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sabato 30 luglio 2011

Cous cous di fine luglio

"Salve care amebe..." Erano mesi che volevo esordire con questo inizio tanto caro agli editoriali di DYD degli anni novanta.
In queste ore sto finendo "The Secret", sistemo le ultime pagine di sceneggiature, e seguo la realizzazione grafica degli ultimi tre episodi. Niente vacanze per il sottoscritto. Non è una novità, non le faccio da due anni, ma finire bene questo progetto ha la priorità.
Ricordando ai più distratti che in edicola c'è il quinto numero, vi segnalo anche questa bella intervista che mi hanno fatto su Corriere.it. Un grazie speciale all'amico Flavio Vanetti.
Dopo una luna di miele durata quattro mesi in cui era difficile trovare commenti negativi sulla serie, ora qualche genio comincia a farsi sentire. Su Youtube leggo: "fumetto patetico, un accozzaglia di argomenti interessantissimi trattati in modo confusionario e banale".
Guarda, minchione, ti rispondo così:



Stammi bene, rosicone.

Prima di spararvi nei prossimi giorni, un paio di post a tema strettamente fumettistico (post che faranno discutere, spero), vorrei dedicare il mio pensiero agli amici che ogni tanto passano di qui e intervengono sui post che trattano di scie chimiche.
Spesso chiedono: "ma le prove?"
Ho messo le mani su un documento che attesta le analisi dell'acqua piovana su Firenze.




ALLUMINIO: 20,2
BARIO: 4,7

Da poco i valori dell’alluminio presenti nell’acqua potabile sono stati alzato da 50 a 200. Invece gli specialisti del laboratorio sostengono che non esiste un tetto per il bario che deve essere assente.
Dunque?
Ve lo dico subito: se sospettate che il documento sia un falso investite un po' dei vostri sudati risparmi e fate analizzare anche l'acqua del vostro paesiello. Poi ne riparliamo.

Un amico che frequenta il blog, mi ha poi mandato questa curiosa foto...
Si tratta di un giornale del Mugello...



Ah, il perché del titolo del post? Perché ne sto mangiando così tanto che cambierà il mio nome in Youssef.

lunedì 18 luglio 2011

Il senso della vita dei fumettisti. Parte 2

In queste calde notti di luglio è successa una cosa strana, una cosa che ha fatto pensare il sottoscritto e chi gli sta intorno.
Per caso su Facebook, ho incontrato (anzi, dovrei dire incontrato nuovamente) un ragazzo che aveva frequentato la Scuola Internazionale di Comics negli anni in cui Jacopo Brandi e io eravamo studenti.
Ho cercato senza successo di ricordarmi chi fosse e lui mi ha scritto una toccante mail, una mail che vi giro perché credo possa essere davvero d'aiuto a tutti, magari in specialmodo a quei ragazzi della comics che hanno appena dato l'esame. Anche a quelli che in privato, per un voto non "consono alla loro bravura" mi hanno minacciato di "rompermi le gambe".
Leggete questa mail e riflettete.

