Venerdì 30 Novembre 2012, dalle ore 17:00 alle 18:30, ci vediamo a Pistoia, presso la Biblioteca San Giorgio, Sala Bigongiari.
Parleremo di giallo e noir sempre in bilico tra fumetto e letteratura, parleremo di Diabolik e dei suoi 50 anni, di Cornelio con carlo Lucarelli, ma soprattutto di Desdemona, sia nel fumetto che nel romanzo La lunga notte de L'Insonne, edito da Del Bucchia.
A cura dell'Associazione culturale Giallo Pistoia Club Amici del Giallo.
Venite. Sarà l'occasione per fare due chiacchiere e strapparmi qualche scarabocchio.
Firma per riportare L'Insonne in edicola! Bastano pochi click!
martedì 27 novembre 2012
Incontro a Pistoia
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lunedì 26 novembre 2012
Come si presenta la proposta per una serie a fumetti
A grande richiesta iniziamo una piccola rubrica a cadenza occasionale su come si presenta una serie a fumetti. La grande richiesta non è venuta da voi, ma dalle vocine insistenti che affollano la mia testa.
Per prima cosa mettiamo in chiaro un paio di importanti aspetti: questo metodo è assolutamente personale. Quindi non ditemi: "alla Pincopallo edizioni fanno in modo diverso". Immagino. Non esisterà un modo, ma quello che vi espongo è il sistema che piace a me. La seconda cosa che voglio sottolineare è che questo non è un annuncio del tipo: "La Star Comics cerca delle nuove serie".
No.
Per adesso abbiamo i cassetti pieni di belle (e non) proposte e soprattutto, non sono previste nuove pubblicazioni.
Tutto chiaro? Allora iniziamo.
LA FORMA
In che modo presentare un progetto? Il primo approccio deve essere equilibrato, non mandate dieci righe di spiegazione della serie, troppo poche, ma neppure quindici pagine in corpo otto. Un paio di paginette vanno benissimo. In una prima parte giocatevi tutte le carte, convinceteci a leggervi. Spiegate qual è l'idea innovativa contenuta nella vostra storia. Che cosa la differenzia da tutte le altre. Qual'è il motore scoppiettante del vostro racconto. Incuriosite chi vi legge fin da questo primo approccio. In una seconda parte esponete la storia, la sinossi. Da dove si parte e dove si andrà a parare. Alla fine, è gradita una breve presentazione dei protagonisti. Presentare i protagonisti non vuol assolutamente dire: "Jo Giaguaro, ventisette anni, alto un metro e ottantasette. Segno zodiacale, fringuello. La sua alimentazione a base di fibre e legumi lo rendono poco gradito nelle riunioni dei super eroi". Insomma, non fate una fredda scheda, ma descrivetene la personalità. Ricordatevi, giovani autori disoccupati, che i personaggi devono essere sempre coerenti a se stessi.
GLI STUDI
Servono degli studi dei personaggi. Materiale provvisorio ma che ci permette subito di visualizzare le caratteristiche degli eroi della nostra storia. Il più delle volte non si ha a disposizione un disegnatore adeguato, me ne rendo conto, ma non è un buon biglietto di presentazione. Se siete degli sceneggiatori potreste far un piccolo investimento. Vagare per i blog o DeviantART, cercare il disegnatore adatto e commissionargli gli studi della vostra proposta. Vi suggerirei di non chiedere al disegnatore di fare gli studi gratis. Mi rendo conto che siamo tutti sulle spese, che non si arriva a fine mese etc etc, ma di fare fumetti non ve l'ha prescritto il dottore. Se non volete spendere duecento euro per gli studi e un paio di tavole di prova (e sono stato su un prezzo davvero basso) vuol dire che non credete alla vostra storia. E se non ci credete voi perché dovrebbero crederci gli altri? Probabilmente trovereste comunque qualche volenteroso disegnatore disposto a fare tutto gratis, ma sarebbe certamente un esordiente e il risultato non sarebbe garantito.
Esempio di studio. Rosario Raho.
L'IDEA
Vorrei soffermarmi su questo aspetto perché è fondamentale ma troppo spesso trascurato. Se la vostra storia racconta di un detective vedovo che indaga su fenomeni paranormali, oppure che lavora per un'agenzia super segreta e fighissima, oppure un horror con gli zombie, allora evitate di perdere tempo. Quello che ho notato in questo anni da editor Star Comics per il settore italiano, è che spesso le idee non c'erano, oppure erano trite e ritrite. Avrei voluto trovarmi tra le mani proposte nuove, forti, sconvolgenti, invece c'è stato un diluvio di luoghi comuni con strutture comuni.
Si parla tanto male delle pubblicazioni italiane, sul fatto che non ci sono idee e si raccontano sempre le stesse cose, e allora osate. Immaginate un progetto diverso e provate a proporlo.
ANDARE PER GRADI
Se non avete mai pubblicato una storia a fumetti è sinceramente inutile puntare all'editore più grande. Fare fumetti non è semplice. Bisogna conoscere i tempi e il linguaggio. Bisogna fare esperienza. La gavetta serve, rassegnatevi. Sì, lo so che la mamma vi dice che siete bravi e che scrivete bene, ma le mamme sono infingarde, e per un sorriso del loro cucciolotto venderebbero l'anima. Dunque, sappiatelo, non è detto che riuscirete mai a fare bene i fumetti, neppure dopo averne scritti decine. A volte manca il quid, non c'è nulla da fare. Lo so, è politicamente scorretto da dire, ma la maggior parte di chi vuole scrivere fumetti è semplicemente negato. Tutti sanno scrivere, articoli, racconti brevi, sms. Ma scrivere fumetti è un'altra cosa. Tutti immaginiamo storie, ma le immaginiamo in un flusso. Chi scrive fumetti è capace di selezionare le immagini chiave e di alternarle in modo da tenere desto il lettore, ed è capace di scrivere dialoghi dove recitano tanti personaggi ed ognuno deve avere la propria personalità. Facile da dirsi, difficile da farsi. A volte mi arrivano proposte di serie o semplicemente pagine di prova addirittura con errori ortografici. Per carità, capita. Io sono il peggiore, in questo senso, ma se mandate cinque tavole o un breve testo da valutare, fatemi la cortesia di essere sicuri di aver messo gli accenti giusti.
Un consiglio: prima di proporvi per una serie da edicola, fatevi le ossa. Lo so, questa società del cavolo ci convince che possiamo ottenere tutto e subito, e che tutti, ma proprio tutti, possiamo diventare delle star. Ecco. E' una cazzata. Dai che lo sapete.
Quindi, armatevi di pazienza e modestia, e iniziate a fare pratica. E' come nel Tango: per ballare davvero bene servono tanti anni. Mica è la Salsa.
