Sta per scadere il tempo per votare il vincitore per il premio "Leone di Narnia fumetto".
Possono votare SOLO gli addetti ai lavori, quindi, amici colleghi, se vi piace quello che faccio (Diabolik, The Secret, Cornelio, l'Insonne) votatemi, basta mandare una mail a questo indirizzo:
settembre@narniafumetto.com
Con questo testo incollato:
1-Miglior fumetto seriale o miniserie:
-The Secret (Star Comics);
3-Miglior disegnatore:
-Giuseppe Di Bernardo e Jacopo Brandi (Diabolik);
4-Miglior scrittore:
-Giuseppe Di Bernardo (The Secret);
QUI trovate tutte le altre informazioni!
Grazie!
Firma per riportare L'Insonne in edicola! Bastano pochi click!
giovedì 26 luglio 2012
Cari addetti ai lavori (forzati)...
mercoledì 25 luglio 2012
Strane Storie - "Il Critico"
Mentre osservo rapito una katana appesa
vicino al bancone del bar, vengo richiamato dai saluti concitati dei
miei amici. Il Critico è sbucato tra la folla di una calda
convention di fumetto e si infila tra di noi come l'allegato in un
quotidiano. Capisco che scrive per la rivista di
uno dei presenti, quindi, dopo i convenevoli, iniziamo ad annusarci
il sedere.
Disclaimer: "Strane storie" sono solo dei vaneggiamenti il più delle volte dovuti al caldo. Se credete di riconoscerci questa o quella vicenda realmente accaduta, è solo un vostro problema percettivo.
Ne ha per tutti.
Non gli piace niente, sono tutti un po'
fessi questi autori, solo capaci di riempire le sceneggiature di
buchi narrativi neppure fossero dei groviera.
Il discorso cade sulle produzioni della
casa editrice con cui collaboro.
“Uh, Cornacchio... non è che
fosse un capolavoro” dice sorseggiando uno sciroppo di tamarindo. "Cominciamo male" penso. “Ha venduto molto più di altri..."
aggiungo.
"Merito di avere Panzarelli in
copertina..."
"Merito nostro che l'abbiamo
coinvolto" uno a zero, palla al centro e pubblico in festa.
"Ah, quindi è colpa tua se Quandomai da fumetto web diventerà cartaceo... ho letto
qualche puntata: che palle... e poi certe idee sono davvero poco
plausibili. Cioè, quella stronzetta compra la spesa per tutti e loro
la trattano a pesci in faccia?"
"Vabé, se uno si sente umiliato
ci sta che reagisca come i coinquilini di Marty, te lo dice una che
ha una coinquilina che te la raccomando..." interviene la mia
metà.
"Seeé... anche io ho
convissuto..." solo con maschi, immagino "... e se mi
compravano la roba gratis me la sbafavo con tanti saluti."
Lì mi accorgo che il tizio sta
iniziando a valutare la mia ragazza.
La guarda con occhi torbidi e un
sorrisetto sbieco sulla bocca. Sarà una paresi imminente?
lo spero.
Oddio, non è la prima volta che mi
lumacano la donna sotto al naso, perché lei piace specialmente ai
fumettisti. Soprattutto a quelli attempatelli, ma questa è un'altra
storia. Vabè, meglio tornare a bomba nel discorso, prima che le
chieda di che colore ha le mutandine.
"E' un piccolo patto col
lettore..." dico "serve alla crescita del personaggio, è
una specie di romanzo di formazione, e..."
"Macchè formazione, vuoi dirmi
che quella lì cambierà? Non è credibile, una così non cambia. Quandomai è praticamente un fumetto di fantascienza."
"Di cosa ti occupi?" chiede
la mia Dea.
"Cinema." Bella mossa,
giaguaro. A tutte le ragazze piace il cinema. Cosa le proporrai di
vedere, ora? Il divano del produttore?
"Oh! Che bello" dice lei.
"'Fanculo" penso io.
Lui sente la lenza tirare e prova a
girare il mulinello "Curo un programma televisivo di critica
cinematografica..."
"Vedo un sacco di film orrendi, ad
esempio, ce n'era uno di fantascienza che si intitolava Sei gnomi
sulla terra, imbarazzante! Un delirio..."