Ciao Giuseppe.
Faccio finta di conoscerti da sempre e mi sfogo un attimo, poi decidi tu se leggere tutto o lasciar perdere... sarò prolisso, già lo so.
Ho fatto la Comics di Firenze nel 94 mi pare, al primo anno in cui ha aperto, quando era in via di Mezzo... con Jacopo.
Mi ricordo che una volta gli portasti una tavola su cui doveva fare la scenografia di sfondo... il duomo di Firenze. Era piuttosto ferrato nel disegno di architetture e infatti ne uscì un bellissimo duomo.
Ti vedevo andare avanti e indietro spesso.
Sinceramente ti invidiavo e invidiavo Jacopo che aveva la possibilità di provarci e crescere grazie a te.
Poi nel giugno di quell'anno sono partito per il militare ed ho dovuto interrompere.
Ho fatto l'esame a distanza praticamente lasciandogli le tavole fatte, solo che me le persero... insomma robe da matti :D:D
Puoi immaginare la crisi di un ragazzetto che è in naia a (OMISSIS) e non aspetta altro che un giudizio e gli dicono che hanno perso tutto e gli danno un voto politico.
Ero nel pallone :D
Insomma... mentre ero a fare il militare mio padre ha un problemone di salute e cambiano un po tutte le cose e i progetti.
Vado a vivere da solo al ritorno del militare e entro in fabbrica cosi da pagarmi l'iscrizione al serale alla scuola che nel frattempo si era trasferita in via Gucciardini.
Faccio il secondo e il terzo anno.
Mi ero gasato.
Venturi, Casini...nomi grossi mi sfilano davanti.
All'esame del terzo 30 e lode per il buon cuore di Serpieri e c. e su experiment per una storiella di 8 pagine 'alla Castellini' che tanto andava di moda in quel periodo.
Conosco Chiaverotti che visti dei lavori mi propone una prova per Brendon appena uscito al numero 2 e che aveva bisogno di disegnatori... e poi io ho un po' di casini ancora.
L'affitto, mi prendono fisso in fabbrica, la mia ragazza non sopportava tutto il casino dei disegni in casa e non potevo tenere niente per la bambina e perche la casa era piccola, i soldi nn bastavano e io a fare i disegnini per casa tutte le sere non aiutavo... insomma decido e dico basta.
Niente prova definitiva delle 10 pagine di sceneggiatura e chiudo.
Paura di perdere il posto fisso, paura di fallire, paura di discussioni con la mia ragazza ecc.
Chiudo davvero e non compro e non apro piu un fumetto dal 97.

Poi nel 2009 apro internet e trovo un sito dedicato a (OMISSIS) a cui naturalmente, come te immagino, sono legato per motivi affettivi legati al nostro tempo, e inizio a parlare e parlando vedo che cercano uno per fare dei disegni. Mi propongo senza impegno e ne esce una storiella di 14 pagine e poi altre e illustrazioni, copertine ecc...
Praticamente tutto nell'arco dell'ultimo anno.
Non hai idea della fatica a riprendere in mano un pennello. Non è vero che è come andare in bicicletta. E' dura. Si perde tutto.
Pian piano sto rientrando sui binari, ma tutti quelli che prima erano bravini adesso sono diventati eccezionali e io sono tornato indietro...

Morale: Nel 2001 mi sono lasciato, ho comprato una casa grande e mi sono trasferito con la nuova ragazza che mi sostiene e non ha fastidio dal fatto che abbia un po di originali in giro... e il posto fisso se n'è andato in una mobilità in cui adesso mi trovo da qualche mese...
Insomma ho lasciato tutto per niente.
Sono ufficialmente un coglione.
Adesso ci provo (...)


Erano le 23.
Dopo la lettura di questa mail mi trovo a parlarne al telefono con la mia ragazza e poi, cosa davvero strana per l'ora, con Jacopo, tutti molto colpiti da questa piccola storia di vita.
Una vita che aveva preso una strada opposta alla nostra. La strada di un ragazzo che era partito insieme a noi e che si era smarrito. Fato? Paura? Scelte sbagliate?
E' proprio la possibilità di realizzare un sogno che rende la vita accettabile, ma soltanto una cosa rende impossibile un sogno: la paura di fallire. Esiste qualcosa, in ciascuno di noi, che ci spinge verso una direzione, anche se può sembrare assurda e che ci urla nella testa se non lo ascoltiamo. E' il "daimon", il "demone" come lo chiamava Hillman che ciascuno di noi riceve come compagno prima della nascita. E' ciò che si nasconde dietro parole come "vocazione", "chiamata", "talento". Se esiste, è la chiave per leggere il "codice dell'anima", quella sorta di linguaggio cifrato che ci costringe ad agire ma che non sempre capiamo. L'anima, come il vento, spinge le vele della nostra vita, ma se quelle vele non le issiamo resteremo per sempre in porto, e la nostra barca finirà per marcire.

