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venerdì 31 dicembre 2010

Scelte

Se avessi ascoltato mio padre non avrei neppure frequentato il liceo.
Mio padre, che non ha mai letto un libro in vita sua fino a quando ho pubblicato il mio, proprio non capiva il mio interesse verso lo studio. Mi voleva falegname come lui.
Lavoro dignitosissimo e creativo, ma un falegname famoso di nome Giuseppe c'era già e io avevo una certa ambizione da primadonna.

Se avessi ascoltato mio zio non avrei mai fatto fumetti. "Non era un lavoro" diceva. "Come li camperai i tuoi figli?" Di figli non ne ho, ma un tetto me lo sono comprato. E ci godo tanto, pensando che mi ha aiutato il "ladro" per antonomasia.

Se avessi ascoltato quelli che mi dicevano di lasciar perdere con L'Insonne, Desdemona sarebbe morta nel 1995.
E invece no.
Ci credevo, e tra mille sfighe è arrivata viva e vegeta fino ad oggi, quando comincia ad incassare i frutti dell'amore che ha seminato. Tranquilla, Desdemona, non ho intenzione di farti morire proprio adesso.

Se avessi ascoltato quelli che mi dicevano di smetterla di scrivere, che avrei guadagnato di più disegnando e stando al mio posto, oggi forse avrei qualche soldo in più ma avrei inventato meno mondi e vissuto solo la mia piccola vita.
Non ci sto zitto al mio tavolo da disegno.
Come dice questo blog, "la vita non può essere segregata nel riquadro di una vignetta".

Se avessi ascoltato quelli che mi dicevano: "Lascia stare, lei è troppo giovane per te", avrei perso la gioia più grande che la vita ci può dare.
Parlavano di me come di una cariatide.
Santo cielo quanto conformismo nelle persone.
Gli stai sulle scatole quando cambi, quando vuoi qualcosa che sia davvero adatto a te, alla tua anima. La loro vita è un bel puzzle e i pezzi devono stare al loro posto, altrimenti mettono in discussione tutto. Anche loro. Se li avessi ascoltati non avrei conosciuto l'Amore Vero, quello che ora che è lontano mi fa male da impazzire.
Se li avessi ascoltati sarei morto dentro e avrei fatto morire chi era intorno a me.

Scegliere vuol dire vivere.

Ecco, questo è un buon proposito per il prossimo anno: scegliete.

Non ascoltate le ranocchiette che gracidano intorno a voi. Seguite solo quello che sentite giusto. Agite anche avventatamente, se necessario. Ma non fatevi condizionare da gli altri.
Seguite la vostra anima, lei sa dove condurvi, lei è l'aria che gonfia le vele nel mare della vita.

E ora, che manca meno di un'ora a mezzanotte, riempio ancora il mio bicchiere di whisky e torno al lavoro.
No, non bevo di solito, ma stasera, per mille ragioni e come in un pessimo romanzo noir, c'è solo una bottiglia a farmi compagnia.
Chissà che finalmente scriva qualcosa di buono. Almeno crederò che lo sia se lo leggerò da sbronzo.

Buon anno...

Caro 2010, tra poche ore lascerai il passo a tuo figlio sulla linea del tempo.
Non devi fartene un cruccio, non devi dispiacerti, perché è nella natura delle cose. Per l'uomo moderno il tempo, tuo padre, è una linea retta orizzontale che va da un punto imprecisato del passato ad un punto imprecisato del futuro. Per le culture antiche, invece, il tempo era ciclico, formato da un continuo ripetersi di eventi. Comunque vada, caro 2010, devi toglierti dalle scatole, perché si sa: "tutte le ore feriscono, l'ultima uccide". E vale anche per te.
Sei stato un anno doloroso, ma non esiste un parto senza dolore. Per cambiare bisogna soffrire, e come una madre guarda con immenso amore il figlio che con la sua nascita l'ha fatta gridare di dolore, io oggi guardo quello che mi hai lasciato con grande riconoscenza.
Stasera, comunque, non festeggerò.
Lavorerò fino a tardi, spero, perché nel 2011 ho il compito di svelarvi il segreto e devo essere certo di averci messo tutto il mio impegno, se non il talento.
A mezzanotte certamente sarò al telefono, perché ci sono seicento chilometri che mi dividono dall'altro mio piccolo cuore e se la telepatia funziona, il cellulare aiuta.
Sì, lo ammetto, avrei preferito passare il capodanno diversamente, ma visto che le sue braccia sono lontane, coglierò l'occasione per abbracciare me stesso.
Sarà un po' come ricentrarsi.
Raccogliersi in silenzio e guardarsi dentro. Fare davvero il punto della situazione e non solo dei brindisi.