Fino a qualche anno fa, gli autori emergenti, non avevano altra possibilità che convincere qualcuno a pubblicarli. Poi sono arrivate le autoproduzioni favorite dalla stampa digitale che permette di fare poche copie di un prodotto, e soprattutto la possibilità di pubblicare in rete. Sul proprio blog o su siti come Verticalismi, Shockdom e tanti altri. Poi, il fenomeno dei fumetti passati dal web alla carta sta diventando massiccio: Davvero, Zerocalcare, Harpun e chissà quanti me ne dimentico. C'è anche il fenomeno inverso con Agenzia incantesimi e L'Insonne, perché questo dimostra che la rete è uno spazio in più e complementare alla carta (non dirò che il primo fumetto on-line l'ho fatto nel 2000 con Nebula del pioniere Lucio Staiano, e non dirò neppure che già ne 2005, sul primo numero de L'Insonne, c'erano interazioni con la rete, e da lì a poco ho iniziato a realizzare storie anche per il web. Ups, l'ho detto. Pardon). Tornando a noi: fate esperienza e fate vedere che conoscete il media fumetto. Che avete del talento. Per anni i fumettisti hanno sostenuto: "fare fumetti è un lavoro". Verissimo. Lo abbiamo gridato e sostenuto con forza, perché vent'anni fa, fare fumetti era considerato un passatempo, una cosa semplice e anche un po' ignorante. Di certo non un lavoro serio. Ricordo ancora questa scenetta realmente accaduta:
"Cosa fai di lavoro?"
"Faccio fumetti."
"Sì, ma di lavoro che fai?"
Ecco.
Quindi fare fumetti è un lavoro. Ma non è un lavoro come gli altri. Prevede un talento di fondo che, reggetevi, non è detto che abbiate. Anzi, è proprio improbabile. Quindi è inutile lamentarsi con frasi del tipo: "Le case editrici non danno possibilità ai giovani!" come se, questo motto degno di Renzi, implichi che essere giovani sia un valore che automaticamente debba permettere una pubblicazione. Manco per il piffero. Prima di tutto bisogna avere talento, essere "intonati nel disegno o nella scrittura". Poi, serve un editore capace di scorgere questo talento come un diamante nascosto da mille impurità. Leggo di autori che accusano il mondo del fumetto di non dargli spazio, ma non si rendono conto di quanto inadeguate siano le loro proposte. Un disegnatore-sceneggiatore che avevo gentilmente rifiutato mi ha scritto: "Peggio per te, perdi una chance. Sentirai parlare di me tra qualche anno, e di certo non vorrò lavorare con chi mi ha trattato così."
Da neurodeliri.
Insomma, prima di puntare ad una casa editrice da edicola, con tirature oltre le trentamila copie a diffusione nazionale, vi suggerirei di testarvi. Purtroppo non a a tutti sarà concesso di avere una serie in edicola. E' un privilegio di pochi fortunati, non un diritto ereditato la prima volta che avete preso un pennarello in mano. Basta riflettere: quanti autori ci sono in Italia? Quanti sono affermati e quanti emergenti? Tantissimi. Quante sono le serie pubblicate in edicola?
Voi avete mai pensato quanti soldi servono per realizzare una miniserie da edicola per un editore medio? Ve lo dico io, sono dati approssimativi, ma danno un'idea. Ogni albo che va in edicola costa almeno 12.000 € tra stampa e disegni. Se la miniserie che vi fanno fare è di sei numeri, l'editore investe su di voi 72.000 €. Non vi tremano un poi polsi? A me sì. Ogni volta che una mia serie è andata in edicola, non ci ho dormito la notte. Certo, se la serie è un successo, un po' di soldi rientrano, ma di questi tempi è più probabile che l'editore ci rimetta. Quindi, a fronte di questi numeri, l'editore vi appare sempre brutto e cattivo? Le scelte editoriali fatte non è l'argomento in questione, magari si pubblicano delle porcherie, ma forse, gli autori pubblicati, erano come voi: giovani esordienti che avevano diritto ad una possibilità. E l'hanno cannata.
Quindi, quali sono i miei consigli?
Prima di tutto testarvi. Testate le vostre idee. Nessuno ve le frega, tranquilli. Provate a fare qualche fumetto on-line, collaborate con qualche professionista, poi, magari autoproducetevi un volume, mandatelo agli editori insieme ad un progetto nuovo presentato come abbiamo visto prima. E poi sperate. Vorrei dirvi che "volere e potere", ma preparatevi con serenità anche alla possibilità di non farcela. Il fumetto è un po' come la musica: in tanti suonano, ma pochi diventano star.
Comunque, provateci.
"Era la consapevolezza che l'insuccesso fosse comunque il frutto di un tentativo. Che talvolta è meglio perdersi sulla strada di un viaggio impossibile che non partire mai."
(G. Faletti)
Addendum... :)
Per prima cosa mettiamo in chiaro un paio di importanti aspetti: questo metodo è assolutamente personale. Quindi non ditemi: "alla Pincopallo edizioni fanno in modo diverso". Immagino. Non esisterà un modo, ma quello che vi espongo è il sistema che piace a me. La seconda cosa che voglio sottolineare è che questo non è un annuncio del tipo: "La Star Comics cerca delle nuove serie".
No.
Per adesso abbiamo i cassetti pieni di belle (e non) proposte e soprattutto, non sono previste nuove pubblicazioni.
Tutto chiaro? Allora iniziamo.
LA FORMA
In che modo presentare un progetto? Il primo approccio deve essere equilibrato, non mandate dieci righe di spiegazione della serie, troppo poche, ma neppure quindici pagine in corpo otto. Un paio di paginette vanno benissimo. In una prima parte giocatevi tutte le carte, convinceteci a leggervi. Spiegate qual è l'idea innovativa contenuta nella vostra storia. Che cosa la differenzia da tutte le altre. Qual'è il motore scoppiettante del vostro racconto. Incuriosite chi vi legge fin da questo primo approccio. In una seconda parte esponete la storia, la sinossi. Da dove si parte e dove si andrà a parare. Alla fine, è gradita una breve presentazione dei protagonisti. Presentare i protagonisti non vuol assolutamente dire: "Jo Giaguaro, ventisette anni, alto un metro e ottantasette. Segno zodiacale, fringuello. La sua alimentazione a base di fibre e legumi lo rendono poco gradito nelle riunioni dei super eroi". Insomma, non fate una fredda scheda, ma descrivetene la personalità. Ricordatevi, giovani autori disoccupati, che i personaggi devono essere sempre coerenti a se stessi.
GLI STUDI
Servono degli studi dei personaggi. Materiale provvisorio ma che ci permette subito di visualizzare le caratteristiche degli eroi della nostra storia. Il più delle volte non si ha a disposizione un disegnatore adeguato, me ne rendo conto, ma non è un buon biglietto di presentazione. Se siete degli sceneggiatori potreste far un piccolo investimento. Vagare per i blog o DeviantART, cercare il disegnatore adatto e commissionargli gli studi della vostra proposta. Vi suggerirei di non chiedere al disegnatore di fare gli studi gratis. Mi rendo conto che siamo tutti sulle spese, che non si arriva a fine mese etc etc, ma di fare fumetti non ve l'ha prescritto il dottore. Se non volete spendere duecento euro per gli studi e un paio di tavole di prova (e sono stato su un prezzo davvero basso) vuol dire che non credete alla vostra storia. E se non ci credete voi perché dovrebbero crederci gli altri? Probabilmente trovereste comunque qualche volenteroso disegnatore disposto a fare tutto gratis, ma sarebbe certamente un esordiente e il risultato non sarebbe garantito.
