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mercoledì 30 marzo 2011

The Secret, primi riscontri

A pochi giorni dall'uscita in edicola, i commenti su "The Secret" sono davvero molto buoni.
Il "fattore cigno nero" è piaciuto, anche più di quanto ci aspettassimo, sia tra i lettori tradizionali di fumetto, sia, soprattutto, tra coloro che sono appassionati a temi di complottismo, NWO, interferenze aliene e mistero in generale. Una vera onda di apprezzamenti che ci fa davvero piacere. Speriamo di non tradire le aspettative.

"The Secret è, insomma, a giudicare dal primo numero, quello che potrebbe essere oggi un fumetto pienamente popolare."
Harry Dice

"In un mondo in cui la Verità è sempre più nascosta, inarrivabile e mescolata insieme a tante falsità, in cui si nasconde dietro messaggi subliminali nelle storie, nelle gesta e nelle leggende, nei media e nei politici, nell’arte e nella stessa storia, ecco “The Secret”, una storia a fumetti che come tutte le leggende nasconde una Verità importante, un Cigno Nero imprevisto che può destabilizzare tutte le nostre convinzioni e farci ricredere sulla realtà di tutti i giorni."
Nicola Zaffalon (Segreti Svelati)

"Il primo numero presenta un protagonista già ben strutturato, un bello e dannato che sta scoprendo (e noi con lui) un mistero inquietante e fin troppo attuale."
Neroinchiostro (utente ComicUS)


Questo è un fan video ad opera di Lumen Ivani, lettrice che ringraziamo sentitamente!

sabato 26 marzo 2011

Il cigno nero ha preso il volo

"Il Fattore cigno nero", della serie "The Secret", è ufficialmente nelle edicole e fumetterie italiane. Vi consiglio di cercare nelle edicole più fornite della vostra città. Le copie dovrebbero essere sufficienti, ma se vi interessa, vi consiglio di affrettarvi.
Colgo l'occasione per ringraziare chi l'ha già acquistato e letto. I feedback sono al momento molto positivi, e vorrei che chi lo ha letto scrivesse anche qui la sua impressione.

Colgo l'occasione per segnalarvi questa intervista su Comicus.

Attendo fiducioso i commenti, e ricordate: "La verità è dentro di TE!"

Buona lettura!

mercoledì 23 marzo 2011

Edicola, edicola delle mie brame...



Il mio rapporto con gli edicolanti è sempre stato difficile.
Lo ammetto, parto prevenuto.
Quando usciva "L'Insonne" l'andavo a cercare per vedere quante copie erano disponibili.
Durante la mia ricerca ne ho viste di tutti i colori.
Una volta chiesi ad un edicolante se ce l'aveva, lui disse che non c'era, ma alle sue spalle vidi spuntare tre copie mescolate con riviste di cucito e di edilizia. Feci notare all'edicolante il "bellissimo fumetto" che aveva ingiustamento relegato alle sue spalle. Gli dissi che era ambientato a Firenze e che andava sostenuto. L'edicolante dall'occhio bovino mi ascoltò con interesse ed emise gemiti di entusiasmo posizionando in bella vista Desdemona accanto a Dylan Dog.
Praticamente facevo la vendita porta a porta.
Tornai a casa orgoglioso di aver conquistato un nuovo punto vendita, ma quando tornai qualche giorno dopo, "L'Insonne" era di nuovo finita nel retro bottega.

Ho già iniziato la mia personale ricerca per capire come verrà trattato "The Secret" e ho cominciato a chiedere agli edicolanti se l'avevano ricevuto o quando arriverà.
Sì, perché voi mi chiedete spesso "quando esce", volete una data precisa, ma il nostro destino è nelle mani del dio-distributore.

La prima volta ho chiesto:

"Mi scusi, è uscito The Secret?"
"Cos'è?"
"Un fumetto."
"Aspetta guardo dull'elenco... allora The Secret... alla D..."
"No... mi scusi... alla T... the, the..."
"..."
"No... E comunque e un c'è!"

La seconda volta, invece...

"Mi scusi, è uscito The Secret?" e memore della prima "E' un fumetto della Star Comics..."
"Ah... allora si parla di MANGA!"
"No... è un bonelliano. Tipo Dylan Dog. Ha presente?"
"Ma loro mica li fanno di quel formato!"
"..."

In che mani siamo...

AGGIORNAMENTO del 24 marzo.

