Come qualcuno già sa, a marzo uscirà una mia graphic novel per le Edizioni Inkiostro dedicata alla vicenda del Mostro di Firenze. Non si tratta di un lavoro "su commissione", ma qualcosa che volevo fare da anni, forse da quando ho iniziato a scrivere e disegnare fumetti. Le stesse storie de L'Insonne non sarebbero potute nascere senza questa influenza nera che ha aleggiato sulla mia infanzia.
Bene, nelle ricerche, enormi, che ho portato avanti in modo concreto negli ultimi quattro anni, ho fatto una piccola scoperta.
Nella notte del duplice omicidio di Vicchio del 1984, verso le 4 del mattino, un tale "Farini" telefona ai Carabinieri segnalando un incidente sulla strada Sagginalese, nella zona in cui aveva colpito il Mostro. Quando il misterioso telefonista chiama, i corpi sono già stati trovati, ma, dell'incidente nessuna traccia. Chi ha chiamato? Non risulta nessun "Farini" (per giunta fornaio) abitante in zona. E' stato il Mostro ansioso di rivendicare l'opera?
Nel 1982 era uscito un albo per la Edifumetto, serie Attualità Gialla, liberamente ispirato ai delitti del Mostro. Lo potete leggere QUI (occhio che è un volume pornografico. No minori, please!).
Sul fumetto in questione il guardone protagonista della vicenda si chiama, guarda un po', "Farini".
E c'è un altro dettaglio spaventoso. Nel fumetto, l'assassino, escinde i seni delle vittime, scempio che il vero Mostro non aveva ancora compiuto e che vedrà il suo inizio proprio con Vicchio due anni dopo, esattamente la notte della telefonata di Farini.
Personalmente sostengo da anni che il Mostro leggesse tutto quello che lo riguardava (come fanno tutti i serial killer) e con quella telefonata anonima avesse voluto "giocare" con gli inquirenti.
Qui potete un po' approfondire la faccenda.
Grande era la curiosità tra i "mostrologi" di conoscere l'identità degli autori dell'albo, per magari chiedergli la genesi di quella storia e il perché delle scelte. Come sapete, infatti, i nomi degli autori dell'epoca non venivano inseriti nei credits dell'albo. In alcuni casi siglavano le tavole e per i porno usavano sempre uno o più pseudonimi.
Quando ho avuto l'occasione di sfogliare l'albo, mi sono detto: "Sembra proprio un lavoro di Luciano Bernasconi", che aveva (e ha!) un tratto piuttosto personale, almeno ad un occhio allenato. Così ho iniziato a cercarlo, l'ho raggiunto e gli ho posto la domanda.
Ecco la sua risposta:
"Sì ricordo di averlo disegnato, ma non ho la minima idea di chi lo abbia scritto. C'erano pacchi di sceneggiature che venivano distribuite ai vari disegnatori e nessuno si occupava di sapere chi erano gli autori. Non seguivo i fatti di cronaca, eseguivo solo un lavoro richiesto. Era tutto un pò frenetico all'epoca. Non saprei che altro dirle."
Quindi abbiamo aggiunto un altro piccolo punto fermo in questa brutta storia: il disegnatore de "L'assassino del bisturi" è il maestro Luciano Bernasconi che ringrazio anche pubblicamente per la gentile risposta. Lo sceneggiatore forse è stato lo stesso Renzo Barbieri, che però di certo non potrà soddisfare la nostra curiosità, avendoci lasciato nel 2007.
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