Hai una storia, - mi disse, - verso la quale hai delle responsabilità.
Come sarebbe a dire che ho delle responsabilità?
Hai delle responsabilità verso la tua storia. Devi cercare di darle un senso. Le devi la tua completa attenzione.
(Don DeLillo)
Rubo questa citazione dal blog di Marisa.
La mia signorina è appena stata pubblicata sul sito "setteperuno". Ci teneva molto. Scrive bene e se lo merita. Le auguro che questo suo raccontino sia il primo di millemilioni.
Comunque, parlavo della frase...
Hai una storia, - mi disse, - verso la quale hai delle responsabilità.
Come sarebbe a dire che ho delle responsabilità?
Hai delle responsabilità verso la tua storia. Devi cercare di darle un senso. Le devi la tua completa attenzione.
(Don DeLillo)
Don DeLillo è uno dei miei autori preferiti. "Rumore bianco" è uno dei romanzi a cui sono più affezionato. E' un romanzo sulla morte. Si lo so... forse dovrei leggere cose più allegre.
Comunque...
Hai una storia, - mi disse, - verso la quale hai delle responsabilità.
Come sarebbe a dire che ho delle responsabilità?
Hai delle responsabilità verso la tua storia. Devi cercare di darle un senso. Le devi la tua completa attenzione.
(Don DeLillo)
E' perfetta.
Perché qualche minuto fa mi sono chiesto per quale stramaledetto motivo sono ancora qui, alle due di notte a correggere una storia che va in stampa tra poche ore. Sono qui a ritoccare vignette, a correggere distrazioni, a migliorare la leggibilità e i disegni.
A fare un lavoro che non mi metterà in tasca nulla.
Come sempre.
E allora penso a tutti quei: "Pagano poco e allora tiro via", "Ho fatto 50 tavole in un mese", "No, io non faccio nulla gratis", "Con questi non lavoro più".
E ora più che mai, non li comprendo.
Ma perché? Perché faccio così?
Poi è arrivato DeLillo.
Hai una storia, - mi disse, - verso la quale hai delle responsabilità.
Come sarebbe a dire che ho delle responsabilità?
Hai delle responsabilità verso la tua storia. Devi cercare di darle un senso. Le devi la tua completa attenzione.
(Don DeLillo)
Quando si crea una storia, dei personaggi, si hanno delle responsabilità.
Si è come due dolci genitori che macinano ore di treno per venire a trovare una figlia e stare con lei solo poche ore.
Per essere sicuri che stia bene.
Perché si hanno delle responsabilità.
E' lo stesso. E' una cosa che qualcuno chiama amore.
Che belle le tue parole, che mi colpiscono. Hai scritto una piccola storia anche adesso, che non mi aspettavo. Una storia di qualcosa "che qualcuno chiama amore." Una storia di quelle che sai scrivere tu, che lasciano il fiato sospeso. :)
RispondiElimina(eccazzo, io sarò anche frignona ma l'ultima parte mi ha commossa. E ti dico grazie, perché bisognerebbe sempre ringraziare non chi dice "salute" quando si starnutisce, ma chi, come te e come quei "genitori che macinano ore di treno per venire a trovare una figlia e stare con lei solo poche ore per essere sicuri che sta bene", sa regalare piccole emozioni.)
Un bacio enorme, tesoro prezioso <3
Chi mette il cuore nel proprio lavoro, in un certo senso, è fregato.
RispondiEliminaNon riuscirà mai e poi mai a non curare i dettagli fin quando non sente che tutto va bene così, a forza di lavorare fino a tarda notte. E' come una sorta di obbligo morale con se stessi, una sfida continua, o almeno per me è così. :)
Sono in assoluto le persone che ammiro di più e, come ben dice Marisa (che caspita se è brava a scrivere, dopo andrò a commentare il suo raccontino =D), non dovremmo mai dimenticare di dirgli "grazie" per quel che ci regalano interiormente, a volte, senza nemmeno accorgersene.
_Danny_
Spesso la nobiltà d'animo è direttamemte proporzionale al grado di benessere minimo. Se uno ha almeno qualcosa da mettere sotto i denti, riesce ad essere nobile. Ma se la dispensa è vuota...
RispondiEliminaCaro anonimo...
RispondiEliminaQui non parli ad un riccone.
Non parli ad uno che naviga nell'oro.
Qui c'è un minchione che SA cosa vuol dire cosa significa NON AVERE I SOLDI PER FARE LA SPESA.
Qui parli ad uno che (visto che gli editori non lo pagavano per un lavoro fatto e pubblicato) ha venduto i giocattoli della sua infanzia su ebay per mangiare.
Qui parli a uno che ha lasciato un comodo lavoro nella più importante casa editrice italiana per raccontare le proprie storie.