Esempio di studio. Rosario Raho.
L'IDEA
Vorrei soffermarmi su questo aspetto perché è fondamentale ma troppo spesso trascurato. Se la vostra storia racconta di un detective vedovo che indaga su fenomeni paranormali, oppure che lavora per un'agenzia super segreta e fighissima, oppure un horror con gli zombie, allora evitate di perdere tempo. Quello che ho notato in questo anni da editor Star Comics per il settore italiano, è che spesso le idee non c'erano, oppure erano trite e ritrite. Avrei voluto trovarmi tra le mani proposte nuove, forti, sconvolgenti, invece c'è stato un diluvio di luoghi comuni con strutture comuni.
Si parla tanto male delle pubblicazioni italiane, sul fatto che non ci sono idee e si raccontano sempre le stesse cose, e allora osate. Immaginate un progetto diverso e provate a proporlo.
ANDARE PER GRADI
Se non avete mai pubblicato una storia a fumetti è sinceramente inutile puntare all'editore più grande. Fare fumetti non è semplice. Bisogna conoscere i tempi e il linguaggio. Bisogna fare esperienza. La gavetta serve, rassegnatevi. Sì, lo so che la mamma vi dice che siete bravi e che scrivete bene, ma le mamme sono infingarde, e per un sorriso del loro cucciolotto venderebbero l'anima. Dunque, sappiatelo, non è detto che riuscirete mai a fare bene i fumetti, neppure dopo averne scritti decine. A volte manca il quid, non c'è nulla da fare. Lo so, è politicamente scorretto da dire, ma la maggior parte di chi vuole scrivere fumetti è semplicemente negato. Tutti sanno scrivere, articoli, racconti brevi, sms. Ma scrivere fumetti è un'altra cosa. Tutti immaginiamo storie, ma le immaginiamo in un flusso. Chi scrive fumetti è capace di selezionare le immagini chiave e di alternarle in modo da tenere desto il lettore, ed è capace di scrivere dialoghi dove recitano tanti personaggi ed ognuno deve avere la propria personalità. Facile da dirsi, difficile da farsi. A volte mi arrivano proposte di serie o semplicemente pagine di prova addirittura con errori ortografici. Per carità, capita. Io sono il peggiore, in questo senso, ma se mandate cinque tavole o un breve testo da valutare, fatemi la cortesia di essere sicuri di aver messo gli accenti giusti.
Un consiglio: prima di proporvi per una serie da edicola, fatevi le ossa. Lo so, questa società del cavolo ci convince che possiamo ottenere tutto e subito, e che tutti, ma proprio tutti, possiamo diventare delle star. Ecco. E' una cazzata. Dai che lo sapete.
Quindi, armatevi di pazienza e modestia, e iniziate a fare pratica. E' come nel Tango: per ballare davvero bene servono tanti anni. Mica è la Salsa.
Fino a qualche anno fa, gli autori emergenti, non avevano altra possibilità che convincere qualcuno a pubblicarli. Poi sono arrivate le autoproduzioni favorite dalla stampa digitale che permette di fare poche copie di un prodotto, e soprattutto la possibilità di pubblicare in rete. Sul proprio blog o su siti come Verticalismi, Shockdom e tanti altri. Poi, il fenomeno dei fumetti passati dal web alla carta sta diventando massiccio: Davvero, Zerocalcare, Harpun e chissà quanti me ne dimentico. C'è anche il fenomeno inverso con Agenzia incantesimi e L'Insonne, perché questo dimostra che la rete è uno spazio in più e complementare alla carta (non dirò che il primo fumetto on-line l'ho fatto nel 2000 con Nebula del pioniere Lucio Staiano, e non dirò neppure che già ne 2005, sul primo numero de L'Insonne, c'erano interazioni con la rete, e da lì a poco ho iniziato a realizzare storie anche per il web. Ups, l'ho detto. Pardon). Tornando a noi: fate esperienza e fate vedere che conoscete il media fumetto. Che avete del talento. Per anni i fumettisti hanno sostenuto: "fare fumetti è un lavoro". Verissimo. Lo abbiamo gridato e sostenuto con forza, perché vent'anni fa, fare fumetti era considerato un passatempo, una cosa semplice e anche un po' ignorante. Di certo non un lavoro serio. Ricordo ancora questa scenetta realmente accaduta:
"Cosa fai di lavoro?"
"Faccio fumetti."
"Sì, ma di lavoro che fai?"
Ecco.
Quindi fare fumetti è un lavoro. Ma non è un lavoro come gli altri. Prevede un talento di fondo che, reggetevi, non è detto che abbiate. Anzi, è proprio improbabile. Quindi è inutile lamentarsi con frasi del tipo: "Le case editrici non danno possibilità ai giovani!" come se, questo motto degno di Renzi, implichi che essere giovani sia un valore che automaticamente debba permettere una pubblicazione. Manco per il piffero. Prima di tutto bisogna avere talento, essere "intonati nel disegno o nella scrittura". Poi, serve un editore capace di scorgere questo talento come un diamante nascosto da mille impurità. Leggo di autori che accusano il mondo del fumetto di non dargli spazio, ma non si rendono conto di quanto inadeguate siano le loro proposte. Un disegnatore-sceneggiatore che avevo gentilmente rifiutato mi ha scritto: "Peggio per te, perdi una chance. Sentirai parlare di me tra qualche anno, e di certo non vorrò lavorare con chi mi ha trattato così."
Da neurodeliri.
Insomma, prima di puntare ad una casa editrice da edicola, con tirature oltre le trentamila copie a diffusione nazionale, vi suggerirei di testarvi. Purtroppo non a a tutti sarà concesso di avere una serie in edicola. E' un privilegio di pochi fortunati, non un diritto ereditato la prima volta che avete preso un pennarello in mano. Basta riflettere: quanti autori ci sono in Italia? Quanti sono affermati e quanti emergenti? Tantissimi. Quante sono le serie pubblicate in edicola?
Voi avete mai pensato quanti soldi servono per realizzare una miniserie da edicola per un editore medio? Ve lo dico io, sono dati approssimativi, ma danno un'idea. Ogni albo che va in edicola costa almeno 12.000 € tra stampa e disegni. Se la miniserie che vi fanno fare è di sei numeri, l'editore investe su di voi 72.000 €. Non vi tremano un poi polsi? A me sì. Ogni volta che una mia serie è andata in edicola, non ci ho dormito la notte. Certo, se la serie è un successo, un po' di soldi rientrano, ma di questi tempi è più probabile che l'editore ci rimetta. Quindi, a fronte di questi numeri, l'editore vi appare sempre brutto e cattivo? Le scelte editoriali fatte non è l'argomento in questione, magari si pubblicano delle porcherie, ma forse, gli autori pubblicati, erano come voi: giovani esordienti che avevano diritto ad una possibilità. E l'hanno cannata.