"Io sono amico del regista" dico. Per la serie, datti una calmata o i tuoi denti salteranno come
specchietti in una strada stretta.
"Dai, amore... quel film è
proprio imbarazzante" dice la mia Lei. E non posso darle neppure
torto.
"Ha il merito di averci provato,
però. Non capita spesso che in Italia si provi a trattare certi
argomenti" mi innervosisco. Intanto si è alzato un vento
terribile, una bora caldissima che fa volare delle tavole a fumetti
che i miei amici stavano valutando. Per poco, una pagina di Harry
Freak non finisce nel vassoio degli aperitivi.
" La serie TV Frigne, ti
piace?" spero di trovare un terremo neutro per continuare la
conversazione.
"Per carità, mi ha annoiato fin
da subito..." niente da fare.
"L'hai visto “Ogni cosa è
retro-illuminata”?" Chiede la mia unica ragione di vita.
"Oh, delizioso..." dice lui,
mentre gli aumenta la salivazione.
"Gli fa schifo tutto quello che
piace a te e gli piace quello che piace a me..." dice la mia
signorina ridendo sotto i baffi e infilzando una cotoletta fritta
fritta fritta.
"Già... chissà perché."
"Qual'è il tuo attore preferito?
Insomma, che tipo di uomo ti piace?" le chiede.
"Ce l'hai sotto gli occhi, razza
di un pirla" penso.
Dovrei ribaltare il tavolo, ma faccio
finta di nulla. Alle medie facevo la stessa domanda alle ragazzine
per capire se rientravo nel modello preferito.
E poi, Il Critico, ricomincia la lista
di tutti i fumetti che non gli son piaciuti. Spesso adduce la
mancanza di credibilità come discriminante. Come se la credibilità
fosse un dato oggettivo, ma c'è gente che crede in tutto,
addirittura nelle fesserie che dice la critica.
Ci sono due tipi di critica, una si
arrovella per sottolineare i difetti, l'altra sottolinea il bello.
Comprendo solo la seconda, perché l'altra mi pare somigli più a
superbia capace solo di carbonizzare quello che incontra.
"Ah, la sceneggiatura di quel
fumetto ha più crateri della luna!" insiste.
Ma dove li vede tutti questi errori
macroscopici. Forse sarò miope, oppure troppo indulgente. Oppure
rapito dalla sospensione dell'incredulità. Penso a tutto quello che
sta dietro la realizzazione di un fumetto. Tutta quella fatica non
può essere sepolta dal sorrisetto sardonico di chi crede di saperla
lunga. Perché il più delle volte il critico è un uomo che conosce
la strada, ma non sa guidare l'auto.
"E poi, per non parlare di quella cagata de La Sonnambula..."
No, questo è troppo. Nessuno può toccarmi impunemente Ofelia Fetus, La Sonnambula.
Con calma Zen, mi alzo e a passi
lenti mi dirigo verso la parete di fianco al bar. Allungo la mano
verso la katana, l'afferro e la sfodero.
Un colpo secco e la testa del Critico,
passando sotto gli sguardi paralizzati dei miei amici, rotola sul
tavolo tra le birre e i Martini, andando a fermarsi sulle tavole a
fumetti.
Ora finalmente quella testa ha una
utilità reale.
Un fermacarte.
Purtroppo per te, ora non potrai dire
che questa storia è piena di buchi narrativi.
Disclaimer: "Strane storie" sono solo dei vaneggiamenti il più delle volte dovuti al caldo. Se credete di riconoscerci questa o quella vicenda realmente accaduta, è solo un vostro problema percettivo.
martedì 24 luglio 2012
Le meraviglie della distribuzione dei fumetti
In questi giorni, all'iperCoop dove vado a procurami il cibo, è giunto il banchetto dei giornali: riviste di enigmistica, gossip, quelche giornale (mi pare) e naturalmente fumetti.
No, "fumetti" non è il termine adatto, perché L'UNICO fumetto esposto è Nathan Never n°254 "Le chiavi del futuro".
Ma la cosa più preoccupante è che ci saranno state CENTO copie dello stesso episodio.
