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giovedì 24 febbraio 2011

Ultimo tango a Firenze

Ma basta parlare di fumetto! Beccatevi un tango!
Marisa e io siamo quelli a destra... che per decenza vengono raramente inquadrati.




Per disattivare la colonna sonora del sito scorrete la pagina fino alla fine!

Storia di fumettisti, leoni e di mosche...

Prendo spunto dalle parole dell'amica Manuela Soriani che ha commentato un mio precedente post. Manuela è un'ottima disegnatrice, una persona che si è davvero rotta la schiena per fare fumetto. Ora si è allontanata dal nostro “piccolo mondo antico”, ma credo che prima o poi troverà l'occasione di rientrare nel giro, anche se non è detto che sia la sua strada.

Inizia tutto con questa mia chiosa: "E tenete presente una cosa... una cosa che dentro non volete sentir dire: quelli bravi davvero li prendono subito."

Manuela: Non soltanto, Giuseppe. Lavorano anche quelli che hanno le amicizie giuste.

Giuseppe: Forse va detto che anche sapersi coltivare le “amicizie giuste” potrebbe essere considerato un merito, se l'autore in questione vale davvero.

M: E che i giovani esordienti non pensino che la buona volontà venga premiata.

G: No. Serve anche il talento. La buona volontà aiuta, come aiuta essere dei professionisti veri.

M: Quelli che lavorano sodo e con dedizione finiscono in mezzo alla strada come tutti gli altri, e senza nemmeno un "ciao".

G: Posso dissentire? Io, di autori validi "scaricati" ne vedo pochi. Dovremmo farla finita di comportarci da vittime. Dovremmo essere padroni della nostra vita e smetterla di considerare un nemico l'editore che ci pubblica. Nella mia ultima esperienza, che sto proprio vivendo in questi giorni con la realizzazione di “The Secret”, ho avuto una percezione molto diversa della faccenda. Tantissimi disegnatori mi hanno detto di “no”. Altri hanno chiesto se avevo una storia e quando gli ho detto sì, hanno cambiato opinione. Altri hanno affrontato l'impegno con superficialità, non rispettando la sceneggiatura, le indicazioni e la documentazione. Altri invece, hanno dato molto di più di quello che mi aspettavo. E la sai la cosa curiosa? Che a “tradire” sono stati proprio i “professionisti”, mentre gli esordienti al primo lavoro sono stati bravissimi e umili. Forse perché ancora non hanno capito come stanno le cose? Può darsi, ma sono certo che un paio di loro, tra qualche tempo saranno a lavorare per editori davvero grossi, mentre gli altri staranno ancora a barcamenarsi in qualche modo. Perdonami, ma quello che ci è successo (e che non rivelo per amicizia) avrebbe troncato le gambe a tutti, avrebbe fatto gridare allo scandalo su tutti i blog e i forum e poteva finire in tribunale. Invece io sono qui, insieme a colleghi disponibili e di valore a ritoccare le vignette fatte male e a cercare di salvare una barca che rischiava di affondare prima del varo.
Non sto incolpando nessuno.
Capisco che certe cose possano capitare e sto al gioco, ma d'ora in poi ascolterò con molta più sufficienza le lamentele degli autori verso gli “editori cattivi”. Non sempre a “finire in mezzo a una strada” sono gli autori.

M: E molto spesso non hanno nemmeno il tempo per migliorare nel corso degli anni, visti i tempi medi di consegna che vengono richiesti.

G: Dissento di nuovo. Guarda che disegnando tanto si migliora comunque. Se si smette di "crescere" è solo colpa nostra. Io capisco, e ci sono passato, che se c'è da pagare un mutuo siamo costretti a "trottare" con le consegne, ma non ce l'ha prescritto il dottore.
Si fanno delle scelte.
Alcuni preferiscono aspettare il "treno buono" e magari un giorno passa, altri, come il sottoscritto, fanno qualsiasi lavoro per andare avanti, perché altrimenti "si deve fare un lavoro serio e abbandonare i propri sogni".

M: Questo li danneggia ulteriormente, perché quando cercano di proporsi altrove si ritrovano con portfoli scarni e di qualità medio bassa.

G: E allora, se si vuole fare il "salto di qualità", o meglio, se si vuol provare a farlo, ci si prende tre mesi, sapendo che non si guadagnerà un euro, e si lavora ad un portfolio dignitoso. Ora stai a vedere che se i portfoli sono scarsi è colpa degli editori che ci pubblicano.

M: Ci sono davvero un sacco di buoni motivi per non fare fumetto.

G: Su questo sono profondamente d'accordo. Non facciamolo. Facciamo altro! Io è una vita che voglio darmi all'imbiancatura. Se domani mi chiuderanno tutte le porte in faccia, farò altro, e non è detto che continui a disegnare o scrivere. Cambiare è sempre fonte di crescita.