Quindi, quali sono i miei consigli?
Prima di tutto testarvi. Testate le vostre idee. Nessuno ve le frega, tranquilli. Provate a fare qualche fumetto on-line, collaborate con qualche professionista, poi, magari autoproducetevi un volume, mandatelo agli editori insieme ad un progetto nuovo presentato come abbiamo visto prima. E poi sperate. Vorrei dirvi che "volere e potere", ma preparatevi con serenità anche alla possibilità di non farcela. Il fumetto è un po' come la musica: in tanti suonano, ma pochi diventano star.
Comunque, provateci.
"Era la consapevolezza che l'insuccesso fosse comunque il frutto di un tentativo. Che talvolta è meglio perdersi sulla strada di un viaggio impossibile che non partire mai."
(G. Faletti)
Addendum... :)
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giovedì 22 novembre 2012
Davvero vs Insonne. Il crossover
Quando ero bambino, la cosa che mi piaceva di più era immaginare i personaggi di cartoni animati diversi che interagivano per affrontare dei super cattivi apparentemente invincibili.
Credo che i personaggi dei fumetti condividano un mondo senza confini: un pianeta della fantasia che possono attraversare nello stretto intervallo tra una vignetta e l'altra.
Se i crossover tra eroi di editori differenti è di difficile realizzazione, all'interno della stessa casa editrice dovrebbe essere la regola. Per questo sono stato entusiasta dell'incontro tra Valter Buio e Cornelio e tanti altri ne avrei voluti leggere. Per questo, quando Andrea Gallo Lassere mi ha detto che avrebbe voluto scrivere una storia con la mia Desdemona e la Martina di Paola Barbato, ne sono stato subito entusiasta.
Per festeggiare il debutto in edicola della nuova serie di Paola Barbato, QUI potrete leggere l'inedito crossover tra Davvero e L'Insonne.
Sceneggiatura di Andrea Gallo Lassere, disegni di Paolo Antiga, colori di Andrea Gurzillo e lettering di Luna Avena. Grazie davvero a questo pool di giovani e bravi autori. Tutti professionali, tutti gentili, tutti con tanta voglia di fare e poca di perdersi in chiacchiere.
E non dimenticatevi di passare in edicola per acquistare il primo episodio di Davvero ;)
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mercoledì 21 novembre 2012
Davvero, Law e Dr. Morgue
Tra poche ore sarà in edicola il primo numero di Davvero.
Come atleti, dopo mesi e mesi di preparazione, aspettiamo solo il via dello starter. Dalle curve magari si alzerà qualche fischio, ma non ci importa.
Ci importa essere qui a giocarci questa opportunità.
Intanto, in edicola, trovate ancora LAW #4 dal titolo Roxanne, albo che sta riscuotendo moltissimi consensi. Pure io, da non cultore del genere Legal Thriller, mi sto davvero appassionando alle vicende dello studio Cussler & Brandise. Il merito è certamente dei bravi autori Davide Caci e Giorgio Salati insieme a tutti i disegnatori, iniziando da Fabiano Ambu con le sue bellissime copertine.
Per finire vi segnalo l'intervista di Silvia Mericone a RDM. Parla del Dr. Morgue, la creatura partorita insieme a Rita Pottetto. Potete ascoltare l'intervista da QUI.
Vi ricordo che in edicola trovate ancora il bellissimo speciale L'ospite d'inverno.
Come atleti, dopo mesi e mesi di preparazione, aspettiamo solo il via dello starter. Dalle curve magari si alzerà qualche fischio, ma non ci importa.
Ci importa essere qui a giocarci questa opportunità.
Intanto, in edicola, trovate ancora LAW #4 dal titolo Roxanne, albo che sta riscuotendo moltissimi consensi. Pure io, da non cultore del genere Legal Thriller, mi sto davvero appassionando alle vicende dello studio Cussler & Brandise. Il merito è certamente dei bravi autori Davide Caci e Giorgio Salati insieme a tutti i disegnatori, iniziando da Fabiano Ambu con le sue bellissime copertine.
Per finire vi segnalo l'intervista di Silvia Mericone a RDM. Parla del Dr. Morgue, la creatura partorita insieme a Rita Pottetto. Potete ascoltare l'intervista da QUI.
Vi ricordo che in edicola trovate ancora il bellissimo speciale L'ospite d'inverno.
sabato 17 novembre 2012
Parlando de L'Insonne
Davide Paolino, sul suo blog ci racconta la sua storia d'amore con Desdemona.
Leggere queste testimonianze mi fa capire che non dobbiamo arrenderci.
Desdemona ha ancora tanti amici e tante storie da raccontare.
"Con qualche riserva eh, perchè sono pur sempre un essere umano e devo trovare difetti in tutto, ma mi è piaciuta principalmente la storia. Quell'intersecarsi di situazioni passate col presente, quell'indagare da esterna ogni cosa succeda in una città italiana quale sia Firenze. Quell'essere sempre vicina dalla parte di chi soffre perchè "mai nessuno ci è veramente sconosciuto".
Leggi tutto il pezzo QUI.
E ricordati di firmare la petizione QUI.
Leggere queste testimonianze mi fa capire che non dobbiamo arrenderci.
Desdemona ha ancora tanti amici e tante storie da raccontare.
"Con qualche riserva eh, perchè sono pur sempre un essere umano e devo trovare difetti in tutto, ma mi è piaciuta principalmente la storia. Quell'intersecarsi di situazioni passate col presente, quell'indagare da esterna ogni cosa succeda in una città italiana quale sia Firenze. Quell'essere sempre vicina dalla parte di chi soffre perchè "mai nessuno ci è veramente sconosciuto".
Leggi tutto il pezzo QUI.
E ricordati di firmare la petizione QUI.
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venerdì 16 novembre 2012
Diabolik in mostra
Volete saperne di più su Diabolik e sulla sua vita editoriale?
Siete incuriositi dalla serie di Sky dedicata al Re del Terrore?
Volete vedere la meravigliosa mostra dedicata al criminale creato dalle sorelle Giussani?
Questo video risponderà a tutte le vostre domande.
Siete incuriositi dalla serie di Sky dedicata al Re del Terrore?
Volete vedere la meravigliosa mostra dedicata al criminale creato dalle sorelle Giussani?
Questo video risponderà a tutte le vostre domande.
giovedì 15 novembre 2012
The Secret per iPad e iPhone!
Cari amici possessori di iPad e iPhone, voi che avete scaricato L'Insonne, ma anche voi che non avete mai letto The Secret o che siete interessati alla cospirazione, il complottismo e i misteri misteriosissimi. The Secret è disponibile per iPad e iPhone. E i primi due episodi sono gratis. Perché non provarli?
COMUNICATO
Finalmente disponibile la nuova versione digitale per iPhone, iPad di The Secret, la serie della Star Comics vincitrice del "Comicus Prize 2011" come "Miglior serie italiana formato Bonelli".
