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venerdì 4 marzo 2011

Sul filo del rasoio

Sto correggendo le ultime tavole di The Secret e mi sento un po' così...



Siamo sul filo del rasoio e la tipografia scalpita. Purtroppo io sono un maniaco compulsivo di dettagli che il lettore non vedrà mai, quindi sono intervenuto personalmente su tante tavole a sistemare piccolezze che non riuscivo a ignorare.
Oddio, piccolezze... Pantaloni che cambiavano colore, eterocrmia contagiosa, tute policrome, una bimba dall'altezza mutante, tatuaggi mobili, foto fatte dove non c'erano fotografi, espressioni non corrispondenti allo stato d'animo dei personaggi, sceneggiature reinterpretate, coperte che diventano pellicce...
Sono troppo puntiglioso e alla fine i disegnatori mi odiano. Il problema è proprio che sono un disegnatore anch'io, e diaboliko, per giunta. Su Diabolik c'è una ricerca ossessiva dell'errore e del dettaglio. Una eredità che mi porto dietro. Mi spiace, ragazzi.
Tanto ci finiremo lo stesso su "nuvoleanomale".
Secondo me i disegnatori lo fanno un po' intenzionalmente, è come finire a Blob o a Striscia.
Comunque è quasi finita. A causa dei problemi pregressi è andata fin troppo bene e ringrazio chi sta ancora lavorando per mandare in edicola questo piccolo grande sogno.



Piccola news, ho raggiuto un accordo per pubblicare due pagine inedite di The Secret sulla rivista X Times di Lavinia Pallotta.





La disegnerà Francesco Mucciaccito, autore molto bravo e in crescita.



Riflessione del giorno.
Se voi foste un giovane autore, un autore non ancora pronto per lavorare professionalmente (il perché non si è "pronti" posso argomentarlo facilmente), accettereste di fare 2-3 tavole di un personaggio noto su una sceneggiatura professionale?
Si tratta di bieco sfruttamento o di una opportunità di testare sul campo le capacità?
Ve lo chiedo, perché ho reazioni diverse... magari, pessimi disegnatori non muovono la matita se non sotto giusto compenso, altri, magari più bravi, accettano con entusiasmo l'opportunità.
Voi come la pensate?

giovedì 24 febbraio 2011

Storia di fumettisti, leoni e di mosche...

Prendo spunto dalle parole dell'amica Manuela Soriani che ha commentato un mio precedente post. Manuela è un'ottima disegnatrice, una persona che si è davvero rotta la schiena per fare fumetto. Ora si è allontanata dal nostro “piccolo mondo antico”, ma credo che prima o poi troverà l'occasione di rientrare nel giro, anche se non è detto che sia la sua strada.

Inizia tutto con questa mia chiosa: "E tenete presente una cosa... una cosa che dentro non volete sentir dire: quelli bravi davvero li prendono subito."

Manuela: Non soltanto, Giuseppe. Lavorano anche quelli che hanno le amicizie giuste.

Giuseppe: Forse va detto che anche sapersi coltivare le “amicizie giuste” potrebbe essere considerato un merito, se l'autore in questione vale davvero.

M: E che i giovani esordienti non pensino che la buona volontà venga premiata.

G: No. Serve anche il talento. La buona volontà aiuta, come aiuta essere dei professionisti veri.

M: Quelli che lavorano sodo e con dedizione finiscono in mezzo alla strada come tutti gli altri, e senza nemmeno un "ciao".

G: Posso dissentire? Io, di autori validi "scaricati" ne vedo pochi. Dovremmo farla finita di comportarci da vittime. Dovremmo essere padroni della nostra vita e smetterla di considerare un nemico l'editore che ci pubblica. Nella mia ultima esperienza, che sto proprio vivendo in questi giorni con la realizzazione di “The Secret”, ho avuto una percezione molto diversa della faccenda. Tantissimi disegnatori mi hanno detto di “no”. Altri hanno chiesto se avevo una storia e quando gli ho detto sì, hanno cambiato opinione. Altri hanno affrontato l'impegno con superficialità, non rispettando la sceneggiatura, le indicazioni e la documentazione. Altri invece, hanno dato molto di più di quello che mi aspettavo. E la sai la cosa curiosa? Che a “tradire” sono stati proprio i “professionisti”, mentre gli esordienti al primo lavoro sono stati bravissimi e umili. Forse perché ancora non hanno capito come stanno le cose? Può darsi, ma sono certo che un paio di loro, tra qualche tempo saranno a lavorare per editori davvero grossi, mentre gli altri staranno ancora a barcamenarsi in qualche modo. Perdonami, ma quello che ci è successo (e che non rivelo per amicizia) avrebbe troncato le gambe a tutti, avrebbe fatto gridare allo scandalo su tutti i blog e i forum e poteva finire in tribunale. Invece io sono qui, insieme a colleghi disponibili e di valore a ritoccare le vignette fatte male e a cercare di salvare una barca che rischiava di affondare prima del varo.
Non sto incolpando nessuno.
Capisco che certe cose possano capitare e sto al gioco, ma d'ora in poi ascolterò con molta più sufficienza le lamentele degli autori verso gli “editori cattivi”. Non sempre a “finire in mezzo a una strada” sono gli autori.

M: E molto spesso non hanno nemmeno il tempo per migliorare nel corso degli anni, visti i tempi medi di consegna che vengono richiesti.

