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domenica 28 agosto 2011

I fumetti e le serie TV: Davide contro Golia

Prendo a pretesto un post scritto dall'amica Linda su la mailing list di Yattaaa.
La riflessione derivava da un mio precedente post.

Linda dice:
(...) Non vorrei essere troppo cattiva, ma ho tanto il timore che il lettore italiano sia annoiato perchè gli autori... diciamo i produttori italiani, non sono all'altezza di competere con la mole di prodotti stranieri di ottima qualità e alla portata di tutti (...) Un'ultima cosa: io sto passando dal fumetto alle serie tv, per vari motivi. I nostri fumetti (mi scuso con gli autori in lista) non possono competere con la mole e la qualità del materiale tv scaricabile! Dopo aver guardato certi telefilm, pensare al fumetto popolare italiano è abbastanza deprimente...

Ok, ma è come mangiare al ristorante e poi considerare la minestrina della mamma come deprimente...

Permettetemi una considerazione e un suggerimento.

La considerazione è che francamente le cose non sono paragonabili.
Una serie come “The Secret”, che va in edicola con 35 mila copie è fatta di solito da due persone, il disegnatore e il sottoscritto. In una serie TV quante persone ci lavorano?
Poi... pretendiamo che la mia qualità di scrittura sia pari a Adam Horowitz e Edward Kitsis? Se lo fosse stata non sarei qui.
Costo della produzione artistica del nostro fumetto? Non arriva a seimila euro. Una puntata di Lost, invece?

Il suggerimento nasce proprio dalla riflessione.
Non c'è gara e quando non c'è gara io non gioco.
Il fumetto sbaglia a voler imitare la TV, l'ho capito troppo tardi.
Che poi quanto erano belli i tempi quando tutti davamo addosso alla TV... mi scuso con i fanatici delle serie TV, ma mi guardo in torno e vedo un popolo che lavora tutto il santo giorno e la sera la passa a seguire compulsivamente questa o quella serie. Ormai ci si incontra tra amici e si parla solo di serie TV!
Comunque, dicevo che il fumetto non deve imitare le serie americane. E' un suicidio. Il fumetto deve valorizzare le differenze, di linguaggio e di contenuti.
Fare quello che in Fringe non possono fare.
Almeno proviamoci.

18 commenti:

  1. oppure riempiamo di pubblicità i fumetti che produciamo in modo da poterli distribuire gratuitamente in ogni dove: trovandoli agratis sul bancone del bar, dal barbiere, dal medico, negli uffici pubblici, la gente leggerà qualunque merdata trovi a portata di mano. Ma forse è meglio fare come dici tu e trovare al nostro amato fumetto la sua giusta dimensione... io sono per la seconda;)

    Salut

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  2. Non è mica facile! Le tirature sono troppo basse per un grosso sponsor. Poi la sponsorizzazione deve essere nazionale, su prodotti nazionali e quindi, le vendite di un bonellide, (circa 10-15 mila copie) sono pocho per un grande sponsor.
    Te lo dico per esperienza diretta ;)

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  3. "pretendiamo che la mia qualità di scrittura sia pari a Adam Horowitz e Edward Kitsis? Se lo fosse stata non sarei qui."
    Questione di gusti totalmente soggettivi; passando da pazza posso tranquillamente dire che gli preferisco il tuo stile narrativo e non me ne vergogno. ;)

    Comunque sia, sono due forme creative poste su due piani diversi, imparagonabili.
    Un conto è pensarla alla giapponese: creando prima un fumetto e volendoci fare la serie animata ed i telefilm o live-action tratti da questi (è lì è un colpaccio a livello pubblicitario che risolleva l'interesse per il fumetto stesso).
    Un conto è voler pensare di competere con tutt'altro che non fa parte del proprio campo, per quanto arte sia.
    Telefilm e fumetti hanno... "Colori diversi".

    "Ormai ci si incontra tra amici e si parla solo di serie TV!"
    Felice di non far parte della massa e viva la nona arte che nel mio cuore sarà sempre prima!