Da QUI potete scaricare l'applicazione. I primi due episodi sono gratuiti.
Ideata da Giuseppe Di Bernardo (disegnatore di Diabolik e sceneggiatore de L'Insonne e di Cornelio - Delitti d'autore) questa serie a fumetti dedicata al complottismo, tratta miti moderni come: rapimenti alieni, Nuovo Ordine Mondiale, sette segrete e cerchi nel grano.
Da oggi è possibile leggere in un nuovo formato digitale, le avventure di Adam Mack nella sua ricerca dell'amata Soul, la sua ragazza morta nella tragedia delle Torri Gemelle e riapparsa miracolosamente molti anni dopo. La versione di The Secret per iPhone e iPad è scaricabile dall’App Store di iTunes dove troverete tutti gli otto volumi della serie, compresi delle storie brevi e un esclusivo finale alternativo.
COMUNICATO
Finalmente disponibile la nuova versione digitale per iPhone, iPad di The Secret, la serie della Star Comics vincitrice del "Comicus Prize 2011" come "Miglior serie italiana formato Bonelli".
Da QUI potete scaricare l'applicazione. I primi due episodi sono gratuiti.
Ideata da Giuseppe Di Bernardo (disegnatore di Diabolik e sceneggiatore de L'Insonne e di Cornelio - Delitti d'autore) questa serie a fumetti dedicata al complottismo, tratta miti moderni come: rapimenti alieni, Nuovo Ordine Mondiale, sette segrete e cerchi nel grano.
Da oggi è possibile leggere in un nuovo formato digitale, le avventure di Adam Mack nella sua ricerca dell'amata Soul, la sua ragazza morta nella tragedia delle Torri Gemelle e riapparsa miracolosamente molti anni dopo. La versione di The Secret per iPhone e iPad è scaricabile dall’App Store di iTunes dove troverete tutti gli otto volumi della serie, compresi delle storie brevi e un esclusivo finale alternativo.
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mercoledì 14 novembre 2012
GLI AUTORI STAR COMICS su RADIO DIMENSIONE MUSICA
Comunicato ufficiale:
A
partire dal prossimo 19
Novembre,
arriva su RADIO
DIMENSINE MUSICA
(Roma
- FM 95.300 in streaming www.radiodimensionemusica.it) la rubrica
completamente dedicata alle serie italiane Star
Comics.
Ogni lunedì pomeriggio alle ore
16.35
nel programma ChiaraMente in Musica, la brillante Chiara
Felici
ci terrà compagnia intervistando autori, sceneggiatori e disegnatori
Star
Comics.
Ad
aprire le danze, il 19
Novembre sarà
SILVIA
MERICONE autrice
di DR.MORGUE,
serie terminata nello scorso mese di Febbraio, della quale è stato
realizzato uno Speciale
approdato in edicola e fumetteria
a
partire dal 17 Ottobre.
A
seguire il 26
Novembre,
potrete
ascoltare PAOLA
BARBATO,
nota sceneggiatrice di Dylan Dog e autrice di ben tre romanzi
thriller, che presenterà al pubblico la sua nuova serie a fumetto
passata dal web alla carta: DAVVERO.
Nel
terzo appuntamento, il 3
Dicembre,
Chiara Felici intervisterà GIUSEPPE
DI BERNARDO,
Editor della casa editrice Star Comics e creatore di THE
SECRET,
serie pubblicata da Star Comics nel 2011.
Nell’ultimo
appuntamento del 10
Dicembre,
preparatevi a divertirvi insieme a DAVIDE
LA ROSA,
la new entry di casa Star Comics che presenterà SUORE
NINJA,
la sua nuova serie a fumetto in uscita nel mese di Marzo 2013.
Sintonizzatevi
su RADIO
DIMENSINE MUSICA
(Roma
- FM 95.300) e
ascoltate in diretta le interviste di Chiara Felici, e se
non vi trovate nei pressi della capitale c’è sempre lo streaming,
senza dimenticare che potrete riascoltare le interviste degli autori
Star Comics, accedendo alla sessione Interviste
del sito http://www.radiodimensionemusica.it/
o cliccando al link che ogni settimana inseriremo tra le News
del
sito www.starcomics.com.
Potete scommettere che un accenno anche alla mia deejay L'Insonne ci sarà.
Potete scommettere che un accenno anche alla mia deejay L'Insonne ci sarà.
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martedì 13 novembre 2012
Davvero. In edicola il 22 novembre
Disegno di Trono e colore di Meloni.
Tra pochi giorni, il 22 novembre, il primo episodio di Davvero approderà in edicola e la sua strana copertina cercherà di farsi notare tra le tante altre. Durante la kermesse lucchese è andato molto bene. Le vendite sono state alte e i protagonisti hanno raccolto l'affetto dei lettori. E' stata una scelta giusta? Sbagliata? Ne abbiamo parlato anche troppo. Credo sia comunque un bel sogno che si realizza: il sogno di una autrice che si è messa in gioco, il sogno di tanti disegnatori esordienti che sono diventati professionisti sposando un progetto. Un'idea.
Ora la palla passa ai lettori che sono l'unica insindacabile giuria che noi autori vogliamo.
lunedì 12 novembre 2012
Quando Diabolik mi ha salvato la vita
Che Diabolik fosse una star del jet set
italiano, malgrado fosse fatto di carta e china e non di carne e
sangue, mi è stato chiaro fin dal primo istante in cui la mia matita
lo ha incrociato.
Quando dieci anni fa, il Re del Terrore
compiva quarant'anni, io sono entrato in forza alla casa editrice
Astorina, ma per uno strano scherzo del destino, quel giorno
Diabolik, il pericoloso criminale, mi ha salvato la vita.
La storia che state per leggere l'ho
raccontata tante volte agli incontri sul personaggio creato dalle
sorelle Giussani, ma non credo di averla mai messa per iscritto e
oggi mi sembra proprio arrivato il momento.
La mia avventura con il re dei ladri
inizia proprio con un furto.
Era il 2002 e, mentre guidavo verso
casa a notte fonda, passai davanti ad un edicola dove faceva bella
mostra di sé un cartone raffigurante un bacio tra Eva e Diabolik.
Era uno di quei cartoni pubblicitari per una ristampa del Re del
terrore, credo ad opera della Mondadori. Quel disegno aveva attratto
la mia attenzione e pensai che sarebbe stato benissimo nel mio
piccolo studio di fumettista. Così decisi di prenderlo. Aprii il
portellone dell'auto, sfilai il cartone dal fil di ferro che lo
bloccava e lo caricai in macchina, proprio mentre qualcuno,
probabilmente l'edicolante, mi gridava contro da una finestra aperta.
Mi spiace, amico mio, se leggi questo blog, sappi che è tutto
passato in prescrizione. Comunque, dopo pochi giorni da quando
posizionai il cartone nel mio studio accadde il miracolo.
Ma facciamo un passo indietro.