"Il fattore cigno nero", primo episodio della miniserie "The Secret" sta per giungere in edicola. La data fissata era il 23 marzo, ma ad oggi, il 24, ancora l'albo non è arrivato.
Non preoccupatevi, nessun inghippo e nessuna cospirazione, almeno speriamo. E' questione di un paio di giorni e lo troverete nell'edicola sotto casa. La distribuzione da edicola ha i suoi tempi.
Ci risulta, invece, che sia già arrivato in fumetteria (ovvero nei negozi specializzati).

martedì 22 marzo 2011

Prima-vera

E' primavera. E mentre a Firenze si canticchia "...svegliatevi bambine, alle Cascine, messer aprile fa il rubacuor..." dall'altra parte del mondo, a Chichèn Itzà, in Messico, il "serpente piumato" scende dal cielo lungo i gradini della sua piramide per tornare tra gli uomini. A qualsiasi latitudine del mondo, la primavera sottintende la rinascita e quindi, implicitamente, si parla di amore e rigenerazione. Siamo piante che devono crescere radicate nella terra se vogliono fiorire e dare frutti. Mettiamo, quindi, le radici non nel passato, ma nel nostro FUTURO, dove l'origine coincide con il destino.
Per me, forse questa è davvero la mia prima vera cosciente primavera.



Troverete questo fantastico fenomeno ottico anche nel 5° episodio di "The Secret", dal titolo "Cuore sacro", in edicola il 23 luglio.
Nei prossimi giorni arriverò nelle edicole italiane il primo numero della serie. Scendete a comprarlo, e poi sappiatemi dire. Appena uscirà metterò un post sull'argomento dove potrete dire la vostra. nche offendermi pesantemente.
Sempre parlando di The Secret, vi segnalo la bella intervista che mi ha fatto Federico Castagnola per Ayaaaak. Delle domande molto intelligentio alle quali è stato un piacere rispondere. Non si parla solo del mio nuovo progetto, ma anche de L'Insonne, di Cornelio e Diabolik.

Ultima segnalazione di oggi è la terza parte di un racconto scritto da Marisa Lo Zito sulle pagine di Setteperuno. Ve ne consiglio vivamente e amorevolmente la lettura.

venerdì 18 marzo 2011

Pronti alla guerra?

Non so se ve ne siete accorti, ma siamo alle porte di una guerra.
Mi mancavano effettivamente delle nuove belle storie di operazioni umanitarie, bombe intelligenti, missioni di pace ed altre amenità varie.
Era ovvio succedesse. "Problema, reazione, soluzione". Fanno sempre così, creano un problema, magari fomentano al momento opportuno una insurrezione popolare contro un dittatore che fino a poco tempo prima era "utile", in seguito il dittatore fa una carneficina e quindi si passa ad una bella risoluzione ONU che sfocia nell'invasione del paese in questione.
Non mi stupirei che per giustificare le armi, si lasciasse segretamente a Tripoli la possibilità di sparare sull'Italia, magari colpendo obbiettivi civili in Sicilia. Una piccola e moderna Pearl Harbor. Lo sdegno sarebbe unanime e il popolo chiederebbe a gran voce vendetta. Le sbandierate di due giorni fa, forse non sono state così casuali. Se ci pensate, l'Italia non è mai stata colpita dal terrorismo di matrice islamica. Che sia arrivato il momento?
Perché? Vi chiederete.
Forse perché la Libia ha il 18° giacimento petrolifero del mondo?

giovedì 17 marzo 2011

150

Con questo post spero di non offendere nessuno.
O forse sì?
L'amor di patria, l'appartenenza, è un sentimento irrazionale che ricorda per certi aspetti la religione. Per capirlo non serve aver studiato psicologia.
Io, che non ho studiato psicologia e che sono profondamente popolare in ogni cellula del mio corpo, rifletto sulla miriade di bandiere tricolore appese alle finestre. Puliti rettangoli di stoffa colorata a tinte massoniche, che portano ancora le pieghe della confezione, a testimonianza del fatto di essere state acquistate ed esibite da patrioti spinti da un irrefrenabile "bisogno di esserci" dell'ultimo secondo.
Ieri notte, nelle strade fiorentine, oltre ad un tasso alcolico preoccupante, si assisteva ad un tripudio di tricolori come mai mi era capitato di vedere. Neppure alla vittoria dei mondiali. Solo per protestare contro la guerra in Afghanistan avevo visto tanti stendardi alle finestre, e quella volta erano arcobaleno.
Resto un po' perplesso verso questo improvviso orgoglio italiano.
Resto perplesso per le origini storiche, perché dietro l'ideale trasmesso alla carne da cannone di chi combatteva e moriva in prima linea, c'erano solo ideali di espansione politica piemontese.
Sono soprattutto perplesso, perché gli italiani sembrano sentirsi tali ad intermittenza, costantemente divisi da cultura e campanili, e sono riusciti pure a mandare al governo un partito che auspica la secessione.

Io non amo le bandiere perché sono sinonimo di frazionamento e divisione, mentre questo mondo, mai come oggi, avrebbe bisogno di unità.

Non dividere, ma sentirsi un unico popolo planetario, fatto di carne e sangue.

Una enorme famiglia confinata in un microscopico pianeta del sistema solare, impegnata in una continua zuffa interna spesso giustificata proprio dalla retorica che erige muri e sventola bandiere.

Mi spiace, amo questo paese, ma non isserò nessuna bandiera.




martedì 15 marzo 2011

Sol levante in nero



Quello che è accaduto e sta accadendo in Giappone è terribile.