    Danny

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  4. Concordo sul fatto che fumetti e serie tv sono due media diversi che non devono star fra loro in concorrenza. Ogniuno ha le sue peculiarità e questo significa che se il racconto per immagini tele/cinematografico ha caratteristiche che quello del fumetto non può avere è anche vero il contrario. Nel fumetto non abbiamo suoni o movimenti reali dei protagonisti delle storie; abbiamo una sequenza di disegni, di immagini fisse. Ma pensiamoci un attimo: quale forza emotiva può avere una vignetta nel lettore ? Può essere enorme, dirompente, esaustiva. Nella lettura del fumetto è il lettore che "decide" quanto soffermarsi su una inquadratura, costruisce una sua intima tempistica che si sovrappone a quella del plot vero e proprio. Io posso rimanere rapito da un disegno di Ticci e poco mi importa se quel "determinato frame" nell'economia del racconto rappresenta un solo istante di narrazione. Questa è una forza propria del fumetto che cinema e serial tv non possono avere. Ed infatti quando in un film vuole darsi enfasi a determinati passaggi si usa il "rallenty" che mira proprio a "dilatare i tempi" del racconto permettendo allo spettatore di soffermarsi di più nella percezione di una scena. Quindi, a mio modesto parere, il fumetto non è affatto una sorta di parente povero della narrativa per immagini. E' semplicemente un media diverso. Quanto al discorso dei soggetti "in campo" dai quali promana il racconto per immagini, è vero che spesso nelle miniserie degli editori più piccoli, la produzione si basa sul semplice intervento di sceneggiatore e disegnatore; lo sforzo dunque dovrebbe essere nel far sì che anche nelle piccole produzioni vi sia sempre un editor come figura terza. Per quanto severi con se stessi possano essere uno scrittore e un disegnatore, credo che il fatto che qualche miniserie non sia andata come doveva è da ricercare nel fatto che si è sentita la mancanza di un editor. Bonelli fa scuola in tal senso, ma anche nel fumetto USA o nei manga giapponesi, la figura dell'editor è imprescindibile. Un bravo editor può aver la capacità di cambiare il volto di una serie mediocre.

    Giuseppe Marinello

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  5. ah ah ah ! bello il video su youtube dello sceneggiatore fallito (ah ah ah )

    Il fumetto non è la tv. Quello su cui può battere la televisione è che:

    1) può dare dettagli che la televisione non può permettersi di fare (vedi harry potter il cui libro e film hanno due modi diversi di narrare)

    2)Facebook, Youtube ecc... possono aiutare il fumetto

    3) PERCHE' NON POSTARE ALCUNE PAGINE DEL FUMETTO (le prime tre o altro) su Internet (come prova gratis?)

    4)Bonelli bonelli bonelli....che palle!!! cambiare leggermente il format sarebbe meglio. Di cloni di bonelli ne abbiamo le tasche piene

    5)la televsione si ispira ai videogiochi (Tekken per esempio) o ai fumetti (Watchment, Batman, ecc...). perchè non fare il fumetto e sperare che qualcuno lo faccia diventare uno sceneggiato televisivo?

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  6. per 44rivax:

    >2)Facebook, Youtube ecc... possono aiutare il fumetto

    Sì, ma spostano poche decine di lettori. Con The Secret ho usato Facebook in modo massiccio, ma i numeri son sempre i soliti (almeno è quello che dicono in casa editrice).


    3) PERCHE' NON POSTARE ALCUNE PAGINE DEL FUMETTO (le prime tre o altro) su Internet (come prova gratis?)

    Succede già:
    http://issuu.com/edizionistarcomics/docs/thesecret5
    In più abbiamo fatto fare un video di presentazione con musiche e montaggio professionale e un gioco a premi. Purtroppo non serve a nulla se non a tenere un po' più alta l'attenzione dei lettori.

    >4)Bonelli bonelli bonelli....che palle!!! cambiare leggermente il format sarebbe meglio. Di cloni di bonelli ne abbiamo le tasche piene

    Ma non esiste altro formato italiano che superi le 11 mila copie, ovvero il punto di pareggio per sopravvivere.

    5)la televsione si ispira ai videogiochi (Tekken per esempio) o ai fumetti (Watchment, Batman, ecc...). perchè non fare il fumetto e sperare che qualcuno lo faccia diventare uno sceneggiato televisivo?

    Perché non è così facile. In Italia non hanno fatto né la serie tv di Diabolik né quella di Dylan. Con Cornelio ci siamo andati vicino... ma è dura.

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  7. Caro Giuseppe,
    a parte che mi sarebbe piaciuto sapere che mi citavi qui ;-) però non vorrei essere troppo travisata.

