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martedì 24 gennaio 2012

Niente auguri, ma se proprio volete, fate il tifo per me.

Alla fine del primo tempo della mia vita, rientro negli spogliatoi.
E' il momento di tè caldo e di iniziare a tirare le somme. Le somme è meglio tirarle ora, perché non si sa mai se l'arbitro anticipa la fine della partita. Magari fischia per impraticabilità del campo e manda tutti a casa troppo presto.
La vita è come una partita di pallone, quando giochi non vorresti che finisse mai.
Per cui, è il momento di analizzare l'andamento della gara.
Tutta la vita del fumettista, minuto per minuto, con tutti i falli, le simulazioni, i goal e le azioni salienti di questi primi quarant'anni.

Anni settanta.
Il folle arbitro celeste fischia e mi ritrovo a nascere in una Firenze insanguinata dai Delitti del mostro, vicenda che deve avermi lasciato una specie di imprinting, se mi ostino a scrivere e disegnare di storie vergate di nero e rosso sangue.
Ero un bambino pingue e imbranato (non che oggi le cose siano migliorate, ma sono diventato più bravo a dissimulare), un piccolo Ugo Fantozzi in canotta macchiata di cioccolato. Una infanzia felice, o almeno così voglio ricordarla, fatta di sane sberle ma anche tanto affetto.


Anni ottanta.
Un trasloco, la mia pappagallina che muore, le scuole medie, il liceo artistico e nuovi amici che arrivano, la scoperta dei grandi amori della mia vita: i fumetti, il mistero, la radio. Le mie finte Nike e le finte Timberland, i vestiti di marca passatemi da mio cugino, quello bello, quello atletico, il figo della famiglia. L'esame di maturità dove la mia maturità non c'è. Un inutile anno integrativo, le trasmissioni a Radio Firenze, la patente, l'inspiegabile certezza che sarei morto entro l'89, le vacanze a Rimini, sempre con gli stessi amici e i miei che non volevano che disegnassi fumetti.

Anni novanta.
I corsi di grafica, il militare, la broncopolmonite per una guardia fatta in mezzo alla neve e la consapevolezza di aver buttato un anno nel cesso. La prima ragazza, il corso di fumetto alla Comics e la mia arroganza, quella di chi crede a vent'anni di essere Dio in terra. Riportare a casa gli amici ubriachi rischiando un colpo di pistola, poi i sogni di un giovane fumettista che sembrano realizzarsi troppo velocemente e che troppo velocemente si infrangono. Poi lavorare, lavorare, lavorare, con la rabbia dentro che ti spinge, perché non è giusto, perché devo farcela. Perché se non ci riesco mi guarderanno come un fallito e diranno: "Te l'avevo detto, che cazzo di lavoro è?"


Duemila.
E quindi ancora disegnare, disegnare, disegnare e non accorgersi che la vita passa e non la sto vivendo. Poi la grande occasione e disegnare, disegnare, disegnare per comprare la casa, per essere indipendenti. E disegnare, disegnare, disegnare, per pagare il mutuo. E quando gli editori non mi pagano vendersi i giocattoli dell'infanzia per comprare da mangiare. E raccontarlo ai propri genitori quando tutto è sistemato e vederli piangere. La vita che scorre sempre uguale a se stessa, ma se la vita è sempre uguale a se stessa non è più vita. E' morire. Morire dentro, morire a fondo ogni giorno che passa.

Duemiladieci.
E gli occhi che si riaprono. Una persona meravigliosa al proprio fianco che apre una breccia e fa entrare una luce che credevo spenta perché quella luce avevo scelto di ignorarla. Una persona che mi fa vivere un sogno talmente celestiale che sospetto davvero di essere morto nell'89.

Oggi.
L'arbitro fischia l'inizio del secondo tempo e torno in campo con la ferma convinzione che, poco prima dello scadere della partita, avrò ancora ossigeno per scartare tutta la difesa e insaccare un favoloso goal.
Allora e solo allora potrò uscire dal campo.
Felice.

18 commenti:

  1. Il mio commento credo che l'hai potuto vedere in quell'emozione che hai ascoltato nella chiamata di poco fa. In quell'emozione lì c'è tutto ciò che vorrei dirti e non c'è bisogno di altre parole, qui, adesso.
    Marisa.
    <3

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  2. Lo vogliamo ricordare così...POETICO e SCANZONATO... mentre corre verso la porta (non importa QUALE porta...).

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  3. grazie <3
    Felice di aver fatto un pezzo di campo insieme scambiandoci qualche passaggio...anche se io avevo il vizio di prendere la palla con le mani e mi ostinavo a cercare un canestro dove buttarla dentro :D
    grazie x avermi fatto apprezzare e amare i fumetti...e l'unico Diabolik in mio possesso non lo venderò mai perchè rappresenta un pezzetto di TE...grazie <3<3<3
    Chi lo sà cosa ci riserva l'arbitro celeste...m'auguro solo un pò di serenità in questa vita frenetica e uccisa dal consumismo...e perchè no anche un pò di tranquillità economica che non farebbe mai male !!!
    Questo l'unico augurio che ti faccio..."tutto il resto...è noia!!! ".
    KISS KISS
    CRIS

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  4. ...ripiglia fiato e pronti via per il secondo tempo. Quanto a me sono entrato nello spogliatoio a fare bilanci a 42. Qualche fallaccio e perdite di tempo c'erano state, ma assegnare addirittura due anni di recupero...il solito arbitro cornuto!

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  5. Giu sarà forse che in questi giorni sono molto emotiva o sarà il mio stato boh... ma leggendoti mi sono commossa ... Tifo per te ci sara sempre :)

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  6. E allora: forza Giuseppe!!!!

    Bel post: mi sa che tra qualche mese ti copio l'idea.

    PS: anche io avevo la certezza che sarei morto entro l'89... sarà una malattia di noi nati negli anni 70?

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  7. Ma Alessandro Monti che fine ha fatto?

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  8. Mi hai fatto commuovere. Sto vivendo ora i tuoi "anni novanta", ora che ho trent'anni e sto ancora a casa dei miei.
    Forza Giuseppe.

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  9. Dà retta... stai parlano del Subbuteo! ;) 'guri, Berns

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  10. stà cosa che in tre fossimo convinti di morire nell'89 andrebbe seriamente analizzata, credo..... un abbraccio.

    mario

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  11. Ed il secondo tempo sarà molto più bello del primo.
    Il tifo per te, da parte mia, c'è tutto! ;)
    Un abbraccio

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  12. Il tifo per te allora! Arrivoa tardi ma cosa importa? Qui si racconta della fatica e della felicità di una vita quindi ogni giorno è quello giusto! In bocca al lupo e grazie di essere principalmente una GUIDA!

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  13. Che bel post!*.*
    Mi è sembrato di vedere la tua vita (stile film)..
    Forza Giuseppe!=)

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  14. ti ricordo che il colpo di pistola ti aspetta ancora... bella strizza, ne?

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