domenica 26 dicembre 2010

Pranzi di Natale

26 dicembre, ore 16:38...
Finito di abbuffarvi?
Non avete proprio posto per un'ultima, innocua, insignificante... mentina?

sabato 25 dicembre 2010

Buon "Newtonale" a tutti...

Tanto per ribadire un concetto a me caro...



Aggiungo che l'albero di Natale deriva probabilmente dall'albero della vita ebraico, dove la prima sefirà Kefer, la volontà prima, è rappresentata dal puntale dorato mentre le altre palline sono le restanti sefirot.
Vabé, non importa. Come non detto.

Dannate assurde convensioni.

Dannata fila al supermercato il 24 pomeriggio.
Dannato panettone che mi resta sullo stomaco.
Dannati inutili regali.
Dannati TAG natalizi.
Dannate ipnosi di massa.
E ora mi aspetta anche il pranzo dai miei...
Sono già in ansia.
Cheppalle.

Auguri... ne abbiamo tutti bisogno.

AGGIORNAMENTO

Non è disprezzo verso il Natale, è che non soffro questo teatrino di buonismo e zucchero a velo.
Ognuno è libero di narcotizzarsi spacchettando regali inutili o tenendosi per mano di fronte all'albero cantando canzoncine appropriate. Se questa pratica lo fa tornare un po' bambino, quando non aveva ancora perso le prioprie illusioni, che lo faccia pure.
La gente mi odia abbastanza in questo periodo.
Io sono irritato dal mondo intero e finisce che io irrito chi mi sta intorno.
Non che la cosa mi crei problemi... ma Pinocchio per non sentire il grillo parlante, lo schiaccia.
Il mio non è sterile cinismo...
Volete festeggiare l'amore? Fatelo tutto l'anno, amate, rispettate, perdonate, non avventatevi su oggetti inutili che vi riempiono i cassetti e non l'anima.
Non fate regali solo perché gli altri si aspettano che lo facciate. Fatelo se lo sentite, altrimenti sarete solo condizionati. Un altro aspetto della gabbia invisibile che abbiamo intorno.
E ora uccidetemi perché dico che il re è nudo.



(per disattivare il tango scorrete la pagina)

venerdì 24 dicembre 2010

Disegni per i lettori



Video realizzato presso il Castello di Donnafugata di Ragusa, una location di grande fascino, dove l'architetto Giuseppe Micciché e la gentilissima consorte hanno organizzato un evento legato al fumetto che ha attratto e incuriosito tantissimi visitatori.

...

giovedì 23 dicembre 2010

Gli auguri di Desdemona

Coerente alla mia mancanza di coerenza, dopo avervi detto che non mi piace il natale e chiesto di non taggarmi in bigliettini natalizi di varia natura, vi propongo gli auguri di Desdemona.
E' che lei ci teneva così tanto...



la voce è di Isabella Mancini che ringrazio come al solito.
Per disattivare il "tango" andate alla fine della pagina.

mercoledì 22 dicembre 2010

Bigliettini natalizi e Facebook... mi avete sinceramente trapanato i gioielli di famiglia

Basta.
Vi prego.
Sono stremato.
Iniziarono le mail di auguri semplici. Poi è stata la volta delle mail con il "disegnino natalizio allegato".
Ok, bene. Grazie del pensiero.
Oggi, nell'era di facebook, la più appiccicosa usanza che ci siamo creati è il TAG sui bigliettini natalizi.
Se ti taggano gli amici, passi, lo sopporto. Ma quando ti tagga un perfetto sconosciuto la faccenda inizia ad irritarmi.
la pratica inizia lentamente, verso il 20 di Dicembre per poi raggiungere il suo picco il 24 con replica il 31. I più rompicoglioni ci riprovano anche per la Befana.
Non è quello, ma l'alluvione di messaggi di auguri che seguono al bigliettino e che mi intasano come la stipsi la mia povera casella mail.
Sono un cafone?
Può essere, ma vediamo se così sarò gentilmente esentato da questa mielosa pratica.

