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mercoledì 20 ottobre 2010
"WAR" – guerra all’arte svenduta. Parliamone.
Ricevo dalla Scuola Internazionale di Comics un interessante documento che invita gli autori di fumetto impegnati alle fiere, a farsi pagare ogni qualvolta che realizzano un disegno per i lettori.
Ritengo che questo sia pure giusto in senso ideologico ma nel mio caso di difficile realizzazione e ora vi spiego perché.
Personalmente non mi piace maneggiare soldi.
Cioè, se fosse per me, si starebbe ancora al baratto e non mi ci vedo proprio a incassare, fare i resti, emettere scontrino per ogni schizzo realizzato. L'ho fatto una volta a Milano invitato da uno stimato collega, ma la cosa mi ha imbarazzato in maniera terribile.
Dovrei avere un cassiere che prende le ordinazioni e mi passa le richieste... tipo cuoco di carta e china.
Già, ma questa cosa già esiste e si chiama "commission".
Le commission sono le richieste fatte all'autore che ha un suo tariffario, e che per cura e qualità, differiscono dallo sketch gratuito.
Ecco, questo sarebbe un altro punto: amici lettori, quando mi beccate alle fiere, non chiedetemi: "Diabolik ed Eva che si baciano e sullo sfondo Ginko con la pistola e Altea che guida la Jaguar", perchè per prima cosa vi mando a quel paese io, poi dimostrate una ingordigia imbarazzante, testimone del fatto che vi interessa solo un disegno di "provato" valore, non una testimonianza dell'autore.
Gli sketch dovrebbero essere poco più che delle firme (anche perché alle fiere spesso le file sono interminabili) e realizzati per chi dimostra un minimo di attaccamento al personaggio (a proposito, se non leggete Diabolik, L'Insonne o Cornelio, non chiedetemi nulla, eviterete di essere infamati davanti a tutti).
In secondo luogo, più che di un accordo tra autori, forse avremmo bisogno di un accordo tra editori... Se sono ospitato da uno stand, l'editore in questione potrebbe omaggiare i suoi clienti (leggi: che comprano qualche albo) di un disegno d'autore. Insomma, io sarei per lo skatch sull'albo o insieme all'acquisto dello stesso.
Oltretutto, fare un super accordo tra autori sarà molto difficile, molti potrebbero usare questa regola per ingraziarsi i lettori: "Vedi, io sono magnanimo e non ti faccio cacciare il grano", oppure i lettori prenderanno d'assalto gli stand con disegnatori esordienti che pur di farsi notare, tradirebbero comprensibilmente l'accordo.
In fine, ritengo che ognuno debba essere libero di vendere, svendere o regalare la propria arte (oltre che il corpo, l'anima e i parenti). Certo, anche a me fa inca**are come una serpe vedere i miei disegni svenduti si eBay (sappiate che se lo fate con i miei lavori vi coglierà una sfiga di oltre 14 anni), ma posso solo invitare i compratori a SCRIVERMI per richiedere un disegno che vi costerà meno rispetto all'acquisto sul noto sito di aste on line..
Io, comunque, vi riporto il testo completo dell'iniziativa. Fatene l'uso che volete.
Nel caso vi interessi dire la vostra o sottoscrivere l'accordo ecco la mail della scuola: firenze@scuolacomics.it
E naturalmente aspetto le vostre opinioni su questo blog.