Disegnavo fumetti dal 1994. Nel mio
curriculum c'erano state pubblicazioni importanti, un Mister No,
Lazarus Ledd, la mia adorata Insonne, ma malgrado ben quaranta, dico
quaranta tavole di prova spedite alla Sergio Bonelli editore,
realizzate con Jacopo Brandi, non ero riuscito a convincere la
redazione di via Buonarroti a darci una possibilità. Le tavole erano
belle, dicevano, ma non c'era posto.
Io, che mi occupavo soprattutto di
pubblicità, per spot dedicati ai bambini, sia come storyborder che
copywriter, mi ero davvero stancato di un precariato fumettistico
senza speranza e avevo deciso di abbandonare i fumetti per dedicarmi
totalmente alla pubblicità. Una scelta dolorosa ma che appariva
l'unica soluzione ma non potevo sapere che l'Universo stava già
cospirando alle mie spalle per cambiarmi la vita.
Avevo avuto la telefonata di una
persona che mi chiedeva di mandargli qualche mia tavola per un non
ben precisato progetto a fumetti. Accettai con malavoglia di
spedirgli qualche tavola, e riempii la busta con le fotocopie che
affollavano il mio tavolo da disegno laccato nero (sì, giovani
colleghi, parlo di fotocopie. Nel 2001 la mail non era così
diffusa... e non c'era neppure Google, SketchUp, la possibilità di
fare i fermo immagine dai film, la cintiq e tutte quelle cosettine
che vi semplificano il lavoro). Comunque, dicevo, raccolsi tutte le
fotocopie che c'erano sul mio tavolo, più con l'idea di far pulito,
piuttosto che preparare un book di presentazione. Ero sfiduciato e
anche parecchio incazzato. Ero bravo. Lo sapevo. Avevo una lunga
esperienza, le prove bonelliane che avevamo fatto sono a tutt'oggi
alcune le cose migliori che abbiamo sfornato. Eppure sembrava che non
fosse proprio possibile essere presi in considerazione in un ambiente
in cui sembravano svilupparsi dinamiche che non comprendevo e da cui
ero escluso.
Io credo nella sincronicità, l'ho
scritto tante volte su questo blog, e quello che stava per accadere
ne è una prova evidente.
Ma cosa c'entra il cartone
rappresentante il bacio tra Eva e Diabolik?
C'entra, perché pochi giorni dopo "il
furto", mi chiamò la persona che mi aveva chiesto le fotocopie
perché un suo amico, Giorgio Montorio, inchiostratore di Diabolik,
le aveva viste e le considerava adatte alla serie. Avrebbe voluto
inchiostrami e mi proponeva di fare delle prove. Capite? Se io non
avessi messo nella busta anche delle matite, Giorgio non le avrebbe
viste e non avrebbe potuto pensare che il mio modo di disegnare era
compatibile col suo, e certamente non mi avrebbe proposto di fare
delle tavole di prova ufficiale per Diabolik. Tavole di prova che
andarono bene e che mi permisero, poco tempo dopo il furto di quel
cartone pubblicitario, di lavorare per uno dei più importanti
editori italiani e per l'eroe dei fumetti, forse più conosciuto.
E non solo.
L'astorina era ed è una famiglia
eccezionale, fatta di persone splendide. Davvero rare, non solo nel
mondo dei fumetti. I fan diabolici erano una forza, e Diabolik stava
sempre di più trasformandosi da personaggio dei comics a brand. Il
suo marchio si poteva trovare nell'abbigliamento, nei gadget, nei
videogiochi, nei cartoni animati e chi più ne ha più ne metta.
Diabolik stava trasfigurando.
E questo venerdì sera lo ho pensato ancora, quando, all'inaugurazione di una mostra dedicata ai cinquant'anni del re del terrore, è stato proiettato il trailer della serie di telefilm prodotta da sky che lo vedrà come protagonista.
E questo venerdì sera lo ho pensato ancora, quando, all'inaugurazione di una mostra dedicata ai cinquant'anni del re del terrore, è stato proiettato il trailer della serie di telefilm prodotta da sky che lo vedrà come protagonista.
Del film o del telefilm dedicato al
ladro di Clerville, sentivo parlare dal mio primo giorno come
disegnatore, dieci anni fa. Sembrava proprio che il diavolo, appunto,
ci mettesse la coda per impedirne la realizzazione, ma quando venerdì
sera l'ho visto finalmente proiettato, ammetto che avevo la pelle
d'oca. Tra tantissimi amici e colleghi, provenienti da tutta Italia,
ho avuto la precisa sensazione di far parte della storia di un
personaggio così importante del mondo del fumetto italiano e anche
la consapevolezza di essere un ingranaggio che contribuisce a farlo
continuare a vivere come volevano Angela e Luciana Giussani.
Anche per questo, Diabolik merita una
grande considerazione.
E vorrei dirlo a chi verrà, a chi lo
disegnerà domani, magari dopo di me. Attenti: state maneggiando un
pezzo di storia della cultura e del costume italiano, ma non solo.
Questo personaggio ha rappresentato, per le sue creatrici, qualcosa
che va ben oltre ad una semplice pubblicazione. E' più simile
all'amore che una madre prova per il figlio.
Diabolik, di madri ne ha avute
addirittura due, e forse è per questo che è ancora qui.
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il serial tv di Diabolik
venerdì 9 novembre 2012
Diabolik alla Biblioteca delle Oblate di Firenze
Domenica 11 novembre, dalle 16 alle 18, presso la Biblioteca delle Oblate in via dell'Oriuolo 26 a Firenze, incontro dedicato a Diabolik.
Comunicato.
Ore 16:00-18:00
Incontro dedicato a Diabolik presso la Biblioteca delle Oblate in via dell'Oriuolo 26
Comunicato.
In occasione dei 50 anni del personaggio fumettistico e di costume Diabolik, delle sorelle Giussani, Giuseppe Di Bernardo,
disegnatore e sceneggiatore presenta I racconti dei cinquant'anni.
Un viaggio nel mito di uno dei personaggi più incisivi del fumetto
italiano per conoscere il perchè della longevità di un personaggio nato
negli anni '60 ma ancora oggi di moda.
Ingresso libero fino ad esaurimento dei posti disponibili
Ore 16:00-18:00
Incontro dedicato a Diabolik presso la Biblioteca delle Oblate in via dell'Oriuolo 26
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mercoledì 7 novembre 2012
Incontri col pubblico: croce e delizia
Mi rendo conto che spesso passo da cafone.
Mi rendo conto che non è gentile rispondere sempre "non posso" ad un invito, ma, davvero, amici miei, ho esaurito le batterie e non posso aggiungere altri appuntamenti al calendario.
Certo, gli incontri col pubblico sono molto belli e gratificanti, ma se volevo fare i bagni di folla sarei diventato un attore o un musicista. Invece a me piace il silenzio indispensabile per guardarsi dentro.
In questi mesi, causa soprattutto i 50 anni di Diabolik, sono stato una piccola trottola impazzita e ora vorrei prendere fiato.
