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martedì 6 settembre 2011

Come in "Misery non deve morire"

Mi ricollego ad una discussione e ad un post scritto qualche giorno fa, dove sostenevo che, a mio (inutile) parere, forse è venuto il tempo di porre un freno alle miniserie a fumetti di 4, 8, 12 numeri. Una forma narrativa interessante, che ho sposato per scelta e necessità, ma che impedisce di cogliere e fidelizzare nuovi lettori.
Ora che sta terminando "The Secret" ricevo continuamente la richiesta dei lettori di una seconda serie, ipotesi che malgrado il progetto sia andato bene non è stata prevista fin dall'inizio. Come detto anche pubblicamente, per una scelta narrativa che vi apparirà chiara nell'ultimo episodio, non è possibile andare avanti.
A testimonianza del fatto che il lettore "occasionale", quello che dobbiamo catturare e affascinare se ci preme sia il lavoro che la sopravvivenza del fumetto, non capisce proprio l'idea della miniserie, pubblico una mail che mi è recentemente arrivata.

L'amico mi scrive:
"Scusa se ti faccio queste domande e se vuoi, ovviamente, puoi non rispondermi... ma voi o tu cosa fai per lavoro? Non fate fumetti ? The Secret è stata una cosa fatta così per fare e basta?
Dico questo perchè sia a me che a mia moglie sono piaciuti molto i fumetti vostri, e sarebbe bello continuare a leggerli. Perciò dicevo se ci sarà un'altra serie o un qualcosa di simile (...) Cmq veramente complimenti ancora e spero che quello che volevate ottenere l'avete ottenuto. Un affettuoso saluto."


Come la mettiamo?
Amici dal palato fine, dovete rassegnarvi all'evidenza: siete una nicchia, rispettabilissima, ma nicchia.
E io amo ancora il fumetto popolare.



Comunque, nel dubbio, dovessi trovarmi in panne con l'auto, mi guarderò bene dal rivelare a chi mi soccorre, la mia professione.

7 commenti:

  1. La mettiamo che ogni idea ha la sua conclusione. Alcune durano poco e alcune durano tanto. Possiamo anche discutere su quanto deve essere lunga una serie, possiamo anche dire che possiamo farla di 24 numeri minimo, ma anche davanti a quella lettera il mio pensiero non cambia. Ogni cosa deve avere ad un certo momento una fine, perché si sa benissimo che arriverà il preciso attimo in cui non potrai far altro che "saltare lo squalo" (http://youtu.be/MDthMGtZKa4). Da quel punto in poi, secondo me, il castello di carte crolla. Il personaggio o la serie diventerà una sorta di parodia di se stesso e niente sarà come prima oppure se vogliamo tutto sarà come prima per sempre. E' anche il motivo principale per cui ho smesso di leggere Bonelli. Gli unici che mi sono piaciuti davvero sono stati Gea ed adesso Lilith.

    Però devo far notare una cosa, indipendentemente da come la si pensi. Quando hai suonato campana a morto per le miniserie qui si scatenato l'inferno, adesso su questo post su cui è possibile instaurare un discorso serio tra addetti ai lavori e appassionati non si è mosso nessuno.

    Vogliamo discutere seriamente sull'argomento? Io ci sono.

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  2. Dovresti aver smesso anche di leggere i vari Uomo ragno, Batman etc etc.
    :)
    La mia critica, infatti, era rivolta a serie di 4-6-8-12 numeri. Un epilogo ci vuole, ma dopo che l'autore ha avuto il tempo di dire tutto e il lettore è sazio.

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  3. Infatti ho smesso di leggere Marvel e di Batman leggo solo i "monografici". Il fatto è che lo sanno anche loro che alla fine pure Batman, Xmen e altri dovranno "saltare lo squalo" arrivati ad un certo punto della loro "impostazione" corrente. Rinarrare le origini di un personaggio gli permette d'attualizzare il personaggio (vedi Tony Stark che da ostaggio nella guerra in Corea diventa ostaggio in Afganistan) e nel contempo di rimescolare le carte in tavola (un bel modo di dirti che "selling you the same shit"). Perché l'uomo ragno ha avuto la sua saga del clone e il suo patto con Mephisto che tra un po' ha fatto prendere d'assalto la sede della Marvel da parte dei fan dell'uomo ragno.

    Anche il Doctor House ha "saltato lo squalo" ed è quando

    SPOILER!!! SPOILER!!

    si è operato da solo.

    SPOILER!!! SPOILER!!

    Il fatto però rimane. Se ho un soggeto per una storia che dura pochi numeri non ho bisogno di allungarlo. Cioè le storie dovrebbero durare quanto dovrebbero durare. Si può discutere, più che la lunghezza della "storia tipica", più sul che l'edicola è per sua definizione il posto peggiore dove possa buttare fuori serie che durano meno di un anno. Che ne pensi?

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  4. Secondo me una bella storia ci può e ci deve (per i motivi detti da Marco) stare in pochi numeri ed un bravo sceneggiatore riesce a superare questa sfida. :)
    Forse 4 numeri sono troppo pochi, anche se io ho letto molte storie brevi (anche di poche tavole) che mi sono rimaste impresse nonostante la brevità di queste. ;)
    Da lettore, inoltre, bisogna saper accettare la parola "fine" con tutto il rispetto verso l'autore.

    Danny

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  5. Io ho avuto i miei momenti di passione, come Picasso e i suoi colori, circa le serie regolari e le miniserie. Una volta non apprezzavo tanto il fatto che una storia autoconclusiva (vedi Dylan Dog) in realtà non concludeva MAI le porte lasciate aperte (appositamente, per continuare all'infinito, ma l'ho capito dopo). Una miniserie invece ti offriva un percorso da seguire, dall'inizio alla fine. Ora ci sto un po' ripensando. Il gusto di poter saltare un numero, di sapere che il nostro eroe preferito avrà sempre problemi da risolvere ecc crea un'atmosfera magica rassicurante, a patto che non sia annacquata. Insomma, le continuity sono rare, difficili, a volte dispendiose, ma hanno un fascino senza pari.

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  6. Caro Giuseppe, solo per segnalarti che da oggi (con colpevole ritardo) sei e-linkato sul mio blog.
    Moreno

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