Chiunque sia dotato cuore e anima non può non essere colpito dalla tragedia dei migliaia di morti e di paesi spazzati via.

Ma non solo.


Quello che abbiamo visto è anche il nostro futuro, se proseguiamo sulla strada di fonti di energia devastanti per il pianeta.

Il pianeta siamo noi.

Noi siamo una emanazione di Gaia, ma ce ne siamo scordati.

Il perché sia successo potrebbe farmi versare fiumi di parole, ma non è questo il momento.

La tragedia giapponese è un monito, perché avvenuta nel paese più responsabile, affidabile e tecnologico che possiamo immaginare.

Parlare di centrali nucleari in Italia è da irresponsabili.

Il nostro è un territorio a rischio geologico e mafioso.

Chi spinge per la costruzione di nuove centrali nucleari lo fa solo per i propri interessi.

Gli stessi che hanno prodotto questa pubblicità subdolamente faziosa.

Avete notato che il contrario al nucleare ha gli scacchi neri?

domenica 13 marzo 2011

La cavalcata dei magi (parte prima)

Buon NON compleanno!

Oggi mi faccio un regalo, pubblico un racconto tratto dal libro che ho scritto un paio di anni fa per l'editore Marco Del Bucchia.
Come dite?
Il regalo lo sto facendo a voi?
Nì.
Se leggete qualcosa di mio, ai miei occhi, mi fate un regalo. Sono fatto così. Spero che l'editore non mi spelli vivo per quello che sto facendo, ma in tutta onestà, un libro se non viene letto muore. E io non voglio che quel romanzo dedicato a Desdemona finisca nel cimitero dei libri dimenticati.
È il mio modo di rispondere a quelli che dicono che L'Insonne non interessa più a nessuno. Lo dicevate anche nel '95, minchioni. Lei vi ha seppelliti tutti.
Questa è solo la prima parte. Le altre, arriveranno nei prossimi giorni.

Sempre parlando di racconti, vi segnalo la seconda parte di "Sul sedile accanto al mio" di Marisa Lo Zito. Lo trovate sul sito Setteperuno. Complimenti, bacini e cuoricini sparsi alla salute di quelli che protestano per queste effusioni pubbliche.
A proposito... Marisa come la protagonista di questa storia.
Ah! I casi della vita.

La storia che pubblico oggi, gira intorno all'affresco di Benozzo Gozzoli che potete ammirare nella Cappella dei Magi in Palazzo Medici Riccardi. Il bellissimo affresco, però, custodisce un segreto che scoprirete arrivando alla fine del racconto.



A CAVALCATA DEI MAGI (parte prima)
Tratto da “La lunga notte de L'Insonne”

Di Giuseppe Di Bernardo editore Marco del Bucchia

Non ditemi che avete sonno, amici ascoltatori nottambuli. Desdemona ha per voi un’altra storia, una vicenda che inizia con un incontro casuale in un mondo che di casuale non ha niente. Ci sono dei fili invisibili che ci legano e ci tirano l’uno verso l’altro. Se qualche filo ci indica la strada, altri ce la fanno perdere, se uno ci porta fuori dal labirinto del Minotauro, un altro ci serra la gola fino ad ucciderci.

Avevo conosciuto Marisa al bar della Casa dello studente, il nuovissimo edificio che dà alloggio ai tanti ragazzi iscritti alle facoltà fiorentine.

Io non vivo lì, ma a motivo di pubbliche relazioni ero immersa nel cazzeggio prenatalizio insieme ai soliti amici coetanei, impegnati da sempre a fare di tutto tranne che studiare, quando una vocina timida che arrivava dalle mie spalle mi interruppe nel bel mezzo di una dissertazione su quanto il consumismo avesse stravolto il vero significato di una festa, che in realtà era pure di origine pagana.

Mi voltai, e dietro di me c’era una ragazza che con soggezione mi chiese se per caso fossi L’Insonne, la voce che la teneva sveglia a notte fonda raccontando storie assurde dalle casse della sua piccola radio.

«Sì» risposi. «Un’insonne come me non sopporta che gli altri dormano e deve trovare sempre argomenti interessanti per tenerli svegli». Era una mia risposta tipo, ma funzionava sempre.

Mi ascoltava da tempo, diceva, almeno da quando era arrivata dal Gargano per studiare all’accademia di Firenze. Aveva riconosciuto la mia voce e per salutarmi si era sforzata di vincere la sua naturale timidezza.

Marisa era minuta, così gracile che sembrava poter volar via al primo soffio di vento maligno; aveva occhi profondi come la notte, ma meravigliosamente vivi come il fuoco. Quella piccola opera d’arte pugliese sfoggiava con disinvoltura un cesto di capelli neri irrequieti, tenuti inutilmente a bada da un elastico viola.