Se la dispensa è vuota credo sia meglio trovare velocemente un lavoro che ci faccia guadagnare di più, piuttosto che fare MALE il lavoro di fumettaro.
Pare che ultimamente vogliate farmi passare come uno che invita i fumettisti ad imolarsi alla causa. Io magari l'ho fatto, ma non avrei potuto fare altrimenti. Non vi invito a farlo. Ma quando incontro degli autori vorrei sentir parlare di più di "contenuti, tecnica e passione" e meno di soldi, soprattutto in presenza di professionalità tutta da dimostrare :)
"Se uno ha almeno qualcosa da mettere sotto i denti, riesce ad essere nobile."
RispondiEliminaAllora, nella mia vita, dev'essermi sfuggito qualcosa.
Non mi spiego perchè ho lavorato per un notaio che quando guadagnava 8.000€ in un giorno solo diceva che era troppo poco, odiava qualsiasi forma di beneficenza e quando ha saputo che ero malata ci ha messo un giorno e mezzo a licenziarmi (con stupore del mio dottore stesso visto che mi trovavo ancora in ospedale). Ebenezer Scrooge a confronto è un santo.
Mentre ho conosciuto persone che non arrivano nemmeno a fine mese, ma si sforzano di aiutare il prossimo come meglio possono, anche sacrificando se stessi. Andatevi a fare un giro in un ospedale, reparto oncologia pediatrica.
Come si misura la nobiltà d'animo in questi casi?
Non mi spiego perchè ho amici che svolgono qualsiasi tipo di lavoro (legale) pur di portare avanti i propri studi ed i propri sogni (che vertono in tutt'altri campi rispetto al loro lavoro attuale), con paghe bassissime e lavoro extra mai retribuito. (Io guadagnavo 350€ a mese al massimo, eh.)
Ma soprattutto continuo a non capire perchè la nobiltà d'animo dev'essere strettamente legata al portafogli. Non lo digerisco proprio. Tanto meno in campo di creatività, che cavolo.
Comprendo che se questo è il pensiero della maggioranza, la voglia di far sognare può andare anche a farsi benedire.
""contenuti, tecnica e passione""
Dovrebbe tatuarselo ogni "creatore" sulla fronte... A caratteri cubitali, però!
_Danny_
Forse quando ho parlato di “ nobiltà proporzionale alla pancia piena” sono stato indelicato se non ingiusto. In questi senso chiedo scusa se ho offeso qualcuno. Il mio disappunto nasceva da questo passaggio:
RispondiElimina[...]
"No, io non faccio nulla gratis", "Con questi non lavoro più".
E ora più che mai, non li comprendo.
Ecco, passi criticare l’artista che il lavoro lo fa male perché scontento. Da quel punto di vista la pensiamo allo stesso modo: se accetti, per rispetto verso la tua arte e per rispetto verso i lettori, costi quel che costi, il lavoro lo fai bene senza tirare via.
Ma anche uno che non arriva a fine mese per motivi vari, e che dice, "No, io non faccio nulla gratis", "Con questi non lavoro più" (citazione dal blog), meriterebbe altrettanto rispetto. E aggiungerei che meriterebbe anche un pizzico di comprensione. Perché così come io non posso sapere se la tua dispensa è piena e non ho il diritto di giudicare la tua passione, tu non puoi sapere per quale motivo io dico: "No, io non faccio nulla gratis", "Con questi non lavoro più".
L’anonimo di prima.
X Danny
RispondiEliminaGrazie ;)
X Anonimo
Hai tutta la mia comprensione e il mio rispetto.
Anche perchè potresti essere un amico in incognito e mi dispiacerebbe essere maleducato soprattutto con gli amici.
Cerco di argomentare...
"No, io non faccio nulla gratis"
Riferito da un autore (anzi più di uno) che non hanno mai pubblicato neppure uno scarabocchio. Fare, ad esempio, una storia breve dell'Insonne su verticalismi, è una opportunità. Nessuno parla di fare una albo di 96 pagine.
"Con questi non lavoro più".
Riferito da MOLTI amici e colleghi verso lo stesso editore. Un editore che paga poco, magari, ma regolarmente.
Legittimo.
Ovviamente certe risposte, ripeto, legittime, mi scombinano un po' i piani... e forse per questo risulto acido. Ovviamente vorrei per la mia serie gli autori migliori, ma spesso non succede.
Ok, rettifico.
Togliete questa frase dal post, messa lì più per stress che per altro. Uno si fa dei progetti e selle scalette, poi gli autori cambiano idea. Giustamente, visto che non c'è un contratto preciso.
Rispetto e anche comprensione per le scelte fatte, ma resta il fatto che non mi appartengono e non posso non dirlo :)
PS
Chiunque tu sia, anche se qualche sospetto ce l'ho, ti auguro tutta la fortuna del mondo e la dispensa stracolma ;)