Testo della mail:
Buongiorno a tutti. In allegato troverete il manifesto "WAR" – guerra all’arte svenduta, che abbiamo intenzione di lanciare in occasione di Lucca Comics. Se siete d’accordo con questa petizione, Vi preghiamo di sottoscrivere il documento e di "firmarlo" dando la propria approvazione. E' consigliabile che tutti mandino una mail in sede con oggetto: "leggo e sottoscrivo il manifesto "WAR" dando la mia adesione e approvazione all'iniziativa" L'iniziativa dovrà avere un certo numero di adesioni fin da ora in modo che alla pubblicazione ufficiale ci siano già dei nomi a fare da traino al resto. E' molto importante in questo momento la celerità, quindi vi pregherei di curarvi di questa iniziativa impegnandovi in tal senso. Aspettiamo le adesioni di tutti Voi insegnanti e degli autori entro giovedì, grazie. Tra l'altro il manifesto "WAR" (se l'avete letto) chiede ai disegnatori che presenzieranno allo stand della Scuola, di far pagare i propri disegni ai visitatori, quindi per Voi sarebbe anche occasione. Saluti a tutti lo staff nazionale della Scuola Internazionale di Comics
Allegato
CAMPAGNA DI SENSIBILIZZAZIONE PER LA DIFESA DEL LAVORO DEI DISEGNATORI DI FUMETTO
Manifesto: La Scuola Internazionale di Comics intende promuovere una campagna di sensibilizzazione per la difesa del lavoro di tutti i disegnatori del fumetto. Poiché siamo quotidianamente a contatto con tanti professionisti, abbiamo raccolto le loro riflessioni e ci facciamo portavoce del loro malcontento. Come loro, anche noi crediamo che sia necessario cambiare una pessima abitudine che negli anni si è consolidata: il fumetto è un’arte, ma in Italia soffre di una svalutazione culturale, nonostante le capacità dei disegnatori italiani. Anche questo può aver contribuito a far nascere una falsa idea del lavoro dei disegnatori del fumetto, diffondendo la convinzione che la loro opera abbia minore dignità rispetto a quella di altri artisti. Sempre più spesso i disegnatori si sentono traditi nel loro entusiasmo di condividere il loro lavoro con i fan. Ecco la principale fonte di malcontento tra i disegnatori: alle fiere regalano infaticabilmente la loro professionalità e la loro arte per poi vederla svenduta su internet: spesso vediamo disegni “svenduti” anche per 5 euro, in questo modo anche il talento del disegnatore è svalutato. Tutto il loro lavoro, la loro esperienza, la loro fatica vengono svenduti per niente. Questa situazione marcia parallelamente a quella in cui un disegnatore si trova a dover rispondere a quesiti umilianti del tipo: “Tu chi sei? Che fumetti hai fatto? Ah! Allora mi fai un disegno?” per poi magari vedere il foglio accartocciato da qualche parte perché in fondo averlo non era poi così importante. La Scuola Internazionale di Comics vuole sostenere e accompagnare i disegnatori in una rivoluzione di questo sistema che sminuisce la loro professionalità, per cercare di dare il giusto peso alla loro arte. Per questo chiediamo a tutti quelli che condividono questo pensiero e che intendono attivamente spalleggiarci in questa battaglia educativa, di sottoscrivere questo documento per far sentire la loro voce e di rifiutarsi, nelle manifestazioni a venire, di prestare la loro opera gratuitamente. Da ora in poi chi vorrà un disegno potrà averlo dietro compenso o dopo aver acquistato le pubblicazioni dei disegnatori. La Scuola Internazionale di Comics da parte sua, si impegnerà a far circolare questo documento e inviarlo poi ai media, agli organizzatori delle fiere e alle case editrici, ai suoi studenti e a tutti quelli che seguono le attività della scuola perché chi lo condivide possa sottoscriverlo. Per dare l’avvio a questa nuova tendenza, noi della Scuola Internazionale di Comics, in occasione di Lucca Comics chiederemo ai nostri insegnanti di esporre il loro tariffario quando disegneranno per i fan presso il nostro stand. E chiederemo loro di applicare senza timore le tariffe che hanno stabilito. La campagna vede il contributo dell’avvocato Eleonora Trigari, che si esprime a favore del manifesto. Eleonora è un avvocato milanese esperta in diritto d’autore che presta la sua opera ad artisti su tutto il territorio nazionale. Qui di seguito potete leggere il suo contributo: “Molto correttamente la Scuola Internazionale di Comics utilizza l’espressione “svalutazione culturale”. In Italia all’arte