Firma per riportare L'Insonne in edicola! Bastano pochi click!

mercoledì 24 giugno 2020

Consulenza grafologica sulla lettera anonima attribuita al Mostro di Firenze

In questi giorni, grazie all'intuizione di Cristina Padedda e al lavoro instancabile di Francesco Cappelletti è stata consegnata in Procura una perizia calligrafica sulla famosa lettera anonima arrivata a La Nazione pochi giorni dopo l'omicidio del 1985 ad opera del Mostro di Firenze. La perizia ha comparato la lettera anonima e una fattura della ditta di Salvatore Vinci. La perizia parla di "Omografia".
 
 Fonte SienaNews.

Ci sono quindi concrete possibilità che l'autore della missiva anonima sia Salvatore Vinci. *
A questo punto mi sento di fare delle ipotesi. Il testo che segue è per gli addetti ai lavori e potrà sembrare oscuro e criptico per chi passa di qui per caso. Mi scuso.

A) Salvatore Vinci (d'ora in poi SV) scrive una lettera per prendersi gioco degli inquirenti che da anni gli ronzano intorno.
B) SV è il Mostro di Firenze (MdF)
C) SV conosce l'identità del MdF a causa del loro rapporto nel 1968.

Entriamo nel dettaglio.

A) SV cerca di prendersi gioco degli inquirenti, ma se venisse riconosciuto come autore della missiva sarebbe apparso certamente colpevole, visto che la lettera sembra dar voce all'assassino.

B) Pochi giorni prima il MdF ha inviato la famosa lettera a Silvia Della Monica preoccupandosi di utilizzare lettere ritagliate e aggiungendo una prova tangibile di essere l'autore dei delitti.
Questo risponde a un bisogno di affermare la propria identità. Perché nella missiva a La Nazione non cerca di camuffare la scrittura ad esempio usando un normografo, un  comunissimo oggetto che all'epoca si trovava in qualsiasi cartoleria e, soprattutto, per quale motivo, se SV è l'autore sia della missiva de La Nazione che dei delitti non include nella lettera qualcosa che non lo confonda con un mitomane? Un piccolo oggetto appartenuto alle vittime, ad esempio.

C) SV conosce l'identità del MdF a causa della loro interazione nel 1968 ma non ha accesso né alla pistola, né ai feticci, né alle cose delle vittime. Ora, riproviamo a leggere il testo della lettera mandata a La Nazione nell'ottica di una persona che è in parte (il 1968) complice del MdF.



Sono molto vicino a voi
(era attenzionato in quegli anni). Non mi prenderete (per l'omicidio del 1968) se io non vorrò

Il numero finale è ancora lontano. Sedici sono pochi (sa che l'ex complice colpirà ancora)

Non odio nessuno (il complice), ma ho bisogno di farlo (scrivere la lettera) se voglio vivere (sopravvivere al rimorso di tacere l'identità dell'ex complice)

Sangue e lacrime scorreranno fra poco (sa che l'ex complice colpirà ancora)

Non si può andare avanti così. Avete sbagliato tutto (in relazione all'indagine su di lui, SV) Peggio per voi.

Non commetterò più errori (errori che lo hanno portato ad attirare l'attenzione degli inquirenti) la polizia sì.

In me la notte non finisce mai (non le tenebre della pulsione a uccidere ma le tenebre del senso di colpa, e infatti... ) Ho pianto per loro (per le vittime dal 74 in poi, essendo depositario del nome dell'assassino e sentendosi responsabile per aver dato  inizio a tutta la storia)

Vi aspetto (a fargli le domande giuste, non ad accusarlo di essere il MdF)

Per approfondire andate su Insufficienza di prove.

*NOTA. Ovviamente nessuno ha la certezza che il biglietto della ditta di Salvatore Vinci sia stato scritto da quest'ultimo. Nella ditta lavoravano più persone. Secondo la perizia, è probabile unicamente che il biglietto e la lettera anonima siano state scritte dalla stessa mano che, ad oggi, resta ignota.  





Immagini tratte da: "Il Mostro di Firenze, Enigma senza fine" di Di Bernardo e Santi Edizioni inkiostro.
------------------------------------------------------------------------------------------------

La collaborazione tra appassionati del caso porta dei frutti a differenza delle stupide lotte intestine tra
mostrologi ;)