    Io penso che sarebbe meglio pensare più alla "narrazione" di una storia che alla creazione di questo o quel perosnaggio. Forse il risultato sarebbe migliore. O forse anche no, ma siamo sempre a parlare di personaggi e di formati, senza pensare che ci vuole una bella storia in mente.

    E spesso i telefilm mi sembra che abbiano in mente una storia, un progetto di personaggi (plurale) e delle dinamiche tra loro, di ambientazioni ecc.

    Poi mi sbaglierò, ma il fumetto mi sta perdendo, a favore di altri media con un'offerta più vasta e a costo minore (per me fruitrice) del fumetto (che però si può scaricare illegalmente :p da internet con ulteriore danno per l'industria...).

    Salutoni.
    Linda

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  8. Non sono totalmente d'accordo con te, ma ci vorrei scrivere un bel post a proposito della mia opinione sulla faccenda Serial Tv vs Fumetto.

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  9. >Caro Giuseppe, a parte che mi sarebbe piaciuto sapere che mi citavi qui ;-) però non vorrei essere troppo travisata.

    Ciao Linda. Ti chiedo scusa. Giuro che volevo avvertirti, ma poi mi sono davvero dimenticato. Forse confidavo in un tuo passaggio qui o in una soffiata di Gino.

    >Io penso che sarebbe meglio pensare più alla "narrazione" di una storia che alla creazione di questo o quel persnaggio. Forse il risultato sarebbe migliore. O forse anche no, ma siamo sempre a parlare di personaggi e di formati, senza pensare che ci vuole una bella storia in mente.

    Mah... sembri quell'editore che mi diceva: "L'importante è che scrivi delle belle storie". C'è qualcuno a cui piace scrivere brutte storie? Diamolo per scontato che la bella storia ci sia a prescindere. Purtroppo il mondo è pieno di belle storie che se non trovano i canali giusti per arrivare, restano relegate a pochi lettori. Pinocchio, quando è uscito la prima volta, non è andato bene. Poi, dopo qualche anno, dopo la morte di Collodi, è esploso. Ci vogliono delle buone store e qualche idea su come attirare i lettori.

    >E spesso i telefilm mi sembra che abbiano in mente una storia, un progetto di personaggi (plurale) e delle dinamiche tra loro, di ambientazioni ecc.

    Come darti torto? Ma ci stai paragonando alla macchina di Hollywood.
    Un po' come dire, io sono tifoso del Borgo a Buggiano e pretendo che giochi come il Barcellona. Visto che il Borgo a Buggiano non gioca bene come la squadra catalana smetto di tifare per loro. Non ti fanno, invece, un po' di tenerezza?

    >Poi mi sbaglierò, ma il fumetto mi sta perdendo, a favore di altri media con un'offerta più vasta e a costo minore (per me fruitrice) del fumetto (che però si può scaricare illegalmente :p da internet con ulteriore danno per l'industria...).

    Come detto, lettori vanno e lettori dovrebbero venire.
    Che ti devo dire, Linda, se sei insoddisfatta fai benissimo ad abbandonare i comics, ma non dare la colpa alle poche idee degli sceneggiatori italici. Forse sei solo cambiata tu e io saluto i cambiamenti sempre con grande gioia.

    Parlavi di personaggi che mutano, che si evolvono e che non sono ingessati.
    Beh, faccio due considerazioni. La prima è che Desdemona ha mutato parecchio nella sua storia, Adam ancora di più, dove, in "The Secret", c'è una storia corale dietro l'eroe. Ho fatto il possibile nei paletti messi dall'editore che fa le sue scelte, condivisibili o no, ma che ha il merito di investire una montagna di quattrini su progetti italiani. Certo, Perugia non è Hollywood, ma fa il possibile.
    la seconda considerazione è venuta parlando oggi al telefono con un amico, un "ragazzo" di una cinquantina di anni. Lui ha smesso di comprare Julia, Dylan e non gli piacciono le serie nuove. Però compra sempre Diabolik perché: "E' rassicurante, sempre così uguale a sé stesso. Quando lo compro so bene cosa trovo."

    Non dobbiamo commettere l'errore fatale di credere che quello che piace a noi possa piacere a tutti. E lo dico soprattutto agli autori.

