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venerdì 6 maggio 2011

Un giorno qualsiasi in una importante scuola del fumetto

Il prof e l'allievo.

Il Prof: "E dimmi, quali sono i tuoi autori di riferimento?"
L'allievo: "..."
Il Prof: "Insomma, che fumetti leggi?"
L'allievo:"Non leggo fumetti..."
Il Prof: "Male..."
L'allievo:"Non leggo fumetti ma guardo molti film."
Il Prof: "..."


Insomma, come uno studente di medicina che dice: "Non leggo i libri di chirurgia, però guardo sempre Dr House."

Quando è un solo studente a risponderti così non è un problema. Capita. Quando nello stesso giorno sono in tanti a dirti che non leggono fumetti, la cosa diventa preoccupante.
Come pensate di conoscere il mezzo senza sapere quello che fanno gli altri?
Non siete spinti dalla curiosità? Si tratta di uno smisurato ego o solo di pigrizia?

Altro dato inquietante, i lettori di fumetto "bonelliano" tra gli studenti della Comics sono 1 su 60.
Forse dovremmo svegliarci ed accorgerci cosa ci sta succedendo ai fumetti italiani.

8 commenti:

  1. Pigrizia, caro DiBe.
    Aggiunta al fatto che un medium come il fumetto non è (falsamente) facile e immediato come il cinema, o attraente e appassionante come giocare ad un videogame; e soprattutto non è visto come un mestiere, ma come passatempo.
    E, realisticamente, sarà sempre peggio. Le nuove generazioni sono sempre più abituate ad avere tutto, e all'istante.
    La pazienza è fuori moda.

    Per il dato dei Bonelli, non lo definirei "inquietante" quanto "regolare": un prodotto fatto da vecchi per vecchi non ti puoi aspettare che sia letto dai ragazzi. E' un prezzo che pagheranno fra uno, o due decenni, se non si danno una regolata.
    E non se la daranno.

    Omaggi.

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  2. Ehhh... devo dire, caro Lorenzo, che sono d'accordo su tutto.
    Omaggi.

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  3. Giuseppe la tua riflessione è puro vangelo, mi ricorda un giovane romanziere che voleva vendermi il suo libro e quando gli ho chiesto quali sono i suoi scrittori contemporanei preferiti mi ha risposto che non legge un libro dalle medie.


    Sul fumetto Bonelli(o bonellide) e la sua perpetua staticità sfondi una porta spalancata.

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  4. fai 2/60! Sono un'affezionata lettrice Bonelli io!
    Claudia

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  5. X Mirko: Successa la stessa cosa anche a me :-/ Non dico che per scrivere devi essere uno che passa la vita sui libri. Niente più sbagliato perché porta a scrivere quello che si è letto. Invece la scrittura arriva al cuore di chi legge solo se si racconta quello che si è vissuto.

    X Coraline's: Sì, sì, il mio era un numero ad effetto... qualche lettore bonelliano, c'è. ma non era una "accusa" ai lettori, ma chi i comics li fa. Forse ci siamo dimenticati come affascinare i lettori, ma sento che siamo vicini ad un cambiamento.

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  6. ...Un cambiamento che dovrete generare VOI che sarete i disegnatori e gli sceneggiatori di domani.

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  7. E' sempre vero che hai ragione. Per fare i fumetti (o qualsiasi altra cosa) devi sapere di cosa stai trattando.

    Io ne leggo molti (rispetto ad altri). Ma c'è una cosa che non hai considerato o tenuto conto.

    Avendo 30 anni io ho letto (per esempio) la JLA di MORRISON/PORTER/O'DELL e a parte alcune critiche, devo dire che sono stati albi di qualità..e che, nonostante tutto usciva materiale interessante.

    Purtroppo devo constatare con amarezza che ci troviamo (per quanto ne capisca io) in un momento in cui la MARVEL sta facendo uscire saghe su saghe mandando il ritmo a diecimila.

    I fumetti giapponesi? Sembrano uno il clone dell'altro.

    E quelli interessanti sono sepolti dal resto o introvabili e che costi!!!!

    Insomma, non si leggono tanti fumetti? Non serve tanto per capirne il motivo.

    Come i film: hanno effetti speciali pazzeschi ma come trama sono delle ciofeche...

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  8. Giuseppe, se posso permettermi provo a darti un punto di vista da parte di chi è stata dall'altra parte della cattedra.

    Quando Matteo Casali, il primo giorno di sceneggiattura, ci chiese chi di noi creava per divertimento delle storie a fumetti, quasi nessuno di noi alzò la mano.
    Nemmeno io che riempivo quadernoni pieni di queste. Non saprei nemmeno spiegarti il motivo.
    Lui capì subito che mentivamo, ce lo disse e scoppiammo in una sonora risata ed in un'occhiata complice.

    Sono sicura che molti di quei ragazzi leggono fumetti, quasi probabilmente se li scambiano pure fra loro, come succedeva nella mia classe.
    Mentire ai prof. forse dà una certa sicurezza, soprattutto se esistono ancora pregiudizi del tipo "la roba Bonelli è per vecchi" oppure "i manga sono uno il clone dell'altro".
    Non so se mi sono spiegata...

    Comunque, se davvero quella che descrivi è la realtà, una buona soluzione potrebbe essere quella di consigliare delle buone letture (tipo Watchmen) da fare, in fondo sono lì per imparare.
    Ricorda che il "cambiamento" lo devono generare questi ragazzi, è verissimo, ma la strada perchè ciò si realizzi gliela dovete indicare voi che avete una certa esperienza. :)

    Buon inizio settimana. ^^

    _Danny_

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