Sì, avete capito bene. Niente Tex, Diabolik o Dylan Dog. Solo quel numero di Nathan. Con tutto il rispetto per l'ottimo albo disegnato dalla bravissima Valentina Romeo, o nella mia cittadina c'è la più grande concentrazione di lettori di fantascienza, o il distributore è un po' (tanto) confuso, perché appare OVVIO che la maggior parte delle copie di quell'albo andranno in resa e poi al macero.
Sarà così che il direttore di quella Coop, compilando i documenti per rispedire al mittente gli albi "scaduti" penserà che i fumetti non si vendano.
Non c'è futuro.
"Ogni volta che un distributore maneggia le copie di un fumetto trattandolo al pari di una bottiglia di Coca Cola, da qualche parte un piccolo sogno fatto di fantasia e fatica, muore."
GDB
Ma la cosa più preoccupante è che ci saranno state CENTO copie dello stesso episodio.
Sì, avete capito bene. Niente Tex, Diabolik o Dylan Dog. Solo quel numero di Nathan. Con tutto il rispetto per l'ottimo albo disegnato dalla bravissima Valentina Romeo, o nella mia cittadina c'è la più grande concentrazione di lettori di fantascienza, o il distributore è un po' (tanto) confuso, perché appare OVVIO che la maggior parte delle copie di quell'albo andranno in resa e poi al macero.
Sarà così che il direttore di quella Coop, compilando i documenti per rispedire al mittente gli albi "scaduti" penserà che i fumetti non si vendano.
Non c'è futuro.
"Ogni volta che un distributore maneggia le copie di un fumetto trattandolo al pari di una bottiglia di Coca Cola, da qualche parte un piccolo sogno fatto di fantasia e fatica, muore."
GDB
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sabato 14 luglio 2012
Diabolik a Riminicomix
Venerdì 20 luglio, alle 17:30, mi trovate a Riminicomix per un incontro "Diaboliko".
Se non volete venire a Rimini per me o per la splendida organizzazione degli amici di Cartoonclub, almeno fatelo per la spiaggia e i locali notturni.
Comunicato:
"Venerdì 20 luglio, presso la Palazzina Roma alle ore 17.30, si svolgerà il Diabolik Day. Riminicomix non si é lasciata sfuggire l’occasione dei 50 anni di Diabolik e ha scelto di celebrarlo, oltre alla presenza di una mostra, con un pomeriggio di festa insieme a Mario Gomboli, Patricia Martinelli, Afredo Castelli, Giuseppe Di Bernardo e Stefano Babini. Modera Loris Cantarelli."
Se non volete venire a Rimini per me o per la splendida organizzazione degli amici di Cartoonclub, almeno fatelo per la spiaggia e i locali notturni.
Comunicato:
"Venerdì 20 luglio, presso la Palazzina Roma alle ore 17.30, si svolgerà il Diabolik Day. Riminicomix non si é lasciata sfuggire l’occasione dei 50 anni di Diabolik e ha scelto di celebrarlo, oltre alla presenza di una mostra, con un pomeriggio di festa insieme a Mario Gomboli, Patricia Martinelli, Afredo Castelli, Giuseppe Di Bernardo e Stefano Babini. Modera Loris Cantarelli."
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sabato 7 luglio 2012
In edicola...
Inedito di luglio 2012.
Soggetto e sceneggiatura: M. Gomboli e A. Pasini
Disegni: Giuseppe Di Bernardo e Jacopo Brandi
"La catena di ghiaccio"
Diabolik ed Eva sono stati costretti a rinunciare a una splendida collana di diamanti, e a lasciarla nelle mani di una potente famiglia malavitosa. Naturalmente Diabolik non si arrende... ma, questa volta, il boss Bruno Holtz lo sta aspettando.
Questa volta, a parte la sceneggiatura, Jacopo Brandi ed io abbiamo fatto tutto, dalla copertina al lettering. A qualcuno di voi sembra che la copertina ritragga i nostri eroi troppo "cartoon" come mi è stato detto da qualche lettore (prontamente ucciso con ago al cianuro)?
Per chiudere questo post diabolico, vi segnalo il bel brano de "Le Rivoltelle" dedicato ad Eva Kant.
Le illustrazioni mi pare di conoscerle.
