Alla fine del primo tempo della mia vita, rientro negli spogliatoi.
E' il momento di tè caldo e di iniziare a tirare le somme. Le somme è meglio tirarle ora, perché non si sa mai se l'arbitro anticipa la fine della partita. Magari fischia per impraticabilità del campo e manda tutti a casa troppo presto.
La vita è come una partita di pallone, quando giochi non vorresti che finisse mai.
Per cui, è il momento di analizzare l'andamento della gara.
Tutta la vita del fumettista, minuto per minuto, con tutti i falli, le simulazioni, i goal e le azioni salienti di questi primi quarant'anni.
Anni settanta.
Il folle arbitro celeste fischia e mi ritrovo a nascere in una Firenze insanguinata dai Delitti del mostro, vicenda che deve avermi lasciato una specie di imprinting, se mi ostino a scrivere e disegnare di storie vergate di nero e rosso sangue.
Ero un bambino pingue e imbranato (non che oggi le cose siano migliorate, ma sono diventato più bravo a dissimulare), un piccolo Ugo Fantozzi in canotta macchiata di cioccolato. Una infanzia felice, o almeno così voglio ricordarla, fatta di sane sberle ma anche tanto affetto.
Anni ottanta.
Un trasloco, la mia pappagallina che muore, le scuole medie, il liceo artistico e nuovi amici che arrivano, la scoperta dei grandi amori della mia vita: i fumetti, il mistero, la radio. Le mie finte Nike e le finte Timberland, i vestiti di marca passatemi da mio cugino, quello bello, quello atletico, il figo della famiglia. L'esame di maturità dove la mia maturità non c'è. Un inutile anno integrativo, le trasmissioni a Radio Firenze, la patente, l'inspiegabile certezza che sarei morto entro l'89, le vacanze a Rimini, sempre con gli stessi amici e i miei che non volevano che disegnassi fumetti.
Anni novanta.
I corsi di grafica, il militare, la broncopolmonite per una guardia fatta in mezzo alla neve e la consapevolezza di aver buttato un anno nel cesso. La prima ragazza, il corso di fumetto alla Comics e la mia arroganza, quella di chi crede a vent'anni di essere Dio in terra. Riportare a casa gli amici ubriachi rischiando un colpo di pistola, poi i sogni di un giovane fumettista che sembrano realizzarsi troppo velocemente e che troppo velocemente si infrangono. Poi lavorare, lavorare, lavorare, con la rabbia dentro che ti spinge, perché non è giusto, perché devo farcela. Perché se non ci riesco mi guarderanno come un fallito e diranno: "Te l'avevo detto, che cazzo di lavoro è?"
Duemila.
E quindi ancora disegnare, disegnare, disegnare e non accorgersi che la vita passa e non la sto vivendo. Poi la grande occasione e disegnare, disegnare, disegnare per comprare la casa, per essere indipendenti. E disegnare, disegnare, disegnare, per pagare il mutuo. E quando gli editori non mi pagano vendersi i giocattoli dell'infanzia per comprare da mangiare. E raccontarlo ai propri genitori quando tutto è sistemato e vederli piangere. La vita che scorre sempre uguale a se stessa, ma se la vita è sempre uguale a se stessa non è più vita. E' morire. Morire dentro, morire a fondo ogni giorno che passa.
Duemiladieci.
E gli occhi che si riaprono. Una persona meravigliosa al proprio fianco che apre una breccia e fa entrare una luce che credevo spenta perché quella luce avevo scelto di ignorarla. Una persona che mi fa vivere un sogno talmente celestiale che sospetto davvero di essere morto nell'89.
Oggi.
L'arbitro fischia l'inizio del secondo tempo e torno in campo con la ferma convinzione che, poco prima dello scadere della partita, avrò ancora ossigeno per scartare tutta la difesa e insaccare un favoloso goal.
Allora e solo allora potrò uscire dal campo.
Felice.
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martedì 24 gennaio 2012
Niente auguri, ma se proprio volete, fate il tifo per me.
domenica 22 gennaio 2012
Ancora sul fumetto seriale e le miniserie
Riprendo un argomento già affrontato QUI e QUI. Parliamo di serie a fumetti e miniserie. Quale strada è meglio seguire per il futuro? Tra i commenti del post ce ne sono un paio che necessitano di un approfondimento.
Federico dice: "All'oggi aggiungerei anche un altro fattore: il personaggio "ongoing", o meglio il suo carattere e la sua personalità, potrebbero incarnare quelli della casa editrice che lo pubblica."