sequenziale non viene infatti riconosciuto un adeguato valore artistico, come invece avviene in altri Paesi. Ciò nonostante lo studio, la passione e la dedizione che stanno dietro alle opere a fumetto. Si consideri che in Italia il fumetto non gode nemmeno di una tutela legislativa specifica. Esiste una proposta di riforma volta ad introdurre una disciplina ad hoc per le opere a fumetto, ma si tratta di un progetto tuttora arenato (disegno di legge n. 3298 del Senato della Repubblica, XIV legislatura, “Protezione del diritto d’autore delle opere a fumetti“ - comunicato alla Presidenza l’11 febbraio 2005-). Sarebbe invece di grande importanza una riforma, tra l’altro, per il valore in sé dell’espresso riconoscimento, anche a livello legislativo, del fumetto come forma d’arte. Infatti, le conseguenze della svalutazione culturale dell’’arte sequenziale sono molteplici. Innanzitutto, ciò incide, in negativo, sulle condizioni lavorative dei disegnatori. Basti pensare agli innumerevoli contratti a progetto che malcelano rapporti di lavoro subordinato e che i disegnatori, soprattutto i giovani artisti, si trovano “costretti” a sottoscrivere pur di poter lavorare. Oppure al mancato riconoscimento della proprietà degli originali delle tavole da parte delle case editrici. Gli stessi disegnatori sono direttamente vittime della svalutazione culturale dell’arte sequenziale, in quanto molto spesso non sono consapevoli dei diritti loro spettanti e non sono quindi in grado di tutelarli. Ne è un esempio palpabile il fatto che molti pensano che una volta firmato il contratto di edizione tutti i diritti di autore si trasferiscano automaticamente alla casa editrice, mentre non è necessariamente così. Occorre quindi che i disegnatori per primi rivendichino a gran voce la dignità artistica delle loro opere e il valore del loro lavoro e che si impegnino attivamente per la tutela dei loro diritti, dei quali anzitutto devono prendere coscienza. Tutti coloro i quali hanno a cuore la cultura e l’arte dovrebbero appoggiarli, perché tutto ciò che non favorisce la diffusione dell’arte e della cultura è di per sé negativo dal punto di vista sociale. “ Avv. Eleonora Trigari
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Buongiorno Giuseppe, ho segnalato il tuo post e il testo della mail su kinart forum poichè mi sembra di una certa rilevanza.
RispondiEliminaSaluti!
Ma, io da acquirente di fumetti non capisco. Prendiamo ad esempio Lucca comics: si paga per entrare alla mostra mercato. Gli albi non hanno lo sconto fumetteria (in media il 10%). Se poi devo anche pagare per una firma o un disegno chi me lo fa fare di andare?
RispondiEliminaio ho acquistato diversi albi alle fiere perchè c'era l'autore... E' un modo per promuovere la propria opera. Poi ognuno fa quello che vuole eh...
Ciao Simone, noi ti ringraziamo molto di intervenire a Lucca, ma è bene chiarire un punto, anzi due... anzi...
RispondiEliminaA- Non c'è nessun rapporto ecomnomico (tranne rarissime eccezioni) tra organizzazione della fiera e autori. La maggior parte degli autori NON sono OSPITI della manifestazione.
B- La fiera non fornisce i pass né nessun benefit agli autori (tranne rarissime eccezioni). I pass sono forniti dagli editori che pagano per lo stand. Quindi, se l'autore ti fa il disegnino, lo devi solo ringraziare, perché è lì di sua sponrtanea volontà e non ha (tranne rarissime eccezioni) nessun rientro economico.
C- Io, personalmente, non vengo pagato da nessuno per stare in fiera a fare disegnini ai lettori, quindi mi parrebbe normale che almeno i lettori acquistassero i prodotti del mio editore (che. ripeto, non mi versa nessun rimborso o gettone di presenza).
D- Se la fiera è cara prendetevela con gli organizzatori. Se gli standisti sono cari, prendetevela con loro.
Non prendetevela con gli autori che non hanno (tranne rarissime eccezioni) royalty sui volumi e per 4 giorni si pagano vitto e alloggio.
Mio Dio Giuseppe...
RispondiEliminaNon avrei DAVVERO saputo dire di meglio!
BRAVO!
Al più presto pubblicizzerò la cosa anche sul mio blog!
>.<
Ciao Giuseppe, io leggo Dylan Dog me lo fai un disegno?
RispondiEliminaMi piacerebbe Dylan che bacia una ragazza (non Eva perchè non leggo Diabolik, e nemmeno Desdy che non so chi è). Poi sullo sfondo mi piacerebbe Martin Mystere, Mister No e Zagor che ballano.
Se me lo fai a colori te ne sarei grato.