Mi ringraziò per la compagnia che le facevo nelle notti in cui portava avanti le sue complicate, ma affascinanti, ricerche extrascolastiche. Marisa cominciò a raccontare che aveva una vera passione per “La cavalcata dei magi”, un affresco di Benozzo Gozzoli, poco conosciuto dal turismo di massa, un dipinto che decora la Cappella dei Magi nel palazzo Medici Riccardi e rappresenta il viaggio di re orientali verso Betlemme. Marisa si era messa in testa di scoprire l’identità dei personaggi che formano il corteo al séguito dei magi. Sapeva bene che era consuetudine dell’epoca usare, come modelli per le opere, i personaggi reali che circondavano il pittore. L’esempio piú famoso era certamente La scuola di Atene di Raffaello, dove Michelangelo, Bramante e Leonardo prestano il volto rispettivamente a Eraclito, Euclide e Platone.

Discussione interessante, ma i miei amici, come probabilmente voi in questo momento, stavano già sbadigliando e dimostravano evidenti segni di impazienza. La compagine di fancazzisti si ridestò solo quando Marisa fece riferimento al mistero custodito in quella cappella. Un mistero che i visitatori distratti avevano sott’occhio da secoli, ma che era sempre rimasto nascosto proprio perché cosí evidente.

Quella piccola e deliziosa ragazza mi chiamò in trasmissione un paio di giorni dopo, per raccontarmi ancóra delle sue ricerche. Da almeno due mesi, con regolarità, attraversava la centralissima Via Cavour e si soffermava a osservare, rapita, la facciata di Palazzo Medici Riccardi. Il palazzone, oggi sede della Provincia e di importanti mostre d’arte, fu ideato da Michelozzo alla metà del quattrocento. È un edificio squadrato, duro, costruito in pietra forte e circondato dal classico bugnato fiorentino. Uno scrigno che custodisce perle preziose.

Marisa, passando per il cortile, percorreva lo scalone settecentesco ed entrava con rispettoso silenzio nella Cappella dei magi, uno degli ambienti piú suggestivi del rinascimento, che ha mantenuto integra l’atmosfera originaria e il fascino di decorazioni e arredi. La cappella, che è composta da due vani quadrati, uno maggiore e uno minore, venne costruita a metà del cinquecento e dotata del pavimento a marmi intarsiati e del soffitto ligneo intagliato e dipinto. Per l’altare, Filippo Lippi, artista prediletto da Cosimo il Vecchio de’ Medici, dipinse l’Adorazione del Bambino. Quella che vediamo oggi è una copia, l’originale è custodito a Berlino. Chissà come c’è finito, lassú.

Benozzo Gozzoli, allievo del Beato Angelico, realizzò con cura minuziosa gli affreschi che rivestono le pareti. Sembrano arazzi multicolori e narrano il viaggio dei magi, la veglia dei pastori in attesa dell’annuncio e gli angeli adoranti, il tutto condito dagli immancabili simboli dei quattro evangelisti.

Le ricerche di Marisa procedevano spedite, anche se si era incaponita sull’identità di uno dei paggi al seguito dei magi. Un bimbo di una decina d’anni a cui proprio non riusciva a dare un nome. Quel volto la ossessionava tanto da apparirle addirittura familiare.

No, amici nottambuli, non immaginatevi Marisa come una triste studentessa vecchia dentro, come le opere che studiava. Nella sua vita c’era posto anche per la passione. Stava con un ragazzo, Florian, un giovane croato che frequentava la sua stessa università e che divideva con lei interessi e aspirazioni. Era carino, diceva lei; aveva il fascino misterioso degli uomini dell’est, un po’ zingari un po’ intellettuali.

Passò Natale, iniziò un nuovo anno e Marisa mi telefonò ancóra, ma questa volta non volle andare in onda. Fabio la tenne in linea e me la passò alla prima interruzione pubblicitaria. Questa volta il tema non erano i misteri degli affreschi fiorentini, ma la sua storia d’amore con Florian. Quel ragazzo stava cambiando sotto i suoi occhi e lei aveva bisogno di un consiglio.

Di male in peggio: poveretta, non sapeva che io con gli uomini sono un disastro. Me la cavo addirittura meglio con la storia dell’arte, ed è tutto dire.

Florian non frequentava piú l’università e ormai passava tutto il tempo in un bar sotto casa, dove avevano installato un videopoker. Sembrava che quella infernale macchinetta fosse diventata l’unica cosa importante per lui. Seduto su uno sgabello pigiava istericamente sui tasti della consolle computerizzata che rispondeva seducente con luci, colori, suoni ma quasi mai con la moneta.

Florian aveva anche rubato dei soldi alla sua ragazza. Marisa era furiosa e stava da cani. Non era per il valore del denaro, ma per il tradimento della fiducia che aveva riposto in lui.

«Ho iniziato per gioco» erano state le sue parole «tanto per passare il tempo tra un esame e l’altro».