E Roberto aggiunge: "Secondo me, un editore dovrebbe quindi pubblicare in parallelo sia miniserie che nuove serie potenzialmente "eterne". E infatti ero molto deluso anche della politica degli ultimi anni della SBE, che si è dedicata esclusivamente alle miniserie. Per fortuna è già annunciato da tempo un cambio di rotta."
Concordo con voi ma, banalmente, aggiungerei: "però, tra dire e il fare... etc etc".
Il guaio di creare una serie "ongoing" sta nel fatto che si tratta di un salto nel buio che può costare l'osso del collo. Da quando il primo numero esce, a quando l'editore ha i dati di vendita effettivi, passano circa sette mesi. Dico, sette lunghissimi mesi. Nel frattempo dal distributore all'editore vengono comunicate delle proiezioni che hanno più o meno il valore delle famose "bandierine di Emilio Fede", ovvero cifre di vendita che potrebbero essere molto distanti dai dati reali. Dopo sette mesi, l'editore avrà come minimo messo in produzione 7-8 numeri della serie, investendo una cifra pazzesca. Una cifra che porterebbe al fallimento un'azienda che non abbia altre testate capaci, perdonatemi il paragone tristemente attuale, di tappare la falla nello scafo. Ma poniamo caso che l'editore sia in grado di sopportare economicamente il fallimento di una testata. A quel punto cosa fa? Deve chiuderla, con relativa "onta" per la casa editrice, che da una parte avrà l'imperitura vergogna di aver sbagliato bersaglio e l'odio profondo di quei lettori che invece apprezzavano la serie. I lettori, poi, hanno una memoria elefantina. Ricordano e non perdonano questi tradimenti. Basta farsi un giro sui forum per rendersi conto di quanto livore provochi interrompere una serie. Oltretutto c'è la difficoltà da parte dell'editore di capire a priori se una testata sia valida oppure no. Non basta farla in modo professionale: il successo è un'alchimia incomprensibile e che avviene, per buona pace dei soloni dei comics, per puro caso.
Detto questo, però, resto dell'idea che sarebbe l'ora di riprovarci. C'è bisogno di sicurezze in quest'epoca in cui non si è più sicuri di nulla. Anche un personaggio, forte, positivo e sempre uguale a se stesso, fatto di carta e china, potrebbe essere una scialuppa di salvataggio per le nostre testoline sballottate dai venti della crisi.
Federico dice: "All'oggi aggiungerei anche un altro fattore: il personaggio "ongoing", o meglio il suo carattere e la sua personalità, potrebbero incarnare quelli della casa editrice che lo pubblica."
E Roberto aggiunge: "Secondo me, un editore dovrebbe quindi pubblicare in parallelo sia miniserie che nuove serie potenzialmente "eterne". E infatti ero molto deluso anche della politica degli ultimi anni della SBE, che si è dedicata esclusivamente alle miniserie. Per fortuna è già annunciato da tempo un cambio di rotta."
Concordo con voi ma, banalmente, aggiungerei: "però, tra dire e il fare... etc etc".
Il guaio di creare una serie "ongoing" sta nel fatto che si tratta di un salto nel buio che può costare l'osso del collo. Da quando il primo numero esce, a quando l'editore ha i dati di vendita effettivi, passano circa sette mesi. Dico, sette lunghissimi mesi. Nel frattempo dal distributore all'editore vengono comunicate delle proiezioni che hanno più o meno il valore delle famose "bandierine di Emilio Fede", ovvero cifre di vendita che potrebbero essere molto distanti dai dati reali. Dopo sette mesi, l'editore avrà come minimo messo in produzione 7-8 numeri della serie, investendo una cifra pazzesca. Una cifra che porterebbe al fallimento un'azienda che non abbia altre testate capaci, perdonatemi il paragone tristemente attuale, di tappare la falla nello scafo. Ma poniamo caso che l'editore sia in grado di sopportare economicamente il fallimento di una testata. A quel punto cosa fa? Deve chiuderla, con relativa "onta" per la casa editrice, che da una parte avrà l'imperitura vergogna di aver sbagliato bersaglio e l'odio profondo di quei lettori che invece apprezzavano la serie. I lettori, poi, hanno una memoria elefantina. Ricordano e non perdonano questi tradimenti. Basta farsi un giro sui forum per rendersi conto di quanto livore provochi interrompere una serie. Oltretutto c'è la difficoltà da parte dell'editore di capire a priori se una testata sia valida oppure no. Non basta farla in modo professionale: il successo è un'alchimia incomprensibile e che avviene, per buona pace dei soloni dei comics, per puro caso.