Ah...per favore non mettere la dedica a me perchè poi vorrei rivenderlo su ebay se non è un problema.
^^ Che dici me lo fai a Lucca il disegnino?
Giuseppe, come sai, sono d'accordissimo con te. (Tranne rarissime eccezioni ^___-)
RispondiEliminaIo disegno ciò che voglio e lo regalo a chi voglio. E' chiaro che si tratta di sketch veloci e si presume che stanno acquistando qualcosa e di norma è davvero così tant'è che spesso mi chiedono anche solo la firma sull'albo. Ovvio che se mi chiedono una roba elaborata e complessa oppure dragon ball, non glielo faccio e li mando da te :-P
Rimbalzo il manifesto anche sul mio blog, non si sa mai che fare un po' di "rumore" non serva a qualcosa!
RispondiEliminaOT:
Però, Giuseppe... Il baratto NO, ti prego, che scomodo! "Scusi, mi dà il resto di 6 uova?" "Ecco, tenga un giornale e un numero di Diabolik" "Ma il giornale è di ieri!" ecc. ecc.
(a parte che se lo vuoi praticare, fa' pure, in Diritto Privato si chiama "permuta" ^_- )
MMM... come ben sai la polemica è insita in me. Io ricordo discorsi affrontati insieme a te ai miei esordi e se non sbaglio gia ponevo certe questioni perchè essendo nuovo a questo ambiente non comprendevo.
RispondiEliminaSono daccordo su certe problematiche che affronti ma sono titubante su questa esplosione pseudo-sindacale che lascia il tempo che trova.
Trovo giusto tu ti ponga questo problema, meglio tardi che mai, ma stanno organizzando a Lucca la tavola rotonda proprio per discutere su questi temi, sensibilizzare i professionisti e non a certe questioni.
Mi pare che alla base manchi l'esperienza professionale (mi spiego meglio).
Se esiste qualcuno che decide di regalare i disegni io non glielo posso impedire e fare menifesti e proclami rasenta il ridicolo, non si vedono reazioni così in nessuna categoria da libero professionista.
Mi trovo daccordo con Daniele Statella, perchè è il ragionamento che mi aspetto da professionisti del settore.
Non sono daccordo e critico chi svende i propri lavori a 30-40-50 euro, perchè svalutano il mercato, perchè di questo si tratta, ma in un libero mercato non intendo impedirglielo.
Trovo invece che una certa responsabilità dipenda da chi in quel mercato si è affermato e deve comunque dettare le regole, perchè se siamo in queste condizioni è dovuto ad un profondo individualismo e un tantino di codardia.
Sono stufo di sentire autori che sono artigiani quando si confrontano con il pubblico in segno di umiltà ultraterrena e fanno gli artisti quando gli fa comodo, e non è una critica rivolta ad un singolo ma a tutto un atteggiamento.
Se vogliamo fare gli artigiani cominciamo a vendere in nostro prodotto come tale e finiamo di voler fare gli attori da bancarella.
In giro per blog e forum mi pare di sentire Paragone ad Anno Zero e pensare che è solo una quetione di atteggiamento, professionisti non si nasce ma si diventa...lavorando
Ringrazio Giuseppe perchè è sempre stato una persona con cui confrontarsi in modo intelligente e tutto il mio discorso non è rivolto a lui personalmente ma a tutta la categoria e mi ci metto pure io.
Ciao Giuseppe,
RispondiEliminami avevi segnalato l'articolo per e-mail ed ero curioso del tuo commento che avevi preannunciato.
Ebbene, sono lieto di trovarmi d'accordo con te al 100%.
Ciao e buon lavoro,
Stefano
complimenti anche ai commentatori, non sapevo che l'iniziativa fosse cosi vecchia, io l'ho presa qualche giorno fa e la postai; a rileggere ho avuto perplessità in qualcosa e Giuseppe mi ha "risposto" qui benissimo su ciò che mi sembravo strano.
RispondiEliminaCi tengo a precisare che son lavori "affettivi", non devono avere un valore economico; ognuno da il valore soggettivo..., come il libro con dedica, ecc ecc.
Il resto dei miei pensieri lo scrivo sul mio blog perchè vedo che ho tanti collegamenti da poter citare.
ecco fatto, ho messo finalmente il post.
RispondiElimina