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mercoledì 1 dicembre 2010

Storie di fumetti e di vita vissuta


"Un terribile incidente ed Eva Kant finisce in coma, all’ospedale, mentre Diabolik viene catturato, imprigionato e subito trascinato davanti alla ghigliottina. Qualcuno riuscirà a fermare la sua lama affilata prima che scenda inesorabile sul collo del Re del Terrore?"



E' in edicola il mio nuovo Diabolik.
Alle chine, come al solito, Maestro Jacopo Brandi.

Proprio stasera riguardavamo le nostre vecchie tavole fatte insieme. Alcune avevano dodici anni e ci sembrano ancora bellissime.
Forse più stasera che allora.
Dodici anni fa producevamo molto più di oggi e forse con maggiori motivazioni, ma nessun Editore sembrava volerci. Tutti dicevano che le tavole erano belle, ineccepibili, morbide, chiare, ma... ma... ma...
"Ma non prendiamo più nessuno", poi assumevano un disegnatore vicino di casa dello sceneggiatore.
"Se la serie diventa mensile vi prendiamo", poi la serie non diventava mensile ma assumevano comunque uno, due, tre nuovi disegnatori.
"Ma non c'è più posto", poi il posto si trovava sempre. Per gli altri, però.

All'epoca scrissi anche una lettera ad un importante Editore, uno che mi aveva anche già pubblicato. Gli dissi che eravamo davvero spinti dal sacro fuoco, che avremmo fatto di tutto per disegnare fumetti, che saremmo stati onorati di entrare nella "grande famiglia". Lui mi rispose inferocito che la sua non era una famiglia, ma una azienda in perdita e che i fumetti non vendevano più e bla bla bla.
Picche, insomma.
Quelli della redazione, giuro, mi fermarono nei mesi successivi per chiedermi scusa da parte dell'Editore.
"Lui è così", dicevano.
Mi piacerebbe davvero ritrovare quella lettera per pubblicarla, perché gli schiaffi fanno crescere, ma non bisogna mai dimenticarli.

Poi c'era quell'altro. Il piccolo Boss del fumetto italiano. Mi piaceva come scriveva, ma ho sempre pensato che fosse bipolare. Un giorno ti copriva di complimenti, il giorno dopo ti massacrava. Chiamava i disegnatori il sabato sera e se non erano a disegnare li cazziava e minacciava il licenziamento. Ha distrutto un mio caro amico, reo di troppa leggerezza, ma che ha pagato per colpe non sue.
"Ti rovineremo" diceva il Boss.
"I nostri avvocati mangeranno la casa dei tuoi genitori".
Io, che ho provato a rispondergli per le rime, sono stato boicottato negli anni e nel 2005 mi ha anche accusato pubblicamente di volergli fregare i disegnatori, solo perché avevo chiesto ad un amico se fosse interessato a disegnare un episodio dell'Insonne.
La differenza tra il Boss e me, è che io non ho mai considerato i disegnatori come sottoposti. Per me sono amici e collaboratori che danno, con me, corpo ad un sogno. Poi mi ci incazzo pure, ma il rispetto arriva sempre prima di tutto.
Il tempo è galantuomo, Boss.
Tu scrivevi molto meglio di me, ma ti sei fatto un pessimo Karma.

Poi, quando stavo per farla finita con i fumetti, quando mi ero rassegnato ad una stimata (e più remunerativa) vita da pubblicitario, è arrivato Diabolik, prima per me, poi, quattro anni dopo, per Jacopo.
Non finirò mai di ringraziare Giorgio Montorio e Mario Gomboli.
Magari neppure lo sanno che mi hanno salvato la vita.

Per questo vi invito a comprare il nuovo albo di Diabolik in questi giorni in edicola.
Perché se ci credi davvero i sogni si realizzano.



