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domenica 30 settembre 2018

Essere Richard Wrost

Ero per strada, stavo aspettando una persona. Ad un certo punto mi si para di fronte un ragazzo, più o meno ventenne, in tenuta da viaggio in bici, zaino, guantini etc etc e mi grida:
"Ma lei è Richard Wrost!"
Ora, io non sono sicuro di aver capito bene. So solo che ha detto qualcosa che suonava pressappoco in quel modo. Poi ha continuato:
"Magari è in incognito, ma la prego, mi farebbe un autografo?"
Sfortunatamente ero un po' teso e preoccupato per ben altre cose e penso che sia stato un vero peccato, perché sono sicuro che in un altro momento lo avrei irretito con una supercazzola e avrebbe finito per far lui a me un autografo fasullo.
E invece gli ho solo detto: "Smamma idiota" (che solo adesso mi rendo conto di quanto sia una frase fuori dal tempo come quando dico "pardon").
Peccato, giovane amico burlone. Non hai trovato il DiBe migliore. Magari l'avresti potuta raccontare agli amici e io resterò col dubbio su chi accidenti sia Richard Wrost.


sabato 29 settembre 2018

Del "dono", del cancro e del pensiero positivo

Avete presente la faccenda del "DONO" che sta imperversando sui social?
Nella vita l'ho sentita molte volte e troppe volte l'ho professata.
Per capirla a pieno bisogna conoscere il retroterra, per certi versi, "new age" in cui il concetto nasce. Sono ambienti che ho frequentato e da cui mi sono un po' allontanato, forse a causa della disillusione e del cinismo dell'età. E dalla pessima compagnia.
In certi ambienti inclini al "pensiero magico", le difficoltà della vita sono dei "doni", perché superando le difficoltà si cresce. Sono come scalini che salendoli permettono di vedere il mondo che ci circonda un po' più dall'alto e quindi più chiaramente. Sono dei confini, e i limiti sono una buonissima cosa, perché quando si individuano si inizia già a superarli.
Ok, fin qui tutto molto bello.
La faccenda si complica di fronte a un problema di salute bello grosso. Un problema che terrorizza come terrorizza la paura della morte. Per affrontarlo bisogna indubbiamente far ricorso a tutte le proprie energie e certamente anche ad una profonda fiducia nel domani. Lo spirito è utile, fondamentale, ma non è abbastanza. L'ho visto con i miei occhi come molti di voi. E no, purtroppo non basta. Anche ad Auschwitz c'era il pensiero positivo: "Il lavoro rende liberi" recitava la scritta sull'ingresso. Sapete come andava a finire.
Il pensiero positivo, semplificato e proposto alle masse come un prodotto di banale consumo è deresponsabilizzante e inutile. E' utile in un lungo percorso di consapevolezza personale, e non può essere ceduto o insegnato. "Venduto" come una semplicistica panacea è addirittura pericoloso.

I social e la depressione

Da varie parti ho letto che i social, e specialmente Instagram, aggraverebbero gli stati depressivi. Riportando la sua esperienza personale lo ha raccontato anche Elon Musk. Figuriamoci. In soldoni vorrebbe dire che a furia di scorrere i profili di gente dalla apparente vita felicissima, pur comprendendo che c'è una predominante patina di finzione, il sentimento profondo che si prova è quello che la propria vita, le proprie capacità, e le proprie aspirazioni siano inadeguate.
Questo mi ricorda un po' la televisione degli anni 80, quando è passata da intrattenimento ed educazione, al solo svago fatto di voyeurismo delle vite luccicanti delle star, oppure dell'abisso dei casi umani. Negli anni 80 tutti volevano apparire in tv, ma in pochi potevano realmente farlo, mentre oggi tutti, con in mano un "coso" possono inventarsi una vita migliore e far credere agli altri che lo sia, generando depressione per loro e per gli altri.
La soluzione? Non ce l'ho. Posso proporre un consiglio: scollegarsi.
In fondo, Morpheus lo aveva detto.

domenica 23 settembre 2018

Edifumetto e Mostro di Firenze. Una novità.

Come qualcuno già sa, a marzo uscirà una mia graphic novel per le Edizioni Inkiostro dedicata alla vicenda del Mostro di Firenze. Non si tratta di un lavoro "su commissione", ma qualcosa che volevo fare da anni, forse da quando ho iniziato a scrivere e disegnare fumetti. Le stesse storie de L'Insonne non sarebbero potute nascere senza questa influenza nera che ha aleggiato sulla mia infanzia.
Bene, nelle ricerche, enormi, che ho portato avanti in modo concreto negli ultimi quattro anni, ho fatto una piccola scoperta.
Nella notte del duplice omicidio di Vicchio del 1984, verso le 4 del mattino, un tale "Farini" telefona ai Carabinieri segnalando un incidente sulla strada Sagginalese, nella zona in cui aveva colpito il Mostro. Quando il misterioso telefonista chiama, i corpi sono già stati trovati, ma, dell'incidente nessuna traccia. Chi ha chiamato? Non risulta nessun "Farini" (per giunta fornaio) abitante in zona. E' stato il Mostro ansioso di rivendicare l'opera?
Nel 1982 era uscito un albo per la Edifumetto, serie Attualità Gialla, liberamente ispirato ai delitti del Mostro. Lo potete leggere QUI (occhio che è un volume pornografico. No minori, please!). 
 