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venerdì 6 luglio 2012
Gli inediti del Dr.Morgue
Per tutti gli orfani dello Spaccamorti, ricordo che sul sito della Star Comics, a QUESTO indirizzo, potrete leggere una storia inedita per le edicole del nostro amato Yoric. Il 13 luglio sarà on line il nuovo episodio.
In attesa di vederlo nello speciale di 144 pagine pubblicato in occasione di Lucca Comics, godetevi questo "fermino" per la vostra fame da autopsie.
Lo specialone, magistralmente illustrato da Francesco Bonanno con la collaborazione di Paola Camoriano, si pregierà della splendida copertina di Carmine Di Giandomenico.
Per quanto mi riguarda spero proprio che al Dr. Morgue venga assegnata presto una seconda serie.
Yoric, ci manchi.
In attesa di vederlo nello speciale di 144 pagine pubblicato in occasione di Lucca Comics, godetevi questo "fermino" per la vostra fame da autopsie.
Lo specialone, magistralmente illustrato da Francesco Bonanno con la collaborazione di Paola Camoriano, si pregierà della splendida copertina di Carmine Di Giandomenico.
Per quanto mi riguarda spero proprio che al Dr. Morgue venga assegnata presto una seconda serie.
Yoric, ci manchi.
giovedì 5 luglio 2012
Di Davvero e Suore Ninja
I lavori per "Davvero" di Paola Barbato, nella sua versione cartacea per la Star Comics, procedono speditamente.
Nel curare i fumetti pensavo di essere uno meticoloso, preciso fino all'ossessione, fino a quando non ho visto lavorare Paola. Le sue sceneggiature sono dense, non solo di dettagli per il disegnatore, ma soprattutto di emozioni e stati d'animo. Paola non scrive solo una sceneggiatura, ma cerca in ogni modo di passare all'illustratore tutti i travagli interiori dei protagonisti. Ed è intransigente. Non accetta tavole fatte per fare, ma le pagine che raccontano la vita di Martina hanno dei punti fermi che vanno necessariamente rispettati e finché l'obbiettivo non è centrato la tavola si rifà. I disegnatori percepiscono questa passione e con la sceneggiatrice si crea un legame talmente forte e positivo che credo si avverta leggendo quelle pagine.
In questi giorni ho letto un paio di recensioni alla versione on-line di "Davvero", ma quello che mi ha stupito di più sono stati certi commenti. Fatta salva la libertà di pensiero, critica ed espressione, permettetemi una puntualizzazione sul tema.
Non mi pare che da nessuna parte l'autrice abbia annunciato di voler innovare il fumetto con "Davvero", ma resta il fatto che la versione cartacea sarà il primo esperimento popolare italiano di un fumetto che tratti la vita comune di una ragazzina come tante. Non dico sia una novità assoluta, ma non mi pare (correggetemi) che nella produzione di taglio bonelliano ci siano stati esperimenti simili.
Le tematiche di "Davvero" potranno non piacere. Questo è naturale ed è giusto sia così, ma non è un buon motivo per gridare allo scandalo. A me non piace il western, ma non è che inveisco ad ogni nuova pubblicazione del genere. Ho letto i primi tre episodi della versione cartacea e vi assicuro che non hanno nulla a che fare con le soap opera, come qualcuno va dicendo in rete. Oltretutto, l'antipatica Martina, subisce durante la storia una trasformazione che la rende molto vera. Si tratta di una specie di "romanzo di formazione", ma questo apparirà chiaro tra molti episodi.
Ho letto on-line che si sarebbe detto come le sei tavole pubblicate on-line sarebbero una specie di prova per la versione cartacea. Tale curiosa affermazione trae spunto da un mio commento su questo blog. Un commento che pensavo di aver chiarito, ma evidentemente non è bastato. A chi criticava il metodo d'ingaggio dei disegnatori, ho detto che, visto che è normale fare delle tavole di prova per una serie (io e Jacopo Brandi, a suo tempo, ne abbiamo fatte più di 40), non è scandaloso che un disegnatore accetti di fare 6 tavole gratuitamente per un progetto di libera diffusione. I migliori disegnatori della serie on line, sono stati infatti scelti per la versione cartacea. Se ne aggiungeranno altri che vengono proprio da quella palestra che è www.davvero.org e che quindi hanno visto fruttare il loro investimento. La loro scommessa.