10 commenti:

  1. E per fortuna che è arrivato Diabolik perché così tu e Jacopo potete donare piccoli grandi capolavori a tutti noi :)
    <3

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  2. Lo prenderò.
    Però questa cosa del boss che minaccia con gli avvocati mi è rimasta proprio sul gozzo. Sarei curioso di capire chi è questo cialtrone. Trovo sconveniente che vi siano (e ci sono, in effetti) omuncoli del genere in questo settore che dovrebbe essere portato avanti sempre e comunque con passione e dedizione. Mi fanno ridere quelli che fanno i "grandi editori" del momento. Anche perchè di grandi editori, non ce ne sono. Se non un paio.
    Di gente invece che scrive fumetti e crede di saperla lunga solo perchè ha scritto due cagate, è piena l'Italia.
    Ma è una cosa che purtroppo succede dal mondo del fumetto a quello metalmeccanico. Che ci vogliamo fare?

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  3. Questo commento è stato eliminato dall'autore.

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  4. Astorina e Diabolik sono una gemma rara nel campo editoriale e della "graphic novel" (che bel termine, eh?). E tu hai avuto davvero la grande fortuna e l'onore di essere una delle sue scintille. Guarda caso proprio poco fa passavo dalla stazione e per caso ho comprato un Diabolik e per caso era proprio questo, dal titolo nostalgicamente vintage!! :-P

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  5. Occhi lucidi per le ultime righe di questo intervento.
    C'è tanta verità, una storia di vita che si rispecchia in moltissimi di noi, indipendentemente dal lavoro che facciamo. Perchè, purtroppo, di "signori" come il "Boss" ce ne sono tanti.
    Stendiamo pure un velo pietoso sulle raccomandazioni, sul fatto che se sei donna vieni rifiutata per paura di un'eventuale gravidanza o se, ancor peggio, e parlo per esperienza personale, se sei malato, al momento del colloquio, vieni guardato con aria di compassione e di rifiuto perchè di certi problemi, i "signori", non ne vogliono nemmeno sentire parlare...(che poi i problemi sarebbero solo miei visto che la malattia è ampiamente controllabile con le medicine, ma vabbè...)
    Purtroppo chi ha potere, essendo consapevole di avercelo, tratterà gli altri come suoi sottoposti e mai come dei colleghi, degli amici o ancor meglio, come delle persone con pari dignità.

    Grazie per le belle parole, in conclusione. Sicuramente sabato fra i tanti acquisti in elenco da fare in edicola, ci sarà anche questo numero di DK ;-)

    _Danny_

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  6. Grazie, Giuseppe.

    Hai fotografato la situazione in maniera ineccepibile. Mi sembra di rivedere quello che è stata la mia vita per quasi dieci anni.
    Condivido parola per parola, dai rifiuti "preconfezionati" alle assunzioni "inspiegabili", ai piccoli e grandi "boss" che intimidiscono e manipolano .

    I personaggi sò sempre quelli... ed è triste constatare che da allora ad oggi le cose non siano cambiate affato, anzi... direi che sono anche peggiorate.

    Un saluto.

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  7. Ecco.

    Quando io scrivo parole al vetriolo su Yattaaa sul fatto che l'industria del fumetto DEVE diventare un'industria seria, è l'ESATTO CONTRARIO di questi comportamenti qui sopra(*).

    Perché diventare un'industria seria è molto, molto diverso dal tenere comportamenti da "squalo della finanza da telenovela"(**) quando sei un pesciolino nello stagno.

    Per tutto il resto, solidarietà, come sempre, a chi fa il suo lavoro con onestà e trasparenza.

    - Mattia

    (*) Escluderei, FORSE, solo il discorso "assunzioni", che da fuori sono impossibili da valutare e sembrano sempre un'ingiustizia. Magari ne parliamo un'altra volta.

    (**) Leggere questa frase nel senso di "cattivo da operetta".

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  8. Davvero un bellissimo post. Vero e sentito. Grazie, Giuseppe.

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