M: E solo chi osserva dalla distanza, avendo cambiato settore, può capire quanto questo mercato sia ristretto e limitato.

G: Anche dall'interno appare ristretto, ma sono le dinamiche umane che ci fregano.
I fumettisti sono persone che riflettono nel lavoro la loro personalità. Se un autore ha una crisi lo si vede nel lavoro che fa. Il fumettista non è tutelato, non ha pensione, non ha malattia, viene pagato spesso pochissimo, viene sfruttato, viene vessato, ma è libero. Libero anche di non consegnare la storia che aveva preso l'impegno di realizzare a 40 giorni dall'andata in stampa. Libero di cambiare lavoro e libero di fare altro. Le regole sono sbagliate e spesso non ci sono? Fare altro, cambiare settore è l'unica cosa da fare. Se un posto non mi soddisfa posso andarmene o cercare di cambiarlo dall'interno.
La sapete la leggenda curda della mosca e del leone?

"Un giorno la mosca ritrovandosi collocata sulla pancia di un leone, decise di diventarne amica e per fare questo tentò di attirare l'attenzione del re degli animali. Non riuscendo nell'impresa si avvicinò all'orecchio del leone invitandolo a stringere un patto di amicizia, ma il re non prese in considerazione la proposta, derise la mosca e la scacciò in malo modo. Quest'ultima meditò una vendetta e si infilò in fondo alle narici del leone disturbandolo notevolmente al punto da costringerlo a dare una serie di musate su una roccia finendo così con l'insanguinarsi il naso; a causa della presenza della mosca, il leone piano piano impazzì e si gettò da una rupe e morì. Appena un attimo prima la mosca uscì dalle narici per chiedere nuovamente al leone se voleva fare la pace e stringere una amicizia."
(Ringrazio Francesco Matteuzzi di avermela raccontata)
Capita la metafora?

M: E quanto danneggi le potenzialità stesse dell'artista.

G: Ma siamo artisti o artigiani? Io propendo per la seconda definizione, anche se vedo molti modesti artigiani comportarsi come "artisti", ma nella accezione negativa del termine: meteoropatici, non professionali, raffazzonati, primedonne mancate etc. Ci manca che devastino le camere d'albergo, poi siamo a posto.

Poi "Max" interviene:
Concordo pienamente con la brava Manuela Soriani. Del resto sono le stesse sensazioni che provo io leggendo le cose che escono in edicola

G: Un bel gatto che si morde la coda. E' sempre colpa del gatto. Forse la situazione è tale perché i lettori diminuiscono a vista d'occhio, oppure i lettori diminuiscono perché si fanno prodotti approssimativi e senza professionalità e amore? Anche in questo caso, nessun dottore prescrive l'acquisto di fumetti.

Grazie a Manuela e Max per il loro prezioso intervento.

mercoledì 23 febbraio 2011

E' un mondo difficile...



Mi capita di ricevere continuamente le lamentele da parte di fumettisti in cerca di prima occupazione.
Questi autori scrivono o contattano gli Editori per cui lavoro e si propongono con tavole di prova.
Spesso capita che non ricevono risposta e allora scrivono a me per una lamentela-intercessione.


"XXX non mi ha mai risposto, ho provato a riscrivergli ma niente. Cosa devo fare? ...una domanda in carta bollata?"


Oppure

"A Lucca mi aveva detto che i miei disegni gli piacevano, gli ho scritto ma non mi ha mai risposto. Puoi fare qualcosa? Puoi darmi la mail dell'Editore?"


Amici miei, sapeste in quanti neppure rispondono a me.

Siete tanti.
Una marea.
Tutti ansiosi di cominciare, ma non c'è posto per tutti.
Viene fatta una selezione, giusta o meno. Rassegnatevi.

Prima di iniziare a lavorare per L'Astorina, Jacopo Brandi e io, abbiamo fatto 40 tavole di prova per Bonelli. Credete che ci abbiano mai risposto ufficialmente?
No.
Ed è comprensibile.

Mettetevelo in testa: se non vi rispondono equivale ad un "Per ora non ci interessa, grazie."
All'autore non resta che continuare a provare e a insistere, con umiltà e pazienza.
E tenete presente una cosa... una cosa che dentro non volete sentir dire: quelli bravi davvero li prendono subito.