Tanti auguri e vi lascio alla mia personale visione del Natale.


martedì 21 dicembre 2010

Amore, nerd e fumetti

Io non credo di essere un nerd, anche se i nerd mi stanno simpatici.
Non credo di essere un nerd, ma non è detto che non lo sia. Diciamo che mi sforzo di non esserlo, anche se dentro di me, come in Gordian, ci deve essere un bimbetto brufoloso e sudato che tenta di guidarmi.

Oddio, forse il paragone era proprio da nerd.

Forse gli appassionati di fumetto sono strani, ripetitivi, "stramboidi", ma spesso, dentro quella busta di plastica in cui si sono impacchettati, hanno solo un cuore troppo sensibile. Un cuore incapace di affrontare una realtà dolorosa e incomprensibile in cui sono stati scaraventati. Infantili o semplicemente increduli di fronte alle sofferenze del mondo? Come biasimarli se si rifugiano nelle pagine patinate di uno spillato?

Comunque... quanti di voi fumettisti e fumettari che passate da qui vi riconoscete in questo video?
La faccenda del ritratto funziona, ma soprattutto tutti noi conosciamo un "Capitan Tuta".

(Per disattivare il tango scorrete la pagina fino alla fine)

sabato 18 dicembre 2010

Storie di Lucca, workshop e pallate di neve...



Il workshop

Dal 13 al 18 dicembre ho soggiornato a Lucca.
Per uno che fa fumetto, Lucca senza stand, cosplayer e fumetti appare paradossalmente irreale.
È un po' come visitare un palcoscenico senza attori e spettatori. L'impressione è stata che comunque, i comics, facciano ormai parte integrante del tessuto della ricca cittadina toscana.

Nella terra di Ilaria del Carretto ci sono stato per un workshop organizzato dallo Staff di Lucca Comics dove, ad un manipolo di promettenti disegnatori, viene offerto un laboratorio dedicato al fumetto, guidato da Lorenzo Bartoli e dal sottoscritto. L'iniziativa, giunta al secondo anno, meriterebbe molta più pubblicità rispetto a quella che riceve.
Quindici giorni comprensivi di vitto e alloggio di altissima qualità, in cui otto giovani autori realizzano tavole a fumetti e assorbono come spugne le indicazioni, i trucchi e i suggerimenti dei professionisti. Devo davvero ringraziare lo staff di Lucca Comics per la splendida accoglienza che ci hanno assegnato, in particolare Dario, Paola e Stefano che hanno vegliato su di noi come veri angeli custodi. Siete favolosi. Un abbraccio da Marisa e da me.
Un saluto ai ragazzi e le ragazze del corso, per la simpatia e la voglia di ascoltare e di imparare un mestiere che non è un lavoro ma una specie di vocazione. Grazie per le pallate di neve dell'ultima sera e per l'allucinante disegno che abbiamo fatto tutti insieme. Mi avete fatto ringiovanire di vent'anni.
Agli altri aspiranti disegnatori, suggerisco di appuntarsi questa iniziativa che, fondi permettendo, si ripeterà anche l'anno prossimo. Non capita spesso una occasione come questa.

La nevicata

Dopo il diluvio dei giorni della fiera, non poteva mancare che una nevicata record nei giorni del Woprkshop. Consiglio di non fare altre iniziative dedicate ai fumetti, se non vogliamo vedere Piazza Napoleone colpita da un inaspettato tsunami.
Se Marisa ci ha messo sei ore per arrivare a Firenze il venerdì 17 (e tralascio le battute sulla sfiga), io ce ne ho messe cinque il giorno dopo. E meno male che non avevo preso la macchina, sennò "The Secret" sarebbe uscito postumo..
Spero che tutti i ragazzi del corso siano rincasati senza troppi problemi. Aspetto vostre notizie!
La cosa sconvolgente è stata che non funzionavano i cellulari. Questo mi ha fatto pensare quanto siamo dipendenti dalla tecnologia e mi sono chiesto cosa succederà in occasione di una bella tempesta magnetica come quella capitata a fine '800.
Ci decidessimo a riscoprire la telepatia che è nascosta dentro di noi?