Detto questo, però, resto dell'idea che sarebbe l'ora di riprovarci. C'è bisogno di sicurezze in quest'epoca in cui non si è più sicuri di nulla. Anche un personaggio, forte, positivo e sempre uguale a se stesso, fatto di carta e china, potrebbe essere una scialuppa di salvataggio per le nostre testoline sballottate dai venti della crisi.
sabato 21 gennaio 2012
Fumetto seriale o miniserie?
"All'oggi le due visioni sono molto più sfumate, cosicché acquistare un Dampyr mi permette di riprendere il filo di una storia mai interrotta, mentre leggere The Secret è come sfogliare un piccolo libro in cui l'eroe nasce, vive e muore, narrativamente parlando."
Questo brano è tratto da un bel post di Federico Marchionni che potete leggere QUI.
Personalmente ho espresso il Dibepensiero in questo post che ha suscitato un discreto dibattito e qualche sfottò. E' noto che si dileggia bene quando si hanno poche idee da proporre. Ma insomma, riepilogando, meglio fumetto seriale o miniserie? La differenza l'ha espressa benissimo l'amico Federico e a mio parere, servono entrambe: una o più serie "ongoing" con intorno delle miniserie satellite che condividano, possibilmente, lo stesso universo. Credo che le miniserie di 6-8 numeri, però, non siano molto seducenti per l'immaginario del lettore. Sì, oggi come oggi punterei a miniserie più lunghe, ma tra il dire e il fare, come è noto, c'è di mezzo il mare... e magari qualche scoglio a pelo d'acqua.
Questo brano è tratto da un bel post di Federico Marchionni che potete leggere QUI.
Personalmente ho espresso il Dibepensiero in questo post che ha suscitato un discreto dibattito e qualche sfottò. E' noto che si dileggia bene quando si hanno poche idee da proporre. Ma insomma, riepilogando, meglio fumetto seriale o miniserie? La differenza l'ha espressa benissimo l'amico Federico e a mio parere, servono entrambe: una o più serie "ongoing" con intorno delle miniserie satellite che condividano, possibilmente, lo stesso universo. Credo che le miniserie di 6-8 numeri, però, non siano molto seducenti per l'immaginario del lettore. Sì, oggi come oggi punterei a miniserie più lunghe, ma tra il dire e il fare, come è noto, c'è di mezzo il mare... e magari qualche scoglio a pelo d'acqua.
mercoledì 18 gennaio 2012
"Profumo di libertà" una nuova storia di Desdemona per Verticalismi.it
Oggi vi propongo una nuova storia breve de "L'Insonne" dal titolo "Profumo di libertà".
Testo di Federico Marchionni e disegni di maestro Rosario Raho.
E' la dimostrazione che dei professionisti possono fare un fumetto solo per il gusto di condividere con i lettori le proprie emozioni.
Per carità, il lavoro è lavoro. E' sacro (soprattutto per chi ci controlla), bisogna campare e l'Italia è una Repubblica (af)fondata sul lavoro, ma in qualche caso (ho detto "in qualche caso", non rompetemi con i pipponi sul lavoro del fumettista) forse sono proprio le storie fatte "no-profit" ad essere le più emozionanti.
Le più vere, quelle che ci danno, appunto, un "Profumo di libertà".
Un grande "BRAVO" agli autori e ai lettori che parteciperanno ancora a qualche minuto di vita di Desdemona.
Per leggere la storia, cliccate QUI.
Testo di Federico Marchionni e disegni di maestro Rosario Raho.
E' la dimostrazione che dei professionisti possono fare un fumetto solo per il gusto di condividere con i lettori le proprie emozioni.
Per carità, il lavoro è lavoro. E' sacro (soprattutto per chi ci controlla), bisogna campare e l'Italia è una Repubblica (af)fondata sul lavoro, ma in qualche caso (ho detto "in qualche caso", non rompetemi con i pipponi sul lavoro del fumettista) forse sono proprio le storie fatte "no-profit" ad essere le più emozionanti.
Le più vere, quelle che ci danno, appunto, un "Profumo di libertà".
Un grande "BRAVO" agli autori e ai lettori che parteciperanno ancora a qualche minuto di vita di Desdemona.
Per leggere la storia, cliccate QUI.
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martedì 17 gennaio 2012
Pare che anche i topi abbiano abbandonato la nave dopo di lui...
Non è che uno si apetta per forza James Tiberius Kirk...
...ma anche Capitan Findus si sarebbe comportato meglio.
Passaparola e sincronicità a fumetti
L'amico Paolo Franceschetti, avvocato e massimo esperto di "delitti esoterici", mi ha raccontato un aneddoto che gli è capitato e che riguarda un piccolo evento sincronico e fumettistico che voglio condividere con voi.