Un po' perché io non amo molto gli incontri (ormai lo sapete), ma anche perché non vedo un vero vantaggio in queste manifestazioni. E' molto diverso dal tour che fanno gli scrittori per promuovere i libri. Anche per un semplice calcolo economico. Se uno scrittore fa un incontro e firma trenta volumi, probabilmente mette in cassa qualche soldino. Nel mio caso, nisba. Raramente c'è un gettone e difficilmente si ha il viaggio rimborsato.
Ma non è solo una questione venale.
C'è che questi incontri mi sottraggono tempo al disegno, alla sceneggiatura e alle mie faccende da editor. E' giusto partecipare, ma non si può stare continuamente in viaggio.
Quindi, per chi passa di qui con l'idea invitarmi da qualche parte, sappia che per qualche mese risponderò un gentile "no grazie". E se non insisterete avrete la mia eterna gratitudine :)
A tal proposito un piccolo elenco con i prossimi appuntamenti.
Venerdì 9 novembre - Milano - Mostra di Diabolik. Ingresso esclusivamente ad inviti.
Domenica 11 novembre - Firenze
Ore 15:00 breve incontro durante il convegno ufologico del Gaus, presso l'Hotel Albani, via Fiume 12.
Ore 16:00 Incontro su Diabolik alla biblioteca delle Oblate in via dell'Oriuolo 26.
Venerdì 30 novembre - Pistoia
Ore 17.00: I venerdì del giallo: Il giallo tra fumetto e letteratura. Biblioteca San Giorgio.
Mi rendo conto che non è gentile rispondere sempre "non posso" ad un invito, ma, davvero, amici miei, ho esaurito le batterie e non posso aggiungere altri appuntamenti al calendario.
Certo, gli incontri col pubblico sono molto belli e gratificanti, ma se volevo fare i bagni di folla sarei diventato un attore o un musicista. Invece a me piace il silenzio indispensabile per guardarsi dentro.
In questi mesi, causa soprattutto i 50 anni di Diabolik, sono stato una piccola trottola impazzita e ora vorrei prendere fiato.
Un po' perché io non amo molto gli incontri (ormai lo sapete), ma anche perché non vedo un vero vantaggio in queste manifestazioni. E' molto diverso dal tour che fanno gli scrittori per promuovere i libri. Anche per un semplice calcolo economico. Se uno scrittore fa un incontro e firma trenta volumi, probabilmente mette in cassa qualche soldino. Nel mio caso, nisba. Raramente c'è un gettone e difficilmente si ha il viaggio rimborsato.
Ma non è solo una questione venale.
C'è che questi incontri mi sottraggono tempo al disegno, alla sceneggiatura e alle mie faccende da editor. E' giusto partecipare, ma non si può stare continuamente in viaggio.
Quindi, per chi passa di qui con l'idea invitarmi da qualche parte, sappia che per qualche mese risponderò un gentile "no grazie". E se non insisterete avrete la mia eterna gratitudine :)
A tal proposito un piccolo elenco con i prossimi appuntamenti.
Venerdì 9 novembre - Milano - Mostra di Diabolik. Ingresso esclusivamente ad inviti.
Domenica 11 novembre - Firenze
Ore 15:00 breve incontro durante il convegno ufologico del Gaus, presso l'Hotel Albani, via Fiume 12.
Ore 16:00 Incontro su Diabolik alla biblioteca delle Oblate in via dell'Oriuolo 26.
Venerdì 30 novembre - Pistoia
Ore 17.00: I venerdì del giallo: Il giallo tra fumetto e letteratura. Biblioteca San Giorgio.
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lunedì 5 novembre 2012
Perché un fumetto da libreria costa di più di uno pubblicato in edicola anche se ha lo stesso formato? Provo a spiegarlo.
Prendo spunto da un commento che mi ha
lasciato l'amico Luca Rivara a proposito del prezzo "esoso"
degli albi de "L'Insonne" venduti dalle Edizioni Arcadia.
Luca dice tra i commenti QUI:
Ho visto poi presso lo stand della casa
editrice arcadia (o sbaglio?) copie in vendita dell'insonne a 5.90€
(giuro--- un'albo costava sui 5 euro)
Mi chiedo però una cosa:
D'accordo che è una casa editrice
piccola che ha qualche problema con i soldi ma, rilanciare un fumetto
in b/n con lo stesso numero di pagine di un bonelli (96)....sicuro
che sia una buona idea???
Io mi ero avvicinato e avevo la voglia
di prenderlo...ma quando ho visto il prezzo ho detto di no
mi spiace
ma così non penso che si rilanci una
testata
con tutto rispetto
tu cose ne pensi?
Rispondo con un post cercando di essere
il più chiaro possibile e mi piacerebbe che anche proprio Mario
Taccolini intervenisse e dicesse la sua. Bisogna spiegare e far
ragionare il lettore che nulla sa di editoria.
Cercherò di essere breve, e
perdonatemi per l'approssimazione dei conti. Servono solo a dare una
vaga idea di come stanno le cose.
Un fumetto "bonelliano" da
edicola viene stampato mediamente in 20/30 mila copie. La carta che
viene usata è di norma piuttosto leggera. Il punto di "pareggio"
è fissato intorno alle 10 mila copie vendute, ovvero, solo da quel
punto, l'editore inizia a guadagnare. E guadagnare poco. Sappiatelo.
Quando si stampa per le librerie e per
le fiere, le cose cambiano. E peggiorano. Non è pensabile che il
prezzo resti lo stesso, è come sperare che un ristorante faccia lo
stesso prezzo di un distributore automatico di piatti caldi.
Per le librerie si stampa molto di
meno. Si stampa di meno, naturalmente, perché il mercato è più
piccolo. Mi risulta che le fumetterie, in Italia, siano circa 300 e
il sistema di acquisto (rese etc etc) è completamente diverso dalle
edicole. Le fumetterie non hanno rese ed ordinano solo quello che
sono certi di vendere. Ma questa è un'altra storia.
Allora, facciamo finta che io sia un
editore di fumetti per libreria. Per tirature così piccole, 1.500
copie circa, non posso usare le macchine tipografiche che usano per
grandi tirature, le "rotative", che funzionano con grandi
quantità di carta. Per la stampa di poche copie si usano altri tipi
di apparecchiature che purtroppo costano di più. Facendola semplice,
è intuitivo pensare che se si stampano 100.000 pezzi di un qualsiasi
oggetto, il prezzo unitario sarà più basso rispetto a stampare 1000
pezzi.
Ancora più semplice: se compro 100
mila tappi di plastica, il prezzo unitario del tappino sarà molto
più basso di quando ne compro uno solo.
Per farvi capire meglio, ho
improvvisato un preventivo on line di una tipografia piuttostoeconomica e ho richiesto 1.500 pezzi di albi "bonelliani"
(nota bene, vendere 1500 albi in libreria è già un successone).
Bene, con grande sorpresa noterete che
la spesa è di 3.036 €...
Ovvero circa 2 € a copia.
Fantastico, direte voi.
E invece no, purtroppo.
Dovete calcolare che circa metà del
prezzo di copertina viene assorbito dal distributore (non conosco i
parametri precisi e non posso essere più dettagliato) e non si è
calcolata la cifra per la produzione artistica.