A Marisa era apparso un passatempo innocente, pochi spiccioli per uccidere la noia di vivere; a Florian bastava schiacciare un pulsante per entrare in un Casinò virtuale dove ogni volta si perdeva. Gli sembrava una magia; il piacere di una puntatina lo eccitava e, alle prime vincite, una scarica di adrenalina lo rendeva felice. Un desiderio insopprimibile di vincere denaro gliene faceva spendere sempre di piú. Come se una forza misteriosa lo obbligasse a puntare, a scommettere e poi a provare ancóra il giorno dopo.

L’orizzonte di Florian, schiavo della doppia coppia, del tris, e della scala reale, si era ristretto fino a chiudersi nello spazio di un video lampeggiante. La febbre del gioco lo aveva assalito facendogli dimenticare gli affetti. Si era addirittura bruciato i soldi per tornare a casa dalla sua famiglia durante le festività natalizie.

«Che stronzo» avevo pensato, ma non l’avevo detto a Marisa. Gli uomini che giocano d’azzardo mi fanno contemporaneamente schifo e compassione. Arrivano secondi solo dopo gli uomini che alzano le mani sulle donne.

Comunque non potei esserle di molto aiuto se non per dirle che una ragazza come lei aveva diritto a essere felice. Se Florian preferiva la compagnia dei videopoker, che lo lasciasse alla sua dipendenza. Il mondo era pieno di uomini che avrebbero ricoperto di attenzioni un piccolo gioiello come lei.

Per alleggerire la tensione le chiesi delle sue ricerche e Marisa recuperò istantaneamente il sorriso. Mi disse che aveva scoperto una cosa che nessuno aveva mai notato: il paggio misterioso che compariva al séguito dei Magi era un personaggio storico noto in tutto il mondo, una vera icona, ma che nessuno aveva mai saputo del suo passaggio nella Firenze rinascimentale.

Marisa mi fece un breve ripasso della storia di quel periodo. Il 2 marzo 1439, si tenne a Firenze il Concilio per favorire il riavvicinamento della Chiesa Ortodossa d’Oriente con quella d’Occidente. Artefice dell’avvenimento era stato Cosimo il Vecchio dei Medici, che con un’abile strategia politica era riuscito a far spostare la sede del Concilio da Ferrara nella sua città. Poco importa se su Firenze stava calando l’ombra della peste, epidemia che fu naturalmente taciuta in favore di enormi vantaggi economici e di potere.

Il tempo passa, ma i potenti continuano a mentire nel nome dei loro sporchi affari.

Ma non divaghiamo. A causa della pressione turca, l’impero romano d’oriente, ma soprattutto la sua favolosa capitale, necessitavano dell’aiuto militare delle potenze occidentali. La cristianità intera era chiamata alla guerra santa contro gli infedeli, e il presupposto per questa crociata unitaria era la riconciliazione della Chiesa Cattolica con quella Ortodossa. A Firenze venne sancita l’unione tra le Chiese d’Oriente e d’Occidente, un patto che non serví a impedire, qualche anno dopo, la caduta di Costantinopoli. Fu cosí che i rappresentanti d’Oriente fecero il loro trionfale ingresso a Firenze.

L’imperatore di Bisanzio Giovanni VIII Paleologo, insieme alla sua corte, fu ospitato nel palazzo dei Peruzzi in Borgo dei Greci. Proprio qui soggiornò per il tempo necessario allo svolgersi del concilio, un paggio di otto anni poi raffigurato da Benozzo Gozzoli al seguito dei magi. Ma chi era quel bambino? Perché doveva essere cosí importante e misteriosa la sua storia? La mia curiosità cominciava a pizzicare: cosa aveva scoperto di tanto importante quella minuscola ragazza pugliese?


La seconda parte sarà online tra pochi giorni.

Ti è piaciuto?

Frugati e ordina il libro!



sabato 12 marzo 2011

The Secret su UBCfumetti



Vi segnalo un bellissimo pezzo di Roberto Giammatteo dedicato a "The Secret" che potrete leggere su UBC fumetti.
Un grazie speciale a Roberto.

venerdì 11 marzo 2011

La sibilla cumana mi fa un baffo...


Secondo voi, è un caso se proprio ieri notte, prima del terribile terremoto giapponese, io abbia scritto nella sceneggiatura del settimo episodio di "The Secret", la seguente frase:

"Le tempeste solari che si stanno verificando in questi giorni sono solo l'inizio. Quando saranno al loro apice la terra verrà squassata da terremoti e inondazioni. Milioni di persone moriranno... ma noi ci salveremo."

Io per sicurezza, scriverò un happy ending.
Non si sa mai.