Dice Paolo: "Ieri sono andato a cena da una mia amica che ha due figlie, una di 18 e una di 15 anni. Per queste bimbe sono una specie di eroe, quella di diciotto anni si interessa alla massoneria da quando aveva 15 anni sentendosi le mie conferenze e appassionadosi a tutto ciò che faccio. Sono tutte e due appassionate di fumetti allora gli ho portato il numero 3 di The Secret dove citi il mio blog. Tempo fa loro mi hanno prestato una serie completa di manga giapponesi di una serie che si chiama Theat note, ove in copertina cìè sempre il simbolo dei rosacroce e che parla di una società segreta che si chiama "Alba" ecc... Insomma questo per inquadrarti le tipe.
Dopo qualche minuto è entrato un mio amico, un ex avvocato ora insegnante di yoga, anche lui adorato da queste due bambine. Lui è ancora un lettore di fumetti e con queste bimbe parlano sempre di fumetti, se li scambiano, ecc...
Entrando ha detto "ragazze vi ho portato un fumetto fantastico... vedrete che questo è bellissimo... ci sono tutte le cose di cui parla Paolo ed è proprio fatto bene..."
Tutti gli 8 numeri di The Secret. :-)"
Dice Paolo: "Ieri sono andato a cena da una mia amica che ha due figlie, una di 18 e una di 15 anni. Per queste bimbe sono una specie di eroe, quella di diciotto anni si interessa alla massoneria da quando aveva 15 anni sentendosi le mie conferenze e appassionadosi a tutto ciò che faccio. Sono tutte e due appassionate di fumetti allora gli ho portato il numero 3 di The Secret dove citi il mio blog. Tempo fa loro mi hanno prestato una serie completa di manga giapponesi di una serie che si chiama Theat note, ove in copertina cìè sempre il simbolo dei rosacroce e che parla di una società segreta che si chiama "Alba" ecc... Insomma questo per inquadrarti le tipe.
Dopo qualche minuto è entrato un mio amico, un ex avvocato ora insegnante di yoga, anche lui adorato da queste due bambine. Lui è ancora un lettore di fumetti e con queste bimbe parlano sempre di fumetti, se li scambiano, ecc...
Entrando ha detto "ragazze vi ho portato un fumetto fantastico... vedrete che questo è bellissimo... ci sono tutte le cose di cui parla Paolo ed è proprio fatto bene..."
Tutti gli 8 numeri di The Secret. :-)"
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lunedì 16 gennaio 2012
Auguri, Desdemona!
17 gennaio 1984. In questa data, come i lettori de "L'Insonne" ricorderanno, abbiamo fissato la data di nascita di Desdemona.
E quindi, auguri.
Ma perché, proprio il 17 gennaio?
Non è un caso, ovviamente.
Questa data ha un preciso significato all’interno della tradizione esoterica e come sapete, io, nel "pensiero magico" ci sguazzo.
Il 6 gennaio, giorno dell’Epifania, ovvero della "manifestazione", corrisponde al 17 gennaio a causa della correzione introdotta dalla riforma Gregoriana, che fece saltare i calendari di 11 giorni in avanti. Questo, ha fatto acquistare alla data del 17 gennaio, una valenza simbolica molto forte: se, infatti, l'Epifania del 6 gennaio rappresenta la manifestazione del divino nel mondo, l’Epifania occulta del 17 gennaio rappresenta il suo opposto, ovvero una manifestazione del divino solo per gli iniziati.
Comunque l'importante è che nessuno dica che Desdemona è una BEFANA.
Ma non solo. Il 17 gennaio ricorre continuamente nel mistero di Rennes Le Chateau, un luogo molto "caro" a Desdemona. In quella data, ogni anno, compaiono nella chiesetta francese, le famose “mele blu”, le luci proiettate su un muro da una vetrata, che vanno ad indicare chissà quale mistero.
Il 17 gennaio 1917 Berenger Sauniere viene colpito da emorragia cerebrale, mentre il 17 gennaio del 1967 viene pubblicato il “Le serpent rouge”, un misterioso libretto che pare sia legato all’enigma, e che ha visto i suoi tre autori morti subito dopo la pubblicazione.
Poi c'è un altro aspetto interessante.