La curiosità

Dalle parti di Prato, è salita sul mio treno una famigliola formata da madre, figlia, figlio, fidanzata di quest'ultimo e cagnetto. Tutti tirati al lucido erano la quintessenza della superficialità della nostra specie. I discorsi, esposti in maniera impeccabile, denotavano una certa cultura ma messa al servizio del loro encefalogramma piatto. Io che sul treno cerco di leggere, parto prevenuto con chi chiacchiera a voce alta, ma l'allegra combriccola non smetteva di parlare di borse, vestiti, fidanzatini, trucco, vacanze costose, lavoro ecc.
Un vero esempio di schiavi del sistema.
Contenti perché inconsapevoli di esserlo.
Il culmine dell'assurdo è stato toccato quando qualcuno ha detto che il cagnetto era razzista perché abbaiava alle persone di colore. La spiegazione parascientifica del fatto è stata data da una delle ragazze che sosteneva che il quadrupede percepisse lo stato d'animo di chi gli stava vicino e che quindi abbaiasse a chi aveva cattive intenzioni. Avrei voluto spiegare come la faccenda fosse assurda visto che gli avrei prese a sonori scappellotti, mentre il cagnetto non dava segni di nervosismo.
Imploravo una slavina mentre sentivo che avrebbero voluto anche mettere una medaglietta del Duce al povero cagnetto.
Questa società è marcia dentro.

sabato 11 dicembre 2010

Presentazione di The Secret a Lucca Comics 2010

Presentazione tenutasia a Lucca Comics 2010, della serie a fumetti "The Secret" che sarà in edicola da marzo 2011 per le edizioni Star Comics.
"The Secret" è una fiction a fumetti che si basa su fatti reali, testimonianze e ricerche effettuate da importanti scienziati di confine.
Otto episodi a cadenza mensile che cercheranno di scoprire IL SEGRETO che si cela dietro l'esistenza stessa del genere umano.
Malcor, uno dei personaggi della serie, è costruito sulle teorie e sulla figura del discusso ricercatore italiano Corrado Malanga.

venerdì 10 dicembre 2010

2012



Alle Invasioni Barbariche della brava Daria Bignardi (dalla "Gipiesca" sigla) si parlava del 2012. Quando si parla di quella fatidica data in televisione è un po' come quando si parla di fantasmi tra amici: qualcuno racconta storie, qualcuno si spaventa, qualcuno ride, altri escono a fumare.
Come la penso io sul 2012 è presto detto: se fosse per me dovrebbe arrivare un'onda talmente alta da spazzare via tutto il genere umano da questa terra, ma, purtroppo per i miei gusti plumbei autodistruttivi, non ci sarà nessuna fine del mondo. Il pollaio va tenuto in ordine, altrimenti addio uova. Non succederà un bel niente, neppure il salto quantico tanto auspicato, perché guardandomi intorno, di gente "evoluta" ne vedo sempre meno, rassegnati al nostro vivere di materia e per la materia.
Comunque, durante la trasmissione abbiamo assistito all'ennesima performance del figlio "illegittimo di Piero Angela" con Igor Sibaldi, studioso di teologia e di storia delle religioni che, tanto per gradire, ha pure tradotto Guerra e Pace di Tolstòj, mica il manuale delle Giovani Marmotte.