    Un abbraccio e magari ti auguro di seguire, un giorno, la serie TV dedicata a L'Insonne :D

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  10. Trovo la discussione sterile? Come si può discutere allo stesso modo di due media differenti? Non tutte le serie sono di livello così elevato, l'ultima Falling Skies trovo sia banalissima a differenza di Misfits ad esempio.Volto Nascosto mi pare fosse un'ottima miniserie, se poi parliamo di serie sfido a raggiungere la longevità e la qualità di Tex in Tv.
    Lost se fosse stata a fumetti avrebbero linciato lo sceneggiatore.
    In una terra esterofila come l'Italia questi discorsi su loro fanno meglio di noi sanno gia di vecchio!
    Ma è più facile guardare la tv che imbarcarsi in una lettura dove occorre attenzione, immaginazione e un gusto verso il lato artistico e artigianale della vita.
    Se posso dare un consiglio a Linda è quello di ampliare le letture di fumetti, perchè limitarsi spegne il cervello.

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  11. Capitan Ambù scende caustico e leggero ;-) come sempre!

    Cosa vi devo dire?
    Quello che sento io è che i fumetti ityalici hanno molta concorrenza, che voi non volete considerare perchè non è paragonabile sia come risorse sia come media.

    Io invece vi sto dicendo che questa concorrenza esiste oggettivamente e forse è uno dei fattori di difficoltà (unitamente all'analisi che fa Pietro su Yattaaa) per il fumetto italico.

    Certo sono cambiata io, ci mancherebbe: ho meno tempo, mi sono sposata, sono mamma, lavoro, ecc. Però non ci si può basare nemmeno, caro Giuseppe, sul fatto che un cinquantenne ritenga Diabolik rassicurante, per chiedersi come mai gli adolescenti non si siano buttati avidamente su Desdemona o The Secret o le miniserie Bonelli.
    E perchè invece leggono e scaricano roba NON italiana da internet.
    E' semplicemente un fatto, per quello che vedo io in giro. Non che mi piaccia, comunque.

    Linda

    PS: Non è poi che darmi della limitata mi faccia apprezzare di più gli autori italiani ;-DD (just joking!)

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  12. >Però non ci si può basare nemmeno, caro Giuseppe, sul fatto che un cinquantenne ritenga Diabolik rassicurante, per chiedersi come mai gli adolescenti non si siano buttati avidamente su Desdemona o The Secret o le miniserie Bonelli.

    Guarda, sorprendentemente, ci sono molti ragazzini lettori di The Secret. Basta frequentare la pagina Facebook di Adam Mack per notarlo. Io l'ho notato e ho tenuto conto di questo aspetto perché mi interessa particolarmente.

    La tua, però, cara Linda, è una visione parziale, perché non tieni mai conto della diffusione. Parli di contenuti ma non guardi i numeri. Se si stampano 35.000 copie di un fumetto, senza promozione, spot o passaggi TV pretendi che gli adolescenti lo possano trovere? Non sanno neppure che esiste. Quelli che ho hanno scoperto in rete ci sono rimasti attaccati, anche grazie ai temi trattati.

    Sono d'accordo con te, se dici che le serie TV sono concorrenziali al fumetto. Si scaricano dalla rete, sono gratis e sono divertenti. Bene. Quindici anni fa mi sentivo fare le stesse considerazioni con i videogiochi. Dicevano i miei colleghi: "la gente non compra i fumetti perché sta sempre attaccata ai videogames". In parte era vero. Il media fumetto si sta indebolendo per una miriade di fattori... e a me non me ne importa un fico secco. Non gracido alla luca incazzato col mondo. Non sono preoccupato del mio fottuto lavoro. Se non si leggono più fumetti andrò a fare altro. A costo di tornare a fare la pubblicità... così tra un telefilm e l'altro vedrete i miei fantastici spot.

    E comunque io non ti giudico di certo limitata. Disamorata e delusa, sì.

    :)

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  13. PS: Non è poi che darmi della limitata mi faccia apprezzare di più gli autori italiani ;-DD (just joking!)

    Non è che leccare il deretano ai lettori italiani mi farà apprezzare di più come disegnatore di fumetti, se poi non li leggono mi metto ancora meno problemi nell'esporre i miei pensieri ;-DD.