Ora, caro "amico ritrovato", non posso fare altro che citare un "collega illustre", uno che di sogni e fumetti se ne intendeva. Disney diceva: "Se puoi sognarlo, puoi farlo."
Quindi, ora non resta che darci dentro, se è quello che davvero vuoi.

E guardate il video... insegna veramente tanto.

martedì 12 luglio 2011

Il senso della vita dei fumettisti. Parte 1

Il caldo mi fa uno strano effetto.
Mi piace, mi eccita, mi riempie di buoni propositi. Ma soprattutto mi fa diventare incazzoso.
Mentre passo la notte infernale fiorentina a dare la caccia ai ragni del mio appartamento, mi pongo un sacco di domande sul senso della vita di un fumettista.

La prima domanda è: "perché gli editori non rispondono?"
Non tutti, ovviamente. In Astorina, ad esempio, rispondono ad ogni domanda immediatamente. Sono la cortesia e la professionalità fatta persona. Non passa giorno che non ringrazi il cielo di averli conosciuti.
Per editori così, vale la pena di fare le nottate sulle tavole per rispettare al meglio le scadenze.

Ma alcuni altri sono davvero imbarazzanti.
Settimane per avere una risposta (di solito non soddisfacente) che poi arriva telegrafica.

Poi ci sono quelli che vorresti contattare e che non ti cagano proprio. Li insegui alle fiere, gli scrivi, gli telefoni, ma niente.
Ora... io non sono Gipi, ma, dopo diciassette anni di onorata carriera, mi sarei augurato di avere un minimo di rispetto e di attenzione. Probabilmente è colpa mia e del mio essere paguro che si rifugia nella sua conchiglia. Un paguro che non frequenta troppe fiere, certe cene, certi giri buoni.
Ogni tanto degli "esordienti" mi scrivono dicendo che non hanno risposte dagli editori che contattano. Vorrei dirgli che non ne hanno e per un bel po' non ne avranno.
Gli editori nostrani son fatti così.
Sono lo specchio del nostro paese.

venerdì 1 luglio 2011

Latito...

Latito.
Lo so, ma tanto so anche che nessuno si strapperà i capelli per questo.
Che sto facendo?
Le mie lezioni alla Comics di Firenze sono terminate con un esame che esame non è.
I ragazzi hanno realizzato cose migliori di quello che immaginavo. Bravi. Ci sono delle buone mani, ma prima della mano va educato il cervello. D'altra parte è presto per chiedervi di fare il salto di qualità. Avete vent'anni... io a vent'anni non sapevo neppure di esistere e i miei fumetti erano inguardabili.
Scrivo.
Sto lavorando all'ultimo episodio di "The Secret". L'epilogo che spero vi regalerà qualche emozione. A volte credo di prendere troppo sul serio quello che scrivo. Vedo che funziona sempre meglio riempire le pagine di [CENSURA] invece che di filosofia (anche se spicciola) e fisica quantistica. D'altra parte il fumetto è comunicazione. Si parla ad un pubblico e il pubblico dipende da quello che scrivi.
Disegno.
Ho terminato le prime sessanta pagine di un nuovo Diabolik e sono di nuovo indietro con le consegne.
E intanto progetto. Progetto la mia vita, in primo luogo. Progetto fumetti futuri, anche se passerà del tempo prima di scrivere una serie nuova.
Molti mi scrivono dicendo che "l'editore di turno non gli ha risposto". Beh, amici... rassegnatevi. Non rispondono neppure a me. A volte la pazienza e la tenacia sono più utili del talento.
Intanto QUI potete leggere un interessante articolone su The Secret scritto da Marco Leone e pubblicato su La Nazione.
Chiudo segnalandovi un simopatico blog di vignette e cucina curato dalla mia dolce metà. Si intitola: "Carboidrati e Martini". Seguitelo per sorridere e preparare qualche gustosa ricetta.