Tango, fumetti e amenità


Illustrazione del maestro Vittorio Giardino

Su questo blog gli accessi salgono solo se me la prendo con qualcuno.
Su questo blog i commenti ci sono solo se parlo male o bene del mondo dei comics, addirittura esplodono se espongo il mio punto di vista sulla nostra professione.
Su questo blog gli accessi scendono se scrivo pensieri miei o faccio anticipazioni.
Su questo blog i commenti sono pochi se mostro tavole in anteprima o annuncio incontri.
Il sapore del sangue produce sempre una attrazione morbosa e irrinunciabile...
Mentre non mi pare che il mondo del fumetto abbia neppure notato l'iniziativa de L'Insonne Open Source Verticalismi (forse è colpa nostra che non la stiamo promuovendo a dovere, ma io ho due mani sole e sono un po' occupato) mi è capitato di leggere un episodio di una serie a fumetti che ho amato e che continuo ad amare. Anche se tutto sommato gradevole, sono rimasto un po' sorpreso di ritrovare i soliti cliché del personaggio, le solite battute, è una certa solita retorica (poi è L'Insonne quella falsamente impegnata). Addirittura ho ritrovato alcuni codici del fumetto che speravo morti e sepolti ("Più tardi", "Il giorno dopo").
Faccio polemica anche oggi?
No, oggi ho solo voglia di andare a farmi un tango con la mia splendida signorina (attualmente in preda a virus stagionali, ma sempre meravigliosa) e magari tornare indietro nel tempo, per poter essere al flash mob innevato di Piazza Signoria.



Anzi, a proposito, lo dico agli amici tangueri che passano di qui...
Lunedì 14 Marzo 2011 ore 21:00, al TEATRO PUCCINI, Via delle Cascine 41, verrà proiettato "Ad occhi chiusi", film nuovissimo sul tango.

Noi ci saremo.

martedì 8 marzo 2011

Un'immagine vale più di mille parole



Vedere questa immagine disegnata dal bravissimo Rosario Raho mi ha davvero emozionato. Per me è realmente il coronamento di un sogno che cullavo da anni: parlare di "interferenze aliene" nei fumetti. Parlarne seriamente, senza alieni con il mantellino e le tutine colorate.

L'albo si intitola "Predatori di anime" e vedrà la luce il 23 aprile 2011.
Il primo numero di "The Secret", invece, sarà in edicola dal 23 marzo.

lunedì 7 marzo 2011

Hai una storia, hai delle responsabilità...

Hai una storia, - mi disse, - verso la quale hai delle responsabilità.
Come sarebbe a dire che ho delle responsabilità?
Hai delle responsabilità verso la tua storia. Devi cercare di darle un senso. Le devi la tua completa attenzione.
(Don DeLillo)


Rubo questa citazione dal blog di Marisa.
La mia signorina è appena stata pubblicata sul sito "setteperuno". Ci teneva molto. Scrive bene e se lo merita. Le auguro che questo suo raccontino sia il primo di millemilioni.

Comunque, parlavo della frase...

Hai una storia, - mi disse, - verso la quale hai delle responsabilità.
Come sarebbe a dire che ho delle responsabilità?
Hai delle responsabilità verso la tua storia. Devi cercare di darle un senso. Le devi la tua completa attenzione.
(Don DeLillo)


Don DeLillo è uno dei miei autori preferiti. "Rumore bianco" è uno dei romanzi a cui sono più affezionato. E' un romanzo sulla morte. Si lo so... forse dovrei leggere cose più allegre.

Comunque...

Hai una storia, - mi disse, - verso la quale hai delle responsabilità.
Come sarebbe a dire che ho delle responsabilità?
Hai delle responsabilità verso la tua storia. Devi cercare di darle un senso. Le devi la tua completa attenzione.
(Don DeLillo)


E' perfetta.
Perché qualche minuto fa mi sono chiesto per quale stramaledetto motivo sono ancora qui, alle due di notte a correggere una storia che va in stampa tra poche ore. Sono qui a ritoccare vignette, a correggere distrazioni, a migliorare la leggibilità e i disegni.
A fare un lavoro che non mi metterà in tasca nulla.
Come sempre.
E allora penso a tutti quei: "Pagano poco e allora tiro via", "Ho fatto 50 tavole in un mese", "No, io non faccio nulla gratis", "Con questi non lavoro più".
E ora più che mai, non li comprendo.
Ma perché? Perché faccio così?

Poi è arrivato DeLillo.

Hai una storia, - mi disse, - verso la quale hai delle responsabilità.
Come sarebbe a dire che ho delle responsabilità?
Hai delle responsabilità verso la tua storia. Devi cercare di darle un senso. Le devi la tua completa attenzione.
(Don DeLillo)


Quando si crea una storia, dei personaggi, si hanno delle responsabilità.
Si è come due dolci genitori che macinano ore di treno per venire a trovare una figlia e stare con lei solo poche ore.
Per essere sicuri che stia bene.
Perché si hanno delle responsabilità.