Ripeto e chiarisco ancora: le sei tavole non erano una prova per la versione cartacea. Anche perché all'epoca non c'erano contatti tra l'autrice e la Star Comics.
E' stata tutta colpa mia, che si sappia. Offendete me. Sono stato io a suggerire alla Star di valutare "Davvero". Sono stato io che ho messo in contatto Paola con la casa editrice. Mi dichiaro colpevole agli occhi del pubblico.
Così come sono "colpevole" di aver proposto Davide La Rosa e Vanessa Cardinali alla casa editrice di Perugia.
Il primo numero di "Suore Ninja" è quasi pronto. Vedrà la luce nel marzo 2013 e tutti gli episodi dovrebbero essere disegnati dalla bravissima Vanessa Cardinali.
Credo che "Davvero" e "Suore Ninja" abbiano almeno il pregio di tentare una strada diversa, una "speciazione" si direbbe parlando della teoria dell'evoluzione. La speciazione avviene quando una specie subisce una trasformazione che dà origine a qualcosa di diverso ma che fonda le sue radici nel passato.
Beh, speriamo di non aver imboccato la strada dell'estinzione.
Nel curare i fumetti pensavo di essere uno meticoloso, preciso fino all'ossessione, fino a quando non ho visto lavorare Paola. Le sue sceneggiature sono dense, non solo di dettagli per il disegnatore, ma soprattutto di emozioni e stati d'animo. Paola non scrive solo una sceneggiatura, ma cerca in ogni modo di passare all'illustratore tutti i travagli interiori dei protagonisti. Ed è intransigente. Non accetta tavole fatte per fare, ma le pagine che raccontano la vita di Martina hanno dei punti fermi che vanno necessariamente rispettati e finché l'obbiettivo non è centrato la tavola si rifà. I disegnatori percepiscono questa passione e con la sceneggiatrice si crea un legame talmente forte e positivo che credo si avverta leggendo quelle pagine.
Dettaglio - Walter Trono
In questi giorni ho letto un paio di recensioni alla versione on-line di "Davvero", ma quello che mi ha stupito di più sono stati certi commenti. Fatta salva la libertà di pensiero, critica ed espressione, permettetemi una puntualizzazione sul tema.
Non mi pare che da nessuna parte l'autrice abbia annunciato di voler innovare il fumetto con "Davvero", ma resta il fatto che la versione cartacea sarà il primo esperimento popolare italiano di un fumetto che tratti la vita comune di una ragazzina come tante. Non dico sia una novità assoluta, ma non mi pare (correggetemi) che nella produzione di taglio bonelliano ci siano stati esperimenti simili.
Le tematiche di "Davvero" potranno non piacere. Questo è naturale ed è giusto sia così, ma non è un buon motivo per gridare allo scandalo. A me non piace il western, ma non è che inveisco ad ogni nuova pubblicazione del genere. Ho letto i primi tre episodi della versione cartacea e vi assicuro che non hanno nulla a che fare con le soap opera, come qualcuno va dicendo in rete. Oltretutto, l'antipatica Martina, subisce durante la storia una trasformazione che la rende molto vera. Si tratta di una specie di "romanzo di formazione", ma questo apparirà chiaro tra molti episodi.
Ho letto on-line che si sarebbe detto come le sei tavole pubblicate on-line sarebbero una specie di prova per la versione cartacea. Tale curiosa affermazione trae spunto da un mio commento su questo blog. Un commento che pensavo di aver chiarito, ma evidentemente non è bastato. A chi criticava il metodo d'ingaggio dei disegnatori, ho detto che, visto che è normale fare delle tavole di prova per una serie (io e Jacopo Brandi, a suo tempo, ne abbiamo fatte più di 40), non è scandaloso che un disegnatore accetti di fare 6 tavole gratuitamente per un progetto di libera diffusione. I migliori disegnatori della serie on line, sono stati infatti scelti per la versione cartacea. Se ne aggiungeranno altri che vengono proprio da quella palestra che è www.davvero.org e che quindi hanno visto fruttare il loro investimento. La loro scommessa.
