Era allucinante, ma il lavoro è lavoro e pecunia non olet.
Davvero degno di nota come questi fumetti venivano disegnati: quattro autori armati di "episcopio" e sommersi da centinaia di foto, stavano chiusi una settimana in un appartamento di Riccione (mentre tutti gli altri fuori se la spassavano) a disegnare a ritmi forsennati, notte e giorno, in un giorno che era comunque sempre notte, perché gli episcopi per funzionare avevano bisogno del buio.
Poi si consegnavano le tavole, si veniva pagati sull'unghia e si tornava a casa, con il portafogli pieno (almeno così ci sembrava) e le borse sotto gli occhi.
Nella foto, piegati dal lavoro, da sinistra a destra: Stefano Natali, Stefano Mazzotti, Jacopo Brandi e il sottoscritto. Le sceneggiature erano di Francesco Manetti.
Vista su un numero di Fumetti d'Italia, avrei tanto desiderato metterci le mani sopra perché mi sembrava una cosa di un trash sublime. Quando poi ho materialmente visto un numero (ne fecero una mezza dozzina, se non sbaglio) rimasi deluso perché era disegnato benissimo! Così non lo presi e francamente me ne pento. Se non ricordo male il fumetto era in bianco e nero mentre i vari marchi degli sponsor e i nomi dei locali erano a colori.
RispondiEliminaSempre se la memoria non mi inganna, alcuni numeri li scrisse nientemeno che Moreno Burattini, me lo scrisse Manetti in un commento a un post in cui accennavo a Eva & Chris.
Ahahahah! Fantastico :d Ci sta che qualcosa l'avesse scritta Moreno...
RispondiEliminaMa la foto l'hai vista su Fumetti d'Italia? Non sapevo! :D Allora posso considerarmi arrivato: era il mio sogno essere pubblicato su quella rivista <3
Da Fumetti d'Italia presi la copertina e le poche informazioni che ho su quel fumetto:
Eliminahttp://lucalorenzon.blogspot.com/2014/05/fumettisti-dinvenzione-77-76bis.html
In ritardo terribile ma rispondo: sono mie TUTTE le sceneggiature e i soggetti (anche se alcune idee di partenza erano di Piemonti) dal n. 3 compreso in poi; solo il n. 0 (che fu tradotto in inglese) è di Moreno Burattini (con apporti di Piemonti); il n. 1 e il n. 2 sono di Piemonti.
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