Ho letto tutti i libri di Igor e lo conosco personalmente e vederlo aggredito in quella maniera becera dal mangiatore di molluschi, mi ha dato veramente ai nervi.
Nella trasmissione, Cecco Pavone recita l'unico copione che gli ha permesso di sopravvivere mediaticamente negli ultimi anni. Aggredisce e sbeffeggia.
Igor Sibaldi non parla di "fine del mondo", tant'é che inizia dicendo che si tratta di una "favola", ma il buon Cecco non ascolta e alza la voce, fino a minacciare un task force di avvocati pronti a perseguire penalmente chi, come Roberto Giacobbo (e il presente Igor), abbia scritto libri sull'argomento 2012 e seminato così il panico nella popolazione.
Una popolazione che si è bevuta la minchiata di un milione di posti di lavoro e che quindi crede a tutto, compresi agli sciagurati che curano il cancro con gli ultrasuoni.
Caro Cecco, i libri andrebbero letti prima di parlare. Né Giacobbo né Sibaldi, nei loro volumi preannunciano la "fine del mondo". Giacobbo riporta antiche leggende e miti e poi si affretta a dire che, a suo parere, non accadrà nulla di catastrofico. Igor parla di "stagioni dell'organismo società", e mai annuncia un'apocalisse. Quella la vorrei io, ma oggi è una giornataccia.
Sono curioso di assistere alla formazione del "Comitato anti 2012" e vorrei sapere se Cecco chiederà anche i danni a chi provoca morti per AIDS vietando l'uso del profilattico.



Per disattivare il tango di sottofondo andate fino alla fine della pagina ;)

lunedì 6 dicembre 2010

Niente benda. Preferisco guardare in faccia il plotone d'esecuzione...

Jacopo mi dice che sono permaloso.
Me lo dice anche Marisa.
Me lo dicono un po' tutti, effettivamente.
Sì, lo sono perché vorrei essere infallibile e invece dovrei accettarmi per ciò che sono.
Come saprete in edicola c'è il mio ultimo Diabolik, il titolo è “Fermate la ghigliottina” ed è anche una bella storia.
Appena uscito, gli occhi onniveggenti dei lettori più attenti, mi hanno segnalato una topica di tutto rispetto, quindi, siccome sarò pure permaloso ma mi prendo le mie responsabilità, ammetto pubblicamente l'errore, perché non ci si dovrebbe mai vergognare per gli sbagli fatti.
Nella vita come nei comics.
Un lettore della mailing-list diabolika scrive:

"Nella vignetta 32 in alto c'è un errore. Diabolik è con il coprivolto mentre alla precedente vignetta e (peggio) a quella dopo, privo di conoscenza, è senza il coprivolto, come è possibile che se la sia tolta mentre era ferito e privo di sensi in macchina?"

Ecco la sequenza incriminata.



La maschera va e viene dalla faccia del nostro eroe. Sarà un trucco diaboliko?

Jacopo Brandi e io chiediamo umilmente scusa per l'errore.
Capìta anche nelle migliori famiglie e nelle migliori produzioni (tipo l'orologio di Ben Hur).
Siamo imperdonabili, non ci crederete mai ma anche i fumettisti sono esseri umani e come tali: fallaci (leggesi: cazXXoni).
A fare fumetti non c'è una super produzione holliwodiana, ma poche persone che fanno del loro meglio. Pensate che c'è anche un sito che cataloga gli errori dei film, quindi se un fumettaro toppa non merita la croce né la flagellazione.
Magari lo sberleffo in pubblica piazza è una punizione accettabile.
A volte i fumettisti e i lettori, dimenticano l'ironia (e l'autoironia). Ce ne vorrebbe di più, perché stiamo parlando di fumetti, non della crisi di governo.

Gli errori, più o meno gravi, si possono fare. Ricordo che nel secondo numero de “L'Insonne”, nell'edizione del '95, Fabio lanciava in aria un coltello sottratto ad un criminale e ricadeva magicamente una pistola. Buffo.

Il lettore diaboliko continua così:
"E pure alla vignetta 35, Ginko mentre è al telefono si veste nel giro di pochi secondi... era più logico farglielo dire in pigiama "arrivo tra pochi minuti"..."

Bah, amico mio, qui non sono molto d'accordo. Ginco si potrebbe essere vestito nella vignetta intermedia. Questa, oltretutto, è una vignetta simbolica: bisognava far vedere come Ginko fosse pronto all'azione, lasciarlo in pigiama ce lo “afflosciava un po'”.

"Vabbè, sono sottigliezze.. però hanno il loro peso in un fumetto bello e arzigogolato come Diabolik. Più attenzione le prossime volte..."

