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venerdì 6 gennaio 2012

Quando gli Dei del fumetto camminavano tra gli uomini

Come molti della mia veneranda età, sono cresciuto a pane e Dylan Dog. Quando facevo "forca" (uso questo termine perché, rispetto al contesto, mi pare più adatto di "marinare la scuola"), non lo facevo per le ragazzine, ma per leggere Dylan. Provavo un'emozione che non ho mai provato per altre letture. Una emozione tattile, olfattiva e visiva irripetibile. Infatti, se oggi mi chiedete chi sia il mio autore preferito, rispondo senza indugiare: Tiziano Sclavi.
Dietro la figura del creatore de “l'indagatore dell'incubo”, c'era molto mistero. Ricordo che non c'erano foto che lo ritraessero e la sua figura era sfuggente come i fantasmi di cui raccontava. Per vederlo e sentirlo parlare ho dovuto aspettare oltre vent'anni. Proprio in questi giorni mi sono imbattuto in una sua interessante intervista caricata su youtube e una riflessione: la sovraesposizione degli autori di fumetto, che abbiamo grazie alla rete, è utile o controproducente? Blog, social network. Gli autori di fumetto, non solo gli emergenti, ma anche quelli che sono emersi da un bel pezzo, si concedono al bagno di folla dialogando e spesso litigando con i lettori. L'amico Massimiliano Guadagni mi dice spesso che "gli dei sono scesi dall'olimpo". Per lui è un male, perché si perde l'aspetto mitico di chi ti regala i sogni. I sogni vengono dal mondo delle idee, e lì devono restare confinati anche chi le idee le genera?
Visto che i fumettisti non possono contare su un ufficio stampa, è logico che si auto promuovano e lo facciano con ogni mezzo. C'è chi usa la rete solo per informare del proprio lavoro, chi scrive anche delle proprie passioni extra fumetto, chi approfitta di ogni discussione per entrare a gamba tesa e provocare una bella zuffa virtuale, perché si sa, che gli strepitii fanno audience.
Insomma, un dubbio mi attanaglia: per un autore, è meglio concedersi e scendere in piazza, oppure, come facevano i grandi dei tempi andati, lasciarsi avvolgere dal mito?
Ai posteri...

5 commenti:

  1. Ciao Giuseppe.

    A me il dubbio viene quando vedo alcuni scrittori intervistati in TV e mi viene da pensare che se non si facessero vedere avrebbero più probabilità di vendere il loro romanzo, anche se ce ne sono altri che sono abbastanza "personaggi" da mantenere una loro aura mitica anche quando sovraesposti
    Con Internet, il discorso è un po' diverso: la rete permette di essere presenti, ma senza mostrare il proprio volto o far udire la propria voce. I blog come il tuo, quello di Diego, etc, mi paiono la giusta via di mezzo che permette di non bruciarsi.

    ciao
    Angelo

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  2. Grazie, Angelo ;)

    PS
    Noto che i commenti vengono scritto per il 99% nella pagina di facebook in cui è linkato questo post. Mi piacerebbe che qualcuno incollasse anche qui il suo pensiero. Almeno resta.

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  3. Molti scrittori vendono quasi esclusivamente per la loro "esposizione televisiva", se così si può definire. I fumettisti, purtroppo per la tua categoria, caro Giuseppe, per ora non sono ancora arrivati ad invadere le TV. Pensa se il primo fossi tu; il look ce l'hai, secondo me. A presto.

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  4. Grazie, Sergio... no, non ci tengo. Potessi, preferirei (ovviamnte) fare radio :P
    In realtà i fumettisti usano moltissimo la rete e la loro immagine, anche se per la ristrettissima platea dei lettori di comics.

    Mi auguro, comunque, che qualcuno dei fumettisti nostrani approdi presto su qualche scranno televisivo. Magari riuscirebbero ad attrarre una maggiore attenzione verso il nostro amato media.

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  5. Il problema, a mio parere, è quello di essere valutati per la propria personalità e non per il proprio talento.
    E' come quando un fan dà per scontato che tutto ciò che produce il suo cantante preferito di cui conosce i dettagli della sua vita sia stupendo e meraviglioso... E' quella sorta di "amore" che acceca il giudizio obiettivo...
    Come i ragazzini che si innamorano dei cantanti di "amici" comprandone i loro album solo perchè sono piaciuti nello spettacolo tralasciando il talento se tanto sono simpatici e cool...
    Non so se mi spiego...

    Da un altro punto di vista è bello vedere che anche voi siete degli esseri umani, vedervi attivi nel promuovere con affetto le vostre opere e comunicando con noi lettori con rispetto interessandovi al nostro parere...
    Credo che molti lettori apprezzino questa cosa: il sapersi "concretamente" importanti con i propri pensieri per il vostro lavoro.

    L'apparire in tv non mi convince molto. Non vorrei che succedesse proprio il contrario di quello che si vuole ottenere e cioè che i fumettisti vengano valutati solo per simpatia o antipatia...
    Probabilmente sarebbe positivo per le vendite, se si risulta simpatici, ma negativo a livello di valutazione del vero talento.

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