G: Dissento di nuovo. Guarda che disegnando tanto si migliora comunque. Se si smette di "crescere" è solo colpa nostra. Io capisco, e ci sono passato, che se c'è da pagare un mutuo siamo costretti a "trottare" con le consegne, ma non ce l'ha prescritto il dottore.
Si fanno delle scelte.
Alcuni preferiscono aspettare il "treno buono" e magari un giorno passa, altri, come il sottoscritto, fanno qualsiasi lavoro per andare avanti, perché altrimenti "si deve fare un lavoro serio e abbandonare i propri sogni".

M: Questo li danneggia ulteriormente, perché quando cercano di proporsi altrove si ritrovano con portfoli scarni e di qualità medio bassa.

G: E allora, se si vuole fare il "salto di qualità", o meglio, se si vuol provare a farlo, ci si prende tre mesi, sapendo che non si guadagnerà un euro, e si lavora ad un portfolio dignitoso. Ora stai a vedere che se i portfoli sono scarsi è colpa degli editori che ci pubblicano.

M: Ci sono davvero un sacco di buoni motivi per non fare fumetto.

G: Su questo sono profondamente d'accordo. Non facciamolo. Facciamo altro! Io è una vita che voglio darmi all'imbiancatura. Se domani mi chiuderanno tutte le porte in faccia, farò altro, e non è detto che continui a disegnare o scrivere. Cambiare è sempre fonte di crescita.

M: E solo chi osserva dalla distanza, avendo cambiato settore, può capire quanto questo mercato sia ristretto e limitato.

G: Anche dall'interno appare ristretto, ma sono le dinamiche umane che ci fregano.
I fumettisti sono persone che riflettono nel lavoro la loro personalità. Se un autore ha una crisi lo si vede nel lavoro che fa. Il fumettista non è tutelato, non ha pensione, non ha malattia, viene pagato spesso pochissimo, viene sfruttato, viene vessato, ma è libero. Libero anche di non consegnare la storia che aveva preso l'impegno di realizzare a 40 giorni dall'andata in stampa. Libero di cambiare lavoro e libero di fare altro. Le regole sono sbagliate e spesso non ci sono? Fare altro, cambiare settore è l'unica cosa da fare. Se un posto non mi soddisfa posso andarmene o cercare di cambiarlo dall'interno.
La sapete la leggenda curda della mosca e del leone?

"Un giorno la mosca ritrovandosi collocata sulla pancia di un leone, decise di diventarne amica e per fare questo tentò di attirare l'attenzione del re degli animali. Non riuscendo nell'impresa si avvicinò all'orecchio del leone invitandolo a stringere un patto di amicizia, ma il re non prese in considerazione la proposta, derise la mosca e la scacciò in malo modo. Quest'ultima meditò una vendetta e si infilò in fondo alle narici del leone disturbandolo notevolmente al punto da costringerlo a dare una serie di musate su una roccia finendo così con l'insanguinarsi il naso; a causa della presenza della mosca, il leone piano piano impazzì e si gettò da una rupe e morì. Appena un attimo prima la mosca uscì dalle narici per chiedere nuovamente al leone se voleva fare la pace e stringere una amicizia."
(Ringrazio Francesco Matteuzzi di avermela raccontata)
Capita la metafora?

M: E quanto danneggi le potenzialità stesse dell'artista.

G: Ma siamo artisti o artigiani? Io propendo per la seconda definizione, anche se vedo molti modesti artigiani comportarsi come "artisti", ma nella accezione negativa del termine: meteoropatici, non professionali, raffazzonati, primedonne mancate etc. Ci manca che devastino le camere d'albergo, poi siamo a posto.

Poi "Max" interviene:
Concordo pienamente con la brava Manuela Soriani. Del resto sono le stesse sensazioni che provo io leggendo le cose che escono in edicola

G: Un bel gatto che si morde la coda. E' sempre colpa del gatto. Forse la situazione è tale perché i lettori diminuiscono a vista d'occhio, oppure i lettori diminuiscono perché si fanno prodotti approssimativi e senza professionalità e amore? Anche in questo caso, nessun dottore prescrive l'acquisto di fumetti.

Grazie a Manuela e Max per il loro prezioso intervento.

mercoledì 23 febbraio 2011

E' un mondo difficile...



Mi capita di ricevere continuamente le lamentele da parte di fumettisti in cerca di prima occupazione.
Questi autori scrivono o contattano gli Editori per cui lavoro e si propongono con tavole di prova.
Spesso capita che non ricevono risposta e allora scrivono a me per una lamentela-intercessione.


"XXX non mi ha mai risposto, ho provato a riscrivergli ma niente. Cosa devo fare? ...una domanda in carta bollata?"


Oppure

"A Lucca mi aveva detto che i miei disegni gli piacevano, gli ho scritto ma non mi ha mai risposto. Puoi fare qualcosa? Puoi darmi la mail dell'Editore?"


Amici miei, sapeste in quanti neppure rispondono a me.

Siete tanti.
Una marea.
Tutti ansiosi di cominciare, ma non c'è posto per tutti.
Viene fatta una selezione, giusta o meno. Rassegnatevi.

Prima di iniziare a lavorare per L'Astorina, Jacopo Brandi e io, abbiamo fatto 40 tavole di prova per Bonelli. Credete che ci abbiano mai risposto ufficialmente?
No.
Ed è comprensibile.

Mettetevelo in testa: se non vi rispondono equivale ad un "Per ora non ci interessa, grazie."
All'autore non resta che continuare a provare e a insistere, con umiltà e pazienza.
E tenete presente una cosa... una cosa che dentro non volete sentir dire: quelli bravi davvero li prendono subito.

giovedì 28 ottobre 2010

Stress!

In questo periodo di traslochi da fare, tavole da disegnare, storie da inventare, fiere da presenziare e vita da vivere, mi sento esattamente così...