Oibò! Già! I fumettisti!
Fare un albo di 100 pagine vuol dire
lavorarci almeno 5 mesi. Ecco, la spesa per la produzione artistica
potrebbe aggirarsi intorno ai 6.000 €.
Quindi il costro di produzione di un
albo, tra stampa e contenuti si aggira sui 9.000€.
6€ a copia che dovrebbe essere
venduta almeno al doppio per via della distribuzione.
Caro Luca, se Arcadia vende le copie
dell'Insonne a 5€ devi solo gridare al miracolo, perché l'editore
(e anche gli autori) ci rimette. Credimi.
In soldoni, non si possono
assolutamente comparare le produzioni "bonelliane" da
edicola con quelle da libreria. Anzi, a mio parere è proprio un
grave errore produrre per le librerie nello stesso formato delle
edicole. Lo abbiamo fatto con L'Insonne per accontentare i
collezionisti in modo che avessero tutta la serie nello stesso
formato. La carta e migliore, la stampa è perfetta, la rilegatura è
ineccepibile, ma ci sarà sempre chi non capirà la differenza e dirà
che "è una vergogna e che costano troppo".
E non si tratta di "rilanciare"
L'Insonne. Evidentemente, caro Luca, segui il blog ma ti è sfuggito
qualche passaggio :).
Gli episodi 1-2-3 di Arcadia sono in
realtà gli episodi 11-12-13 della serie iniziata in edicola. Non si
tratta di un "rilancio", ma dell'epilogo della serie. Gli
altri albetti che avrai visto allo stand, invece, sono delle
pubblicazioni speciali a tiratura limitatissima.
Sarò lieto di riproporvi e rilanciare
"L'Insonne" in edicola a prezzi super economici il giorno
in cui un editore "popolare" accetterà di pubblicarla.
Speriamo, ma naturalmente non dipende da me (e chiedere conto a me,
francamente mi pare davvero buffo... è come imbestialirsi con un
cantante per il costo del CD. Bah!).
C'è chi, ha smesso di acquistare
"L'Insonne" quando è approdata in libreria, e lo ha fatto
solo per il prezzo. C'era stato un aumento di 3€, ma tenendo
presente che si trattava degli ultimi tre episodi, queste persone
hanno preferito interrompere la lettura piuttosto che spendere 9 €
in più (da spalmare in tre anni) quando ne avevano già spese
almeno una trentina. La conoscete la barzelletta dei due pazzi che
evadono dal manicomio dai 100 cancelli e dopo averne scavalcati 99
dicono che sono stanchi e tornano indietro?
Ogni volta che io prendo il treno per
arrivare a Firenze dal paesiello dove vivo, spendo 3,30€. 3,30€
per 22 minuti in un treno affollato e puzzolente. Scommetto che
capita anche a voi. Tre caffè, qualche decina di messaggini, un paio
di litri di benzina. Un paio di birre scadenti comprate al
supermercato, una scatola di biscotti.
Secondo me dovreste anche un po'
vergognarvi di fare certi discorsi. Lo dico con affetto.
Potreste dire: "questo fumetto non
mi piace e non lo compro", avreste tutto il mio appoggio e la mia
comprensione. Vi faccio pure un disegnino. Gratis, ovviamente.
Ma non venitemi a dire che 5 € sono
troppe per un fumetto che amate, perché significa che non date
valore a quello che contiene e al lavoro (enorme) che c'è dietro (e dentro).
Un consiglio: se la pensate così,
leggete solo le produzioni mainstrean, quelle su larga scala, quelle
delle major che possono stampare migliaia di copie. Ma poi non
lamentatevi se non ci trovate tante cose che si possono scrivere solo
se si è indipendenti ;)
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Scazzi
Post Lucca Comics 2012
Reduce da una Lucca affollatissima,
convulsa, piovosa ma piena di soddisfazioni, ci terrei a ringraziare
tutti gli amici che ho incontrato. Farò una lista approssimativa,
certo di dimenticare qualcuno. Grazie a tutti gli aspiranti
fumettisti che sono passati dallo stand Star Comics per mostrarmi i
loro lavori. Ho cercato di dare qualche consiglio e tutti sono stati
ad ascoltare con attenzione. Bravi, è lo spirito giusto. Vi auguro
ogni successo immaginabile. Grazie all'organizzazione di Lucca
Comics, tutti sempre gentilissimi ed efficienti. Grazie ai miei
editori. Grazie allo staff Astorina e grazia al Re Del Terrore che
dall'alto dei suoi 50 anni mi protegge sempre con la sua ombra.
Grazie alla Star Comics, che sta diventando per me una seconda
famiglia. I primi passi fatti insieme si stanno rivelando vincenti. E' presto per tirare le somme, ma i semini piantati un anno fa stanno
cominciando a germogliare lasciando intravedere una specie
meravigliosa. Grazie agli editori che mi hanno avvicinato con delle
proposte davvero interessanti a proposito de “L'Insonne”. A
quanto pare qualcosa sembra muoversi. Grazie ai colleghi. Mi
piacerebbe vivere tutto l'anno in una città piena di fumettisti,
incontrarli mentre vado a fare la spesa o al bar. E parlare di
fumetti. Sempre. Grazie agli amici, quelli che vedo spesso e quelli
che riesco a incontrare solo raramente. Un barretto isolato di Lucca
diventa così un'isola felice, un porto franco anche per
chiacchierare di cose che non riguardano le nuvolette parlanti.
Grazie ai lettori, alcuni davvero fan sfegatati che non perdono
l'occasione per avvicinarti e allungarti un foglio da scarabocchiare.
E naturalmente grazie al piccolo angelo che mi accompagna, che si
sorbisce interminabili ore fatte di chiacchiere un po' nerd, strade
fangose ed affollate e che sopporta il mio terribile senso
dell'orientamento (sì, io a Lucca mi perdo da vent'anni. Sospetto
che le strade si spostano appena distolgo lo sguardo). La sua
presenza mi aiuta a rimanere centrato in quella bolgia e anche se
continuamente cercano di rimorchiarla, i suoi occhioni mi ricordano
che il nostro amore è unico.
4 novembre 1966. L'alluvione di Firenze nei fumetti
Nelle prime ore del 4 novembre del 1966, l'Arno invade Firenze.
Disegni di Francesco Bonanno.
Con "L'Insonne" ho trattato l'argomento, sia nel nono episodio "Carne di pietra", sia in un audiofumetto scritto con Antonio Le Noci.
Questo è il mio piccolo contributo alla memoria di un evento che non ha vissuto personalmente ma che ha segnato profondamente i fiorentini e questa città.
Disegni di Francesco Bonanno.
Con "L'Insonne" ho trattato l'argomento, sia nel nono episodio "Carne di pietra", sia in un audiofumetto scritto con Antonio Le Noci.
Questo è il mio piccolo contributo alla memoria di un evento che non ha vissuto personalmente ma che ha segnato profondamente i fiorentini e questa città.
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