E' lo stesso. E' una cosa che qualcuno chiama amore.

domenica 6 marzo 2011

Complottismo in sette note

La scena Rap Hip Hop italiana, ultimamente, sembra avere una particolare predilezione per i temi complottistici, profetici e apocalittici. Ha iniziato J-Ax con "I Love Paranoia" , seguito da Fabri Fibra con "Stpara al diavolo" e a ruota Fabbrotogo con "Stupida razza"

Ora tocca a Caperezza solleticare i miei padiglioni auricolari, particolarmente sensibili a certi argomenti. L'artista pugliese ipertricotico, uno dei miei preferiti (Capa sei un genio!), canta con la solita grande ironia un pezzo "positivo" sul tema 2012, accennando anche a rettiliani, feti alieni e scie chimiche. Fantastico.
Il pezzo è tratto dall'album "Sogno eretico".



Povera Gaia
anche i Maya vogliono la tua taglia
pure la massaia lo sa, per la fifa tartaglia
decifra una sterpaglia di codici ma il 20-12
non incide se non nei cinematografi.

Uomini retti che sono uomini rettili
con pupille da serpenti
più spille da sergenti

Reti di rettiliani, andirivieni d' alieni
velivoli di veleni, tutti in cerca di ripari ma

Anche E.T. è qui, mamma che condanna!
E' un pervertito, ha rapito Gaia per fecondarla
con alieni adepti che scuoiano coniglietti
e li mostrano alle TV spacciandoli per feti extraterrestri.

C'è chi vuole farsi Gaia con fumi sparsi in aria
da un aereo che la ingabbia come all'Asinara.

Ma la fine di Gaia non arriverà
la gente si sbaglia
in fondo che ne sa.
E' un fuoco di paglia
alla faccia dei Maya e di Cinecittà.
La fine di Gaia non arriverà!
La fine di Gaia non arriverà!


Io intanto, continuo a correggere le tavole del primo numero di "The Secret". Domani si va in stampa.

venerdì 4 marzo 2011

Sul filo del rasoio

Sto correggendo le ultime tavole di The Secret e mi sento un po' così...



Siamo sul filo del rasoio e la tipografia scalpita. Purtroppo io sono un maniaco compulsivo di dettagli che il lettore non vedrà mai, quindi sono intervenuto personalmente su tante tavole a sistemare piccolezze che non riuscivo a ignorare.
Oddio, piccolezze... Pantaloni che cambiavano colore, eterocrmia contagiosa, tute policrome, una bimba dall'altezza mutante, tatuaggi mobili, foto fatte dove non c'erano fotografi, espressioni non corrispondenti allo stato d'animo dei personaggi, sceneggiature reinterpretate, coperte che diventano pellicce...
Sono troppo puntiglioso e alla fine i disegnatori mi odiano. Il problema è proprio che sono un disegnatore anch'io, e diaboliko, per giunta. Su Diabolik c'è una ricerca ossessiva dell'errore e del dettaglio. Una eredità che mi porto dietro. Mi spiace, ragazzi.
Tanto ci finiremo lo stesso su "nuvoleanomale".
Secondo me i disegnatori lo fanno un po' intenzionalmente, è come finire a Blob o a Striscia.
Comunque è quasi finita. A causa dei problemi pregressi è andata fin troppo bene e ringrazio chi sta ancora lavorando per mandare in edicola questo piccolo grande sogno.



Piccola news, ho raggiuto un accordo per pubblicare due pagine inedite di The Secret sulla rivista X Times di Lavinia Pallotta.





La disegnerà Francesco Mucciaccito, autore molto bravo e in crescita.



Riflessione del giorno.
Se voi foste un giovane autore, un autore non ancora pronto per lavorare professionalmente (il perché non si è "pronti" posso argomentarlo facilmente), accettereste di fare 2-3 tavole di un personaggio noto su una sceneggiatura professionale?
Si tratta di bieco sfruttamento o di una opportunità di testare sul campo le capacità?
Ve lo chiedo, perché ho reazioni diverse... magari, pessimi disegnatori non muovono la matita se non sotto giusto compenso, altri, magari più bravi, accettano con entusiasmo l'opportunità.
Voi come la pensate?

martedì 1 marzo 2011

Eva Kant come la Venere del Botticelli



Copyright Editrice Astorina.
Vietata la riproduzione e diffusione.
Matita: Giuseppe Di Bernardo
China e colore: Jacopo Brandi
Committente: "Fumetteria"

Anteprima "Il fattore cigno nero" e autodafé di Di Bernardo



Giuseppe Di Bernardo si alza e guarda negli occhi la giuria popolare.

