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lunedì 3 febbraio 2014

Su eBay e su quelli che non apprezzano i disegni in vendita

Come molti di voi già sanno, è qualche mese che ho aperto una pagina eBay dove propongo all'asta vecchie tavole e qualche disegno inedito.
Il perché l'ho fatto e tante altre curiosità sull'argomento le potete leggere in questo lungo articolo.
Poi capita che io pubblichi su Facebook il link ad un'asta in scadenza per leggerci sotto il seccato commento: "Basta!".
Avevo già avuto il sentore che questa mia attività desse fastidio e mi sono interrogato molto sul perché. Queste persone che si lamentano non hanno un lavoro? Come reagirebbero se gli dicessi: "Basta di fare gli straordinari! Oppure basta di mettere ciò che produci o commerci, in vetrina!"? Probabilmente reagirebbero con un sano: "Ma che vuoi?". Le mie basi d'asta sono irrisorie, 15-20 € per una tavola originale o un disegno diaboliko, questo per permettere a tutti di provare a portarsi a casa un disegno ad un prezzo davvero basso (e questo fa dire a qualcuno "Ti stai svalutando").
Cosa c'è che vi urta nel vedere un disegnatore che vende i propri lavori?
Un disegnatore è un lavoratore come gli altri e vive di quello che produce. Anzi, a dirla tutta, no... non è un lavoratore come gli altri, visto che non ha un contratto, non ha una busta paga, non ha la tredicesima, non ha la malattia e neppure la pensione. E a parte pochissimi casi guadagna quanto un cameriere. E un disegnatore dovrebbe smettere di disegnare e proporre quello che disegna? E poi c'è chi mi scrive: "Ciao Giuseppe, non approvo come usi Facebook! Seguo molti altri disegnatori e non assisto mai a questo tipo di promozioni. Personalmente mi piace sapere dai miei disegnatori preferiti, notizie sui lavori che stanno preparando, piccole anticipazioni, qualche piccolo retroscena o piccole notizie sul mondo dei fumetti." Insomma, è la vecchia storia: mi piace vedere il film gratis, ma tutta quella pubblicità mi rompe le scatole.
Sapete cosa evidenzia questo comportamento? Il fatto che, culturalmente, certa gente non considera il fumetto né come arte (e su questo potremmo aprire un dibattito) né come un lavoro vero. L'intrattenimento, in questo paese da terzo mondo, viene percepito come trastullo. I contenuti sembrano non avere valore e anche per questo il fumetto digitale non decolla. A proposito, ho letto un commento di questo tipo alla app di Diabolik: "Con tutti i soldi che ho speso in giornalini, dovreste farmela scaricare gratis!" E quindi, anche su Facebook, vogliono scroccare, avere le anticipazioni, le news, e mal sopportano qualche piccolo spazio di auto promozione.
O forse c'è qualcosa di più intimo e profondo? Il fumetto, legato all'infanzia, è qualcosa che viene percepito come puro e i suoi autori devono rimanere degli esseri mitici che campano d'aria e odorano di violette. I'm sorry. Da queste parti l'odore più probabile che potreste incontrare è il broccolo.
Per concludere, visto che io sono un bastian contrario di natura, beccatevi le mie ultime aste!