Ripeto e chiarisco ancora: le sei tavole non erano una prova per la versione cartacea. Anche perché all'epoca non c'erano contatti tra l'autrice e la Star Comics.
E' stata tutta colpa mia, che si sappia. Offendete me. Sono stato io a suggerire alla Star di valutare "Davvero". Sono stato io che ho messo in contatto Paola con la casa editrice. Mi dichiaro colpevole agli occhi del pubblico.
Così come sono "colpevole" di aver proposto Davide La Rosa e Vanessa Cardinali alla casa editrice di Perugia.
Dettaglio - Vanessa Cardinali
Beh, speriamo di non aver imboccato la strada dell'estinzione.
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Tre nomination al Leone di Narnia Fumetto
Grazie alla possibilità che dà Facebook di chiedere ad amici e parenti di votare, ho ricevuto tre immeritate nomination al premio Leone di Narnia Fumetto. Come uomo del sud ho un sacco di parenti, anche se c'è chi ne ha di più, visto che il numero di certi voti hanno superato le tirature. Si scherza, eh!
1-Miglior fumetto seriale o miniserie:
-Red Dread (Lateral Studio);
-The Secret (Star Comics);
-Rat-Man (Panini Comics);
-Dylan Dog (Bonelli);
-Dampyr (Bonelli).
3-Miglior disegnatore:
-Gianni Allegra (Diario della Pioggia - Verba Volant);
-Raul e Gianluca Cestaro (Tex);
-Giuseppe Di Bernardo e Jacopo Brandi (Diabolik);
-Giancarlo Alessandrini (Martin Mistère);
-Leonardo Ortolani (Rat-Man).
4-Miglior scrittore:
-Leo Ortolani (Rat-Man);
-Paola Barbato (Dylan Dog, Davvero!);
-Giuseppe Di Bernardo (The Secret);
-Gianfranco Manfredi (Tex, Dylan Dog, Shangai Devil);
-Alessandro Bilotta (Dylan Dog, Valter Buio).
Insomma, dopo una selezione popolare (trovate maggiori informazioni QUI) la palla passa agli addetti ai lavori.
Fino al 3 agosto compreso, gli "addetti ai lavori" potranno votare, SOLO ed ESCLUSIVAMENTE via mail (settembre@narniafumetto.com) UNA scelta per ognuna delle categorie. Dal regolamento: "Vengono considerati, ai fini del voto, "addetti ai lavori" tutti coloro che lavorano nel mondo del fumetto: autori (comprendendo anche coloristi e letteristi), editori, supervisori e coordinatori editoriali, librai specializzati, titolari di siti informativi e loro collaboratori. L'Organizzazione si riserva di decidere volta per volta in merito all'ammissione di categorie o singoli votanti, essendo la definizione di addetti ai lavori non tassativa".
Ora, sinceramente, non mi va di mandare una mail a tutti i professionisti che conosco per chiedergli di votarmi. Mi parrebbe davvero di questuare. Quindi, cari colleghi, se passate di qui, e vi piace quello che faccio, mandate una mail a settembre@narniafumetto.com con la vostra scelta.
Grazie!
martedì 3 luglio 2012
Diabolik vs Martin Mystère
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Storie di cantastorie
A Fumettoville, i cantastorie si sprecavano.
Spesso un po' saputelli, vivevano ancora della gioia di quando la maestra gli metteva 7 + al tema libero del lunedì mattina. Fermamente convinti di avere il baule pieno racconti a cui mancava solo un editore illuminato che sapesse cogliere il quid che albergava dentro di loro, ma che non aveva l'opportunità di esprimersi per colpa della lobby dei Confratelli della gran loggia del pennino o di chi era semplicemente troppo stupido per apprezzarli.
A Fumettoville, però, i cantastorie facevano una grande fatica a trovare un parthner che illustrasse le proprie fantasie. I pittori del buffo paesino erano sospettosi, restii a prestare l'opera al primo venuto. Le cassette postali di questi artisti erano satolle di richieste di amicizia e collaborazione. "Ciao, sono un idraulico con una grande passione per i fumetti! Ho realizzato un innovativo adattamento di "Guerra e pace" di solo 2000 tavole. Che ne diresti di illustrarlo? Gratis. Tanto ti diverti, no?"