“Signor giudice, mi dichiaro colpevole. Vede, è tutta colpa mia...”
“Aspetti un attimo, Signor Di Bernardo, riassumiamo l'accaduto per i signori della corte. Che cosa è successo?”
“Ecco... io sono lo sceneggiatore e il curatore di una nuova serie a fumetti della Star Comics in uscita a fine marzo. Si intitola 'The Secret' e parla di argomenti che mi appassionano da sempre, come l'ufologia, il complottismo e i rapimenti alieni.”
“Queste passioni non depongono a suo favore, sa?”
“Sì, mi rendo conto, signore, ma mi lasci spiegare... Raccontare questa storia, per me, non è stato un lavoro. L'avrei fatto gratis. Lo farei gratis, come molte cose che scrivo. In fondo a me bastano i soldi per pagare le bollette e, ogni tanto, portare fuori a cena quella meravigliosa creatura che mi vive a fianco. Le ho mai parlato di quanto è deliziosa la mia ragazza?”
“Non divaghiamo.”
“Certo, Vostro Onore.”
“Vada avanti, Di Bernardo.”
“Insomma, i primi di agosto ho consegnato la sceneggiatura a Michela Da Sacco, la bravissima disegnatrice padovana che mi aveva accompagnato in tre episodi de 'L'Insonne'. Un'amica, autrice di grande talento, che avrebbe garantito un inizio 'col botto' alla serie a cui tanto tenevo...”
“Avrebbe?”
“Sì, perché il 5 gennaio 2011, a quaranta giorni dalla stampa del primo numero, Michela mi ha telefonato 'rinunciando al lavoro' e spiegandomi i gravi motivi di natura personale. Così, appariva chiaro che purtroppo non c'era possibilità che terminasse il bellissimo lavoro che stava facendo. Spero che ci sarà un'altra occasione, magari più serena, di lavorare insieme. Il grosso problema è che aveva fatto soltanto 40 tavole delle 96 che doveva produrre. Mi sono così trovato a dover far realizzare 56 tavole a matita in 40 giorni, mentre tutte le 96 tavole andavano inchiostrate nuovamente per uniformare lo stile. Abbiamo chiesto a molti disegnatori di aiutarci e tanti hanno risposto picche. Non volevano rovinarsi la reputazione disegnando un episodio non al massimo delle loro possibilità. Per la serie: 'stai affogando, ma non ti aiuto perché mi sporco il vestito buono'. Legittimo, ma se l'affogante non affoga, poi magari se la lega al dito. Alla fine, finalmente, due kamikaze, avvezzi alle imprese impossibili hanno accettato di aiutarci...”
“I nomi, per favore.”
Daniele Statella e Fabio Piacentini. Il primo alle matite e il secondo agli inchiostri.”
“Quindi avete risolto?”
“'nsomma... Realizzare tutte queste tavole in così poco tempo ed improvvisamente, non è facile. Ci sono impegni pregressi, casini personali e poi questa storia era davvero difficile. Difficile come tutte le storie di 'The Secret', d'altra parte. Mica è un fumetto d'atmosfera e pippe mentali! Qui tutto è collegato e dovrebbe funzionare come un preciso meccanismo ad orologeria. Oltretutto io sono un 'rompicoglioni patentato'. Purtroppo per i miei autori, sono anche un disegnatore e insisto che il disegno sia bello, narrativamente corretto e preciso. Ad aiutarci sono quindi intervenuti Beniamino Del Vecchio, Jenny Della Schiava e Jacopo Brandi. Hanno lavorato nell'ombra per sistemare le tavole, e senza di loro questo episodio non avrebbe visto la luce. Io stesso sto personalmente facendo ancora delle correzioni.”
“Ma scusi, Di Bernardo, perché non avete rinviato l'uscita?”
“Non era possibile per precise pianificazioni editoriali. Cose a cui i disegnatori, chini sul loro tavolino, non pensano mai. 'Posso slittare la consegna di qualche giorno?' Mi dicono. No! Ci sono contratti da rispettare con i distributori e un sacco di beghe burocratiche. Là fuori, nel mondo reale, non nel Matrix del fumetto, la gente va in tribunale e paga penali. E in tribunale ho rischiato di finirci anch'io come responsabile di questa testata. Per questo mi dichiaro colpevole. Voglio il massimo della pena. Io dovevo verificare che Michela realizzasse un numero mensile di tavole sufficienti. Non mi dovevo fidare delle rassicurazioni e dei vari 'recupererò'. Il responsabile di una pubblicazione deve essere spietato. Ne va del suo progetto e dei tanti soldi che un editore investe. Amici miei, ogni lancio di nuova testata sono migliaia di euro investiti. Cifre a cinque zeri. Serve professionalità, oltre che a un contratto o ad una lettera d'incarico per voi. Serve anche che un editore si tuteli, iniziando la lavorazione del prodotto con largo anticipo.”
“In conclusione?”
“L'albo è finito nei tempi. Spero che il lettore lo apprezzi comunque, malgrado le vicissitudini che l'hanno accompagnato. Per i prossimi albi non succederà. Sono tutti molto avanti nella realizzazione. Rosario Raho, Walter Trono, Massimiliano Bergamo e Fabrizio Galliccia stanno facendo un ottimo lavoro e, almeno loro, rispettano i tempi.”

Entra la corte e Giuseppe Di Bernardo abbassa la testa aspettando il verdetto.

“Nel nome del popolo sovrano dei lettori di fumetto, questa corte giudica Giuseppe Di Bernardo...”