Desdemona è del Capricorno. Beh, la zucca dura ce l'ha indubbiamente, se dopo quasi vent'anni è ancora qui a tormentarvi senza dare l'impressione di voler mollare. Personalmente non trovo molto interessante l'astrologia e le preferisco di gran lunga l'Angelologia, una teoria antichissima che affonda le sue radici nella Qabbalah. Gli angeli non sarebbero come che tutti immaginano, ovvero alati, paffuti o ermafroditi, ma sarebbero simboli che corrispondono alle categorie del destino. Sarebbero qualcosa di simile alla "vocazione" che nella vita ognuno ha. Il calendario è suddiviso in 72 angeli, ognuno dei quali rappresenta una inclinazione, una strada, un comportamento che chi nasce in quel giorno seguirà istintivamente. Una disciplina più complessa, antica e affascinante di un banale oroscopo.
Così, con la curiosità del “non ci credo ma ci spero” di Dylandogghiana memoria, sono andato a vedere cosa corrispondeva al 17 gennaio, la data di nascita di Desdemona.
Ed ecco cosa ho scoperto.
MITZRAEL
Significa: Dio che solleva gli oppressi. La giustizia è spesso ingiusta e la Giustizia Divina viene in soccorso a compensare gli errorin della giustizia umana. I nati dal 16 al 20 gennaio ricevono questi doni: carattere socievole, spirito altruista. Capacità di consigliare, di confortare e difendere i deboli.
L’idea di una “giustizia ingiusta” è portante nelle avventure di Desdemona, dove quasi mai l’eroe vince pianamente. Anche il carattere mi pare calzi a pennello per una DJ-detective che da consigli via radio e difende i deboli.
E quindi, auguri.
Ma perché, proprio il 17 gennaio?
Non è un caso, ovviamente.
Questa data ha un preciso significato all’interno della tradizione esoterica e come sapete, io, nel "pensiero magico" ci sguazzo.
Il 6 gennaio, giorno dell’Epifania, ovvero della "manifestazione", corrisponde al 17 gennaio a causa della correzione introdotta dalla riforma Gregoriana, che fece saltare i calendari di 11 giorni in avanti. Questo, ha fatto acquistare alla data del 17 gennaio, una valenza simbolica molto forte: se, infatti, l'Epifania del 6 gennaio rappresenta la manifestazione del divino nel mondo, l’Epifania occulta del 17 gennaio rappresenta il suo opposto, ovvero una manifestazione del divino solo per gli iniziati.
Comunque l'importante è che nessuno dica che Desdemona è una BEFANA.
Ma non solo. Il 17 gennaio ricorre continuamente nel mistero di Rennes Le Chateau, un luogo molto "caro" a Desdemona. In quella data, ogni anno, compaiono nella chiesetta francese, le famose “mele blu”, le luci proiettate su un muro da una vetrata, che vanno ad indicare chissà quale mistero.
Il 17 gennaio 1917 Berenger Sauniere viene colpito da emorragia cerebrale, mentre il 17 gennaio del 1967 viene pubblicato il “Le serpent rouge”, un misterioso libretto che pare sia legato all’enigma, e che ha visto i suoi tre autori morti subito dopo la pubblicazione.
Poi c'è un altro aspetto interessante.
Desdemona è del Capricorno. Beh, la zucca dura ce l'ha indubbiamente, se dopo quasi vent'anni è ancora qui a tormentarvi senza dare l'impressione di voler mollare. Personalmente non trovo molto interessante l'astrologia e le preferisco di gran lunga l'Angelologia, una teoria antichissima che affonda le sue radici nella Qabbalah. Gli angeli non sarebbero come che tutti immaginano, ovvero alati, paffuti o ermafroditi, ma sarebbero simboli che corrispondono alle categorie del destino. Sarebbero qualcosa di simile alla "vocazione" che nella vita ognuno ha. Il calendario è suddiviso in 72 angeli, ognuno dei quali rappresenta una inclinazione, una strada, un comportamento che chi nasce in quel giorno seguirà istintivamente. Una disciplina più complessa, antica e affascinante di un banale oroscopo.
Così, con la curiosità del “non ci credo ma ci spero” di Dylandogghiana memoria, sono andato a vedere cosa corrispondeva al 17 gennaio, la data di nascita di Desdemona.
Ed ecco cosa ho scoperto.
MITZRAEL
Significa: Dio che solleva gli oppressi. La giustizia è spesso ingiusta e la Giustizia Divina viene in soccorso a compensare gli errorin della giustizia umana. I nati dal 16 al 20 gennaio ricevono questi doni: carattere socievole, spirito altruista. Capacità di consigliare, di confortare e difendere i deboli.
L’idea di una “giustizia ingiusta” è portante nelle avventure di Desdemona, dove quasi mai l’eroe vince pianamente. Anche il carattere mi pare calzi a pennello per una DJ-detective che da consigli via radio e difende i deboli.
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