Tra il serio e il faceto... ci vediamo a Mantova

Quello che ci sta succedendo durante la realizzazione del primo numero di "The Secret" è davvero allucinante.
E' un segreto, molto più segreto dell'Area 51, tanto per restare in tema.
Non posso rivelarlo, ma i diretti interessati sanno.
Io mi chiedo come sia stato possibile arrivare fino a questo punto...
Secondo me è colpa delle scie chimiche che vi hanno bruciato i neuroni.
Ma come cacchio avete fatto ad accorgervene solo all'ultimo momento utile?
Ma dove sta nota programmazione e auto disciplina dei fumettisti?
Ditemi la veriotà... Una losca organizzazione vi sta minacciando?
Sono i M.I.B. che vi hanno sparaflesciati?
Una creatura aliena ha preso dimora nei vostri corpo di disegnatori?
Vi hanno rapito gli alieni?
No, purtroppo vi hanno lasciato qui.

Comunque...
Ci vediamo a Mantovacomics, sabato 26 febbraio, dalle 11:30 alle 12:30, presso la Sala Conferenze per parlare di "The Secret" e delle nuove serie Star Comics.

Sinceramente avrei fatto a meno di intervenire, ma sono stato cooptato e costretto. Non mi piace parlare di una serie che deve ancora uscire. Mi sembra di essere un cuoco che racconta ai clienti quanto sarà succulenta la cena. Porta sfiga. Poi succede che la cena si bruci e tutti vanno in pizzeria.

giovedì 17 febbraio 2011

Cornelio su IPad

Ho il piacere di annunciarvi l'approdo di "Cornelio Delitti d'autore" su piattaforma IPad.
Cornelio, creato da Carlo Lucarelli, Mauro Smocovich e dal sottoscritto, è il primo fumetto italiano targato Star Comics ad approdare sul sistema di lettura digitale. Questa preferenza tra le tante offerte della casa editrice perugina mi riempie d'orgoglio. Speriamo che anche "The Secret" abbia la stessa fortuna.



Forse adesso sto godendo come un riccio visto che Cornelio è stato tanto sbeffeggiato dal gota del fumetto italiano? Forse sto facendo gesti poco simpatici ai soloni che dai forum lo additavano come mera operazione commerciale e pure mal riuscita? Sto forse dedicando un requiem a quei giovani critici "signorsotuttoio" che scrivevano articoloni contro Cornelio e che spesso altro non erano che aspiranti sceneggiatori prematuramente spirati? No, niente di tutto questo. Curo il mio karma e non voglio appesantirlo. Peace & Love. Sorridere sempre.

Spero che anche a "L'Insonne" tocchi la stessa sorte, ho già avuto tre offerte e sto valutando il da farsi. Intanto ringrazio di cuore per l'interessamento e vado a comprarmi un Ipad che naturalmente non so neppure accendere. Io sono anziano e come avrete notato, più invecchio più divento livoroso. Ieri sera stavo anche per scatenare una rissa in un locale, e quando la mia ragazza mi ha detto: "Ma vuoi fare a botte con dei bimbetti" le ho risposto: "Appunto! Se erano atleti del calcio storico fiorentino, col cavolo che attaccavo briga".
Anziano e livoroso, sì, fesso, no.

mercoledì 16 febbraio 2011

martedì 15 febbraio 2011

Tu sia maledetto...

Una lettrice dell'Insonne mi scrive su Facebook:

"Adoro "L'insonne" ! complimenti davvero! H ordinato il tuo libro (La lunga notte de "L'Insonne" Desdemona Metus e le storie di Radio Strega) tre mesi fa ma non è ancora arrivato, per caso è esaurito? bisogna aspettare la ristampa? :)"

Io resto perplesso e mi chiedo come sia possibile. L'esaurito sono io. Il mio romanzucolo scritto con tanto impegno non mi risulta affatto esaurito, anzi, penso ci siano tante copie da riempirci un garage. Così rispondo domandando a chi abbia richiesto il volume, e la nostra gentile lettrice risponde:

"il libro l'ho ordinato alla mia fumetteria di fiducia e credo che la richiesta sia poi passata all'editore Marco del Bucchia.. Però purtroppo non è mai arrivato, ma non perdo la speranza :) conto sul fatto che organizzerete presto l'insonne day 2011 così potrò recuperare, spero, anche il numero 0 (FreeBooks) e i numeri 2 e 3 (Arcadia) che risultano, ahimè, introvabili"

Gli albi e i libri sono stati stampati e in grande quantità. Non è possibile che non si trovino neppure richiedendoli.

Io non capisco di chi diavolo sia la colpa di questo sfacelo.

Sono gli editori che non sanno vendere i propri prodotti?

Sono i lettori che non sanno cercare?

Sono i distributori che perseguono chissà quale losco obbiettivo?

Sono le fumetterie, che siano 300 o 3000, che lavorano male?

Sta di fatto che tutto questo è incredibile e io voglio le palle del colpevole.

