferenza a cui devi partecipare necessariamente.
Alla peggio simuli un malore. I più bravi schiumano anche dalla bocca.
Il guaio è che, davvero, a volte non sai come dirglielo.
Ma qualcuno glielo deve dire.
E' per il loro bene, ma ti odieranno per sempre.
Chiedi a me? E io, che non sono un'ipocrita, ti dico la mia.
Con la morte nel cuore...
venerdì 29 aprile 2011
Un matrimonio dell'altro mondo
Manca pochissimo al "fatidico sì": il matrimonio tra Kate e William fissato per venerdì 29 aprile.
Come dite? No, non sono impazzito. O forse sì, visto che parlo di un matrimonio "reale". Un evento che proprio non dovrebbe toccarmi, ma che vorrei proporvi in un ottica "diversa".
Premetto che non c'è nulla che mi è più distante rispetto a delle nozze reali.
Non c'è nulla che mi appaia così anacronistico e alieno come l'incoronazione o il potere per discendenza. Le persone, per essere davvero se stesse, dovrebbero partire da zero, senza essere un'appendice della famiglia di origine. Figuruiamoci come posso vedere l'idea di una famiglia reale. Quasi divina.
Per sdrammatizzare, sempre che di dramma si tratti, vi segnalo il post di Francesco Matteuzzi sull'argomento. Lo so, Francesco, la gente è ingrata.
Ma torniamo al William. Non mi dilungherò sul personaggio ma mi interessa raccontarvi qualcosa che potete ascoltare come una fiaba.
Sapevate che qualcuno lo ha definito l'Antiscristo?

Joey Puegh, ha pubblicato un articolo in cui giunge a tale conclusione confrontando le fattezze dell'uomo della sindone con i lineamenti dell'erede al trono d'Inghilterra.
Effettivamente una somiglianza tra i nasi c'è... E perché, si chiederanno i miei piccoli lettori?
Perché, stando alla Puegh, sarebbe stata eseguita una clonazione, usando il materiale genetico presente sulla Sindone.
Ora... io già non sono affatto sicuro dell'originalità della Sindone che per me resta una reliquia di origine medievale come provato dagli esami fatti, poi mi verrebbe da dire alla signora Puegh che pure Diana aveva un bel nasco pronunciato. Parlano della figura dell'Anticristo e personalmente ho ancora molti, molti dubbi sulla figura del Cristo storico e comunque, se a corte ci fossero scenziati di tale livello fossi stato il Principe avrei chiesto il loro intervento anche per l'incipiente calvizie.
Se non bastasse è prevista per il giorno delle nozze anche una massiccia presenza di "dischi volanti", un po' come è stato per il discorso di Obama. Gli alieni si inbucano al matrimonio del secolo? No... come direbbe David Icke, sono i cugini del re. Gli avranno anche mandato le partecipazioni. Certo che il francobollo per Zeta Reticuli deve costare un botto.
mercoledì 13 aprile 2011
Il bel cinema italiano
Niente sarà mai più come prima.
Grazie a Mauro della segnalazione.
martedì 5 aprile 2011
"Amore, c'è un prete nel mio bagno!"
Potrebbe capitare a tutti...
In questi giorni pre pasquali siamo tutti in pericolo...
E' successo alla mia ragazza, ma potrebbe essere la punta dell'iceberg, un enorme iceberg di...

mercoledì 23 febbraio 2011
E' un mondo difficile...
Mi capita di ricevere continuamente le lamentele da parte di fumettisti in cerca di prima occupazione.
Questi autori scrivono o contattano gli Editori per cui lavoro e si propongono con tavole di prova.
Spesso capita che non ricevono risposta e allora scrivono a me per una lamentela-intercessione.
"XXX non mi ha mai risposto, ho provato a riscrivergli ma niente. Cosa devo fare? ...una domanda in carta bollata?"