E ancora. "Ho avuto una idea geniale per una graphic novel (si dice così, vero? Scusa, ma non sono molto esperto di termini fumettistici. Io lavoro in ditta da mio padre, ma alle 17 stacco. Tanto a scrivere storielle che ci vuole?) Si tratta della storia di un koala velocissimo e l'ho chiamato Speedy Koala. Originale, no?" Così, gli artisti locali, sempre che di artisti si potesse comunque parlare, iniziarono ad anteporre comprensibilmente il loro lavoro, alla giusta retribuzione in denaro. In qualche caso bastava almeno uno scambio in natura, due salami per una tavola, una scamorza per una copertina e così via.
Anche a Fumettoville imperversava la crisi.
Ma un giorno, uno dei cantastorie più conosciuti del paese, chiese ai suoi compaesani di partecipare ad uno strano progetto no-profit. Si trattava di illustrare qualche pagina di una storia giudicata troppo rischiosa dai grandi produttori di carretti per cantastorie. Una storia che puntava ad un pubblico diverso, che mai era stato preso in considerazione dagli altri, tutti presi a raccontarsi addosso le solite robe. Questo cantastorie non offriva denaro, ma i consigli provenienti da una esperienza maturata sul campo delle storie disegnate. Chi avesse lavorato con lui avrebbe potuto fare un viaggio accanto ad un capitano di lungo corso, un pilota prestigioso, uno di quelli che ti fa sembrare il lavoro una vacanza.
Fu così, che i pittori risposero in massa.
Chi per calcolo, chi per la speranza di mettersi in luce, chi per puro divertimento, illustrarono le vicende narrate dal cantastorie e le regalarono al pubblico. Ma gli altri cantastorie, quelli che non avevano nessuno che volesse rappresentare i loro sogni, iniziarono a vomitare veleno.
Sui muri di tutta Fumettoville, scrissero che quella iniziativa era un raggiro, uno scandalo, una bieca truffa, che il cantastorie aveva usato poteri magici per circuire i pittori, e che questi mentecatti andavano interdetti. Iniziarono a travisare la realtà, forse neppure consapevolmente, ma accecati dalla delusione di chi si vede escluso a causa di un meccanismo crudele.
Scuotendo la testa, il vecchio saggio leggeva triste le ingiurie scritte sui muri dello strambo paesello. Non entrava nel merito della storia. Non la giudicava, ci avrebbero pensato i posteri, ma lui, che abitava lì da sempre, non capiva più i suoi concittadini. Un tempo, ricordava, quel posto era affollato e i cantastorie si esibivano sempre di fronte ad un pubblico strabordante.
Poi era iniziata l'emorragia.
Il paesello si era svuotato e ad ascoltare i cantastorie orbitavano poche anime sempre più distratte. Ormai era chiaro: c'erano più aspiranti cantastore che banali ma onesti spettatori. "E' quella la causa di tanto astio", pensò il vecchio saggio. Quando diminuisce il cibo, le bestie lottano tra di loro per accaparrarsi l'ultimo boccone. Gli spettatori a Fumettoville stavano svanendo, e la violenza, anche solo quella verbale, era diventata la regola.
Eppure c'era posto per tutti e non servivano raccomandazioni, ma soltanto pazienza e talento. "Quello serve, sì", pensò il vecchio saggio.
Non serve solo la tecnica, ma anche il cuore.
E il cuore di quel paesino, sembrava ormai pieno solo di sangue rappreso.
Disclaimer: "Strane storie" sono solo dei vaneggiamenti il più delle volte dovuti al caldo. Se credete di riconoscerci questa o quella vicenda realmente accaduta, è solo un vostro problema percettivo.
Spesso un po' saputelli, vivevano ancora della gioia di quando la maestra gli metteva 7 + al tema libero del lunedì mattina. Fermamente convinti di avere il baule pieno racconti a cui mancava solo un editore illuminato che sapesse cogliere il quid che albergava dentro di loro, ma che non aveva l'opportunità di esprimersi per colpa della lobby dei Confratelli della gran loggia del pennino o di chi era semplicemente troppo stupido per apprezzarli.