Sul fumetto in questione il guardone protagonista della vicenda si chiama, guarda un po', "Farini".
E c'è un altro dettaglio spaventoso. Nel fumetto, l'assassino, escinde i seni delle vittime, scempio che il vero Mostro non aveva ancora compiuto e che vedrà il suo inizio proprio con Vicchio due anni dopo, esattamente la notte della telefonata di Farini.
Personalmente sostengo da anni che il Mostro leggesse tutto quello che lo riguardava (come fanno tutti i serial killer) e con quella telefonata anonima avesse voluto "giocare" con gli inquirenti.
Qui potete un po' approfondire la faccenda. 
 
Grande era la curiosità tra i "mostrologi" di conoscere l'identità degli autori dell'albo, per magari chiedergli la genesi di quella storia e il perché delle scelte. Come sapete, infatti, i nomi degli autori dell'epoca non venivano inseriti nei credits dell'albo. In alcuni casi siglavano le tavole e per i porno usavano sempre uno o più pseudonimi.
Quando ho avuto l'occasione di sfogliare l'albo, mi sono detto: "Sembra proprio un lavoro di Luciano Bernasconi", che aveva (e ha!) un tratto piuttosto personale, almeno ad un occhio allenato. Così ho iniziato a cercarlo, l'ho raggiunto e gli ho posto la domanda.
Ecco la sua risposta:

"Sì ricordo di averlo disegnato, ma non ho la minima idea di chi lo abbia scritto. C'erano pacchi di sceneggiature che venivano distribuite ai vari disegnatori e nessuno si occupava di sapere chi erano gli autori. Non seguivo i fatti di cronaca, eseguivo solo un lavoro richiesto. Era tutto un pò frenetico all'epoca. Non saprei che altro dirle."


Quindi abbiamo aggiunto un altro piccolo punto fermo in questa brutta storia: il disegnatore de "L'assassino del bisturi" è il maestro Luciano Bernasconi che ringrazio anche pubblicamente per la gentile risposta. Lo sceneggiatore forse è stato lo stesso Renzo Barbieri, che però di certo non potrà soddisfare la nostra curiosità, avendoci lasciato nel 2007.


giovedì 6 settembre 2018

La notte di Scopeti - Il Mostro di Firenze



Trentatre anni fa, nel luogo che vedete nella foto, si concludeva la vicenda criminale del Mostro di Firenze con il suo ultimo duplice omicidio ai danni di una coppia di turisti francesi accampati (incomprensibilmente, per me) in una malmessa piazzola a Scopeti. I ragazzi erano diretti verso Bologna e avevano trasformato un viaggio di lavoro in una breve vacanza. Gli scontrini e i biglietti autostradali si fermano alla notte di venerdì 6, ma le indagini avevano collocato l'attacco alla notte tra domenica e lunedì, cosa che fu subito messa in dubbio visto l'avanzato stato di decomposizione dei corpi. Oggi la data del delitto è stata anticipata almeno di uno o due giorni, come spiegato chiaramente nell'interessantissimo libro di Cochi, Cappelletti e Bruno. Si disse che erano stati avvistati il 4 settembre a Montesenario, vicino a dei "cerchi magici" fatti con le pietre, ma in quella data i ragazzi stavano partendo dalla Francia. Poi venne il super testimone che tutto aveva visto, comprese cose impossibili, ma non era la prima volta che accadeva. Io sono uno di quelli che non crede alla versione ufficiale, ma non per uno spirito complottista, anzi. Stando ai fatti è la versione ufficiale che sembra frutto di un complotto. Comunque, per me "questa" è la notte. E mi ricordo ancora quando fu diffusa la notizia dell'ennesimo scempio. Siamo agli sgoccioli di un nuovo filone di indagine. Tra breve sapremo se verrà archiviato o se si andrà a giudizio. La mia versione dei fatti (romanzatissima) la potrete, se vorrete, leggere a marzo (per le Edizioni Inkiostro), e sappiate che c'è ancora tantissima gente che su questa vicenda si scervella. Gente preparatissima che tutti i santi giorni affronta qualche dettaglio della storia, alla ricerca di un maledetto filo rosso che unisca i puntini. Sì, gente preparatissima e incazzata nera che cerca una soluzione. Lo dobbiamo a quei ragazzi, e per ultimo a quel Jean-Michel Kraveichvili (in basso nella foto), musicista, che suonava in un gruppo dal nome profeticamente inquietante: Venerdì 13.

e fanno 24...

Relazioni pericolose
La guardia del corpo
Doppia trappola
Amnesia
Vite incrociate
Il fuoco della vendetta
Incubo atomico
Troppi prigionieri
Il prezzo dell'inganno
La morte sa aspettare
Fermate la ghigliottina
Una maschera per Ginko
La congiura dei traditori
La catena di ghiaccio
Colpo su colpo
L'ultimo colpo
Il regalo
Il bracciale perduto
Angoscia dal passato
In mano al nemico
Due piani infallibili
Diabolik entra in gioco
Il primo amore
Sempre più a rischio