Oppure
"A Lucca mi aveva detto che i miei disegni gli piacevano, gli ho scritto ma non mi ha mai risposto. Puoi fare qualcosa? Puoi darmi la mail dell'Editore?"
Amici miei, sapeste in quanti neppure rispondono a me.
Siete tanti.
Una marea.
Tutti ansiosi di cominciare, ma non c'è posto per tutti.
Viene fatta una selezione, giusta o meno. Rassegnatevi.
Prima di iniziare a lavorare per L'Astorina, Jacopo Brandi e io, abbiamo fatto 40 tavole di prova per Bonelli. Credete che ci abbiano mai risposto ufficialmente?
No.
Ed è comprensibile.
Mettetevelo in testa: se non vi rispondono equivale ad un "Per ora non ci interessa, grazie."
All'autore non resta che continuare a provare e a insistere, con umiltà e pazienza.
E tenete presente una cosa... una cosa che dentro non volete sentir dire: quelli bravi davvero li prendono subito.
domenica 26 dicembre 2010
Pranzi di Natale
Finito di abbuffarvi?
Non avete proprio posto per un'ultima, innocua, insignificante... mentina?
venerdì 24 dicembre 2010
lunedì 27 settembre 2010
Il cieco e il pubblicitario
Un giorno, un non vedente era seduto sul gradino di un marciapiede con un cappello ai suoi piedi e un pezzo di cartone con su scritto:
«Sono cieco, aiutatemi per favore»
Un pubblicitario che passava di lì si fermò e notò che vi erano solo alcuni centesimi nel cappello.
Si chinò e versò della moneta, poi, senza chiedere il permesso al cieco, prese il cartone, lo girò e vi scrisse sopra un’altra frase.
Al pomeriggio, il pubblicitario ripassò dal cieco e notò che il suo cappello era pieno di monete e di banconote.
Il non vedente riconobbe il passo dell’uomo e gli domandò se era stato lui che aveva scritto sul suo pezzo di cartone e soprattutto che cosa vi avesse annotato.
Il pubblicitario rispose:
“Nulla che non sia vero, ho solamente riscritto la tua frase in un altro modo”.
Sorrise e se ne andò.
Il non vedente non seppe mai che sul suo pezzo di cartone vi era scritto:
«Oggi è primavera e io non posso vederla».Morale:
Cambia la tua strategia quando le cose non vanno molto bene e vedrai che poi andrà meglio.***
Quale morale... I pubblicitari che ho conosciuto io sarebbero ripassati solo per intascarsi il gruzzoletto.
Grazie a Marì per avermi fatto trovare questa storiella sulla rete.
giovedì 16 settembre 2010
"Cercar gli ufo non è mica un divertimento..."
Non potete immaginare che casino sia.
C'è un sacco di gente che mi racconta, bontà loro, le proprie eperienze di incontri ravvicinati.
Persone che non sento per anni che mi chiamano o mi scrivono per dirmi che hanno visto "una roba strana in cielo" e che non sanno a chi raccontarlo. Io, che non ho mai visto neppure un palloncino sfuggito dalle mani di un bimbo, ascolto con vero interesse. Poi, però, magari ne parlo con amici e parentame vario, tutti irrimediabilmente scettici, e il pazzo sembro io. Mi guardano con fare compassionevole, del tipo "Certo, certo Dibe..."
Allora mi ritrovo a condividere l'argomento con gli addetti ai lavori della questiore U.F.O. ma anche in questo caso mi sento un pesce fuor d'acqua, perché, il più delle volte, mi trovo a che fare con integralisti depositari dell'unica verità, oppure con dei fulminati, paranoici di primo livello.
Che poi io quasi non ci credo. O meglio, non escludo sia possibile. Sono ben disposto. Aperto, anche se il fenomeno non mi ha neppure sfiorato. Non ci credo ma ci spero, direbbe Dylan.
Allora mi auguro che, a forza di guardare il cielo, non perda il contatto con la terra e mi trovi, anche io, un alieno postino nell'armadio.