Parlo con te, chiunque tu sia, che hai messo il bastone nell'ingranaggio. Che tu sia un essere umano in carne ed ossa, oppure un concatenarsi di sfortunati eventi. Hai idea di quanto ci vuole per realizzare una storia a fumetti? No, minchione? Un mese per la sceneggiatura e almeno cinque per i disegni. Chiunque tu sia, che impedisci alla nostra serie di arrivare in libreria, edicola, o in qualsiasi altro fottuto posto, non ci fai un danno economico, tanto chi ha lavorato per L'Insonne, o lo ha fatto gratis oppure con un minimo rimborso spese, stai derubando questi autori della loro stessa vita.

Sei un maledetto ladro di esistenza e che il tuo andrologo usi la sabbia e non la vasellina, la prossima volta che lo incontrerai.


mercoledì 9 febbraio 2011

L'Insonne e la sua turbolenta vita editoriale

Trovate qui un post che Andrea Mazzotta, alias Il Faro del Glifo dedica a L'Insonne e alle sue storiche croniche disavventure editoriali.
Mi scrive Andrea: "Se ci pensi bene l'insonne ha attraversato un po' tutte le fasi del fumetto italiano recente resistendo."
Già... D'altra parte non mi piace la frase "mi spezzo ma non mi piego"... piegarsi è utile a resistere a lungo, poi, quando passa il vento, si rialza sempre la testa.
Grazie ad Andrea per lo spazio e l'attenta analisi.

venerdì 4 febbraio 2011

Sincronicità



Giuro che non lo sapevo.
Stasera stavo distrattamente guardando la registrazione di Voyager del 6 novembre 2010 e mi sono imbattuto in Davide, in un giovane disegnatore di fumetti digitale...
Quando ho notato che indossava la maglietta del nostro Adam Mack mi è preso un accidente.
E io che credevo di aver avuto una idea originalissima.

Qui tutti sono utili e nessuno è indispensabile


Parlo a voi, miei amati colleghi fumettisti, perché spesso non vi serve un Editor, vi serve un analista :)
A star troppo a quel tavolo da disegno forse si perde la lucidità.
Il disegnatore vive di piccoli sogni che prendono vita e con le sue tavole ha un rapporto di vero amore, e l'amore è regolato dall'irrazionalità dell'anima.
Ormai ne ho viste di ogni tipo. Ogni reazione umana mi è passata sotto gli occhi.

Ho visto un noto disegnatore che ha cambiato stile il giorno in cui la ragazza lo ha lasciato.
Quello che procede con alti e bassi come su una sinusoide impazzita.
Quello ciclotimico.
Quello che mi piange al telefono se gli dico di correggere delle tavole.
Quello che smette di disegnare per dieci anni dopo aver incontrato l'Editor cattivo nel sottobosco dell'editoria italiana.
Quello paranoico ossessivo compulsivo.
Quello paranoico ossessivo compulsivo.
Quello paranoico ossessivo compulsivo. Non è un errore di battitura, è che questo è il caso più frequente.
Quello che sa disegnare da Dio ma non sa fare i conti.
Quello che non legge la sceneggiatura è fa i cazzi suoi.
Quello che riscrive la sceneggiatura perché non gli piace. O_o
Quello che pretende il pagamento delle tavole subito anche se è noto che la casa editrice paga a 30 giorni.
Quello che ha le crisi d'ansia e l'ansia la mette a me.
Quello che non lo caga nessuno e quando gli passi il lavoro fa mille storie prendendosi la sua rivincita da prima donna frustrata. Lo dico con affetto.
Quelli che "l'Italia è una merda e all'estero è tutta un'altra storia".
Quelli come me, che quando né gli editori italiani, né quelli francesi mi pagavano, ho venduto i miei giocattoli dell'infanzia per fare la spesa.

No, non vi arrabbiate.

Ogni tanto, uno come me, uno dei vostri, deve anche dirvi come stanno le cose.
Io sento tutte le campane, quelle del disegnatore, dello sceneggiatore e della casa editrice.
Nessuno ha torto e nessuno ha ragione. Come nelle discussioni tra fidanzati.

I bravi fumettisti sono quelli che ci mettono l'anima e quindi sono irrimediabilmente vittima delle emozioni.
Bene.
Ora, però, la prossima volta, fatemi la cortesia di usare l'anima per disegnare e il cervello per l'organizzazione.
Cari amici fumettisti, non sempre ha torto la casa editrice, non sempre sono il lupo cattivo della vostra fiaba.
Voi, siete stati impeccabili?

Il vostro fratello maggiore.
Giuseppe Di Bernardo

mercoledì 2 febbraio 2011

Concerto a fumetti



Sabato 5 febbraio, sarò al Circolo Arci Caracol, via Battichiodi 8/10 (traversa di via S. Francesco) a Pisa.
Si esibiranno i "The Liars" mentre io farò dei disegni Diabolici dal vivo.
Ingresso 5 € riservato soci arci.
I pisani sono pregati di intervenire!