Sarà fatto.
A volte capìta di essere disattenti, sai la vita ti travolge ti sommerge e ti toglie il sonno. Una maschera di Diabolik visto di spalle ci può scappare.

Vi saluto col capo coperto di cenere e vado a preparare la lama per il harakiri.

Giuseppe

PS
Per la cronaca, ho già segnalato la faccenda al sito nuvoleanomale

mercoledì 1 dicembre 2010

Storie di fumetti e di vita vissuta


"Un terribile incidente ed Eva Kant finisce in coma, all’ospedale, mentre Diabolik viene catturato, imprigionato e subito trascinato davanti alla ghigliottina. Qualcuno riuscirà a fermare la sua lama affilata prima che scenda inesorabile sul collo del Re del Terrore?"



E' in edicola il mio nuovo Diabolik.
Alle chine, come al solito, Maestro Jacopo Brandi.

Proprio stasera riguardavamo le nostre vecchie tavole fatte insieme. Alcune avevano dodici anni e ci sembrano ancora bellissime.
Forse più stasera che allora.
Dodici anni fa producevamo molto più di oggi e forse con maggiori motivazioni, ma nessun Editore sembrava volerci. Tutti dicevano che le tavole erano belle, ineccepibili, morbide, chiare, ma... ma... ma...
"Ma non prendiamo più nessuno", poi assumevano un disegnatore vicino di casa dello sceneggiatore.
"Se la serie diventa mensile vi prendiamo", poi la serie non diventava mensile ma assumevano comunque uno, due, tre nuovi disegnatori.
"Ma non c'è più posto", poi il posto si trovava sempre. Per gli altri, però.

All'epoca scrissi anche una lettera ad un importante Editore, uno che mi aveva anche già pubblicato. Gli dissi che eravamo davvero spinti dal sacro fuoco, che avremmo fatto di tutto per disegnare fumetti, che saremmo stati onorati di entrare nella "grande famiglia". Lui mi rispose inferocito che la sua non era una famiglia, ma una azienda in perdita e che i fumetti non vendevano più e bla bla bla.
Picche, insomma.
Quelli della redazione, giuro, mi fermarono nei mesi successivi per chiedermi scusa da parte dell'Editore.
"Lui è così", dicevano.
Mi piacerebbe davvero ritrovare quella lettera per pubblicarla, perché gli schiaffi fanno crescere, ma non bisogna mai dimenticarli.

Poi c'era quell'altro. Il piccolo Boss del fumetto italiano. Mi piaceva come scriveva, ma ho sempre pensato che fosse bipolare. Un giorno ti copriva di complimenti, il giorno dopo ti massacrava. Chiamava i disegnatori il sabato sera e se non erano a disegnare li cazziava e minacciava il licenziamento. Ha distrutto un mio caro amico, reo di troppa leggerezza, ma che ha pagato per colpe non sue.
"Ti rovineremo" diceva il Boss.
"I nostri avvocati mangeranno la casa dei tuoi genitori".
Io, che ho provato a rispondergli per le rime, sono stato boicottato negli anni e nel 2005 mi ha anche accusato pubblicamente di volergli fregare i disegnatori, solo perché avevo chiesto ad un amico se fosse interessato a disegnare un episodio dell'Insonne.
La differenza tra il Boss e me, è che io non ho mai considerato i disegnatori come sottoposti. Per me sono amici e collaboratori che danno, con me, corpo ad un sogno. Poi mi ci incazzo pure, ma il rispetto arriva sempre prima di tutto.
Il tempo è galantuomo, Boss.
Tu scrivevi molto meglio di me, ma ti sei fatto un pessimo Karma.

Poi, quando stavo per farla finita con i fumetti, quando mi ero rassegnato ad una stimata (e più remunerativa) vita da pubblicitario, è arrivato Diabolik, prima per me, poi, quattro anni dopo, per Jacopo.
Non finirò mai di ringraziare Giorgio Montorio e Mario Gomboli.
Magari neppure lo sanno che mi hanno salvato la vita.

Per questo vi invito a comprare il nuovo albo di Diabolik in questi giorni in edicola.
Perché se ci credi davvero i sogni si realizzano.