A Fumettoville, però, i cantastorie facevano una grande fatica a trovare un parthner che illustrasse le proprie fantasie. I pittori del buffo paesino erano sospettosi, restii a prestare l'opera al primo venuto. Le cassette postali di questi artisti erano satolle di richieste di amicizia e collaborazione. "Ciao, sono un idraulico con una grande passione per i fumetti! Ho realizzato un innovativo adattamento di "Guerra e pace" di solo 2000 tavole. Che ne diresti di illustrarlo? Gratis. Tanto ti diverti, no?"
E ancora. "Ho avuto una idea geniale per una graphic novel (si dice così, vero? Scusa, ma non sono molto esperto di termini fumettistici. Io lavoro in ditta da mio padre, ma alle 17 stacco. Tanto a scrivere storielle che ci vuole?) Si tratta della storia di un koala velocissimo e l'ho chiamato Speedy Koala. Originale, no?" Così, gli artisti locali, sempre che di artisti si potesse comunque parlare, iniziarono ad anteporre comprensibilmente il loro lavoro, alla giusta retribuzione in denaro. In qualche caso bastava almeno uno scambio in natura, due salami per una tavola, una scamorza per una copertina e così via.
Anche a Fumettoville imperversava la crisi.
Ma un giorno, uno dei cantastorie più conosciuti del paese, chiese ai suoi compaesani di partecipare ad uno strano progetto no-profit. Si trattava di illustrare qualche pagina di una storia giudicata troppo rischiosa dai grandi produttori di carretti per cantastorie. Una storia che puntava ad un pubblico diverso, che mai era stato preso in considerazione dagli altri, tutti presi a raccontarsi addosso le solite robe. Questo cantastorie non offriva denaro, ma i consigli provenienti da una esperienza maturata sul campo delle storie disegnate. Chi avesse lavorato con lui avrebbe potuto fare un viaggio accanto ad un capitano di lungo corso, un pilota prestigioso, uno di quelli che ti fa sembrare il lavoro una vacanza.
Fu così, che i pittori risposero in massa.
Chi per calcolo, chi per la speranza di mettersi in luce, chi per puro divertimento, illustrarono le vicende narrate dal cantastorie e le regalarono al pubblico. Ma gli altri cantastorie, quelli che non avevano nessuno che volesse rappresentare i loro sogni, iniziarono a vomitare veleno.
Sui muri di tutta Fumettoville, scrissero che quella iniziativa era un raggiro, uno scandalo, una bieca truffa, che il cantastorie aveva usato poteri magici per circuire i pittori, e che questi mentecatti andavano interdetti. Iniziarono a travisare la realtà, forse neppure consapevolmente, ma accecati dalla delusione di chi si vede escluso a causa di un meccanismo crudele.
Scuotendo la testa, il vecchio saggio leggeva triste le ingiurie scritte sui muri dello strambo paesello. Non entrava nel merito della storia. Non la giudicava, ci avrebbero pensato i posteri, ma lui, che abitava lì da sempre, non capiva più i suoi concittadini. Un tempo, ricordava, quel posto era affollato e i cantastorie si esibivano sempre di fronte ad un pubblico strabordante.
Poi era iniziata l'emorragia.
Il paesello si era svuotato e ad ascoltare i cantastorie orbitavano poche anime sempre più distratte. Ormai era chiaro: c'erano più aspiranti cantastore che banali ma onesti spettatori. "E' quella la causa di tanto astio", pensò il vecchio saggio. Quando diminuisce il cibo, le bestie lottano tra di loro per accaparrarsi l'ultimo boccone. Gli spettatori a Fumettoville stavano svanendo, e la violenza, anche solo quella verbale, era diventata la regola.
Eppure c'era posto per tutti e non servivano raccomandazioni, ma soltanto pazienza e talento. "Quello serve, sì", pensò il vecchio saggio.
Non serve solo la tecnica, ma anche il cuore.
E il cuore di quel paesino, sembrava ormai pieno solo di sangue rappreso.
Disclaimer: "Strane storie" sono solo dei vaneggiamenti il più delle volte dovuti al caldo. Se credete di riconoscerci questa o quella vicenda realmente accaduta, è solo un vostro problema percettivo.
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