    La penso come Giuseppe ma chi se ne frega, anche se secondo me il fumetto non sparirà mai, diventerà un media Chic per pochi eletti, un oggetto di nicchia come dice il Sergione nazionale che di fumetto ne mastica davvero tanto. In tal caso sarò un testa di nicchia pure io e continuerò a fare fumetti per chi vorrà leggerli, di certo non mi posso preoccupare per ogni nuova moda. I serial sono ormai talmente tanti che non sono più seguiti come prima, dopo il fenomeno Lost non vedo altrettanti successi. Sono le novità ad attrarre le persone come la luce attira le falene, ma quando la luce si spegne se ne accende un altra. Prima o poi si riaccenderà il fumetto anche se visti i titoli di serial e cinema non mi pare ci sia un grosso disinteresse. Crisi di fumetto o crisi di lettori? A parer mio si legge molto meno, i libri non se la cavano di certo meglio e le riviste, a parte le cagate gossipare stanno scomparendo. Ci stiamo instupidendo questo è poco ma è sicuro. Non è che tutti gli sposati che fanno figli e che lavorano smettono di leggere, lo fanno meno di prima, ma quando possono lo fanno. Il tuo punto di vista Linda non è un dato oggettivo, anzi è addirittura fin troppo soggettivo.

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  14. Sarà che io sono soggettiva pure troppo, ma non sono io che mi lamento che a fare il fumettista si fa fatica in Italia. E se mi dici che comunque tu continuerai anche se avrai due lettori in croce, il problema continua a non essere mio.

    Siccome però ci sono autori che si espongono sul web con le loro idee e chiedono una reazione al mondo là fuori, squalificare la reazione dicendo alla fine che me ne fotte non ha molto senso.

    Non capisco. Allora è tutta colpa dei lettori che si sono rincoglioniti e non mettono i loro miseri stipendi tutti in fumetti fatti come pare a te?

    Mah...

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  15. Scusa, ovviamente il post di prima va firmato LINDA ed è in risposta a Capitan Ambù :)

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  16. Come al solito Ambù sembra un elefante a spasso in un negozio di Murano! :D

    Una cosa che ho imparato è che avere ragione non è una cosa bella. Avere torto è più costruttivo, si identifica un nostro limite, che è il primo passo per superarlo.

    Seconda cosa che ho imparato è che una reazione aggressiva, o un fastidio nei confronti di qualcuno indica solo che un certo problema in noi non "è risolto", e ci crea dolore.

    Dunque ben vengano i pareri dei lettori, meglio se non ci piacciono.

    Io non voglio che i lettori comprino le mie produzioni, anche perché DIRETTAMENTE non ne ho nessun guadagno.
    Vorrei che leggessero i miei fumetti, le mie storie, quello sì.
    L'ego è una brutta bestia.
    Sono stato disposto a regalare le storie di Desdemona in rete per questo, scoprendo poi che il fumetto virtuale proprio non piace.

    Però non mi lagno.
    La colpa non è dei lettori.
    La colpa è sempre nostra e nel mio caso, l'irritazione che può trasparire è solo dettata da un sentimento di impotenza. Come in quei sogni in cui cercate di gridare e non vi esce la voce.
    A volte ho la netta sensazione di non riuscire a farmi sentire in un mondo in cui tanti (e non sempre i migliori) viaggiano col megafono.

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  17. Sono fuori (sede) ma non del tutto. Io non parlo di lettori, ragazzi non so dove vivete o chi frequentate ma le persone leggono sempre meno. Non è il fumetto in crisi ma la letteratura.
    Per rispondere a Linda non sono i lettori rincoglioniti ma una buona parte di italiani. Siamo un popolo sempre più cafone, ignorante, pigro ed imbecille e non mi vergogno di certo a dirlo. Io non mi sento in colpa se la gente legge meno, io faccio i fumetti per le persone che li apprezzano, per i lettori che ci tengono ad avere un prodotto di intrattenimento di qualità. Se Linda preferisce i Serial al fumetto che ci posso fare, di certo non è colpa di chi fa il mestiere del fumettista, Linda è libera di scegliere come passare il tempo. Saluti Dumbo.

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  18. Ma se anche una casa editrice mainstream come la Star Comics pubblicherà (almeno a quanto pare dall'albetto omaggio) una miniserie come LAW che è una fotocopia di famosi serial TV americani vuol dire che dobbiamo abbandonare la speranza di un fumetto italiano che tratti temi autonomi e originali?

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